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Autore: Sacchan    02/03/2012    4 recensioni
Lentamente i suoi sensi tornarono a funzionare spronati da una spiacevole sensazione che qualcosa non andasse, si rigirò su un fianco mugolando qualcosa poi tornò di nuovo nella posizione iniziale con la schiena aderente al pesante materasso; quindi Arthur si svegliò. [ArthurxMerlin]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lentamente i suoi sensi tornarono a funzionare spronati da una spiacevole sensazione che qualcosa non andasse, si rigirò su un fianco mugolando qualcosa poi tornò di nuovo nella posizione iniziale con la schiena aderente al pesante materasso; quindi Arthur si svegliò. La stanza era ancora avvolta nella penombra, nonostante gli scuri lasciati aperti la sera prima, segno che il principe si era svegliato prima del previsto e prima del solito, e un leggerissimo fruscio aveva già rotto il silenzio. Arthur impiegò qualche minuto a riprendere pieno possesso delle sue facoltà cognitive e motorie e solo allora comprese che la spiacevole sensazione che l’aveva svegliato era la consapevolezza di essere solo nel grande letto e che il fruscio costante nella stanza era provocato da una figura esile seduta sul bordo del letto.
“Merlin.” Chiamò con la voce ancora impastata dal sonno verso la figura in fondo al letto. A fatica si puntellò sui gomiti. “Che stai combinando?”
“Oh, siete sveglio Arthur.” Merlin si fermò all’istante e si voltò verso l’altro, “Mi sto vestendo.” Puntualizzò con semplicità.
“Credo sia stato tu a svegliarmi.” Obiettò il principe lasciandosi di nuovo cadere sui cuscini con un tonfo ovattato.
“Mi dispiace.” Merlin tenne un tono basso per quanto non più necessario.
Arthur alzò una mano in un gesto scocciato, poi tutto il discorso dell’altro, rallentato dalla sonnolenza, raggiunse finalmente il suo cervello. “Perché ti stai vestendo?” chiese confuso tirandosi nuovamente su e notando finalmente che l’altro aveva già addosso i pantaloni e con molta probabilità anche le scarpe. Quella presa di coscienza lo colpì nell’orgoglio –o qualcosa di molto simile- e gli mandò di traverso la giornata neanche iniziata: nulla sua testa, quando si era addormentato con Merlin con la testa sopra il suo braccio, aveva immaginato che si sarebbero svegliati nella stessa posizione, o comunque insieme. “E poi non è neanche ancora l’alba.”
Merlin abbassò il capo sentendosi in colpa –era proprio per evitare il malumore di Arthur che aveva cercato di sgattaiolare via così presto-. “Devo andare a svegliare Gaius, preparargli la colazione e poi devo andare a prendere anche la vostra: ho una giornata piena anche appena l’alba, non posso poltrire.
“Gaius può svegliarsi e prepararsi la colazione da solo, lo ha fatto per decenni, e io non mi lamenterò se la mia colazione ritarderà.” Sbuffò Arthur alzando gli occhi al cielo che puntò immediatamente dopo di nuovo sull’altro. “Merlin, torna a letto.”
“Lo state ordinando da principe.” Protestò il giovane mago scuotendo la testa in segno di negazione: anni e ancora Arthur non si era tolto il vizio di ordinare a bacchetta anche senza alcun bisogno, anche quando smettevano di essere un principe e il suo servitore ed erano solo Arthur e Merlin.
Arthur studiò per qualche minuto Merlin e, anche se non poteva vederla, riuscì a raffigurarsi davanti a sé l’espressione del mago: sopracciglia leggermente aggrottate, labbra serrate e occhi cupi- la tipica espressione di Merlin quando era tra l’offeso e l’affranto.
“Hai ragione.” Fu costretto ad ammettere. “Ti chiedo scusa.” Con un movimento sicuro si tolse le coperte di dosso, con uno scatto si mise in ginocchio e si diresse verso il limitare del letto e quando fu abbastanza vicino afferrò Merlin per un braccio e lo fece cadere all’indietro.
“Arthur!” protestò Merlin lasciando un occhiata severa al principe.
Arthur si sdraiò accanto all’altro e gli posò un rapido bacio sull’orecchio. “Solo un altro po’.” Chiese con un tono decisamente più gentile. “Per favore.”
Se le parole da solo sarebbero bastate, con quella nota di dolcezza così rara, lo sguardo quasi adorante di Arthur fece capitolare Merlin. “E va bene.” Cercò di reprimere un sorrisetto senza riuscirci.
“Bene!” esclamò Arthur ignorando il fatto che probabilmente si stava comportando come un idiota.  Cercò subito le labbra di Merlin, trovando quel bacio che non aveva ricevuto appena sveglio.
Fu un bacio lento, assaporato da entrambi, che finalmente migliorò la giornata.
“Buongiorno Merlin.” Sussurrò Arthur staccandosi dalle labbra dell’altro solo l’indispensabile.
“Buongiorno Arthur.” Sussurrò a sua volta Merlin prima di sfiorare le labbra dell’altro in un bacio velato.”
“Dormito bene?” una domanda, un bacio.
“Come un bambino.” Una risposta, un altro bacio.
“Davvero?” si accertò Arthur.
“No,veramente mi avete preso a calci.” Ironizzò Merlin. Si tolse velocemente le scarpe e con altrettanta velocità si ritirò verso la parte centrale del letto, per sfuggire preventivamente dal biondo.
“Ah, osi dire che scalcio nel sonno?” domandò Arthur fintamente offeso. Un rapido movimento e raggiunse il giovane mago.
“Un po’.” Insistette Merlin tentando di mantenere un tono serio mentre continuava la sua ritirata verso i morbidi cuscini.
“Non è assolutamente vero!” esclamò il principe raggiungendo l’altro e sovrastandolo con il proprio corpo.
Istintivamente Merlin passò le dita tra i capelli scompigliati di Arthur.”Solo un po’.” Ribadì cercando di addolcire la pillola.
“Io non scalcio.” Sentenziò Arthur, la voce appena tremula a causa del brivido provocatogli dal gesto dell’altro.
“Si invece.” Continuò serio Merlin, reprimendo a fatica una risata.
“Merlin, taci.” Tagliò corto il principe baciando il ragazzo sotto di sé che, per una buona volta, obbedì a quell’ordine.
  
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