Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Exelle    04/03/2012    1 recensioni
Pensava a casa, mentre s’incamminava, lasciando dietro di sé il sempre più lontano complesso del Barth’s. Cominciò a guardarsi in giro, cambiando la spalla della tracolla, chiedendosi perché mai quell’euforia non accennasse a svanire.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Lestrade , Molly Hooper, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Grigio di Londra
 

Sono cose così semplici,
Ma pesanti nel cuore.
                              
                                          The amazing story of  Zieg Blairboux
 

 
La targa commemorativa per i soldati della Prima Guerra Mondiale era lucida di pioggia e il busto di John Abernethy, coperto d’acqua anch’esso, sembrava contemplarla con un misto di pena e serietà che avrebbe intristito chiunque avesse posato gli occhi sulla vecchia faccia di bronzo. Ma Molly Hooper non gli dedicò nemmeno uno sguardo e attraversò il cortile a testa bassa, stringendo la borsa per
la cinghia usurata, mentre le scarpe affondavano nelle pozze d’acqua gelida.
Faceva freddo. Stupidamente non aveva preso con sé nemmeno una sciarpa. Ma ora Molly non ci pensava; pensava solo al fatto che avrebbe dovuto affrettarsi a cancellare quel suo lagnoso blog. Cancellare la sua esistenza online, ecco, tornare ad essere solo… Molly. Molly nella vita reale che viveva una vita reale. 
Non le serviva più e le dava così fastidio, e poi non aveva più messaggi. Non che ne ricevesse molti, ma non c’era mai nulla di cui scrivere o da aggiornare. Niente di interessante, da un po’ di tempo. Non che fosse l’unica ad avere problemi con qualche blog… Socchiuse un attimo gli occhi e poi si ritrovò dentro, all’asciutto. Faceva sempre freddo , ma almeno il pavimento dell’asettico corridoio dell’obitorio del St. Barths, era meglio del  cortile sconnesso. Il cortile di servizio. 
Il consiglio d’amministrazione si sarebbe seriamente impuntato se avessero saputo che anche qualche paziente era stato fatto passare
da lì. Ma fortunatamente, per così dire, buona parte di quei pazienti erano molto più freddi e duri del selciato che avevano attraversato stando orizzontali. Ormai erano in un altro mondo.
Con un mezzo giro aprì la porta bianca, lanciando un’occhiata dentro l’oblò. Non c’era nessuno in laboratorio, ma era una vecchia abitudine che era dura a morire, e lei non voleva rinunciarci. Faceva parte di lei. Se un giorno se lo fosse ritrovato davanti avrebbe voluto essere preparata. Le piaceva solo essere colta di sorpresa solo se l’avrebbero resa felice. Era quello che desideravano tutti, no? Solo una sorpresa piacevole, ogni tanto, così…
Appese la borsa e il soprabito alla rastrelliera e fissò il lungo tavolo bianco, dove la vetreria scintillava. Non c’era niente su cui lavorare con urgenza quella settimana. Buona parte degli strumenti tacevano, i contatori azzerati. Nessun vetrino fuori posto, le prese e l'attrezzatura in bell’ordine. Lo spettrofotometro era spento e gli estrattori Soxhlet erano vuoti e puliti, così puliti che sembravano appena stati tirati fuori dalla loro confezione.
Era tutto così… pulito. E in ordine. L’odore di disinfettante la prese alla gola e Molly si ritrovò a stringersi le mani, mordendosi il labbro, gli occhi sbarrati. Era la sua vita quella, e non era mai stata tanto così ben confezionata. E lei sapeva e non poteva dire niente, e non riusciva a stare lì, non sarebbe riuscita ad essere normale un altro giorno.
Non se ne sentiva in grado. Non era l’unico che stava tenendo in piedi una messinscena, ma lei, lei non ne era all’altezza ed era così faticoso. E sorprendente, era molto più difficile quando era da sola, pensò, stringendosi nel suo pullover colorato e guardando il camice abbandonato su uno sgabello. La sua faccia e il suo nome la scrutavano al contrario dal taschino. Le veniva voglia di urlare e le mani le tremavano. Voleva essere in grado di urlare fino a far esplodere tutti i sottili strumenti di vetro, a far saltare i cavi elettrici, a vedere l’aria piena di fumo  e… 
Aveva mezz’ora prima che Patrick arrivasse con le commissioni del giorno. Lei era sempre in anticipo…
