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Autore: jede    04/03/2012    2 recensioni
Natale alle porte e Santana decide di regalare una piccola sorpresa a Brittany ed alla piccola Valerie.
Santana sorrise, lasciando scivolare via quello che era appena accaduto, incrociando gli occhietti della piccola. –Mama andiammo?-.
Santana annuì. –Certo, dobbiamo fare in fretta senò non riusiamo a tronare a casa per i cartoni-, sorrise a Brittany che sentendo quelle parole aveva riacciuffato la mano della mora, infilandosi tra la folla fino a mettersi in coda.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Nuovo personaggio, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I JUST NEED YOU FOR LIFE

 
 
Santana frugò all’interno della borsa alla ricerca delle chiavi dell’auto.
Era ormai da vari minuti che era ferma là, alla ricerca di quel mazzo disperso in qualche meandro di quella borsa che apparteneva a Brittany; La bionda però si era andata a rifugiare all’interno del supermercato per non gelare e cosi era rimasta lei là ferma da sola.
La mano si scontò contro quello che doveva essere ferro e con un sospiro di vittoria afferrò il mazzo; Aprì la macchina con il pulsante e si sbrigò a prendere l’oggetto tanto ricercato senza il qualche, chiaramente, Valerie non intendeva fare due passi.
 La mora richiuse la portiera, guardando la strada prima di attraversare ed andarsi a riparare all’interno del grande magazzino, al caldo. Appena entrò dalle porte scorrevoli si lasciò scappare un sospiro di sollievo, scigliendo il nodo della sciarpa e sfilandosi i guanti, sfregando le mani alla ricerca di calore.
Individuò subito la figura della bionda poco distante da lei e prima ancora di domandarsi dove fosse la più piccola la vide a cavalluccio su una giostra a forma di panda.
Scosse la testa, lasciandosi sfuggire un sorrisetto, stringendo la presa sul peluche, avvicinandosi alle due ragazze.
Passò un braccio attorno alla vita di Brittany, che alzò subito lo sguardo.
-Fatto?-, le chiese sorridendo.
Santana fece ondeggiare il peluche davanti agli occhi della bionda come risposta; Abbassò poi gli occhi sulla piccola che stava ancora dondolando su quello strano animale e che ridacchiava ogni tanto, aggrappandosi con le manine alle orecchie del panda.
-Hei piccola-, la richiamò. –Andiamo?-.
Valerie alzò gli occhietti azzurri verso la madre e ridacchiò. –Guadda mama!-, sbottò invece sbattendo i piedini contro i fianchi dell’animale.
Brittany al suo fianco ridacchiò ed a Santana per un attimo sembrò di vedere una versione più ridotta della compagna su quel panda. La semplicità però con cui le due bionde riuscivano ad andare d’accordo avendo due caratteri cosi simili per un momento l’aveva stupita, ma poi si era solo data della scema: come poteva una persona non sciogliersi davanti ad una persona cosi?
Sorrise alla piccola che ancora la guardava, aspettando un commento. –E’ bellissimo-, disse ricambiando e staccando il braccio da Brittany, per avvicinarsi alla bambina.
-Ma ora dobbiamo andare-, addolcì il tono, cercando di convincerla.
La bambina la guardò stupita, prima di mettere su il broncio. –Ancola-, borbottò tenendo lo sguardo fisso sul panda sotto di lei.
Santana alzò il peluche. –E questo non lo vuoi piu?-.
Valerie annuì, sempre triste, guardando prima il pupazzo, poi la mamma e poi il panda, per un paio di volte. –Ma panna-, borbottò quasi dispiaciuta.
La mora strinse la labbra. –Non ti ricordi perché siamo venute qui? Non ti va piu?-, domandò.
Quella domanda sembrò risollevare il morale della piccola che alzò di scatto la testa annuendo veloce. –Ti ti!-.
Santana sorrise alzandosi, e afferrando Valerie che tirò in alto le braccia per essere presa in braccio; Le allacciò le braccia attorno al collo e tento di fare lo stesso con  le gambe, ma a malapena riuscì a fare il giro della vita, piccolina com’era.
Una sensazione di calore strinse il cuore alla mora quando percepì la forza della piccolina che metteva per restare aggrappata alla mamma.
