Sleeping
Beauty.
Scivolare nella
penombra della camera senza fare il minimo rumore non è mai stato il suo forte.
Ma come per ogni cosa, Megamind ci prova comunque e cerca di dare il meglio di
sé stesso.
Calcola la
distanza dell’armadio e della scrivania, passa a pochi centimetri dal letto, la
figura morbida avvolta dalle lenzuola che attira la sua attenzione.
Colpisce con lo
stinco sinistro la gamba di una sedia, facendo cadere a terra qualcosa. Soffoca
un’imprecazione tenendosi l’arto colpito: Quella sedia non c’era prima, ne era
sicuro. Deve averla spostata lei, senza rendersi conto che così facendo aveva sconvolto
completamente il suo intento.
Eppure, nonostante
il rumore, non sembra essersi svegliata. Il suo respiro continua ad essere
calmo e regolare, poteva sentirlo nel silenzio della stanza.
Possibile avesse
il sonno così pesante? Si avvicina comunque per controllare.
Oh si, dorme
davvero. E anche pesantemente.
Accende la luce
dell’abat-jour – nessuna reazione.
Oh, andiamo… stava sicuramente fingendo…
neppure con lo spray addormentante aveva mai avuto un sonno così pesante.
“Roxanne?” sussurra.
“MINION!
Di quale parte della frase ‘TENERE SEMPRE TUTTO PRONTO’ non ti è chiaro il
concetto?”
“Signore,
veramente lei non mi ha detto di preparare la sedia di Miss Ritchi
sulla Trappola del Terrore…!”
“Certo,
Minion. Perché si chiama Trappola della Paura, non del Terrore! Oh, ma perché
devo sempre ricordarti tutto!”
Minion
che sospirava esasperato. “Poteva avvisarmi che aveva cambiato nome alla Trappola
e che intendeva rapire anche oggi Miss Ritchi… Non
potevo sapere che questa volta l’avrebbe rapita DUE volte la stessa settimana…”
“Bastava
che guardassi il post it che ti ho lasciato sul
frigorifero!”
“Signore… io non guardo il frigorifero. A me non serve
aprire un frigorifero, quindi non lo guardo neppure!” Altro sospiro esasperato.
“Fa nulla, comunque. In un minuto sarà pronta la postazione di Miss Ritchi… l’appoggio qui, sulla panca, va bene?”
“Ottimo.”
Le dita che tamburellano tra di loro e il suo solito ghigno superminaccioso.
Pregusta la sua vendetta contro… “Hey,
Minion, dove vai? Aspetta, non mi lascerai mica a fare da babysitter ad una
reporter svenuta!”
“Signore,
mi ha costruito solo due braccia…!”
Minion
che spariva sul montacarichi. Megamind che sbuffava esasperato, incrociando le
braccia e rivolgendo uno sguardo corrucciato alla ragazza coricata sulla panca.
Erano
soli. I brainbot erano occupati con Minion.
La
cosa lo rendeva nervoso.
Erano
soli.
E
nessuno che controllasse che la reporter non si stesse svegliando!
Oh,
ma insomma… perché doveva –sempre- fare tutto da
solo?
Il
sacco- accidenti, puzza davvero. Doveva ricordare a Minion di infilarlo nella
lavatrice- Che scivola via dalla testa di Roxanne Ritchi. TUC , la nuca contro il legno della panca.
“Oops. Mi scusi.”
Spettinata,
le guance arrossate. Le labbra secche.
Un tocco leggero
sulla spalla, il suo corpo che scivolava dal fianco, sulla schiena, scoprendosi
in parte dalle lenzuola. La pelle della spalla che faceva capolino dalla scollatura
della camicia da notte.
Senza svegliarla.
Il solito ciuffo
impertinente sulla fronte candida. Lo sposta con la punta delle dita ancora guantate.
Un
ciuffo che non sembrava voler starsene al suo posto.
Eppure,
non riusciva comunque ad avere l’aspetto tormentato e sciupato di una donna
appena rapita da un supercattivo.
Sembrava
dormire tranquilla. Al momento.
Magari
quando si sveglia urlerà. Speranza di un supercattivo.
Però
ora siamo soli. Constatazione di un supercattivo nervoso.
Quindi?
Quindi
le sue dita le stavano sfiorando una guancia.
Deve essere così morbida.
E’
arrossata, deve essere anche calda.
Deve
essere piacevole al tatto.
“Hey… Roxanne…” mormora,
sfilandosi i guanti. Una carezza al viso. Le dita tra i suoi capelli fini, che
solleticano un oreccho. Seguire poi la linea della
mandibola, sfiorare le labbra.
Le
labbra secche. Il sacco le aveva tolto il rossetto, ne rimaneva solo una
pallida traccia.
Erano
appena schiuse.
E
sembravano così invitanti. Perché, poi?
Forse
perché sapeva che si piegavano spesso all’insù: con un sorriso calcolato,
durante le riprese televisive, con sufficienza e scherno, durante i suoi
rapimenti.
Con
un sorriso grato, rivolte a MetroMan, ogni volta che
la salvava.
Giusto.
Il
sorriso grato rivolto a MetroMan.
Magari
MetroMan aveva baciato quelle labbra giusto alla
mattina.
Un
bacio veloce alla fidanzata –e via! Più veloce della luce, che scattava verso
il suo dovere da supereroe.
O
magari l’aveva baciata lentamente, gustandosi quelle labbra morbide, cingendole
la vita con le braccia, senza stringere troppo.
