Il giorno tanto atteso era arrivato. Io e Anna eravamo partite alle undici, e per fortuna, avevamo saltato l'interrogazione di scienze.
Ci volevano solo due ore di viaggio in macchina, ci aveva detto Luca, il padre della mia migliore amica, ma eravamo partite presto perché temevamo che ci sarebbe stata troppa gente. Ilconcerto iniziava alle sette di sera. Durante il viaggio parlavamo di come sarebbe stato, pensavamo al fatto che si sarebbe avverato il nostro sogno, non del tutto, ma una piccola parte.
Eravamo eccitatissime all'idea di vedere Justin Bieber. Infatti, arrivammo e vidimo che era pieno di gente.
-Questo stadio sembra il Colosseo- feci notare io ad Anna.
-Hai proprio ragione!- ammise lei.
Intanto mia mamma e il padre di Anna erano andati al bar e avevano intenzione di farsi un giro in quella città, Assago, nei pressi di Milano.
Dopo dieci minuti dall'arrivo mi squillò il telefono, era la mia insegnante di equitazione. -Ciao Lucia! Come stai?
-Eh, Giadin, non molto bene.- mi disse con aria triste.
-Cos'è successo?- chiesi io preoccupata.
-Ti ho chiamata per dirti una cosa brutta che è successa qui, al maneggio.
-Cosa? Dai non tenermi sulle spine, sono preoccupata.
-Sai, Devil ha avuto una brutta colica e non ce ne siamo accorti... non ce l'ha fatta. Mi dispiace tanto...

In quell'istante lasciai cadere il telefono che precipitò per terra. Ero mortificata. La cosa più brutta che poteva capitarmi successe proprio nel giorno che credevo sarebbe stato il più bello della mia vita. Mi inginocchiai. Mi misi a piangere. In quelle lacrime rivedevo tutti i momenti, belli e brutti, che avevo trascorso con il cavallo che avevo amato di più in assoluto. Piangevo e piangevo, il mio dolore era inspiegabile. Attorno a me si creò un cerchio di spettatori, che Anna fece andare via. Si accovacciò anche lei e mi abbracciò. Capii che lei era con me.
Mi fece sedere su una panchina.

Intanto erano arrivate le quattro e io dallo shock della mattina non avevo ancora toccato cibo. Ero e mi sentivo debole. Anna mi andò a prendere un pezzo di pizza e io lo mangiai.
Poi mi rimisi a piangere. Mi strinsi a Anna, poi mi sedetti e iniziai a guardare davanti a me, senza capire cosa stesse succedendo. Arrivò una persona che non credevo di aver mai visto prima. Era vestita di nero, con un cappello, una felpa e degli occhiali da sole. Si sedette sulla panchina, vicino a me e mi disse gentilmente: -Ciao.
L'accento era straniero, ma non ci diedi peso. Senza voltarmi di un centimetro chiesi: -E tu chi sei?
-Cosa?- mi rispose la voce, in inglese.
-Vattene- risposi- sono troppo triste per certi scherzi.
Non sentii il movimento che mi aspettavo, quindi immaginai che non si fosse mosso. Anna mi diede una scrollata e mi disse con un filo di voce: -Giada, ma quello è Justin Bieber, e sta cercando di parlarti.
Mi girai verso Anna e le feci una faccia, come dire “cosa cazzo stai dicendo?”. Poi mi girai poi verso la persona che era ancora lì a guardarmi, e riconobbi il sorriso. “oh cavoli, è veramente lui!” pensai.
-Ciao! -Gli dissi, con un falso sorriso sul viso, cercando di imitare un decente accento inglese.
-Cosa succede? Sembri un po' triste.- mi disse lui.
-Oh, sì. Sono veramente distrutta. -dissi abbassando lo sguardo.
-Perché?- chiese lui con interesse.
-Amavo un cavallo -dissi balbettando- ma oggi è morto. Essendo qui, non ho potuto fare nulla, mi sento così inutile.
-Oh, mi dispiace.- disse abbracciandomi..
Io mi rimisi a piangere. Mentre eravamo ancora abbracciati mi disse: -Non preoccuparti, sono qui.
"Lo sapevo, il mio idolo è davvero dolce." pensai.
Poi aggiunse: -Ora devo andare, ma qual è il tuo numero di telefono? Posso chiamarti dopo il concerto?
-Oh, certo che puoi! "Vuoi non dare il tuo numero a Justin Bieber? Dico io.." pensai. - Ecco a te.- gli risposi dandogli un foglio con su scritto il mio numero e quello di Anna. Lui notò che c'erano due numeri e fece una faccia strana. Lo precedetti e gli dissi: -Questo è il suo numero- dissi indicando la mia migliore amica.- E' la mia migliore amica, è lei che mi ha fatto diventare una Belieber. Se hai tempo, puoi chiamarla? La renderesti davvero felice.
-Oh, yeah!- disse convinto, mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Quella sera entrai nello stadio insieme a Anna.

Finito il concerto, andammo in macchina, per partire, ma il telefono mi squillò. Pensai “non di nuovo, non può accade qualcos'altro di brutto oggi”. Guardai lo schermo: era un numero sconosciuto. Risposi: -Sì?
-Hey Giada! Avevo promesso che ti avrei chiamato. Beh -sospirò- Come stai ora?
Un sorriso mi si stampò in faccia, il primo, dopo la terribile notizia della mattina. Parlammo tutti e tre per un po'. Arrivate a casa non vedevamo l'ora di raccontare tutto alle altre nostre amiche, che sarebbero morte d'invidia. Comunque non avevo dimenticato la morte di Devil, l'avevo solo messa da parte perchè ero stanca di soffrire, troppo stanca.

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SALVEEE GENTAGLIA! 
ECCOMI, ANCHE IO SCRIVO. QUESTA STORIELLA VERAMENTE STUPIDA, CHE HO SCRITTO TIPO UN ANNO FA, ERA SOLO UN MODO PER FARVI CAPIRE PIU' O MENO COME SCRIVO.
SI', E' MOLTO STUPIDO E BANALE, MA SE VOLETE VI POSTERO' I CAPITOLI DELLA MIA FAN FICTION :3 

SE RECENSITE MI FATE UN FAVORE. GRACIAS :3