Si lasciò scappare un sorriso, avvicinandosi a Brittany che nel frattempo aveva preso il pupazzo e iniziato a pettinargli il pelo alla paperetta; Intrecciò le dita con quelle della bionda e poi si incamminarono verso lo spazio enorme al centro del cento commerciale.
Valerie come al solito iniziò a tirare ed intrecciare varie ciocche della madre, mentre quest’ultima e la compagna stavano cercando di farsi spazio tra la folla.
Molte persone erano accalcate proprio su quel punto dell’atrio e per un valido motivo: l’aria natalizia ormai aveva varcato tutte le porte e ogni casa era addobbata con mille lucine e festoni, le persone avevano iniziato a girare con cappelli, sciarpe e guanti dando a quell’atmosfera un senso di calore e  i negozi erano in fermento per i doni natalizi che avrebbero venduto.
Tutti aspettavano il Natale.
E di sicuro Brittany e Santana non erano da meno; Soprattutto con Valerie che sembrava su un mondo tutto suo quando si avvicinavano le feste come quella.
Avevano impiegato una settimana intera per selezionare, decorare e curare ogni dettaglio della loro casa, cosi che risplendesse sempre. Brittany aveva scelto il colore verde e azzurro, e adesso ogni più piccolo angolo dell’abitazione aveva una decorazione tutta sua. In più la bionda si era innamorata di un orsacchiotto di cartone completamente ricoperto di paiettes e luci colorate che aveva appeso sopra al loro letto matrimoniale.
Quel giorno però era speciale. Ancora piu del solito, per intenderci.
Infatti Santana aveva scoperto che proprio quella sera, proprio in quel gran magazzino ci sarebbe stato un’evento che avrebbe sicuramente fatto saltare di gioia Valerie, per non parlare di Brittany; Aveva pensato lei a tutto, ma poi era cascata in un tranello delle due bionde che chissà come avevano scoperto che stava organizzando una sorpresa e in poche mosse l’avevano messa con le spalle al muro.
E lei aveva ceduto. Gli aveva raccontato della sorpresa, ma anche se la sorpresa vera e propria era saltata aveva comunque avuto la sua dose di sorrisi e saltelli da parte delle più piccola di casa Lopez-Pearce.
Santana sentì qualcosa urtare contro le sue gambe e si voltò, ritrovandosi di fronte un bambino di massimo cinque anni che la fissava preoccupato, con a fronte aggrottata, forse aspettandosi un richiamo; La mora scambiò uno sguardo con la compagna che fu la prima a reagire, sorridendo al bimbo.
-Non è successo nulla-, gli sussurrò abbassandosi per recuperare il cappellino che era caduto al bambino.
Una donna di mezza età si avvicinò affannata e afferrò il bambino per il cappuccio; Si accorse solo allora della coppia di fronte a lei.
-Oh mi scusi, le ha fatto male?-, domandò con il fiatone lanciando un’occhiata per storto al bambino.
Santana scosse la testa, ma rispose ancora Brittany. –No, non è successo nulla-, ripeté sorridendo.
Nel frattempo Valerie era uscita dal suo nascondiglio e fissava la donna e il bambino con un cipiglio curioso; Santana voltò la testa verso la bambina e le passò una mano sulla guancia rossa, sfilandole poi la sciarpa per non farla soffocare dal caldo.
Infondo dentro al negozio era caldo, non serviva coprirla del tutto.
-Scusate, ma Nicolas ama correre e ogni cosa che vede deve per forza rincorrerla-, si scusò la donna, ricambiando il sorriso alla bionda.
Brittany ridacchiò, passandosi sotto al braccio la sciarpa e il cappellino di Valerie che Santana le aveva passato.
La mora rispose per lei, scrollando le spalle. –Anche Valerie è cosi, non si preoccupi. Capita spesso-.
La donna spostò lo sguardo sulla bambina, che sentendo lo sguardo su di sé si nascose con la testa nell’incavo del collo della madre, che le accarezzò i capelli. –Che bella-, commentò seguendone i movimenti. - Sei molto giovane però, è tua?-, sorrise a Santana.
La mora annuì. –Si è nostra figlia-.
