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Autore: xshesagleek    04/03/2012    6 recensioni
SOSPESA! Questa è una ff Klainchel! Cioè tratta la coppia Kurt/Blaine (klaine) e Finn/Rachel (finchel).
Diciamo che è principalmente romantica, e ispirata all'originale telefilm.
Spero vi piaccia.
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Era un romanticone inguaribile, questo è certo, ma da quando Karofksy l'aveva baciato in quel modo era come se fosse rimasto traumatizzato dall'accaduto.
Ormai era passato tanto tempo, e David l'aveva minacciato più volte di non rivelare il fatto che lui fosse gay a nessuno.
-Comunque, sono Rachel Berry. E sono fiera di essere una a cui ogni giorno viene lanciata una granita, perchè sono felice.-
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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chapter one.

 

I corridoi della William McKinley High School erano pieni di ragazzi che giravano chiacchierando tra di loro e ridendo come pazzi.Quella era la gioia dei ragazzi “popolari”, dove tutti li salutavano e gli stavano appiccicati come cozze ad uno scoglio solo per sentire uscire dalle loro meravigliose labbra un semplice 'ciao'. Dove le Cheerleader sculettavano contente mentre tutti i ragazzi le guardavano pulendosi i lati delle labbra dalla leggera bavetta che era uscita. Ma era una vera tortura per il resto. Per il resto si intende tutti quei ragazzi che giravano per quei maledetti corridoi sperando di non beccarsi una granita in faccia da quelli della squadra di football o dal bullo del momento.
Rachel Berry era una via di mezzo tra queste due 'opzioni'. Lei passeggiava per i corridoi a testa alta, anche sapendo che così facendo si sarebbe beccata una bella granita in faccia da qualcuno della squadra di football. No, non era una di quelle cheerleader sculettanti che si montavano la testa in una maniera assurda. Lei era una 'comune mortale', una 'sfigatella' che amava cantare fino allo svenimento e che faceva parte, anche, del Glee Club. Secondo la “suprema legge” dei corridoi della scuola, LEI si sarebbe beccata una granita in faccia. Era questione di minuti.Si avvicinò di soppiatto al suo armadietto, sul quale erano attaccate tutte stelline (il che rappresentava il fatto che lei era “una stella”) con delle note musicali.La musica era la sua passione. Viveva per quella. La sua voce era stata fatta per la musica, per gli assoli, per le parti altissime della canzone. Lei era NATA per quello.Aprii piano l'armadietto, ricoperto di immagini di cantati famose e, come al solito, di stelle, e vi infilò dentro i libri delle ore appena passate. Prese quelli per le ore successive e baciò la sua foto di Barba Streisand, il suo mito.

Appena lo sportello metallico si richiuse una granita la colpì in pieno viso. Rimase qualche minuto così, a sentire quegli idioti della squadra della scuola che ridevano come scimmie ridono davanti ad un casco di banane appena caduto dall'albero e poi aprii gli occhi.Incontrò quelli ilari del ragazzo alto che le aveva appena buttato addosso una granita alla fragola. Si passò una mano sugli occhi per ripulirsi e lo guardò allontanarsi mentre tutti i compagni della squadra gli davano pacche amichevoli sulle spalle. Sospirò e si pulì un po' la bellissima camicetta dai resti della granita. Sapeva chi era lui, lui era il capitano della squadra, Finn Hudson. Il ragazzo per eccellenza. Il sogno di tutte le ragazze che passavano per quei corridoi. E la realtà per Quinn Fabray. Ovviamente lei era la capo-cherleeader, e stava con Finn da circa... sempre, o almeno da quando si erano visti in campo da football.Rachel era una ragazza, che, per di più, lo ammirava da lontano. Non lasciando trasparire il suo interesse per quel ragazzo alto, con quegli occhi nocciola stupendi, e con quei capelli che all'apparenza erano così soffici...
Il suo migliore amico Kurt Hummel interruppe il flusso dei suoi pensieri. Rachel guardò i suoi occhi azzurri e preoccupati -Oh, Dio, Rachel. Che è successo?!- disse mentre si prestava a pulirle la faccia con un fazzoletto di carta. Kurt era il suo migliore amico dal primo giorno di Glee Club. Certo, qualche volta si litigavano un qualche assolo, ma lui c'era sempre quando lei ne aveva bisogno. Era un bel ragazzo, alto, con degli occhi azzurri che avrebbero fatto sciogliere il mondo e con dei capelli sistemati di pelo in pelo per essere al meglio tutti i santi giorni. Ma Rachel non era interessato a lui, anche perchè lui era “gayssimo”, così si faceva chiamare. Il primo giorno del Glee Club, quando Rachel aveva sentito la sua voce, era rimasta come ipnotizzata. Era bellissima e... non riusciva nemmeno a descriverla con le parole. Sarebbe rimasta a sentirlo per ore ed ore. 
Ritornò di botto alla realtà quando Kurt le scosse le spalle -Berry! Ho capito che sei scioccata, ma susu, reagisci dolcezza!- Rachel scosse la testa e sorrise all'amico, abbracciandolo mentre l'accompagnava nel bagno delle femmine per darsi una ripulita. Kurt la poteva capire perfettamente, come tutti gli altri componenti del Glee, ovviamente. Però Kurt aveva sofferto di più. Era stato preso di mira sopratutto da quando aveva detto di essere gay, e da David Karofsky, un altro componente della squadra di football insieme a Finn. Il problema, però, era diverso con quel David: una volta aveva spinto Kurt ad uno armadietto, mentre lui tentava di parlargli serenamente, e l'aveva baciato con un'arroganza inimmaginabile. Kurt rimase scioccato, infatti da allora lui non cercò mai più un ragazzo. Era un romanticone inguaribile, questo è certo, ma da quando Karofksy l'aveva baciato in quel modo era come se fosse rimasto traumatizzato dall'accaduto. Ormai era passato tanto tempo, e David l'aveva minacciato più volte di non rivelare il fatto che lui fosse gay a nessuno. Ogni tanto, Rachel, vedeva che David si avvicinava a Kurt e, con la scusa del sbatterlo all'armadietto, si assicurava che il suo segreto non fosse uscito dalle labbra perfette del suo migliore amico. Nel frattempo, Kurt l'aveva ripulita per bene (era incredibile le cose che portava dentro quel piccolo zainetto!) e si erano avviati verso la classe di biologia. Improvvisamente Kurt la guardò -Secondo te la smetteranno mai?- disse come un bambino che chiede alla mamma se è vero che i neonati li porta la cicogna. Rachel sospirò, avvilita e rassegnata -Non lo so Kurt- disse facendo una mezza smorfia.

