Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Ren2021    04/03/2012    2 recensioni
« Se fossi nei boschi di Narnia da un momento all'altro uscirebbe il Signor Tumnus. »
Cosa accadrebbe se, ad un tratto, nell'armadio della vostra camera si aprisse un portale per una terra tanto amata?
Un'avventura degna del migliore dei sogni, in compagna del più grande Re di tutti i tempi.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Peter Pevensie, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vecchi Amici

« Rompere l'effigie di Aslan? » ripeté il giovane. Si aspettava una richiesta terribile, ma non così blasfema! In fin dei conti, Aslan gli era sempre stato simpatico e sapeva quanto contava per quella gente.

« Esatto » rispose la Strega Bianca, in tono orribilmente smielato. « Lo farai per me, Ren? »
« Lo farò per Peter » rimbeccò lui, freddo.
« Oh, sei così adorabile quando ti arrabbi! » disse la donna, premendogli una guancia con le dita ghiacciate tanto forte da fargli quasi male.
« E dove si trova questa statua? » continuò il ragazzo. Doveva cavarsela in fretta, prima di cambiare idea.
« Calma dolce figlio d'Adamo. Ti occorrono le giuste nozioni prima.. » rispose quella, mentre i suoi occhi penetranti studiavano l'animo del giovane. Era come se gli entrasse nella mente attraverso lo sguardo. « Innanzitutto per distruggere quell'immonda effigie avrai bisogno di un'arma... come dire, a te molto cara. È giunta l'ora che sia tu ad impugnare la spada di Peter! ».
Ren impallidì. Sarebbe riuscito a fare una cosa tanto sacrilega con un arma così pura? « E.. E perché devo distruggerla? »
« Vedi.. l'effigie racchiude lo spirito di Aslan, o almeno quello che ne rimane. Distruggendola, esso scomparirà, portando l'idea stessa di Aslan con sé nell'oblio. Nessuno ricorderà più chi era, e allora il nostro dominio sarà completo » concluse la Strega, passando la sua mano sotto il mento del giovane.
« Non mi interessa il potere, voglio solo che tutta questa storia finisca in fretta. Dimmi dove si trova.. ».
« Nel più profondo dei corridoi. Purtroppo a me la via è celata, ma a te apparirà come se fosse sempre stata nella tua mente. Devi solo seguire il tuo istinto, e non sbaglierai. »
« Posso chiederti perché proprio io? Perché tra tutti hai scelto proprio me? Non poteva essere qualcun altro a distruggere la statua al mio posto? »
« Era già stato tutto scritto, piccino. Ma ora.. » iniziò, mentre da dietro all'angolo comparve il nano cameriere, lo stesso che aveva portato il vassoio ore prime, ma che ora aveva con sé la spada dalla testa di leone. « Tieni » disse la donna, afferrando la lama per poi porgerla al ragazzo. « È tua ora ».

« Allora deciso, agiremo domattina ».

Lucy ed Edmund conversavano nella tenda di quest'ultimo. Loro sorella Susan era ancora allo scuro di tutto, e speravano di non doverle dare brutte notizie. Una delle loro spie, un piccolo colibrì di nome Pollicino, aveva scoperto che, a differenza dell'imperatore Tisroc, la regina si trovava in una strana costruzione non molto lontana con un manipolo di soldati. Nessuno aveva idea di quale fosse questo luogo, ma dalle indicazioni date dal piccolo volatile doveva essere, più o meno, nelle stesse parti della Tavola di Pietra.
Avevano così deciso di fare un sopralluogo la mattina successiva, alle prime luci dell'alba, giusto per assicurarsi che fosse tutto tranquillo. Ma nel profondo del suo animo Lucy sapeva cos'avrebbe trovato, e conosceva già il nome dell'artefice di tutto ciò.

Ren camminava lungo i bui corridoi della costruzione. La spada di Peter stretta nella mano destra lo faceva sentire meno solo.