Brittany riprese la mano della compagna, con lo sguardo però fisso sul bambino che aveva iniziato a mordicchiare il laccio della felpa. La madre invece si bloccò di colpo, fissando la mora senza fiatare.
Santana ricambiò lo sguardo, rendendosi conto solo allora delle parole che aveva usato; E quando lo capì, rafforzò la presa sulla mano di Brittany e il braccio che teneva Valerie, tenendo lo sguardo alto.
Uno sguardo di sfida.
Le stava chiedendo se aveva problemi.
Le chiedeva se le dava fastidio, e che anche se fosse stato cosi, in quel caso non gliene avrebbe fregato nulla; Ormai si era fatta le ossa di persone simili, non la sfioravano neppure.
La donna si riscosse, ma sfilò via lo sguardo da quello della mora. –oh, b-bè bene, noi, si bè noi dovremmo an-andare. B-bene-, balbettò afferrando la mano del figlio. –Andiamo Nicolas?!-, si allontanò in fretta senza salutare, facendosi spazio tra la folla.
Santana represse un sospiro, voltandosi verso la bionda che però sembrava troppo presa in una conversazione con Valerie per aver fatto caso alla reazione della donna o all’umore di Santana.
Valerie alzò la testa, ridacchiando dopo che Brittany le aveva appoggiato la fronte contro la sua, un gesto che facevano solo tra loro due e che Santana adorava.
Santana sorrise, lasciando scivolare via quello che era appena accaduto, incrociando gli occhietti della piccola. –Mama andiammo?-.
Santana annuì. –Certo, dobbiamo fare in fretta senò non riusiamo a tronare a casa per i cartoni-, sorrise a Brittany che sentendo quelle parole aveva riacciuffato la mano della mora, infilandosi tra la folla fino a mettersi in coda.
 
 
 
Santana ridacchiò osservando Valerie  mangiucchiare quello che dovrebbe essere stato  un omino di marzapane, ma che in quel momento sembrava solo una poltiglia senza senso.
Brittany le allungò un fazzoletto, pulendole le manine sporche prima di tornare al suo zucchero filato: infatti la bionda non aveva voluto l’omino perché, bontà a parte, trovava cattivo prendere a morsi  un dolce che aveva la forma di un essere umano, cosi aveva puntato al semplice zucchero filato.
Santana si era allontanata pochi minuti per prendere ad entrambe la loro merendina da una bancarella poco distante, lasciando cosi loro due a fare la fila.
Passando accanto alla bancarella aveva anche preso due biglietti per avere, oltre all’incontro, anche una foto ricordo di Babbo Natale.
Ormai il centro commerciale era pieno zeppo di genitori e, soprattutto bambini che scalpitavano per arrivare a sedersi sulle ginocchia di Babbo Natale, o anche solo avvicinarsi agli elfi che distribuivano caramelle e piccoli pacchettini regalo.
Si, agli occhi di un bambino sarebbe dovuto apparire un paradiso quel posto, pensò Santana.
Bancarelle, dolci, regali, musica, luci e festoni…era quello che un bambino poteva desiderare e molto di piu.
Non solo i bambini, si corresse incrociando lo sguardo eccitato della bionda al suo fianco.
Le sorrise, interrotta poi dallo squillo del cellulare che la fece quasi sobbalzare; Passò Valerie a Brittany, allontanandosi dalla fila e portandosi il telefono all’orecchio.
-Si?-, rispose senza guardare.
-Santana, ciao sono io-. Quinn.
La mora si piazzò vicina ad un cartellone di alcune renne, lontana dagli schamazzi generali. –Quinn. Che succede?-.
-Nulla. Volevo solo chiederti conferma per domani-, sbottò la bionda dall’altra parte dell’apparecchio.
-Certo. Ti avevo già detto che Brittany era d’accordo, sbaglio?-, sorrise.
-Si, si ma meglio essere sicuri. Ma cos’è tutto questo casino? Dove sei?-.
La mora si guardò d’istinto attorno. –Al centro commerciale, c’è Babbo Natale oggi-, spiegò.
Dall’altra parte, Quinn rise. –Ovvio, Valerie sarà al settimo cielo-.
