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Autore: LizTheStrange    01/03/2012    4 recensioni
La mia prima song-fic.
La mia prima storia su questa tematica: la guerra.
Ma non è vissuta da un soldato, no.
E' vissuta da un nonno e dal suo caro nipotino.
Una piccola one-shot con sottofondo la bellissima canzone di Emma: Non è l'Inferno.
Dal testo:
L'ancetta inastata, il fucile puntato, i vestiti fradici.
Poi, un colpo, forte e chiaro, di cannone.
Si copre gli occhi per non guardare.
Ha paura.
Tanta paura.
Genere: Guerra, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non è l'Inferno


 
Ho dato la vita e il sangue
per il mio paese
e mi ritrovo a non tirare
a fine mese,
in mano ha Dio le sue preghiere.
 
- Nonno? -
- Sì, Manitobha? -
- Mi racconti una storia? Una storia qualsiasi, basta che la racconti tu. -
- Non so se sia il caso, il nonno è un po' fuori allenamento in fatto di storie... -
- Ti prego! Starò zitto e ascolterò fino alla fine. Promesso. -
- E va bene. Ecco qui la storia di Salvatore, un giovane soldato arruolato in guerra... 
 
Ho giurato fede mentre
diventavo padre.
Due guerre senza garanzia 
di ritornare
sono medaglie per l'Onore.
 
Salvatore è un bravo ragazzo di appena diciott'anni.
E' il 1917 quando deve lasciare la sua famiglia, la sua cara famigliola e la sua cara madre.
E' stato chiamato al fronte, e lui sa cosa vuol dire partecipare alla guerra.
Suo fratello, Silvano, da quando è partito per la guerra, non ha più mandato sue notizie, finché un giorno la sua famiglia non ha ricevuto un telegramma terribile, che ha fatto aprire gli occhi a Salvatore sulla amara realtà.
 
E se
qualcuno sente queste semplici parole,
parlo per tutte quelle povere persone
che ancora credono nel Bene...
 
Salvatore parte. Non ha portato con sé altro che una coperta, un cambio di vestiti e qualche frutto fresco raccolto dalla nonna.
Il giorno dopo, Silvano sta già combattendo nella Terra di Nessuno.
L'ancetta inastata, il fucile puntato, i vestiti fradici.
Poi, un colpo, forte e chiaro, di cannone.
Si copre gli occhi per non guardare.
Ha paura. 
Tanta paura.
 
E se 
tu che hai coscienza quindi credi nel paese
dimmi cosa devo fare
per pagarmi da mangiare,
per pagarmi dove stare,
dimmi che cosa devo fare!
 
E' appena arrivato e già vuole tornare a casa.
Ma non può.
Non potrebbe mai, in nessun modo, andarsene.
E così pensa a casa sua,
alla sua cara madre, al fratello e al padre che tutti i giorni qualche anno fa accerchiavano la tavola,
sorridenti.
E sorride.
Sorride anche lui.
 
No, questo no,
Non è l'Inferno
e non comprendo 
com'è possibile pensare
che sia più facile morire?!
 
Io no
io non pretendo
ho ancora il sogno
che tu mi ascolti e non rimangano parole, 
non rimangano parole.
 
Perchè quello non è l'Inferno.
La via per sfuggire alla grande guerra c'è.
E Salvatore la trova: il sorriso.
        
Ho pensato a questo invito
non per compassione,
ma per guardarla in faccia e
farla assaporare.
Un po' di vino, e un poco di mangiare.        
 
Se 
sapesse che fatica ho fatto per parlare
con mio figlio che ha trent'anni, 
dove il sogno di sposarsi alla natura
di diventare padre.

Tutti i giorni si arruola al fronte,
stanco, affamato, infreddolito.
Costretto a correre e rischiare la vita per una cosa che non valeva la pena di subire.
La guerra è lo cosa più brutta esistente.
Ma c'è una cosa che lo fa resistere.
Che lo fa vivere.
Il pensiero che fra poco tutto finirà e che rivedrà la sua famiglia.
E i loro sorrisi.
Potrà di nuovo pranzare insieme a loro e potrà continuare la sua meravigliosa vita.
Già, non è la persona più ricca della Terra, ma non gli importa.
Al posto dei cadaveri sul terreno fangoso, vede l'erba fresca e verde del giardino. Al posto dei nemici, vede i vicini di casa, che salutano.
Il cielo azzurro sostituisce il grigio cupo delle nuvole, e un sole splendente brilla nella mente di Salvatore.
 
