Papà
tornerà presto.
“Ehi!
Mamma!” Una vocina allegra rimbombò nella modesta casetta immersa nella natura
verdeggiante, facendo sussultare la donna che trafficava in cucina.
Chichi lasciò per un attimo i piatti che
lavava e si diresse verso quella che era stata la camera del suo primogenito
Gohan. Camminò mesta , forse il momento più duro era già giunto.
Erano
passati circa cinque anni dall’ultima notte che lei e Goku avevano trascorso
insieme; era marchiata a fuoco nel suo cuore … Le mancava molto il ghiotto
sayan; le mancava tutto di lui, anche quando la faceva andare su tutte le
furie, per poi acquietarla con una semplice carezza.
Nel breve
tratto che la portò in quella camera, Chichi pensò e ripensò a quella nottata e
alle parole del suo amato.
“Sento che questa volta non andrà bene. Ecco perché ho
voluto dei giorni da trascorrere con la mia famiglia.” Goku abbassò lo sguardo
e non disse più nient’altro. Chichi
prese la sua testa fra le mani e lo voltò verso di sé. Vide che aveva gli occhi
tristi e non più allegri e senza pensieri come era solito. “Dov’è il sayan che
ho sposato? Di solito sono io a parlare così. Goku, non ti riconosco.” Disse
con una punta di malinconia. Anche la mora sapeva che forse quella era l’ultima
notte che avrebbero passato insieme.
“E’ diverso ora. Sono un uomo ormai. Ho visto le
capacità di Cell. Domani mi batterò con tutta la forza che avrò in corpo. Per
difendere questo Pianeta. Ma ora, non pensiamo ...” Non finì la frase che
Chichi si era avvinghiata al suo possente corpo e aveva posato le rosee labbra
sulle sue.
“… Al futuro. Godiamoci questo momento. Io confido in
te.” Si staccò un attimo e i due si guardarono. Entrambi sentivano che sarebbe
passato molto tempo prima che potessero stare di nuovo così vicini. Una lacrima
solcò il volto della donna, Goku la osservò e la catturò con un dito. “Sì.
Godiamoci questo momento.” E regalò uno dei suoi sorrisi più belli alla moglie.
Quella notte erano stati insieme, erano stati una cosa
sola. Avevano riacceso la passione e l’amore, che li legava, era sempre andato
crescendo con gli anni … Era stato al culmine.
“Ti amo. Perdonami.” Le aveva sussurrato il mattino
seguente, pensando che stesse ancora dormendo. Quel mattino pianse: Goku se ne
era andato.
Si appoggiò allo stipite della porta e
osservò attentamente il bambino che giaceva sdraiato a terra e giocava con
alcuni giocattoli. Era identico all’uomo che tanto aveva amato e che amava ogni
giorno di più, solo che Goten non amava tanto combattere.
Entrambi così ingenui e sensibili. Le
vennero alla mente quelle volte che era stata con Goku, quando erano ancora due
bambini. Il piccolo si voltò. “Ehi,
mamma. Sei qui.” Disse sorridente e corse ad abbracciare la madre. Quest’ultima
sentì la tristezza e malinconia scivolarle via. Aveva i suoi piccoli, Gohan e
Goten, che la rendevano felice più che mai. Portò gli occhi al cielo.
“Cosa guardi, mamma?” Domandò
ingenuamente e guardò la donna con una delle frequenti espressioni che assumeva
Goku quando lei gli chiedeva di fare un qualcosa di “umano”, come prendere la
patente. Abbassò gli occhi e sorrise
contenta. “Aspetto, Goku. Tuo padre. Presto tornerà, lo sento.”
Il bambino tramutò l’espressione di
sorpresa in un ampio sorriso. “Quello che volevo chiederti, sai? Papà tornerà
presto! Evviva! Finalmente lo potrò conoscere. Sono così contento, mamma!”
Esclamò felice come una pasqua e
saltellando di qua e di là, con i suoi giocattoli preferiti fra le mani. “Vado
subito a dirlo a Gohan!” E corse via, in un lampo.
Chichi era fiera dei suoi figli, era
felice di quella vita che aveva scelto, nonostante tutte le difficoltà. “Torna
presto, Goku.” Sussurrò con un piccolo sorriso. Aveva raccontato al piccolo
Goten tutto su suo padre e per lui era un eroe. Chissà quando sarebbe giunto in
cui si sarebbero conosciuti.
“Gohan! Papà torna presto! Evviva!” La
voce del piccolo risuonò in tutta la casa, ancora una volta. Era felice perché
sapeva che presto avrebbe incontrato il suo idolo, suo padre.