NO MATTHER WHAT⇝ PROLOGO

Scappare era l'unico sogno che avevo. Non desideravo essere ricca o famosa, non aspiravo ad alcuna posizione sociale; tutto ciò che bramavo, era mettere distanza fra me e lo sputo di paese in cui vivevo. Rochester, Irlanda del Sud, contava cinquemila abitanti, fra i quali Riley Leah Fox, ovvero, me. A Rochester ci conoscevamo tutti, le partenze ed i nuovi arrivi erano eventi rari e così si era obbligati a sopportare sempre le stesse facce, quelle stesse dalle quali sarei voluta fuggire. Mio padre lavorava in una fabbrica d'auto nella vicina città di Cable, tornava per cenare prima di incontrarsi al bar con i suoi amici ubriaconi, mentre mia madre accudiva la signora Fletcher per una misera paga che poi sperperava in vestiti. Credo che il suo sogno fosse stato quello di accasarsi con qualche ricco rampollo, ma immagino che farsi ingravidare a diciassette anni, per di più da un operaio, non l'abbia aiutata. Questo è il motivo per il quale i miei si sposarono e se in passato si amarono, proprio non lo so.
Come accennato, a Rochester non accadeva mai nulla d'eccitante, ma quello stesso mese, sarebbero arrivati gli Studded Pins ad animare il posto. Gli Studded erano la mia band preferita da quando Jake, il loro batterista originario di Rochester, mi portò ad assistere alle prove della sua band, allora chiamata "Black daggers". Aveva dodici anni ai tempi, e come me era figlio di un operaio. A scuola non era popolare, ma quando lasciò il paese, tutti iniziarono a parlare di lui. Gli Studded Pins ormai, erano conosciuti in tutta la contea e se continuavano a fermarsi in paese era solo grazie a Jake, che per quei pochi giorni che si fermava, tornava ad essere il mio amico d'infanzia. Per me rappresentava un esempio da seguire, perchè prima o poi me ne sarei andata anche io. Certo, non avevo metà del suo talento ed ancora più triste, non avevo un sogno, ma potevo trasformare in esso il forte desiderio di fuga. C'era il rischio che finissi come una barchina in balia del vento, ma tutto ciò che volevo era lasciare il porto e questo significava vedere, sperimentare, in poche parole... Vivere, vivere a pieni polmoni, farlo per davvero.

Note dell'autrice: Grazie per essere arrivati sino a qui. A presto!