Il
trofeo, il premio meritato per essere il difensore di Metrosity.
Si
scoprì a detestarlo più del solito.
Decisamente
più del solito.
Le
labbra di Roxanne si increspano e aggrotta la fronte.
Le sfugge un leggero mugolio. Si stava svegliando.
Le
infila precipitosamente il sacco in testa. Il mugolio che le sfugge questa
volta sembrava proprio di protesta.
“MINION!”
“...Megs?” borbotta. Una
buffa espressione stropicciata sul volto assonnato. Occhi gonfi di sonno da cui
si apre uno sguardo un po’ vago che lo cerca nella penombra.
E il suo nome.
Roxanne che lo chiamava per nome quando
si sveglia. Anzi, no, ancora meglio: lo chiama con il suo soprannome, che lei
sola usa.
“Hey, bella addormentata, non aspetti il bacio del principe
per svegliarti?”
Soffoca uno
sbadiglio, fa un gesto scoordinato che gli provoca una mezza risata. “Non vedo
nessun principe qui. C’è solo il mio alieno blu che non si decide a venire a
letto.” Finge di brontolare. “Spogliati ed infilati qui sotto, ti ho tenuto il
letto al caldo.”
Megamind
chiude un attimo gli occhi verdi. Riacquista il controllo. L’immagine di Roxanne e MetroMan che si baciano
lo fa innervosire troppo, e il nervoso gli fa perdere lucidità.
Non
sa neppure perché gli faccia questo effetto.
E
odia non capire il perché delle cose.
E’
ingiusto. E’ tutto così ingiusto.
‘Oh,
ma smettila di farti venire queste paranoie!’ dice a sé stesso, E’ naturale che la ragazza più bella e in
gamba della città stia con l’Eroe, con il suo difensore.
Non
è di certo il cattivo a conquistare la fanciulla.
Minion
arriva carica la reporter sulle spalle. Delicatamente. E’ assurdo per
l’assistente di un supercattivo come Megamind, un pesce in un corpo da gorilla
meccanico, usare una simile delicatezza nei confronti della rapita.
Ma
non c’è bisogno di essere bruschi. Che poi, Minion non lo sarebbe neppure
volendolo.
E
neppure Megamind, in fondo.
Non
con Roxanne.
L’abbraccio della
sua ragazza sa di vaniglia, e può sentire il calore del suo corpo attraverso la
camicia da notte. La stringe, sorride tra sé e sé mentre le bacia il collo.
Lei lo ha scelto.
Lo ha accettato.
E’ lui che stringe
sotto le coperte, a lui che rivolte i suoi sorrisi e le sue risate. Lui che
bacia, a volte velocemente come saluto, altre lentamente e altre ancora con impeto e passione. Lui con
cui fa l’amore e con cui si sveglia alla mattina.
E’ a lui che ha
dato le chiavi di casa, corredate da un portachiavi dei Black
Sabbath trovato ad un mercatino di collezionismo.
“Così sei libero
di venire a piacimento. Quando i tuoi doveri da eroe te lo permettono o quando
ne hai voglia.”
Le usa in
continuazione, quelle chiavi. Così tanto che sta pensando di chiederle di
venire a vivere con lui e Minion al Covo-Non-Più-Tanto-Malvagio.
E’ solo sua.
A discapito di
qualsiasi ragione, previsione, logica.
What a
Turnout!
Bon.
Eccoci con il mio nuovo trip del momento, Megamind.
Dovevo
palesemente scrivere una fan fiction a tal proposito, a discapito delle ennemila in stand-by di ennemila fandom diversi lasciate li a macerare in attesa che mi
parta l’embolo e le finisca.
Prima
o poi partirà, ne sono certa, per il momento scrivo questa.
Non
è granché, lo ammetto, ma calcolando che non scrivo davvero da un tot, che il fandom è nuovo e che il tempo a mia disposizione per
piantarmi davanti al PC senza una ragione lavorativa è scarserrimo,
direi che non è neppure venuta una ciofeca colossale. (…credo.)
Megamind
è uno dei pochi film della Dreamworks che mi abbia
lasciato qualcosa al di là di un paio di sonore risate. Con questo non voglio
togliere nulla ai vari Madagascar e Kung-Fu Panda, ma
trovo che Megamind abbia una marcia in più, quel qualcosa che gli altri non hanno.
Forse
la colonna sonora rock. Forse è proprio il personaggio ad essere estremamente
fantastico.
Forse
è il taglio di Roxanne, che mi pace un totale e
potrei addirittura ad arrivare a replicare sabato, dalla mia parrucchiera.
In
tutto ciò, capirete quanto trovi ingiusto che questo film sia passato quasi
inosservato, alla sua uscita. Mi cullo al pensiero che la Dreamworks
decida, prima o poi, di investire di nuovo su Megamind e fare il Sequel. Mi
cullo al pensiero di rivitalizzare il fandom italiano
e creare un nuovo trend (si, ciao.)
Qui
è Evilcassy, Cautamente Ottimista (e notoriamente
Donna dalle Belle Speranze Vane).
A
là prochaine.
EC
PS: Per il significato di What a Turnout, vi rimando alla Fic di Lucenera88, http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=727850&i=1,
sempre di questo Fandom. Fic
bellissima che prima o poi ce la farò pure a recensire. (Come dicevo, sono un’inguaribile
ottimista)