04/03/2012
10 recensioniIeri era il compleanno del Lord, ma io sono stata fuori casa tutto il giorno quindi non ho potuto scrivere nulla... Ho rimediato oggi però! :P
Non era mia intenzione scrivere una poesia, ma è uscito questo--e mi spiace ma preferisco lasciarla come l'ho scritta (la tradurrò solo se mi verrà richiesto dalla maggioranza, in caso), perché altrimenti perderebbe di 'fascino' (?).
Note: POV Misaki--sì, lo so che non lo farebbe mai, ma facciamo finta che fosse in preda ai fumi dell'alcool (o simili) XD
Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.
Ja ne,
Temari
Dim as an Ember
Always thought Love would sweep me away in a vortex,
so strong and complete
I wouldn't be able to breathe.
How wrong I was...
And maybe 'cause of that
I didn't realize what I had...
A Love that has me in shambles—
A Love the color of embers,
dim and fuzzy...
What you awoke within me
was something sweet and new,
something only known to a selected few.
A Love smoldering deep,
since long, long ago
and now you're all that I need.
A Love that has me in shambles—
A Love the color of embers,
dim and fuzzy...
Always present somewhere inside.
You make my denying impossible,
my reluctance is futile.
A kiss from you,
a word from you,
a touch from you...
—Every single thing you do
makes the embers burn bright,
and in the face of such a light...
I'd be a fool to still say I don't Love You.
- Tanjoubi omedetou, Usagi-san. -
Misaki si stropicciò gli occhi tirandosi su dalla scrivania, dove stava dormendo sonoramente con la testa sulle braccia piegate... Com'era arrivato fin lassù? L'ultima cosa che ricordava era di essere crollato appena tolte le scarpe nel genkan.
Raddrizzando la schiena e sentendola schioccare un paio di volte, si rese conto con una smorfia che aveva il collo bloccato. Sospirò massaggiandoselo lentamente e sbadigliò.
Dopo aver passato la mano sugli occhi una seconda volta, lo sguardo gli cadde sulla scrivania, dove un foglio a righe con alcune parole scritte piuttosto male e di fretta (e con qualche chiazza di saliva ancora umida sui bordi) gli restituì l'occhiata. Prendendolo in mano, Misaki lesse quel che era scritto con le sopracciglia aggrottate... A man mano che proseguiva, gli occhi si ingrandirono e le pupille si dilatarono sempre più fino a che il verde scomparve quasi del tutto.
"CHE COS'E'... QUESTA... ROBA...?!" Urlò a pieni polmoni, completamente scioccato e sbiancando di colpo. "L'ho scritto io...? Io...?? QUESTO l'ho scritto... IO?!?" Era troppo sconvolto per scappare il più possibile lontano da lì, non poté fare altro che restare inchiodato alla sedia a fissare quelle parole - fin troppo compromettenti ed imbarazzanti - come se fossero un ordine di esecuzione—la sua, se Usagi-san avesse trovato quella... Cosa.
"Misaki?" La porta si spalancò alle sue spalle e il ragazzo saltò letteralmente sulla sedia, cercando di infilare il foglio nel cassetto della scrivania senza che l'altro se ne accorgesse. "Tutto bene?" Chiese con le sopracciglia corrucciate.
"S-s-s-sì! Tuttobenecertochestobene!" Biascicò tutto d'un fiato, trovando infine la forza di alzarsi e fiondarsi fuori dalla camera, non osando guardare lo scrittore mentre usciva. E non accorgendosi di come gli occhi viola si fossero lentamente posati su quell'angolino di carta che sporgeva dal cassetto della sua scrivania.