Santana la imitò. –Si, e non è l’unica-.
La mora spostò lo sguardo sulla fila di persone, giusto in tempo per vedere Brittany e Valerie sbracciarsi per attirare la sua attenzione; Di fronte a loro c’era solo una coppia di bambini dopodiché sarebbe stato il loro turno.
-Oh hem, Quinn devo andare senò peridiamo il posto. Ci sentiamo domani, ciao-.
-Okay, ciao. Saluta Britt e Valerie-.
Santana chiuse, avvicinandosi veloce alle ragazze, riprendendo in braccio Valerie, mentre Brittany al suo fianco frugava nella borsa alla ricerca di qualcosa che solo lei sapeva.
La piccola la guardò accigliata. –Tavamo pel peldere Babbo Natalle-, borbottò.
La mora le sorrise. –Scusa, ma non è accaduto. Visto? Ora tocca a noi-, le fece segno vedendo un elfo avvicinarsi alla fascia rossa per farle passare.
La prima ad andare da Babbo Natale fu Valerie che, in poche mosse strategiche, riuscì a liberarsi dalle braccia della mamma e arrampicarsi sulle ginocchi del grasso uomo in rosso che se la sistemò in grembo.
-Ciao piccola-, la salutò ridacchiando con la solita risata alla Babbo Natale. –Come ti chiami?-.
La piccola sorrise eccitata. –Valelì- storpiò, morsicandosi la lingua.
-Dimmi Valerie, sei venuta qui con la tua mamma?-.
Valerie annuì voltandosi di scatto verso le due ragazze indicandole con il ditino paffuto. –Tì!-.
Il Babbo Natale sorrise. –E cose vorresti per Natale, piccola?-.
Santana osservò la bambina seduta sulle gambe dell’uomo che stilò con assoluta calma e perizia tutte le cose che voleva per Natale, un’intera lista che aveva scritto con l’aiuto di Brittany e che si era imparata a memoria, pronta piu che mai per quel momento.
Elencò una sfilza di giocattoli e vari oggetti e accessori che sarebbe stata una fatica mortale trovare, ma che con un po’ d’impegno sarebbe riuscita a rintracciare. Certo non tutti, ma con i loro stipendi poteva benissimo permettersi di coccolare e viziare un po’ sua figlia.
I soldi, altrimenti, a che le sarebbero poi mai serviti?
Certo non poteva chiedere aiuto a Brittany per i regali, per una ragione logica, ma di sicuro Quinn e Rachel, messe nella sua identica situazione le avrebbero dato una mano;
Già con Quinn si erano accordate che il giorno di Santo Stefano Valerie avrebbe dormito a casa sua, nella cameretta della piccola Julia, sue figlia, cosi che Brittany e Santana potessero passare una serata assieme.
La ragazza si riscosse quando sentì Brittany aumentare la presa sulla sua mano, prima di mollare e avviarsi verso babbo Natale; la mora la osservò finchè non si fu accomodata sulle gambe del Babbo, e poi si piegò sulle ginocchia per arrivare all’altezza della bambina che nel frattempo si stava scartando un lecca-lecca datogli da un elfo.
-Allora piccola, gli hai detto tutto?-, sorrise.
La bambina annuì con il dolce in bocca borbottando un “tì”.
Dopodiché la mora tornò con lo sguardo alla compagna che parlava anche lei fitto fitto con l’uomo; Peccato che da quella distanza non poteva sentire quello che voleva, ma Santana aveva ricordato alle due bionde di mettere per iscritto una lettera a Babbo Natale.
Le aveva spiegato infatti, che anche se lui amava tutte le bambine con cui parlava, quelle erano anche moltissime in tutto il mondo, e che poteva dimenticarsi di qualcosa; Cosi era meglio scrivergli una letterina cosi da ricordargli tutto e che poi Babbo Natale sarebbe passato a casa loro per prenderle.
Quando anche Brittany ebbe finito, le tre uscirono dal cerchio dove era stato messo Babbo Natale; La bionda prese per mano la bambina che voleva sgranchirsi le gambe, andandosi a sedere su una panchina in mezzo alla corsia, mentre Santana si avviò verso una bancarella per ritirare le fotografie.
