Premessa iniziale: questa fan fiction è scaturita grazie ad una fan art che ho trovato per caso mentre giravo su deviantart: http://browse.deviantart.com/?qh=§ion=&q=Sherlock%2FJohn#/d3eb9kq. Non potevo non farci una fan fiction <3 Spero vi piaccia.

Bacio sulla fronte. Nel letto.

Quando John si addormentava profondamente era lo spettacolo più bello del mondo, con i lineamenti rilassati, le labbra appena socchiuse, sembrava un cucciolo.

Sherlock non si era neanche accorto che mentre parlava, parlava e parlava il suo coinquilino era caduto tra le braccia di Morfeo e stranamente la cosa non lo infastidì, anzi, accennò un lieve sorriso e si girò di fianco per osservarlo da vicino, beandosi del dolce suono del suo respiro. Gli accarezzò piano una guancia e si sporse in avanti posando un casto bacio sulla sua fronte sussurrando subito dopo: «Buona notte, John»

Bacio sul naso. Con sciarpa.

«John» lo richiamò in tono lamentoso.

«Hm?» mugugnò appena l'altro senza alzare lo sguardo dal libro che stava tentando di leggere.

«Credo di avere mal di gola»

Il dottore non si stupì più di tanto e finalmente voltò il viso verso il coinquilino «Ed io cosa posso farci?»

«Sei un dottore, insomma, fa' qualcosa!»

Sopirò e si diresse verso l'attacca-panni, prendendo la sua sciarpa blu.

«La miglior cura che conosco è tenere la gola al caldo» disse avvolgendogliela attorno al collo.

«Ma a me fa male!» la maturità di un bambino di 3 anni. Ma gli fece tenerezza vedere il contrasto tra il corpo adulto e la voce profonda contrapposti al comportamento infantile.

Gli si avvicinò mettendosi a cavalcioni sulle sue gambe, senza nemmeno un accenno di malizia, tirandolo per la sciarpa lo avvicinò a sé e strofinò la punta del naso contro la sua, sorridendogli teneramente.

«Lo sai che gli eschimesi si baciano così?»

«Si vede che hanno sempre mal di gola»

Sherlock scoppiò a ridere, contagiando anche John.

«Sei il miglior analgesico al mondo»

Bacio Leccata* sulla guancia.

Angelo faceva indubbiamente un ottimo gelato al cioccolato visto che era l'unica cosa che Sherlock prendeva abitualmente, senza pensare all'orario, alle condizioni meteorologiche o “sciocchezze” simili.

Quel giorno poi aveva la testa tra le nuvole, sì, suona strano, ma mai quando quell'orribile macchia di cioccolato sulla guancia, che faceva un'incredibile contrasto con la sua pelle candida.

Non sapeva come dirglielo, ma non poteva nemmeno lasciarlo in quello stato, allora, per quanto poco elegante, si sporse in avanti e gli leccò la guancia, ritraendosi fingendo nonchalance.

«Eri... Sporco» mormorò. Sherlock non lo guardò esattamente come uno che vuole ringraziarlo. Poi però un lampo di ilarità apparve nelle iridi chiare e scoppiò a ridere «Ma ti sembra normale?»

«Da quando ti conosco ho perso la cognizione della normalità»

«Beh, sicuramente sarai al corrente che hanno inventato i tovaglioli di carta. E poi hai la lingua!»

«Infatti»

Restò qualche secondo in silenzio, poi sorrise scuotendo il capo «Touché»

Bacio sulle labbra. Con tazza di tè.

Lui e Sherlock avevano due orari diversi per prendere il tè, John lo beveva alle 5 mentre Sherlock lo beveva dopo aver pranzato. Quando pranzava.

In un pomeriggio piovoso, alle cinque, erano seduti fianco a fianco sul divano, il dottore beveva il suo tè e Sherlock rovistava tra le sue composizioni per violino.

«Ehi John, guarda!» esclamò porgendogli uno spartito «Questo lo scrissi per il tuo compleanno, ma poi come ben sai abbiamo avuto un piccolo inconveniente e non sono riuscito a fartelo sentire»

«Indubbiamente un pezzo complicato» osservò scorrendo lo sguardo sul pentagramma «Ma io non sono un esperto di musica, quindi non ho idea di come faccia la melodia»

«Ascolta, dovrebbe fare più o meno così» così cominciò a cantare le note con la sua voce baritonale, profonda ma al contempo sottile e dolce. Si chiamava “solfeggio”, doveva averlo letto da qualche parte. Gli ricordava un po' le sonate che si ascoltavano in pieno romanticismo, nell'800, nei salotti dei nobili o della ricca borghesia.

Quando terminò di canticchiare, alzò lo sguardo su di lui, visibilmente soddisfatto «Ti piace?»

«E' scritta da te, come potrebbe non piacermi?» rispose sorridendo.

Avvicinò appena il viso al suo soffiando appena un “grazie” prima di baciarlo. L'altro ricambiò quasi subito il bacio, circondandogli le spalle con le braccia, mentre l'altro teneva ancora tra le mani la tazza.

Quando si separarono, Sherlock tenne gli occhi chiusi ancora per qualche secondo «Mi sbaglio» sussurrò aprendoli «O il tuo tè è più dolce del mio?»
«Nel tuo ci sono 4 cucchiaini di zucchero, nel mio 5. Sei già abbastanza dolce di tuo» l'altro sorrise e gli prese la mano libera.»
«La prossima volta voglio provare a fartelo io»
«... Sei serio?»
«Credi che io non sappia cucinare?» disse fingendosi offeso.
«Io non credo, ne sono sicuro. Basta vedere il caffè che mi hai preparato l'ultima volta!»
«E' stato un errore di calcolo!» si giustificò.
«Capisco. Perché tu non continui a comporre e lasci a me il tè?»
«Attento, potresti trovarti qualche mio veleno nel caffè» scherzò.
«E dov'è la novità?»
«Spiritoso!» ribatté ridendo.

*Non sapevo bene come tradurre “lick” xD

Note dell'autrice: Io su Deviantart divento pericolosa, non c'è che dire xD Comunque ho voluto dare una mia libera interpretazione alle immagini, quindi spero che vi piaccia, e soprattutto spero che sarete tanto buoni da lasciarmi una recensione, anche piccola piccola <3 Buona serata!