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Autore: Feel Good Inc    01/03/2012    2 recensioni
Sette colori; sette brevi spaccati della vita di Violante; sette persone che l’hanno segnata.
I. Violetto ~ Era il sorriso di sempre, umido di un pianto che non finiva mai. Violante non lo sopportava.
II. Blu ~ Neppure la vergogna del proprio volto deturpato la turbava più, ormai, a fronte di ciò che era chiamata a fare.
III. Azzurro ~ Violante non riusciva a sostenere quello sguardo per più di pochi secondi vuoti di ogni sentimento.
IV. Verde ~ Era una canzone d’amore, di nostalgia, e di rabbia. Un canto per un padre perduto.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Violante
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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b Carmen violae a

 

 

 

 

 

 

 

 

I

 

 

 

 

 

Povere Madri che vivete nascoste e consumate nel segreto del vostro cuore ansie e dolori da nessuno compresi!...

Francesco Olgiati

 

 

 

 

 

La luce del crepuscolo si posava come una carezza sull’abito di sua madre, scurendone il freddo violetto. Era il suo colore preferito: Violante lo sapeva bene. Per questo l’aveva chiamata così. Rimase a guardare incantata il suo ricamo, sfregandosi pensierosa la guancia che quell’uomo anziano che le aveva rinchiuse là dentro scrutava sempre con disgusto, in quelle rarissime volte in cui faceva loro visita. Alcuni dei soldati che facevano la guardia alla loro torre sghignazzavano forte, ogni tanto, forse pensando che dentro non si sentisse niente; ma Violante li sentiva sempre, quando dicevano che veniva a controllare che le ‘prigioniere’ non fossero fuggite. In quel caso avrebbe fatto ammazzare tutti, e avrebbe ammazzato anche loro, non appena le avesse trovate.

Dicevano che era suo padre.

Sua madre si accorse che Violante la osservava e le regalò un sorriso. Era il sorriso di sempre, umido di un pianto che non finiva mai. Violante non lo sopportava. Le piaceva invece vedere i suoi occhi risplendere, le piaceva quando le raccontava del Castello sul Lago. Allora il suo viso si distendeva, la stanchezza spariva e la sua voce si faceva solenne, maestosa, come quella dei menestrelli che si diceva girassero il mondo perché non erano fatti per stare rinchiusi tra quattro mura. Forse sua madre era un po’ così. Forse era anche per questo che si trovavano là dentro, adesso, con la sola compagnia di pochi soldati ubriaconi e di vecchie storie sussurrate nel tramonto.

Sua madre posò il ricamo e tese la mano verso di lei. Violante si allontanò dall’unica finestra, un po’ a malincuore, e andò ad accoccolarle il capo in grembo.

« Parlami ancora di quando eri bambina » mormorò.

Non si curò del suo sospiro, perché sua madre sospirava spesso. Ma sapeva che dopo sarebbero state meglio entrambe. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dalle parole, quelle ali dolci e potenti che riescono a far dimenticare qualunque prigione, a far sbiadire qualsiasi macchia, e persino a disperdere la paura del volto di un vecchio con gli occhi rossi di sangue che dicono sia tuo padre.

Un alito di brezza mosse le gonne viola, e la bambina desiderò che quei momenti rubati alla realtà durassero in eterno.

Per la donna doveva essere la stessa cosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Da tempo favoleggiavo su una raccolta in questo fandom, e ora credo di aver trovato l’idea giusta. Sette colori; sette brevi spaccati della vita di Violante; sette persone che l’hanno segnata.

Questo personaggio mi ha sempre affascinata, e per certi versi mi somiglia molto: non potevo non dedicarle un pensiero. Il titolo significa appunto ‘ode alla viola’.

Il violetto è sinonimo di solennità, contemplazione mistica e crepuscolo. L’abbinamento con l’infanzia trascorsa in reclusione, con sua madre a raccontarle bugie foriere di speranza, mi è venuto subito spontaneo.

E, beh, spero apprezziate. Se vorrete seguirmi, ne sarò onorata.

Aya ~

   
 
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