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Autore: Mrs Bieber    04/03/2012    2 recensioni
questa os è dedicata al mio idolo: Demetria Devonne Lovato.
lei mi è stata sempre vicino, c'è SEMPRE stata. la amo.
spero vi piaccia
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'm strong and I'm sure

 

Sono sdraiata sul letto ad ascoltare la musica, da ormai troppo tempo, mi sento quasi indolenzita. Così decido di alzarmi e andare verso il tavolo della sala, dove appoggiato sopra vi è il mio iphone.

Lo sblocco e apro l'applicazione di twitter, così, per curiosità. Le mie menzioni come sempre sono intasate da messaggi delle fans, le mie lovatics. Sono davvero moltissimi.

Su qualcuno cade la mia attenzione, mi dicono di continuare ad essere la donna forte che ho dimostrato di essere. Altri con la scritta “”stay strong”. Già la scritta. Proprio quella che adesso si trova sui miei polsi. Sopra le cicatrici, sopra i segni di un passato terribile che spero non torni più.

Mi salgono le lacrime agli occhi.

Quel tatuaggio era stato soltanto la conclusione di un progetto iniziato quando avevo deciso di mia spontanea volontà di ritirarmi in una clinica privata. Avevo bisogno di aiuto e ne ero consapevole.

Tutto era andato o “sembrava” andare liscio fino a quando una foto aveva distrutto il mio mondo. Quella foto dove chiaramente si vedevano i segni di ciò che avevo tenuto nascosto a tutti, genitori, amici, parenti, stampa, fans: le mie cicatrici.

Era stato un colpo basso per la mia famiglia che non aveva mai sospettato che soffrissi in quel modo.

Tutto era iniziato a scuola, come una presa in giro tra bambini. Ben presto si era trasformata in una vera e propria ossessione. Qualcuno non voleva giocare con me o non mi parlava perchè “ero la bambina grassa, la diversa”. Ero stata male per ciò, incredibilmente male. Ma ero riuscita a superarlo, o perlomeno credevo fino a quando non arrivai al liceo. Lì la situazione cambiò radicalmente: non avevo amici. Tutti mi evitavano e parlavano, ridendo, alle mie spalle.

Allora accadde la prima volta.

Ricordo perfettamente ogni particolare.

Ero tornata da scuola, come sempre, in lacrime. Per l'ennesima volta qualche idiota mi aveva chiamata “grassa”, la parola che più di ogni altra odiavo. Così ero andata in bagno per sciacquarmi il viso. Il mio squardò si posò su un rasoio lasciato da mia madre, sul lavello. Senza pensarci due volte decisi di prenderla in mano e passarmela lentamente sul polso della mia mano sinistra. Il dolore che provai era immenso, ma per un po' riuscii a non pensare a quello che mi stava accadendo intorno. Il dolore fisico del momento aveva superato di gran lunga quello mentale. È così che iniziai a tagliarmi. Il primo di una serie di episodi che sono continuati fino a meno di un anno fa.

Tuttavia il dolore psicologico, per la consapevolezza di ciò che avevo appena fatto, era qualcosa di insopportabile, qualcosa che continuai a tenere a bada tagliandomi ancora e ancora.

Dopo circa un anno che gli episodi di autolesionismo andavano avanti cominciarono a diventare molto evidenti le cicatrici, tanto evidenti da non uscire di casa mai senza un bracciale, tanto evidenti da avere paura di spogliarsi davanti alla propria madre, tanto evidenti da avere paura da andare in giro a maniche corte.

Quando arrivò il successo credevo che sarei riuscita a smettere, ma mi sbagliavo. Era una cosa dalla quale non sarei potuta uscire senza l'aiuto di qualcuno, ma questo lo capii solo in seguito.

Cantare era stata da sempre la cosa che più mi rendeva felice e farlo diventare addirittura un mestiere mi sembrava un sogno.

È stato Camp Rock ad offrirmi la possibilità di diventare quella che sono oggi. Senza di quello probabilmente oggi sarei ancora la grassa e sfigata Demi che si taglia.

Poco prima di ritirarmi in clinica decisi di comporre l'ultima canzone, la canzone che mi avrebbe aiutata, la canzone che speravo avrebbe potuto aiutare le ragazze a non sentirsi più sole: skyscraper. La incisi e poco dopo entrai in riabilitazione. Circa due mesi dopo mi dissero di essere bipolare, parola dal significato a me sconosciuto. Mi spiegarono che vivevo momenti di grande gioia e grande tristezza, quasi come se in me ci fossero due persone contemporaneamente. Quando uscii mi sentii una donna libera, nuova, diversa: felice. Smisi di tagliarmi.

Ho deciso di farla finita con i pianti, con il dolore.

Ho deciso di combattere e di non arrendermi, perchè ho capito che il problema non erano gli altri ma io. Ero io a non piacermi, e come potevo biasimare gli altri non farlo?

Ho cambiato look.

Non ho più paura di mostrare i miei polsi, perchè, si, le cicatrici si vedono ancora ma sopra si vede qualcosa di ancora più importante. Qualcosa che sono orgogliosa di mostrare: la scritta “stay strong”.

Il messaggio che spero di dare alle mie fans è quello di non arrendersi, di fare come me, di trovare la forza di rialzarsi, come un grattacielo.

 

 



Spazio autrice

ciao. Questa os era nella mia testa da circa un mese, ma non riuscivo a farla diventare uno scritto accettabile (?)

ma oggi pomeriggio ci sono riuscita (spero).

Demi è il mio idolo, ho semplicemente provato ad entrare nella sua testa e vedere come potesse sentirsi.

Spero vi piaccia, in caso contrario mi dispiace D:

se non vi è di disturbo lasciate una recensione, grazie!

  
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