Avanzava già da più di mezz'ora, passo dopo passo, lasciandosi guidare dalle proprie gambe. La Strega Bianca gli aveva detto che sarebbe stata più lunga di quanto avrebbe potuto pensare, ma non pensava così tanto! Il giovane non sapeva che, in realtà, quel luogo era molto più grande dentro di quanto non fosse fuori.
Ormai si stava perdendo d'animo. Ma quanto mancava ancora? Le tenui fiaccole non illuminavano a sufficienza la via, buone solo a lanciare sinistre ombre nel terreno. Molto spesso mancavano addirittura, lasciando il ragazzo nel più profondo buio per lunghi tratti. Non c'erano finestre, ma ciononostante l'aria non ne risentiva, restando sempre fresca e respirabile.
Aveva ormai perso la cognizione del tempo e non sapeva più da quanto stesse avanzando. Ore? Giorni? Non ne era sicuro. Ad un tratto, due piccoli bagliori color ambra apparvero nell'oscurità. Ren non si stupì più, né si domandò cosa potessero essere. Si avvicinò, anzi, senza timore. « Ancora tu? » domandò, mentre il felino uscì dal suo nascondiglio per strusciarsi sulle gambe del giovane. La sua voce uscì roca per essere stato in silenzio per troppo tempo. « Che fai, mi segui? » continuò, iniziando a fargli i grattini dietro le orecchie. L'animale, in risposta, cominciò a fare le fusa. « Almeno dimmi se sei un amico o un nemico! » esclamò.
« Miao ».
Sbuffò. « Mh.. e va bene, se non altro mi terrai compagnia » disse alzando il gattino, attento a non toccarlo con la spada. Ora poteva riprendere la marcia: il felino sotto ad un braccio e la lama di Peter nell'altra mano.

Il corridoio sembrava essere giunto al proprio termine. Davanti a lui si apriva in una specie di cappella circolare, con il soffitto a cupola. Al centro ardevano due grandi focolari di luce rossa, intensa, viva. Questi illuminavano la tanto attesa effigie di Aslan, situata tra i due. La statua, terribile e magnifica allo stesso tempo, rappresentava il dio in tutta la sua maestosità. Non era di marmo, né granito. Anzi, sembrava quasi in creta, ma Ren sentiva che era più resistente del diamante.

Entrò nella stanza. Appena mise piede in quel luogo, un'enorme aurea di sacralità lo investì, togliendogli il fiato. Altre piccole fiaccole, a partire dalla porta dalla quale era entrato, si accesero una ad una, fino a ricoprire l'intera circonferenza della sala. Agli occhi del giovane apparve uno spettacolo incredibile: il muro era interamente ricoperto da bassorilievi che, da quello che poté capire il giovane, dovevano narrare le storia di Narnia.
Iniziò il giro, dalla sua sinistra. La prima sequenza raffigurava, in una camera tipica del suo mondo, due bambini ed un uomo arcigno. Poi, davanti ad uno scenario apocalittico, una donna esageratamente alta teneva per mano i due fanciulli. Immediatamente il giovane ricordò ciò che aveva letto ne “ Il nipote e il mago ”. Avanzò frettolosamente, fino ad arrivare al momento in cui Aslan in persona creava Narnia. Poteva vedere il suo ruggito fecondo far crescere alberi e piante, e il piccolo lampione salire fino alla sua altezza massima, tutto così vivo e nitido come lo aveva immaginato, tempo prima. Ad un tratto si sbalordì: come aveva fatto a non notare che i bassorilievi si stavano muovendo? E, soprattutto, come aveva fatto a non accorgersi che vedeva i colori e sentiva i suoni come se fosse presente lui stesso?
Fece un passo indietro, e tutto scomparì.
Avanzò ancora, superando le avvenute dei fratelli Pevensie. Si fermò, solo per un istante, per vedere com'era Peter da piccolo avvolto in quella grossa pelliccia, la prima volta che aveva messo piede nella terra di Narnia. « Potessi fare una foto! » esclamò, ridacchiando. Gli ci volle poco per reprimere quella sua inopportuna euforia.
Continuò, fino a fermarsi davanti alle scena che attendeva fin da quando aveva iniziato. Davanti a lui, scolpito nel muro, poteva vedere ritratto sé stesso con un gatto scodinzolante sotto il braccio sinistro e la spada leonina stretta in pugno. Guardò oltre, per sapere cos'avrebbe dovuto fare, quale sarebbe stata la mossa giusta, ma nulla. Ai suoi occhi si mostrava solo la nuda roccia.
« Non è giusto che gli uomini conoscano il loro destino, piccolo mio ».

Tadaaaan! Finalmente siamo alle ultime puntate. Questo dovrebbe essere, forse, il penultimo capitolo al quale si aggiunge al massimo un epilogo (spero)!

Di chi sarà l'ultima frase? Amici o nemici? Si dia il via alle telefonate!
PS: Ora posso capire come si sente Peter >.< uno dei roseti di mia nonna mia ha appena graffiato, e non è piacevole no! 

   
 
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