 

La lezione di biologia si dilungò tra i discorsi noiosi che faceva il signor Rogers, che poi finivano sempre per non c'entrarci un tubo con la biologia, e i soliti commenti idioti dei maschi idioti sulle cose da idioti. Non so se avete capito che i maschi di quella scuola erano giusto un po' idioti. Quando quella noiosissima lezione, finalmente, finii Rachel approfittò della mancanza della professoressa di arte e andò in teatro per provare qualche canzone e tenere allenata la sua magnifica voce. Ma quel giorno le prove si dilungarono più del previsto e Rachel finii per uscire dall'aula mentre anche gli allenamenti di football finivano. Prestò molta attenzione a non farsi notare dalla squadra, e, quando raggiunse la porta dell'uscita, tutte le luci vennero spente e le porte chiuse. -Oh, no- mormorò tra se e se. Cominciò a correre per tutti i corridoi urlando cose del genere -aiuto! Mi hanno chiuso dentro! C'è qualcuno qui?!?- Ma le risposte non arrivarono. Sbuffando si diresse verso dov'erano le palestre e da una porta uscì un ragazzo alto che le venne addosso. Lei lo guardò -Hei!- disse mentre raccoglieva il quaderno cascato dalle mani. -Scusa- biascicò lui -ma credo che mi abbiano chiuso qua dentro- Rachel alzò gli occhi al cielo, senza luci non riusciva a distinguere il volto del ragazzo, ma piano piano gli occhi si abituarono e riconobbe Finn Hudson. Il Finn Hudson che, qualche ora prima, le aveva tirato una granita dritta in faccia. Lui sembrò non riconoscerla, perchè socchiuse leggermente gli occhi e sembrò rimuginare sopra il suo aspetto -ma tu chi sei?- se non altro era un ragazzo molto schietto. Rachel lo guardò. Giusto qualche ora fa stava ridendo con i suoi amici per la granita che le aveva lanciato e ora le stava chiedendo chi era? La stava prendendo per i fondelli o cosa?! Lei lo guardò alzando le sopracciglia -sono la vittima di oggi della tua buonissima granita alla fragola, Hudson!- Lui rise sotto i baffi, ma dopo l'occhiataccia della ragazza optò per smetterla. E credo sia stata davvero una buona idea da parte sua. Finn la guardò -Oh, bene, ma... non credo di sapere il tuo nome, sai?-. Per poco lei non gli mollava un pieno schiaffo in faccia. Okay, le poteva anche tirare le granite, ma almeno poteva sapere i nomi di quelli a cui tirava in faccia quel ghiaccio! -Lascia stare, Mr. Sonofigoeloso- disse lei ironicamente. Lui alzò entrambe le sopracciglia a quel soprannome e poi alzò anche le spalle, come a dire 'vabè, cià', e cominciò ad urlare -Hei! C'è ancora della gente qui dentro! Aprite!- Rachel scosse la testa -è inutile, Hudson, ci ho già provato io, non c'è nessuno.- Sospirò e si sedette a terra. In effetti, pensò, quella era la prima volta che aveva una conversazione che non partisse con un 'Brutto... Se ti prendo!' da parte di lei e uno sghignazzare da parte di lui. Finn si guardò attorno, passandosi una mano nei capelli nervosamente. Rachel sbuffò -Oh, cosa c'è? La tua ragazza ti strilla se non torni a casa in tempo e la butti sul letto a fare cose molto poco lecite?- Si, Quinn era nota sopratutto per le cose 'molto poco lecite' che aveva detto ora Rachel. Finn la guardò male, ma lei, per tutta risposta, sorrise sghemba e si rialzò in piedi. -Okay, Hudson- disse -troviamo un modo per uscire da qui- sembrava tipo quelli che nei film dovevano trovare un modo per far esplodere il nascondiglio del super-cattivo del momento. 
