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Autore: _fedss    04/03/2012    10 recensioni
"Si copre con il lenzuolo e in silenzio va verso il suo camerino, sbattendo la porta con forza e chiudendocisi dentro.
Perché questa scena mi sembra di averla già vissuta?
Ah si, perché sono un coglione e non sono capace di iniziare una relazione seria con una donna, ma non una donna qualunque, la donna che amo!"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Mi riprendo dai miei pensieri: questi ricordi fanno sempre male, ma io sono un uomo, un uomo apparentemente forte e non posso mostrarmi agli altri così fragile senza quella donna, la donna che è riuscita a farmi cambiare, a tirare fuori il meglio di me e farmi stare bene davvero, come poche volte nella vita.
La gente e i fan non capiscono. Pensano che noi siamo sempre felici solo per i soldi e la fama. Ma non è così. Siamo persone apparentemente normali solo con un lavoro un po’ diverso dal loro. E anche noi, quindi, amiamo, soffriamo e abbiamo dei sentimenti. Non va sempre tutto bene, a me per esempio va sempre tutto per il verso sbagliato. Quando c’era Stana no però.
Come me lo spiego? Ero riuscito ad essere un uomo migliore, lei mi aveva fatto diventare un uomo migliore. E adesso sono qui, a rimpiangere i nostri momenti, le nostre serate insieme, gli sguardi che ci lanciavamo anche i più piccoli gesti e le nostre litigate per una stupidaggine. Non ci rivolgiamo la parola fuori dal set da quella sera. Non siamo più usciti insieme, io e lei da soli. Non abbiamo avuto più il coraggio di parlare di quello che è successo.
Si è alzato un muro fra di noi, come quello fra Castle e Beckett. Ma io non ho intenzione di rimanere qui a non fare niente, già ho aspettato troppo. Non aspetterò come il mio personaggio che lei mi apra o mi faccia un piccolo buco in questo muro! Entrerò da solo, senza bussare e le dimostrerò che sono un uomo diverso, sono l’uomo che ama e non la farò più soffrire.
«Hey amico stai bene?» mi sono immerso un’altra volta nei miei pensieri e questa volta qualcuno se ne è accorto. Mi metto a sedere coprendomi fino all’addome con il lenzuolo. Jon è in piedi vicino al letto e mi fissa con uno sguardo preoccupato. Tutti mi guardano preoccupati da quando io e Stana abbiamo litigato.
«Si, stavo solo pensando … mi vado a preparare per la cena di stasera che è già tardi!» rispondo guardandomi il polso in cerca di un orologio che non c’è. L’avevo tolto per girare quella scena, ma mi ero dimenticato.
«Che ore sono Jon?» chiedo quindi al mio amico che continua a guardarmi poco convinto della mia risposta.
«Le sei e mezza.» risponde prontamente, «La cena è alle nove, quindi non è tardi!»
«Si ma lo sai, sono peggio delle donne io! Ci metto una vita a prepararmi!» ribatto io con un finto sorriso.
«Ti devi preparare è? Vuoi farti bello per rimorchiare Nate?» mi chiede con lo sguardo malizioso.
Anche quel finto sorriso sul mio viso scompare e riaffiora la tristezza. Come potrei mai pensare a rimorchiare quando in mente ho solo Stana? Mi alzo di scatto e mi avvio verso il mio camerino.
«Ci vediamo stasera Jon!» gli dico girandomi quando sono davanti alla porta con su scritto RICK CASTLE.
Entro, mi infilo i pantaloni che sono sul divanetto, cerco una camicia e dopo essermela messa afferro le chiavi dell’auto e mi catapulto fuori. Guido fino a casa e una volta arrivato inizio a prepararmi. Due ore mi bastano e mi avanzano ma voglio arrivare in anticipo al locale per parlare con il deejay.
