Buio.

Rumori assordanti.

Urla.

Grida.

Buio.

Luce.

Trè Cool correva come un dannato. Era inseguito. Da cosa non si sa. Il batterista correva affannato, non era per niente in forma. Tutta colpa di quella caviglia slogata. Ormai il fiato mancava, doveva fermarsi. O altrimenti sarebbe scoppiato.

Trè si fermò, c’era il nulla intorno a lui. Il Vuoto. L’essere che lo inseguiva si fermò anch’esso. Erano uno di fronte all’altro.

“Frank Edwin Wright III, io so chi sei. E so quali sono le tue paure. Perché io sono te, e tu sei me” “No. Non ci credo. Io sono io, e tu sei quello che sei, non siamo la stessa persona, oh no.” “Non. Mentire! Lo sai benissimo che io e te siamo uguali. Io so tutto di te.” “ma fammi il piacere. Adesso sorprendimi. Che cosa non so??”

L’essere ghignò in modo sadico. “Frank, Frank.. Beh, prima di tutto nessuno ti considera. Sei sempre messo in secondo piano, prima di te ci sono Billie e Mike. Sei una nullità. Non hai visto crescere i tuoi figli come un qualsiasi padre. Sei inutile. Nessuno ti vuole. Occupi solo spazio Frank Edwin Wright III.” “IO SONO TRE’ COOL CAZZO! AMO I MIEI FIGLI, IL MIO LAVORO, I MIEI AMICI MI VOGLIONO BENE E NON SARA’ UNA LUCERTOLA BAVOSA A DIRMI IL CONTRARIO!”

L’essere sorrise. Non fece il ghigno sadico di prima, ma un sorriso caldo. “Era questo che volevo sentire.” Scomparve dalla vista di un incredulo batterista.

***

Trè aprì gli occhi blu di scatto. Un sogno. Solo un sogno. Quell’ incubo aveva acceso qualche cosa nella testolina del batterista.

Frank si stiracchiò tutto intorpidito, si avviò verso la sala registrazione e sentì un leggero russare in sottofondo. Aprì la porta e vide il suo migliore amico sdraiato per terra con il basso sopra la pancia. Dormiva come un bambino.

“Ecco, io gli vado a prendere un caffè e questo barbone dorme.” Billie sbucò dalla porta con una tazza di caffè bollente tra le mani. I due musicisti sorrisero alla vista del bassista, era davvero stanco.

“Trè, lo sai che puoi sempre contare su di me vero? sei importante per la band, sei unico. Senza di te io e Mikey saremmo delle statuine di cera colanti...Se hai necessità io ci sono e puoi contare anche su un certo bassista che ora sta dormendo come un angioletto usando un povero basso innocente come peluche.”

Joe si voltò verso l’amico e lo abbracciò. “Fratello ascolta. Io ci sono sempre okay?” “Grazie Bill, sei un amico! Senti, mi prendo due settimane di pausa, ho bisogno dei miei figli.” “due settimane?? Va bene! Uh, perfetto! Così vincerò contro Jake su chi mangia più torta…” “Okay. Ci vediamo tra quindici giorni.” “Trè, posso farti una domanda?” “Certo” “Perché?”

Frank sorrise. “I’m working on a dream”