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Autore: Evilcassy    01/03/2012    5 recensioni
Megamind chiude un attimo gli occhi verdi. Riacquista il controllo. L’immagine di Roxanne e MetroMan che si baciano lo fa innervosire troppo, e il nervoso gli fa perdere lucidità.
Non sa neppure perché gli faccia questo effetto.
E odia non capire il perché delle cose.
E’ ingiusto. E’ tutto così ingiusto.
‘Oh, ma smettila di farti venire queste paranoie!’ dice a sé stesso, E’ naturale che la ragazza più bella e in gamba della città stia con l’Eroe, con il suo difensore.
Non è di certo il cattivo a conquistare la fanciulla.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sleeping Beauty.

 

Scivolare nella penombra della camera senza fare il minimo rumore non è mai stato il suo forte. Ma come per ogni cosa, Megamind ci prova comunque e cerca di dare il meglio di sé stesso.

Calcola la distanza dell’armadio e della scrivania, passa a pochi centimetri dal letto, la figura morbida avvolta dalle lenzuola che attira la sua attenzione.

Colpisce con lo stinco sinistro la gamba di una sedia, facendo cadere a terra qualcosa. Soffoca un’imprecazione tenendosi l’arto colpito: Quella sedia non c’era prima, ne era sicuro. Deve averla spostata lei, senza rendersi conto che così facendo aveva sconvolto completamente il suo intento.

Eppure, nonostante il rumore, non sembra essersi svegliata. Il suo respiro continua ad essere calmo e regolare, poteva sentirlo nel silenzio della stanza.

Possibile avesse il sonno così pesante? Si avvicina comunque per controllare.

Oh si, dorme davvero. E anche pesantemente.

Accende la luce dell’abat-jour – nessuna reazione.

Oh, andiamo… stava sicuramente fingendo… neppure con lo spray addormentante aveva mai avuto un sonno così pesante.

Roxanne?” sussurra.

 

“MINION! Di quale parte della frase ‘TENERE SEMPRE TUTTO PRONTO’ non ti è chiaro il concetto?”

“Signore, veramente lei non mi ha detto di preparare la sedia di Miss Ritchi sulla Trappola del Terrore…!”

“Certo, Minion. Perché si chiama Trappola della Paura, non del Terrore! Oh, ma perché devo sempre ricordarti tutto!”

Minion che sospirava esasperato. “Poteva avvisarmi che aveva cambiato nome alla Trappola e che intendeva rapire anche oggi Miss Ritchi… Non potevo sapere che questa volta l’avrebbe rapita DUE volte la stessa settimana…

“Bastava che guardassi il post it che ti ho lasciato sul frigorifero!”

Signore… io non guardo il frigorifero. A me non serve aprire un frigorifero, quindi non lo guardo neppure!” Altro sospiro esasperato. “Fa nulla, comunque. In un minuto sarà pronta la postazione di Miss Ritchi… l’appoggio qui, sulla panca, va bene?”

“Ottimo.” Le dita che tamburellano tra di loro e il suo solito ghigno superminaccioso. Pregusta la sua vendetta contro…Hey, Minion, dove vai? Aspetta, non mi lascerai mica a fare da babysitter ad una reporter svenuta!”

“Signore, mi ha costruito solo due braccia…!”

Minion che spariva sul montacarichi. Megamind che sbuffava esasperato, incrociando le braccia e rivolgendo uno sguardo corrucciato alla ragazza coricata sulla panca.

Erano soli. I brainbot erano occupati con Minion.

La cosa lo rendeva nervoso.

Erano soli.

E nessuno che controllasse che la reporter non si stesse svegliando!

Oh, ma insomma… perché doveva –sempre- fare tutto da solo?

Il sacco- accidenti, puzza davvero. Doveva ricordare a Minion di infilarlo nella lavatrice- Che scivola via dalla testa di Roxanne Ritchi. TUC , la nuca contro il legno della panca.

Oops. Mi scusi.”

Spettinata, le guance arrossate. Le labbra secche.

 

Un tocco leggero sulla spalla, il suo corpo che scivolava dal fianco, sulla schiena, scoprendosi in parte dalle lenzuola. La pelle della spalla che faceva capolino dalla scollatura della camicia da notte.

Senza svegliarla.

Il solito ciuffo impertinente sulla fronte candida. Lo sposta con la punta delle dita ancora guantate.

 

Un ciuffo che non sembrava voler starsene al suo posto.

Eppure, non riusciva comunque ad avere l’aspetto tormentato e sciupato di una donna appena rapita da un supercattivo.

Sembrava dormire tranquilla. Al momento.

Magari quando si sveglia urlerà. Speranza di un supercattivo.

Però ora siamo soli. Constatazione di un supercattivo nervoso.

Quindi?

Quindi le sue dita le stavano sfiorando una guancia.

 Deve essere così morbida.

E’ arrossata, deve essere anche calda.

Deve essere piacevole al tatto.

 

Hey… Roxanne…” mormora, sfilandosi i guanti. Una carezza al viso. Le dita tra i suoi capelli fini, che solleticano un oreccho. Seguire poi la linea della mandibola, sfiorare le labbra.

 

Le labbra secche. Il sacco le aveva tolto il rossetto, ne rimaneva solo una pallida traccia.

Erano appena schiuse.

E sembravano così invitanti. Perché, poi?

Forse perché sapeva che si piegavano spesso all’insù: con un sorriso calcolato, durante le riprese televisive, con sufficienza e scherno, durante i suoi rapimenti.

Con un sorriso grato, rivolte a MetroMan, ogni volta che la salvava.

Giusto.