Andrew ha organizzato una cena con tutto il cast per festeggiare la fine delle riprese della quarta serie, l’inizio delle vacanze e il rinnovo del contratto per la quinta stagione. Non ci ha ancora detto cosa ha in mente per le prossime puntate, ha detto di non pensarci e godersi le vacanze. Io riuscirò a godermele solo se Stana starà con me e farò di tutto per passarle con lei.

Un’ora e mezza dopo sono davanti al ristorante, lascio la macchina all’uomo addetto al parcheggio ed entro. Il posto è molto bello ed elegante, ci sono venuto a mangiare già una volta con mio fratello quando mi ha presentato la sua futura moglie. L’entrata è separata dal resto del locale da delle lastre di vetro,  i tavoli, anch’essi di vetro, sono disposti intorno ad una grande pista da ballo circolare, in fondo alla quale vi è la postazione del deejay.  Altri tavoli sono disposti ai piani superiori e si affacciano anch’essi sulla pista da ballo. Le luci molto soffuse e la lenta musica che risuona nel locale creano un’atmosfera magica.
Mi avvicino al concierge e mi scuso dell’anticipo, gli spiego velocemente il mio intento nel parlare con il deejay per chiedergli di far partire una canzone al mio segnale quella sera. Mi guarda sorridente:
 «E’ per una donna signore?» mi chiede con quel sorriso ancora stampato sul volto.
«Si» ho tanto tempo prima che arrivino gli altri, che male c’è raccontargli qualcosa? «Mi devo far perdonare da una donna e vorrei parlarle mentre balliamo accompagnati da questa canzone.» gli spiego indicando con il mento il cd che ho fra le mani. Mi guarda ancora sorridente.
«E’ la vostra canzone signore?»
«Veramente no, ma sono sicuro che le piacerà …»
«Allora in bocca al lupo! Prego da questa parte.» mi guida fino alla postazione del deejay e mi dice di aspettare lì che il ragazzo che è di turno quella sera arrivi. Aspetto e dopo pochi minuti mi si presenta davanti un giovane in papillon. Mi porge la mano e si presenta: «Buonasera, lei deve essere il signor Fillion! Stasera il deejay sono io, mi hanno detto che ha una richiesta per me …» sorride anche lui, perché questa sera sorridono tutti?
 «Si sono io, piacere …» lo saluto porgendogli la mano.
«Matthew!» ricambia la stretta e ha ancora quel sorrisino ebete sulla faccia.
«Piacere Matthew! Ti volevo chiedere un favore: ad un certo punto inviterò una donna del mio tavolo a ballare, se lei mi dirà di no lascia perdere, fai finta di niente. Se invece accetterà e vedi che veniamo insieme verso la pista puoi mettere questa canzone? E’ dei Coldplay, si chiama The Scientist. La conosci?»
 «Signor Fillion, ho 22 anni e lei mi chiede se conosco una canzone dei Coldplay!» ride divertito e intanto mi prende dalle mani il disco, «Comunque, sarò lieto di mettere questa canzone, anche perché è la mia preferita, e spero vivamente che lei riesca a riuscire nel suo intento con questa donna! Ora se mi può scusare inizio a preparare il resto della musica per questa sera. In bocca al lupo!» mi stringe di nuovo la mano e se ne va.
Guardo l’orologio, sono quasi le nove e appena alzo lo sguardo verso la porta d’entrata fanno il loro ingresso Tamala sottobraccio a Jon, Seamus e Juliana, Andrew e la moglie. Alzo la mano in modo che mi vedano ed il primo ad accorgersi di me è Jon. Mi indica al resto degli amici e si avvicinano a me.
«Nathan! Che ci fai già qui?» mi chiede Andrew con sguardo malizioso, «sei venuto a cercare una bella donna che ti faccia compagnia per il resto della serata?» Perché sono tutti convinti che sono in cerca di una donna?
Io una donna già ce l’ho!