Si mise in coda, e d’istinto lanciò uno sguardo a Brittany e Valerie che stavano parlando e ridacchiando su qualcosa.
Le sfuggì un sorriso intenerito: insieme erano bellissime, come poche cose avesse mai visto nella sua vita.
Venne riportata alla realtà da un elfo che le sorrise cordiale, chiedendole il biglietto che le aveva dato una donna elfo poco prima che uscissero dal cerchio di Babbo Natale con sopra impresso un numero.
-Tenga-, gli allungò i due foglietti, appoggiando i palmi sul bancone vedendo il tipo sparire dietro ad una tendina, alla ricerca delle foto.
Un borbottio alle sue spalle però la distrasse.
-Si, ci ho parlato prima-, sentì borbottare da qualcuno, una voce femminile che le sembrava di conoscere. –Era assieme ad una bambina e ad un’altra ragazza-.
Con la coda dell’occhio riuscì a scorgere la figura della donna che poco prima aveva incrociato, la madre del bambino di nome Nicolas,  che stava parlando con un’altra signora. Vide anche che entrambe la stavano guardando e non ebbe dubbi su chi si riferisse la donna.
Anche se borbottava con una mano davanti alla bocca, comunque Santana riuscì a sentirne ogni parola.
-E quindi?-, chiede la donna al suo fianco.
-Non era solo una sua amica, era la sua compagna-, continuò.
-Sati dicendo che…-, lasciò la frase in sospeso.
-Sono lesbiche-, sbottò con disgusto.
Santana abbassò lo sguardo, stringendo i pugni, sentendo una scossa attraversarle la spina dorsale; Conosceva quella sensazione che le stringeva lo stomaco e che le pizzicava ogni nervo: era rabbia.
Odiava provare quella sensazione perché la riportava diretta ai tempi del liceo dove aveva passato la maggior parte del tempo a rifiutare e odiare quella parte di lei che alla fine aveva scoperto essere la vera Santana.
Le ricordava con quanto sforzo aveva provato a rifiutare quello che era, e che poi con quanto sforzo aveva tentato di farsi accettare dagli altri.
Le ricordava le persone che aveva perso per essere la vera sé stessa e le ricordava con quanto odio aveva camminato per quei corridoi, sentendo le parole, gli sguardi e i giudizi delle persone che la circondavano.
E odiava quei ricordi.
Perché la facevano pensare, e non erano mai bei pensieri.
Si ritrovava a pensare che se per lei c’era stata Brittany a darle una mano, cosa sarebbe successo a Valerie quando qualcuno l’avrebbe giudicata per quello che erano le sue madri? Cosa avrebbero detto i suoi amici, e come l’avrebbero giudicata?
Santana sapeva che la figlia era forte e che avrebbe sempre pensato con la sua testa, ma non poteva sopportare che qualcuno mettesse in dubbio il suo modo di essere genitore, e soprattutto che qualcuno mettesse in dubbio che Brittany non fosse perfetta come madre.
Che loro due assieme erano perfette.
Non poteva sopportare che qualcuno giudicasse sua figlia, in qualunque modo, perché era pronta a difenderla in ogni modo possibile ed immaginabile.
Sua figlia e la sua Brittany.
Da dietro la tendina sbucò fuori l’elfo e Santana li strappò quasi di mano le foto, nervosa e desiderosa di allontanarsi il piu presto possibile da quelle due donne.
Passandole accanto però non poté impedirsi di dargli uno spintone, facendola finire addosso all’amica. Tirò diritto fino ad arrivare dalle due ragazze e prima di fare qualunque altra cosa, strinse Brittany per la vita e affondò il capo contro i suoi capelli, respirando il suo profumo.
L’unica cosa che riuscì a calmarla.
La bionda sentendola nervosa le accarezzò il braccio con cui la stringeva, facendola rilassare maggiormente e continuò finché la mora non rilassò gli arti e si staccò da quell’abbraccio simulato.
Valerie nel frattempo guardava le sue mamme, non capendo il motivo per cui la Santana aveva quell’espressione triste in viso o perché Brittany le accarezzava la guancia.
Santana abbassò lo sguardo sulla piccola, incrociando i suoi occhietti curiosi e le sorrise, sporgendosi al di sopra della spalla della bionda per parlarle.
