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Autore: Giuls Koshka    04/03/2012    5 recensioni
Cosa succederebbe se il passato di Vegeta tornasse a galla?
E se quel passato comprendesse un amore perduto e una figlia adolescente?
Dal primo capitolo: "Non sono Amis, sono Lila. Sua figlia. E, per quanto possa sembrare assurdo,Vegeta, sei mio padre".
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Era una calda giornata estiva la prima volta che poggiai piede sulla Terra.
Tra tutti i pianeti che io avessi mai visitato nella mia breve vita, quello era di gran lunga il migliore.
Uccellini cinguettavano allegramente tra i rami degli alberi, fiori di ogni colore ricoprivano i prati, che sembravano occupare tutto lo spazio attorno a me. In lontananza si scorgevano palazzi e vari edifici di cemento che contrastavano notevolmente con il paesaggio circostante ma, nonostante ciò, avevano il proprio fascino.
Ma come potevo accorgermi del meraviglioso paesaggio quando l’ unica cosa a cui riuscivo a pensare era Lui?
Già, Lui . Percepivo la sua aura immensa già prima di atterrare, con la mia navicella, vicino alla città del Ovest.
Avevo faticato così tanto, avevo viaggiato per lo spazio, avevo rinunciato a tutto e finalmente era lì, a pochi chilometri da me. Dovevo solo raggiungerlo.
Respirai a pieni polmoni (l’ aria era incredibilmente leggera) e, spiccando il volo, mi diressi a tutta velocità verso l’incredibile potenza che percepivo.
Mi fermai di fronte a una casa enorme. Non avevo mai utilizzato il linguaggio terrestre ma, in base agli studi degli ultimi mesi, capii cosa fosse scritto sulla facciata dell’ edificio: Capsule Corporation .
Pochi metri, ancora pochi metri e lo vedrai, finalmente.
Suonai.
Sapevo che era lì dentro, ed ero certa che si stesse allenando. Un bambino dai capelli lilla mi aprì e mi sorrise.
“Ciao, ci conosciamo?” la sua voce era decisa, ma amichevole e incoraggiante.
Ripetei a memoria le poche frasi che avevo preparato in caso di una situazione del genere.
“Io sono Lila, io devo parlare con Vegeta. Tu puoi farmi parlare con lui?” Il piccolo mi guardò un istante e poi urlò: “Mammaaaa!”.
Che diavolo significava mamma?
Pochi istanti ed ecco che comparve una donna alla porta. Era diversa dal bambino, aveva i capelli verde-acqua e un viso dai lineamenti più morbidi, ma in qualche modo si somigliavano.
Provai a ripetere la stessa cosa che avevo detto all’ altro umano, che mi parve di capire, in base a ciò che diceva quella che doveva essere la madre, si chiamasse Trunks. I due parlottarono per qualche minuto, poi, mentre io continuavo a ripetere la stessa tiritera, la signora mi disse: “Ok, ti chiamo Vegeta, anche se dubito fortemente che ne sarà contento, ma tu sta zitta!
Rimasi alcuni minuti nell’ atrio dell’ edificio. Trunks mi fece sedere su una poltroncina e mi offrì una bibita dal colore brunastro, che chiamò Coca-cola.
Sentii dei passi, e subito me ne accorsi: era qui, era arrivato.
Non avendolo mai visto non avevo la certezza che fosse lui, ma lo capii. Era proprio come mi era stato descritto.
I lunghi capelli a punta tipici dei sayan gli incorniciavano il volto, segnato da anni di sofferenze, ma sempre bello. Aveva folte sopracciglia color dell’ ebano, proprio come occhi e capelli. E poi il suo famoso sguardo. Nei suoi occhi lessi tristezza, orgoglio, caparbietà e voglia di mettersi in gioco, sempre e comunque.
Rìcordo che l’ istante prima che lui mi guardasse, prima che capisse , ebbi paura. Avevo affrontato un viaggio durato quasi quattro anni, e se lui mi avesse rifiutata? I sayan non hanno sentimenti.
Tu si , sussurrò una vocina dentro il mio cuore.
Ma io ero una mezzosangue.
Figlia di un principe e di una principessa, ma pur sempre una mezzosangue.
Vegeta, entrato nella stanza, spalancò gli occhi poggiando lo sguardo su di me.
“A-a-amis” la sua voce era un sussurro, il suo volto sembrò invecchiato di dieci anni.
Pronunciai poche semplici parole nella lingua che conoscevamo entrambi, quella che usava assieme a mia madre.
“Non sono Amis, sono Lila. Sua figlia. E, per quanto possa sembrare assurdo,Vegeta, sei mio padre” .

  
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