Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Milla Chan    03/03/2012    8 recensioni
Oh, no, non si sarebbe messo a cantare una ninna-nanna. Si sarebbe dovuto arrangiare, mica era colpa sua se non stava dormendo, mentre lui voleva… Dannazione.
Sbuffò rassegnato, appoggiandogli una mano sulla testolina bionda.
Cominciò a sussurrare la canzone, a disagio...
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nel mezzo della notte, sentì la porta della sua stanza aprirsi.
Sobbalzò, tirandosi immediatamente in piedi, osservando, con gli occhi di ghiaccio sgranati, quel pezzo di legno scricchiolante socchiudersi a poco a poco.

-Danmark…?-

Una voce flebile, quasi spezzata e vagamente supplicante chiamò il suo nome nell’oscurità.
Danimarca alzò gli occhi al cielo, lasciandosi cadere sul letto seduto, le mani tra i capelli, esasperato.

-Gå til sove.-

Tagliò corto, con un tono rude e acido, alzando un braccio. ”Vai a dormire”.  
La vocina di Norvegia lo torturava. Di notte era così insicura, ma per nulla tremolante; di giorno non parlava o, se lo faceva, diceva unicamente cose insensate nella sua lingua. Più provava a prenderlo con le buone, più quel piccoletto lo sdegnava. A volte si chiedeva se capisse cosa gli stesse dicendo o se facesse solo finta di non ascoltarlo.

Il piccolo sgusciò nella stanza, la testa bassa e una veste troppo grande per lui che gli faceva da pigiama. Sotto il braccio, un vecchio peluche a forma di coniglio, macchiato e rattoppato.

-Jeg...kan ikke.-

Il danese sbuffò sonoramente, scuotendo la testa e alzandosi in piedi. In che senso ”non posso”!?
Chiese il perchè, e Norvegia gli allungò il peluche, a cui era saltato uno dei bottoni che faceva da occhio, sempre tenendo la testa bassa. Probabilmente il problema era che adesso il suo giocattolino era mezzo cieco.
Quel bambino gli dava delle gran grane. Non avrebbe passato una notte insonne per lui e il suo stupido coniglio.
Gli tolse il peluche di mano con poca grazia, buttandolo sul letto e spingendo Norvegia fuori dalla stanza.
Il piccolo gli si aggrappò alla sua manica con uno strillo acuto, allungando una manina verso il suo gioco inerme sul letto del ragazzo. Alzò lo sguardo su di lui, indignato, gli occhi umidi di lacrime, gridando parole sconnesse su quanto fosse uno stupido e su quanto quel coniglio fosse importante, interrotto da singhiozzi, mentre le lacrime cominciavano a scendere copiose sulle sue guance.

Danimarca fece schioccare la lingua, scocciato dal fatto che avesse iniziato a piangere e urlare.
Lo alzò, tenendolo con un braccio contro di lui, mentre rientrava a prendere il peluche.
Glielo diede e si incamminò verso la sua stanzetta, dove effettivamente avrebbe dovuto starsene il piccoletto che stava tenendo in braccio.
Norvegia stringeva forte il coniglietto contro di sè, il viso affondato nella spalla del danese, soffocando singhiozzi e lamenti.
Entrarono nella camera, illuminata fiocamente da una candela, e posò il bambino nel letto, mentre si asciugava gli occhi e sopprimeva un altro gemito.
Danimarca frugò in un cassetto, tirandovi fuori ago e filo e prendendo un bottone a caso dalla scatola.
Si sedette accanto al più piccolo e in un paio di minuti l’occhio del peluche era tornato al suo posto. Lo porse al bambino, che lo accolse tra le braccia senza dire una parola, nè facendo mutare la sua espressione in volto. Semplicemente, affondò la faccia nel peluche, stringendolo quasi disumanamente a sè.

Infilò Norvegia sotto le coperte, sempre più scocciato dall’ingratitudine del piccoletto.
Ehi, lui non ne aveva mai avuti di bambini a cui badare. Non era nel suo stile. Lui era il Re del Nord Europa. Non un papà.

Nonostante tutto, quando incontrò per caso i suoi occhi, lucidi, sentì qualcosa nel petto scaldarsi. Qualcosa che gli diceva che quel piccolo bimbo opportunista non avrebbe dormito comunque, dato che ormai era bello che sveglio.
Osservò meglio la sua espressione, a metà tra l’imbronciato e l’annoiato, e gli rimboccò le coperte.

-Vuggevise?- mormorò il piccolo, speranzoso.

Oh, no, non si sarebbe messo a cantare una ninna-nanna. Si sarebbe dovuto arrangiare, mica era colpa sua se non stava dormendo, mentre lui voleva… Dannazione.
Sbuffò rassegnato, appoggiandogli una mano sulla testolina bionda.
Cominciò a sussurrare la canzone, a disagio.

-Jeg vil tælle stjernerne,
nu hvor der er fred.
Men det er så svært at få,
alle sammen med…-


Si lasciò andare, lentamente, iniziando a muovere la mano tra i suoi capelli chiari. Quella ninna-nanna era una delle sue preferite. Raccontava di una persona che voleva contare tutte le stelle solo con le dita delle mani e dei piedi.

-...Kunen tåbesom duville gøre det...- borbottò Norvegia.

”Solo uno stupido come te lo farebbe”. Oh, ma che bambino simpatico!
Prese un bel respiro, decidendo di sorvolare sul commento.

Norvegia sospirò, stringendo il coniglio e socchiudendo gli occhi, mentre il ragazzo continuava a mormorare la canzone come un soffio.

-...Jeg må bruge fingrene,
for at tælle dem.
Men på Oles lille hånd,
er der bare fem...-

Danimarca si sentì quasi sciogliere, vedendo il corpicino del piccolo rilassarsi, la manina scivolare sul lenzuolo e gli occhi serrarsi definitivamente.
Si allungò verso il comodino e soffiò sulla candela, spegnendola.

-...Fem og fem er bare ti...-

Sussurrò l’inizio della terza strofa, chiandosi lentamente verso il bambino, prima di posargli un bacio tra i capelli morbidi.
Camminò con passo felpato verso la porta, girandosi indietro a guardare la sua figura dormire.
Forse, doveva ammettere che quel bambino in qualche modo migliorava le sue giornate.
Probabilmente, a lungo andare avrebbe migliorato anche la sua persona...
Sorrise dolcemente, come non faceva da tempo, chiudendo la porta dietro di sé.
Gli sarebbe piaciuto, dopotutto, mettersi a contare le stelle.

---

Angolo autrice.
Penso che questa fic sia strana. Tutto è partito dal ritrovamento di una ninna-nanna danese, appunto questa qui, che parla di un tale che vuole contare tutte le stelle con le dita delle mani e dei piedi. Giustamente, Nor è già razionale da bambino XDD
So che questo Danimarca è strano, ma è ambientato in quel periodo brutto della sua storia e... vabbè. (è l’unica scusa! XDD). In ogni caso, ho messo Danimarca OOC perchè mi sono resa conto che non sembra neanche lui... ç_ç
Spero vi sia piaciuta questa storiella, un po’ diversa dal solito. ^^ Fatemi sapere cosa ne pensate <3

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Milla Chan