Il sorriso grato rivolto a MetroMan.

Magari MetroMan aveva baciato quelle labbra giusto alla mattina.

Un bacio veloce alla fidanzata –e via! Più veloce della luce, che scattava verso il suo dovere da supereroe.

O magari l’aveva baciata lentamente, gustandosi quelle labbra morbide, cingendole la vita con le braccia, senza stringere troppo.

Il trofeo, il premio meritato per essere il difensore di Metrosity.

Si scoprì a detestarlo più del solito.

Decisamente più del solito.

Le labbra di Roxanne si increspano e aggrotta la fronte. Le sfugge un leggero mugolio. Si stava svegliando.

Le infila precipitosamente il sacco in testa. Il mugolio che le sfugge questa volta sembrava proprio di protesta.

“MINION!”

 

“...Megs?”  borbotta. Una buffa espressione stropicciata sul volto assonnato. Occhi gonfi di sonno da cui si apre uno sguardo un po’ vago che lo cerca nella penombra.

E il suo nome.

Roxanne che lo chiamava per nome quando si sveglia. Anzi, no, ancora meglio: lo chiama con il suo soprannome, che lei sola usa.

Hey, bella addormentata, non aspetti il bacio del principe per svegliarti?”

Soffoca uno sbadiglio, fa un gesto scoordinato che gli provoca una mezza risata. “Non vedo nessun principe qui. C’è solo il mio alieno blu che non si decide a venire a letto.” Finge di brontolare. “Spogliati ed infilati qui sotto, ti ho tenuto il letto al caldo.”

 

Megamind chiude un attimo gli occhi verdi. Riacquista il controllo. L’immagine di Roxanne e MetroMan che si baciano lo fa innervosire troppo, e il nervoso gli fa perdere lucidità.

Non sa neppure perché gli faccia questo effetto.

E odia non capire il perché delle cose.

E’ ingiusto. E’ tutto così ingiusto.

‘Oh, ma smettila di farti venire queste paranoie!’ dice a sé stesso,  E’ naturale che la ragazza più bella e in gamba della città stia con l’Eroe, con il suo difensore.

Non è di certo il cattivo a conquistare la fanciulla.

Minion arriva carica la reporter sulle spalle. Delicatamente. E’ assurdo per l’assistente di un supercattivo come Megamind, un pesce in un corpo da gorilla meccanico, usare una simile delicatezza nei confronti della rapita.

Ma non c’è bisogno di essere bruschi. Che poi, Minion non lo sarebbe neppure volendolo.

E neppure Megamind, in fondo.

Non con Roxanne.

 

L’abbraccio della sua ragazza sa di vaniglia, e può sentire il calore del suo corpo attraverso la camicia da notte. La stringe, sorride tra sé e sé mentre le bacia il collo.

Lei lo ha scelto. Lo ha accettato.

E’ lui che stringe sotto le coperte, a lui che rivolte i suoi sorrisi e le sue risate. Lui che bacia, a volte velocemente come saluto, altre lentamente  e altre ancora con impeto e passione. Lui con cui fa l’amore e con cui si sveglia alla mattina.

E’ a lui che ha dato le chiavi di casa, corredate da un portachiavi dei Black Sabbath trovato ad un mercatino di collezionismo.

“Così sei libero di venire a piacimento. Quando i tuoi doveri da eroe te lo permettono o quando ne hai voglia.”

Le usa in continuazione, quelle chiavi. Così tanto che sta pensando di chiederle di venire a vivere con lui e Minion al Covo-Non-Più-Tanto-Malvagio.

E’ solo sua.

A discapito di qualsiasi ragione, previsione, logica.

 

 

What a Turnout!

 

 

Bon. Eccoci con il mio nuovo trip del momento, Megamind.

Dovevo palesemente scrivere una fan fiction a tal proposito, a discapito delle ennemila in stand-by di ennemila fandom diversi lasciate li a macerare in attesa che mi parta l’embolo e le finisca.

Prima o poi partirà, ne sono certa, per il momento scrivo questa.

Non è granché, lo ammetto, ma calcolando che non scrivo davvero da un tot, che il fandom è nuovo e che il tempo a mia disposizione per piantarmi davanti al PC senza una ragione lavorativa è scarserrimo, direi che non è neppure venuta una ciofeca colossale. (…credo.)

Megamind è uno dei pochi film della Dreamworks che mi abbia lasciato qualcosa al di là di un paio di sonore risate. Con questo non voglio togliere nulla ai vari Madagascar e Kung-Fu Panda, ma trovo che Megamind abbia una marcia in più, quel qualcosa che gli altri non hanno.

Forse la colonna sonora rock. Forse è proprio il personaggio ad essere estremamente fantastico.

Forse è il taglio di Roxanne, che mi pace un totale e potrei addirittura ad arrivare a replicare sabato, dalla mia parrucchiera.

In tutto ciò, capirete quanto trovi ingiusto che questo film sia passato quasi inosservato, alla sua uscita. Mi cullo al pensiero che la Dreamworks decida, prima o poi, di investire di nuovo su Megamind e fare il Sequel. Mi cullo al pensiero di rivitalizzare il fandom italiano e creare un nuovo trend (si, ciao.)

Qui è Evilcassy, Cautamente Ottimista (e notoriamente Donna dalle Belle Speranze Vane).

A là prochaine.

EC

PS: Per il significato di What a Turnout, vi rimando alla Fic di Lucenera88, http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=727850&i=1, sempre di questo Fandom. Fic bellissima che prima o poi ce la farò pure a recensire. (Come dicevo, sono un’inguaribile ottimista)

 

   
 
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