E se
sapesse quanto sia difficile il pensiero
che per un giorno di lavoro
c'è chi ancora ha più diritti di chi ha creduto
nel Paese e nel Futuro...
 
No, questo no
Non è l'Inferno!
E non comprendo
com'è possibile pensare 
che sia più facile morire?!
 
Sono passati due anni. E' la fine del 1918.
La guerra è finita, grazie ad un "semplice" accordo fra gli stati: il Trattato di Versailles.
Ma Salvatore?
Dov'è finito? -
- Oh, no. Dov'è finito? -
- Guarda bene. E' lì. Giace a terra, immobile. Sta russando di brutto, deve essersi addormentato. 
E' il suo compagno che lo sveglia.
"Salvatore!" grida. La sua voce è la voce più felice che abbia mai sentito. "E' fatta! Abbiamo vinto! La guerra è finita!" 
Salvatore si sveglia e nei giorni seguenti torna a casa.
E' incredibile, ma è sopravvissuto.
Sopravvissuto all'impossibile.
Ma ce l'ha fatta. 
Perchè non ha mai perso la speranza di poter tornare alla sua vecchia vita.
E' malaticcio, ferito e terribilmente stanco, ma quella sera, non dormirà due ore si e no in trincea, dormirà nel suo letto.
 
 
Io no,
io non pretendo 
ho ancora il sogno
che tu mi ascolti e non rimangano parole,
non rimangano parole...
 
NaNaNananaNa
NananaNaNaNa
 
E ora?
E ora Salvatore è vecchio. Ha la mia età.
Non dimenticherà mai la paura che ha vissuto in guerra, e non dimenticherà mai il momento in cui è tornato a casa ed ha potuto abbracciare la sua famiglia.
Durante la sua assenza, Silvano era guarito. -
- Guarito? Non era morto? -
- Macché. Era vivo e vegeto... beh, con qualche osso rotto però... era vivo. 
Dicevamo, Salvatore adesso ha la mia età.
E magari ha anche dei nipotini, come te e Svetlana, forse. -
- Se ha un nipote come Vito è messo male. -
 
Com'è possibile pensare
che sia più facile morire?!
 
Io No, 
io non pretendo
ho ancora il sogno 
che tu mi ascolti e non rimangano parole,
non rimangano parole,
non rimangano parole,
non rimangano parole...
 
- Allora, ti è piaciuta la storia di Silvano? -
- Di Silvano? Il protagonista non era Salvatore? -
- Oh, giusto... confondo sempre i due nomi... -
- Non prendermi in giro, nonno. Lo so che Salvatore eri tu. -
Pausa. Sorriso del nonno.
- Sei proprio un bravo bambino... su, va a dormire. Domani si va a scuola. -
- Grazie della storia. Ti voglio bene, nonno Chester. -
- Anche io, Manitobha. Anche io. -




Piccole Note al profumo di Storia:

Scusatemi! So che non avrei dovuto scrivere questa storia, perchè non sono portata per gli avvenimenti storici e perchè non sono portata per il tema della guerra. E' solo che... ascoltando la meravigliosa canzone di Emma, non ho potuto fare a meno di pensare a Chester. Già, un Chester estremamente OOC, gentile, quasi, con suo nipote.
Sono una famiglia.
Dedico questa storia a Dario, mio fratello virtuale, ad Amy_Storm (naturalmente), e a tutte le persone che non pensano che Chester sia una cattiva persona e che, in fondo, possa essere buono. Grazie a tutti, davvero, e grazie ad Amy per tutti gli incoraggiamenti, e a Dario per tutte le risate.
Grazie anche a chi legge la storia in questo momento. Se vi va, potete recensire, se no, a me basta sapere che c'è qualcuno che l'ha letta. ^^ E un ultimissima cosa: grazie a Dolce Streghetta per aver corretto i miei errori storici e a Chibi per la sua continua e graditissima fedeltà e le sue meravigliose recensioni. Tantissimi saluti, sempre fedeli!
(fa un inchino, come al solito)

**Svetlana**
  
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