-Piccola, posso baciare la mamma?-, domandò semplicemente.
Valerie rimase seria per un minuti, confusa, ma poi si aprì in un sorriso divertito. –Tì!-, squittì.
Santana scambiò un ultimo sguardo con la compagna prima di far congiungere le loro labbra, in un gesto che sicuramente sarebbe valso piu di mille parole.
Significava che l’unica persona a cui avrebbe mai dovuto chiedere il permesso era sua figlia e che nessuno avrebbe mai potuto farla vergognare di quello che era o di quello che provava. O di quello che faceva, come baciare Brittany.
Fu un semplice sfioramento di labbra ma servì a Santana per lasciarsi alle spalle tutti quei pensieri fastidiosi e facendola rilassare mentre stringeva ancora tra le braccia la compagna.
E quando si staccò negli occhi di Brittany non vide altro che quel cielo limpido che tanto amava e che rivedeva ogni giorno negli occhi della piccola.
-Andiamo a casa-, sussurrò ancora vicina alle labbra di Britt.
La bionda annuì, regalandole l’ennesimo sorriso della giornata, prima di prendere in braccio Valerie e avviarsi verso casa.
Laloro casa.
 
 
 
Brittany sbucò dal corridoio, entrando dentro alla camera delle due e socchiudendo la porta alle sue spalle.
Santana le sorrise chiudendo l’ultimo bottone della maglia del pigiama. –Dorme?-, chiese.
La bionda annuì. –Si è addormentata subito-.
Come al solito la mora si diresse sul lato sinistro, mentre Brittany si sdraiò sotto al piumone a destra, rabbrividendo per il contatto con la coperta, e si rifugiò tra le braccia della mora che se la strinse al petto.
-Era felicissima: è stata un’idea bellissima Sanny-, sussurrò al buio.
La mora scrollò le spalle. –Lo fatto per voi, perché vi amo-.
Brittany ridacchiò, accomodandosi meglio nell’incavo del seno di Santana. –Grazie. Ti amo-.
Santana le posò un bacio sulla testolina, chiudendo cosi il discorso e preparandosi per scivolare tra le braccia di Morfeo.
La bionda però era di tutt’altro conto, perché la richiamò, con tono serio stavolta.
-Sant, sei ancora nervosa per le parole di quella donna?-.
La mora aprì gli occhi, sorpresa. –Come fai tu a sapere della…?-.
Brittany scrollò le spalle. –Lo so. Allora?-.
Santana si prese un minuto per pensarci, ma alla fine scosse la testa. –No, non mi interessa del giudizio degli altri. Se sono troppo ignoranti per capire allora non serve a nulla nemmeno farci conto-.
La bionda annuì. –Hai ragione-, borbottò.
Il silenzio calò nella stanza, ma Santana sentiva che Brittany non aveva finito.
-Sanny?-, la chiamò.
Infatti. –Si?-.
-Te cosa hai chiesto a Babbo Natale?-, domandò quella.
Santana sorrise, per quella domanda. –Io? Nulla-.
Brittany alzò la testa, per guardare negli occhi la compagna. –Non vuoi nulla?-.
La mora scrollò le spalle. –No, io sto già bene. A me basta il mio lavoro e i nostri amici, mi basta la nostra casa. Adoro e amo mia figlia cosi com’è, qualunque cosa lei vorrà essere e cosi come deciderà di essere; Amo te e tutto quello di cui ho bisogno è averti accanto per la vita-.
Brittany sorrise, sentendo gli occhi farsi lucidi e si allungò, baciando cosi la sua migliore amica che era anche l’unica che amava.
-Ora dormi-, le sussurrò la mora quando si staccò.
Brittany si accucciò sul suo petto e si lasciò sfuggire un sospiro.
-Sanny?-.
-Dimmi-.
-Anche per me è cosi. Ho solo bisogno di te per tutta la vita-.
 




NdA:)
Salve a tutti!!
Se siete arrivati fino a qui vuol dire che non faccio cosi schifo e che come esperiemnto è passato!!
Lasciate un commentino se volete ;)
Un bacio!!

   
 
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