Divago spesso.
Entro in camera di mia sorella col libro di música sottobraccio, e mi avvicino a un cartellone.
É il regalo fatto dai migliore e dalle migliori amiche di Nina a mia sorella. Quel cartellone e una bicicletta.
Che le hanno rubato una settimana dopo. Così, senza farsi troppi complimenti. Bella bici, con stelline e pure un nome sopra. La si ruba, la si ridipinge, e la si rivende a un buon prezzo.
Fatto sta che adesso voglio uscire dalla camera di mia sorella, che ha 2 porte. Cerco di uscire dalla seconda, quella dalla quale non sono entrata, ma è chiusa a chiave. All’improvviso la stanza si riempe di fuoco e ghiaccio, elementi che mi penetrano nel mio corpo e nella mia mente, facendomi provare dolore.
Voglio uscire, la porta è aperta, ma vedo gli appunti di Nina. Non posso lasciarli a bruciare e congelare, con tutto lo sbattimento che si è data per studiarli. Li prendo, ma adesso si sta chiudendo anche l’altra porta. Ci lancio in mezzo il libro di música per impedirne la chiusura, riuscendoci. Esco facendo un salto in stile “Cobra11 dopo aver provocato un’esplosione nucleare”, e mi ritrovo ai piedi di mia sorella, che si mette ad urlarmi contro per averle preso gli appunti.
Farfuglio un veloce scusa, per poi avviarmi veloce verso camera mia.
Poco dopo sento il suono come di un fuoco che divampa, e entra mia sorella in camera di corsa:
“Scuse accettate!” mi dice.
Sorrido e aspettiamo che il fuoco si spenga.
Mi riscuoto. Provo ad aprire la porta. Acc, è davvero chiusa. Mi ritrovo ad accellerare il passo verso l’altra porta e tornare in camera mia. Se mia madre mi becca che non sto studiando, sono guai…