Cominciarono a setacciare scuola da cima a fondo, ma non trovarono nessuno che potesse aprirgli. I custodi erano tutti andati via e quello che si curava di chiudere le porte, Bob, era appena tornato a casa dalla sua mogliettina. Alla fine si ritrovarono tutti e due davanti alla porta principale del liceo, seduti per terra, uno di fronte all'altro appoggiati a due muri opposti. Rachel si disse che, se doveva passare un po' di tempo con lui, tanto valeva attaccare qualche discorso. Così so sporse in avanti e lo guardò. -Spiegami perchè- disse capendosi da sola, perchè lui la guardò interrogativo. -Perchè tirate continuamente le granite in faccia a quelli che a scuola contano meno di zero- proseguì lei. Finn ridacchiò -perchè così loro continuano ad essere meno di zero e noi diventiamo più di dieci- sorrise e alzò le spalle, come per dire 'ho vinto io'. Rachel alzò un sopracciglio, come per dire 'ma fai sul serio?!' 
Lui per tutta risposta rise e lei si alzò -Oh, ma dai! Sembrate fatti con lo stampino. TUTTI. Voi e le vostre cheerleader che vi vengono dietro come cagnolini. Tutte bionde e magre, voi tutti alti e muscolosi. Ma cosa siete? Prodotti in serie? Vi credete di essere questo grande chissà chi. Che poi, solo per cosa? Perchè giocate ad uno stupido gioco in cui vi buttate l'uno sull'altro per prendere una stupidissima palla e quell'altre per fare due ruote buttate lì a caso?! Oh, dai, le so fare pure io quelle! Pensate piuttosto a noi che ogni giorno ci alziamo e percorriamo questi corridoi con la tremenda paura che una granita ci rovini la maglietta nuova comprata da nostro padre con lo stipendio di un mese! Che ci nascondiamo dentro qualche bagno per paura che ci prendiate a botte solo perchè abbiamo un voto più alto del vostro in chimica! Secondo me siete solo invidiosi. Si, invidiosi di noi perchè siamo davvero felici, voi siete costretti tutto il giorno a mantenere la vostra maschera di popolarità!- Rachel prese fiato, e si accorse solo allora di averlo trattenuto per la maggior parte del discorso, perchè i polmoni bruciavano chiedendo l'aria. Finn era rimasto immobile, con la bocca semi-aperta, per tutta la durata del monologo della ragazza. Lei si risedette a terra, evitando il suo sguardo e concentrandosi, piuttosto, sul foglio che aveva davanti. Erano spartiti alla rinfusa, ma tutto pur di non guardare Finn negli occhi, che sapeva erano tra l'incredulo e il confuso. In parte perchè non l'aveva mai sentita parlare così TANTO e in parte per quello che aveva detto, che sembrava così vero. Quando lui stava per proferire, finalmente, una parola una figura scura apparve sulla porta d'ingresso del liceo. -Ragazzi- era la voce di Bob -ero qui fuori a caricare la macchina e ho sentito qualcuno urlare- disse guardando Rachel, che era evidentemente quella che aveva parlato per quel lasso di tempo interminabile. Lei si alzò e, senza guardare Finn che si era alzato dicendole di aspettare un attimo, si diresse verso la strada per tornare a casa.
Poi si voltò verso di lui e, stranamente timida, disse. -Comunque, sono Rachel Berry. E sono fiera di essere una a cui ogni giorno viene lanciata una granita, perchè sono felice.-
Si girò e proseguì per la sua strada.





SpazioAutrice.
Eccomi qui, avventurata (?) in una nuova fan fiction sulle mie coppie preferite. *-*
E' basata principalmente sul telefilm, ma cambierò molte cose :3
Vorrei ringraziare, innanzitutto, quelli che la recensiranno e soprattutto la mia migliore amica che mi fa da editor, liveforthem. MUCHLOVE. 
♥  
Baci, Lu.

  
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