I PERSONAGGI NON SONO MIEI, MA DI TITE KUBO. IO SCRIVO SENZA FINI DI LUCRO

 

 

Tu non capisci le cose complicate.

Non sei mai stato bravo a leggere dentro le persone.

Non puoi sapere cosa provo né le motivazioni delle mie azioni.

Tu, che con Rukia hai trovato la tua felicità sentimentale.

Tu, che in Kurosaki hai trovato un amico di cui fidarti ciecamente.

Tu, che tra quegli umani hai trovato il tuo posto.

Hai forse dimenticato chi sei, Abarai Renji?

Sei un Shinigami, un tenente. Il mio.

Sei il vice del capitano della 6° Brigata di Protezione del Seireitei, Kukichi Byakuya.

Sento bussare. Sei tu. Per la terza volta oggi entri nel mio ufficio e mi comunichi il resoconto sull’ultimo lavoro che ti ho dato da svolgere.

Tu non capisci le cose complicate.

Infatti non hai capito che ti tengo qui solo per non farti andare dai tuoi amichetti. Ma non posso trattenerti in eterno.

Esulti quando ti dico che puoi andare, corri fuori e con lo Shunpo arrivi al portale e ti butti dentro a capofitto raggiungendo il mondo degli umani.

Seguo la tua Reiatsu finché non sparisce dalla Soul Society.

Sospiro. Mi sto autodistruggendo. Questa situazione. Questi sentimenti. Sta tutto fuggendo al mio controllo.

Sono un nobile però, non ammetterò certo di essere innamorato di te solo per mettermi il cuore in pace, esattamente come non cederò alle pretese degli anziani per farmi risposare.

Non mostrerò né a te né a nessun’altro il mio conflitto interno; noi nobili non mostriamo mai le nostre emozioni e soprattutto le nostre debolezze.

Sento Senbonzakura ridere per tutti questi miei monologhi mentali e la colpa è solo tua, rosso plebeo.

Questi miei monologhi che trovano sempre la solita soluzione: parlare con te.

Non scherziamo! Non lo farò mai.

Già, mai. Ma perché? Forse è il mio orgoglio da nobile ad impedirmelo. Forse perché non sono capace o forse più semplicemente perché ho paura di un tuo rifiuto, paura che le mie azioni mi possano far perdere le due persone a cui tengo di più: tu e Rukia, mia sorella, mia nipote.

Mi tuffo nel lavoro per non perdermi ulteriormente in questi inconcludenti pensieri, ma la tua immagine torna prepotente ad affollare la mia mente e non riesco più a concentrarmi.

Lasciò l’ufficio, raggiungo il giardino interno della caserma.

I ciliegi sono in fiore e la brezza leggera li trasporta per tutta la Corte delle Anime Pure.

Forse per uno scherzo del destino o forse proprio per farmelo apposta li dirige verso il luogo in cui apriamo i senkaimon, ricordandomi ancora una volta di te.

Ma adesso ho deciso di mettere la parola fine.

Afferro un petalo di ciliegio, in esso incastono i miei sentimenti che poi lascio volare liberi lontano da me, cullati dal dolce soffiar del vento.

Non interferirò con la tua vita, non ti turberò con sentimenti che non potranno mai essere corrisposti; mi limiterò a starvi accanto, come capitano, come amico, come fratello, comportandomi come sempre, lasciandovi essere felici com’è giusto che sia.

- Questa, mia adorata Hisana, è una promessa che faccio di fronte a te e tu sai meglio di qualunque altro che mantengo le promesse – sussurro prima di tornare in ufficio.

Ma mi costringo a voltarmi un’ultima volta per dire addio a questi miei sentimenti e mi pare di vedere quel petalo volteggiare verso il distretto 78 del Rukongai

- Qualcuno oggi ce l’ha con me –

Ed inconsciamente mi ritrovo a pensare che:

Tu non capisci le cose complicate, Abarai Renji. 

- Addio – sono le mie ultime parole prima di tornare definitivamente dentro, con il cuore più pesante, ma anche più leggero.