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Autore: rora17    02/03/2012    6 recensioni
Sherlock e John, dopo tre anni di allontanamento, si sono finalmente ritrovati e dopo aver portato scompiglio al matrimonio di John, fuggono per la loro personale " Luna di miele."
Come si comporterà Sherlock? E John riuscirà a lasciarsi andare?
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Miele, questo è il tuo sapore.

 

 
Ciao a tutti!! Come state?! Spero bene! ^__^
Ahah ebbene si, sono tornata! Più in forma di prima, o almeno spero!
Torno con questa storiella che, premetto, non è nulla di serio o di drammatico. Insomma, vuole solo strapparvi un sorriso (Spero non una smorfia di disgusto xD) ed è una sorta di seguito della precedente storia – Eri sabbia tra le mie dita- che se avete voglia di leggere potete trovare qui.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=959268&i=1
Buona lettura.
 

Viaggiare insieme è come un tango
come strade che si incrociano
un po' d'asfalto
un po' di fango per due vite che si sfiorano.
(Viaggio- Piero Pelù)

 

Com’è strana la vita.
Fino a questa mattina, quando, con una sorta di rassegnazione, mi preparavo per il mio matrimonio con Mary, non immaginavo nemmeno lontanamente quello che realmente sarebbe successo.
La comparsa improvvisa di Sherlock, la fuga dall’altare con bacio annesso, ovviamente non alla sposa ma allo stesso Sherlock e ora, dopo un matrimonio parecchio turbolento con un altrettanto turbolento check-in, ci ritroviamo tutti e due su un aereo diretti in Grecia, per il nostro “viaggio di nozze.”

Penso che se me l’avessero raccontato anche solo una settimana prima, sarei scoppiato a ridere come un cretino.
 
 
Con un sospiro chiudo il giornale e lo ripongo nella tasca del sedile davanti.
Mi giro e fisso intensamente Sherlock, praticamente svaccato sul sedile di fianco al mio. Le mani giunte davanti al volto e gli occhi chiusi. C’era voluta un’ora a farlo calmare e a quanto pareva, dopo aver rovinato all’intera business class un film, e aver traumatizzato tre hostess, aveva deciso di immergersi in quel suo palazzo mentale e non rompere le balle all’intero staff di volo.
Comunque non penso stia dormendo. Sarebbe alquanto strano. Mi sporgo, sovrastandolo e quasi mi viene un infarto quando spalanca gli occhi di colpo, bloccandomi.
-Dormivi?-
-Certo che no. Dormire è noioso, così come questo viaggio… n.o.i.o.s.o!-
Non rispondo, sarebbe un’inutile perdita di tempo. Mi risistemo sul mio sedile, guardando fuori dall’oblò. Il panorama è fenomenale. Contemplando questa immensità, i miei problemi passati mi sembrano davvero insignificanti. E pensare che l’ultima volta che ho visto questa distesa di cielo, è stato durante il viaggio di ritorno dall’Afghanistan.
-Stai pensando all’Afghanistan?-
Sobbalzo, perso com’ero nei miei pensieri.
-Come fai a saperlo?-
-Stai stringendo convulsamente il bracciolo e ti massaggi sovrappensiero la spalla. Ho notato che lo fai quando ripensi al tuo passato.-
Sono allibito. Non me n’ero accorto io, ma lui sa sempre tutto!
Sorride, sicuro di aver indovinato, prima di ritornare nella stessa posizione. Io lo guardo per un po’. Sono felice e soprattutto mi sento davvero in forma. Rifletto sul fatto che è davvero incredibile che io sia diventato così dipendente da un'altra persona ma ormai è troppo tardi per tornare indietro. Volente o nolente me lo devo tenere così com’è.
Come un lampo a ciel sereno, che distrugge la mia bolla di felicità, tornano le scene imbarazzanti di non più di qualche ora fa…
Dio, se volevo morire in quei momenti.
 
Il dramma è iniziato appena scesi dalla macchina…
 
-Sherlock?- lo chiamo, visto e considerato che ha appena scaricato dalla macchina la mia valigia nera e null’altro, incamminandosi come se niente fosse.
-Si John?-
Mi guarda perplesso mentre io, con un gigantlopico dubbio, mi affaccio nel bagagliaio.
-Per l’amor di Dio, cos’è questa?- chiedo, indicando una valigia rosa. Ripeto e sottolineo Rosa!
-La tua valigia.-
-No. Quella che hai TU è la mia, questa… questa cosa, non l’ho è!- balbetto, puntando un dito, assolutamente indignato per il fatto che mi consideri una checca con gusti discutibili.
Mi affianca con un paio di falcate.
-Ok, tecnicamente non è la tua ma ho dovuto prenderla in prestito da Mary, altrimenti non saremmo potuti partire subito.-
-Perché non l’hai presa tu??- urlo, la voce che non mi esce come dovrebbe.
L’idiota sorride, avviandosi di nuovo e lasciandomi solo davanti al baule aperto.
-Perché s’intonava meglio al tuo abito!-
Ma non finisce qui. Arriva poi il momento del check-in…
 