Poteva tornare a casa e fingersi malata, e non ci voleva molto… Le avrebbero creduto. Ultimamente, prima di quel periodo morto si era presentata sempre. Mai un giorno d’assenza, come è stata brava Molly…. Ottimo lavoro, sembra quasi che non ci dia peso… E’ molto più forte di quello che sembra…
In un attimo era fuori. La borsa di nuovo a tracolla, l’ombrello rosso aperto, i lembi del soprabito svolazzanti nell’aria gelida. Giù per King Edward Street. In fretta, lungo il marciapiede, la testa un po’ china. Se era stata fortunata nessuno l’aveva vista e lei poteva essere lontana, più lontana possibile da quella parte di lei che stava tranquilla in camice, nella cornice del laboratorio. Si sentiva felice adesso. 
Scese lungo la strada, indecisa se prendere un autobus e tornare verso casa.
Era una brutta giornata, avrebbe potuto prendere un film da Hazo’s e cibo take away e rinchiudersi lì. Spegnere il telefono e non pensare a niente. Anche solo dormire, dormire sperando che il freddo svanisse, fuori dai vetri appannati e…
Christchurch Tower rintoccò un paio di volte e lei alzò lo sguardo, fissando il profilo della torre oltre l’alta e cupa ringhiera  e le cime degli alberi, quasi tutti spogli. L’aria umida e polverosa le entrava nei polmoni. Non era aria buona, ma era fresca e di certo era meno nauseante di quell’aria satura di disinfettante che le faceva lacrimare gli occhi. Decise di andare a prendere la metro alla fermata di St. Paul, ignorando le attrattive del BT Centre. Pensava a casa, mentre s’incamminava, lasciando dietro di sé il sempre più lontano complesso del Barth’s. Cominciò a guardarsi in giro, cambiando la spalla della tracolla, chiedendosi perché mai quell’euforia non accennasse a svanire. 
Era felice, finalmente. Non sarebbe durata molto, ma almeno qualcosa di piccolo e di diverso era riuscito a farlo. Ed era tentata, tentata d’interrogarsi su dove lui fosse, ma per un po’ non ci voleva pensare. Non voleva fantasticare che lui bussasse alla sua porta. Non voleva più immaginarlo entrare di soppiatto in laboratorio o vederlo a qualche porta di distanza, in attesa di farsi notare.
Con quel modo così teatrale…
Era stanca d’immaginarsi di venire fermata in mezzo alla folla, di voltarsi e trovarlo lì, con tutte le risposte sul perché, perché una messinscena? 
Non era giusto conoscere solo una minima parte… Era stanco di portarselo dentro. Lei non era così, era in grado di tenere un segreto,
se quello era il prezzo. Non riusciva più a guardare nessuno di loro in faccia. Si sentiva solo una traditrice.
L’insegna di un caffè, nera e lucida attirò la sua attenzione. Il rumore del traffico vicino a lei era solo un sottofondo; i suoi pensieri facevano più rumore. Non aveva ancora voglia di rinchiudersi, pensò con le mani intirizzite dal gelo. Solo un momento di pausa, un caffè in tazza grande, era quello che ci voleva adesso, sarebbe andato bene. Poteva far finta di essere… Solo con un po’ di tempo libero, pensò cominciando a fendere la folla, in direzione dei vetri appannati e illuminati., appoggiando l’asta dell’ombrello alla spalla, mentre facce sconosciute le passavano a fianco, deviandola, senza degnarla di un’occhiata. Si sentiva felice e si sentiva speciale; sapeva qualcosa che tutta quella gente non sapeva e doveva solo riuscire a tenere tutto segreto. Sarebbe riuscita ad essere Molly, ad essere chi doveva essere?
Era quasi ferma a guardare il listino prezzi, in stile italiano scribacchiato su una lavagnetta sporca, quando si sentì stringere per il braccio e il sorriso sciocco le si congelò sulle labbra.


CONTINUA....
 
Angolo Ottuso delle Cose a Caso
 
Dovevo troppo scrivere qualcosa su Sherlock BBC. Assolutamente. E a capitoli.
Perciò, nell’attesa che mi sogni gli sviluppi di questo incipit… Spero vi sia piaciuto.
Non ho ancora un’idea precisa della trama, ma credo che tra i PG seguirò Molly più che altro come tributo verso di lei, perché finché non ho visto The Reichenbach Fall lei per me era il proverbiale personaggio femminile un po’ ok, e un po’ no. Perciò dato che non ce la faccio ad aspettare la 3A season con le mani in mano, mi sdilinquisco a scrivere qualcosa nel mezzo. Grazie di aver letto ciò!
Chiunque voi siate.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Exelle