Solo
un altro tram.
La
tua faccia pulita, rilassata, addormentata contro il finestrino sembra quasi un
sogno, le tue labbra socchiuse e le tue guance ancora arrossate per
l'allenamento ti danno un'aria così tenera che io davvero non riesco a smettere
di guardarle.
Stai
tornando da calcio, la tua tuta ed il borsone che stringi tra le gambe ne sono
l'ennesima prova e nonostante pure io abbia appena finito di allenarmi ed il
mio corpo stia implorando di staccare la spina almeno per le prossime fermate,
osservarti ad occhi socchiusi mi sembra l'unica cosa che io possa fare.
Questi nuovi autobus hanno dei posti più
larghi e riesco quasi a rannicchiarmi, con la schiena appoggiata al vetro
faccio in modo che la mia mantella blu riesca a coprirmi anche le gambe, la primavera
si sente già nell’aria. Fuori ormai é sera e tira una brezza lieve ma gelida
capace di farmi rabbrividire, tu inconsciamente devi aver pensato la stessa
cosa perchè ti stringi un po' di più alla tua sciarpa
arancione, incassando il collo tra le spalle mentre cerchi di usarla per
rendere un po' più morbida e calda quella superficie gelida su cui sei
appoggiata.
Un
ciuffo di capelli castani sfugge al tuo controllo posandotisi
leggero sugli occhi, intrappolato dalle tue lunghe ciglia scure disegna sinuose
linee sulla tua pelle candida e intanto la luce calda dei lampioni ti sfiora a
tratti mentre corriamo verso il capolinea. Salgo sempre qualche fermata dopo di
te e ti trovo già nel dormiveglia così, con i guantoni nella sacca che battono
mollemente sulla mia coscia mentre cammino, cerco nel nostro tram semivuoto un
posto tranquillo su cui accasciarmi.
Wilhelms Scream di James
Blake risuona nelle cuffiette con il potere di annebbiarmi la mente e azzerare
i miei pensieri mentre la strada scorre placida e scura sotto ai nostri corpi,
mi massaggio le mani ancora segnate dalle fasce che porto durante kick boxing e noto distrattamente
come lo smalto azzuro si stia lentamente sgretolando
dalle mie unghie. Tu no, decisamente non sei tipa da smalto e orecchini eppure
la semplicità del tuo volto é di una bellezza quasi disarmante. Quelle poche volte in cui non cerchi un po'
di riposo e decidi di rimanere sveglia il tuo sguardo scuro si fissa sul
paesaggio e sembra quasi che tu voglia memorizzare con precisione ogni singolo
particolare ed io, così stregata, desidero solo che tu voglia imparare a
memoria anche ogni dettaglio di me.
La
tua postura non è arrogante, il tuo sguardo non è sarcastico o malizioso anche
in quelle volte in cui, ahimè, ti accorgi che ti fisso di sottecchi. A volte mi
osservi anche se tu sei più brava di me a non farmelo
notare ed il mio sorriso si arriccia involontario agli angoli della bocca
quando ci penso.
Ormai
siamo quasi arrivate alla fine della corsa e vedo i tuoi occhi riaprirsi
lentamente, le palpebre tremolanti scoprono il tuo sguardo nero e liquido come
la notte che ci circonda ed in quel momento esistiamo solo io e te, il ronzio
del motore non é che un ricordo lontano ed ovattato ed io credo di avere degli pterodattili nello stomaco. Nessuna delle
due é decisa lasciare quel contatto per prima ed io mi perdo, cado e
ritrovo in te infinite volte, il tuo sguardo brucia sulla mia pelle e quasi non
mi accorgo che l'autobus è arrivato alla sua destinazione.
Scendo
dal mio posto, sgranchisco le gambe e mi avvio all'uscita, lì ci troviamo pari
e per pochi secondi i nostri corpi si sfiorano.
Vorrei prenderti per mano, vorrei toccare la
tua pelle ma ora non ho nemmeno più il coraggio di guardarti.
Con
un balzo scendiamo, prendiamo direzioni diverse, ci allontaniamo.
È
solo un altro sguardo.
È
solo un altro tram.