-Buongiorno.- esclama l’hostess, squadrandoci da capo a piedi con un sorrisino davvero fuori luogo.
-Buongiorno.- risponde Sherlock. Io sono troppo occupato a nascondere la valigia gigantesca, con scarsi risultati aggiungerei; Ormai l’intero aeroporto l’ha notata.
Per una volta Sherlock si sta comportando in modo impeccabile, sistemando la parte burocratica e prendendo i biglietti dato che io mi ritrovo a scavarmi la fossa con le mani nel tentativo, vano, di non sentire i commenti degli altri passeggeri e delle hostess ai banchi accanto.
Cos’è, non hanno mai visto due uomini andare in vacanza insieme?!
Finalmente arriva il momento di liberarmi della valigia ma ovviamente la donna, che comincio seriamente a detestare, decide che è arrivato il momento di farsi gli affaracci altrui…
-Scusate, se non sono indiscreta… ma siete una coppia?-
Lancio un occhiata a Sherlock e lo vedo fissarla, senza sbattere le palpebre, in modo davvero inquietante. Intanto il silenzio si dilata, facendo aumentare l’imbarazzo. Apro la bocca, pronto a dire qualcosa, qualsiasi cosa, quando Sherlock, sorprendendomi, risponde.
-Perché non ha mai visto una coppia gay?-
Sbianco. Per davvero, credo di essere dello stesso colore dell’abito.
-Beh, si… certo. Però… pensavo…-
Mi ci vuole un momento in più ma poi capisco. La donna si è invaghita di Sherlock! Non ci posso credere.
Il mio coinquilino, invece, ha capito da subito.
-Signorina, se pensa di attirare la mia attenzione, si sbaglia di grosso.-
-Io non volevo…- balbetta, diventando tutta rossa.
Sherlock alza un sopracciglio, poi mi guarda, quasi chiedendomi il permesso di mettersi in mostra. Io chiudo gli occhi e abbasso il viso. Non potrei fare altrimenti.
- Da quando siamo entrati non ha smesso di… John come potrei dire?-
Che??
-Ah si… mangiarmi con gli occhi. Ha tentato in tutti i modi di attirare la mia attenzione, allargando progressivamente lo scollo della camicia. Ogni dieci secondi si è toccata il collo, un chiaro invito a fissarlo. Dal modo di comportarsi ritengo che lei sia single da parecchio tempo, visto il modo che ha tentato di sedurmi, senza successo, sia chiaro.-
L’hostess è rimasta di sasso. Non so se sia allibita, stupefatta o incazzata. Nel dubbio afferro Sherlock per un gomito e, dopo un veloce saluto, lo trascino via.
A pensarci mi scappa un sorriso che, come è ovvio pur con gli occhi chiusi, non sfugge a Sherlock.
-Perché sorridi?-
-Stavo ripensando all’hostess. È stato imperdonabile da parte tua, te l’ho già detto?-
-Mmm si… con questa è la quarta!- dice, girandosi su un fianco e fissandomi.
-Comunque ti sei divertito.-
Non rispondo, distogliendo lo sguardo. Sento comunque che continua a fissarmi.
Mi rigiro, non posso farne a meno. Mi sento un topolino tenuto sotto controllo da un grosso gatto.
-Siamo una coppia John?- chiede con quel suo tono di voce basso, confidenziale. Quello che adoro, insomma.
Non so cosa pensare. Ho il cervello in panne. Sono imbarazzato dall’audacia del mio amico…
-N-non sono gay- mormoro, per abitudine più che altro o per stupidità, più probabilmente.
S’irrigidisce, facendo sparire dagli occhi quella luce che aveva fino a un momento fa.
Si allontana velocemente, evitando il mio sguardo e le mie scuse.
-S-sherlock?- borbotto, in panico. L’ho ferito. Sono un idiota ma deve capirmi, il mio lato virile continua a farsi sentire ed è dura lasciarsi andare.
Non so cosa fare.
-Mi dispiace.-
-Per cosa? Non hai nulla di cui scusarti e ora allaccia la cintura, stiamo per iniziare la discesa.- sbotta. Ad occhi estranei sembra assolutamente indifferente, ma non hai miei. Sta usando il tono che è solito tenere durante le indagini, serio e distaccato.
Ci è rimasto male.
“John, con tutta sincerità, sei un cretino.”
  
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