«No, sono arrivato da poco, non mi sono accorto dell’orario.» rispondo ignorando la seconda parte della frase.
«Ci vogliamo sedere o aspettiamo gli altri in piedi?» chiede Tamala indicando il lungo tavolo davanti a noi.
«Sediamoci, è meglio.» risponde Andrew e dopo aver salutato il resto del gruppo mi siedo intorno al tavolo di vetro, vicino ad Andrew. Alla mia sinistra c’è un posto vuoto, non ci si è seduto nessuno per lasciarlo libero a Stana.
Iniziamo a chiacchierare e dopo poco arrivano anche gli altri. Penny entra sottobraccio al marito, è la prima volta che lo vedo, deve essere un tipo simpatico. Dietro di lei arrivano Stana e Molly: sono due donne bellissime e la loro entrata insieme fa un certo effetto nella sala. Molly indossa un vestito nero che le arriva fin sopra al ginocchio con una scollatura a V che le mette in mostra il decolté. I capelli rossi sono lasciati sciolti sulle spalle e i suoi occhi azzurri sono messi in risalto da un filo di trucco. Per me è come una figlia, le voglio molto bene, si è creato un legame speciale fra di noi in questi anni. Mi vede e mi sorride e io le sorrido di rimando. Sposto lo sguardo sulla donna accanto a lei: Stana sembra una dea, si guarda un attimo intorno fino a posare gli occhi su di me. I nostri sguardi si incatenano ma subito lei distoglie gli occhi imbarazzata. Indossa un tubino bianco perlato che le fascia le ginocchia, la scollatura si lega in mezzo ai seni grazie ad un anello argentato e le lascia la schiena coperta solo da due fasce che si intrecciano al centro di essa. Non riesco a staccare gli occhi da lei e sento che mi arriva una leggera gomitata sul fianco. E’ Andrew, si è accorto che mi sono incantato e mi ha salvato dal fare un brutta figura.
Dietro di lei ci sono anche Susan, Santiago e il resto della troupe. Siamo più di venti intorno a quel tavolo. Stana non si è seduta vicino a me, come immaginavo. Ha lasciato il posto al “capitano Montgomery” e ora sto chiacchierando con lui animatamente. Non l’ho visto per tre mesi, tutte le volte che è passato a salutare agli Studios io non c’ero.
«Allora Nathan, cosa farai quest estate?» mi sento chiamato in causa da Andrew quindi interrompo la conversazione con Santiago e alzo lo sguardo verso il resto delle persone sedute al tavolo. Mi guardano tutti e aspettano una risposta in silenzio, sanno tutti della “situazione” tra me e Stana, bastardo Marlowe a farmi quella domanda.
«Ancora non lo so di preciso …» inizio io, «ma penso che la passerò in compagnia,» sorrido malizioso, «magari in una spiaggia tropicale o non so!» Lanciò un’occhiata a Stana che mi fissa con la bocca spalancata. E’ gelosa marcia e sono contento che appena parlo di una donna rimane così, trasudando gelosia.
All’improvviso si alza di scatto, prende la borsa e dice che deve fare una telefonata. Esce velocemente dalla porta prima che qualcuno ha il tempo di ribattere.
La seguo con lo sguardo, ma che cazzo ho fatto?
Mi alzo anche io: «Scusate, devo andare in bagno.»
Mi guardano tutti maliziosi, hanno capito che il bagno non è la mia destinazione. Quando passo davanti la pista da ballo lancio un’occhiata al deejay che mi guarda interrogativo. Gli faccio segno di aspettare con la mano e in risposta mi fa l’occhiolino. Esco dal locale e l’aria fredda mi investe. Fortunatamente ho la giacca.
Stana è un po’ più avanti, si sfrega le spalle con le mani, evidentemente ha freddo.
Mi avvicino silenziosamente, mi sfilo la giacca e gliela poggio sulle spalle. Si gira e mi guarda con aria interrogativa.
 «Che ci fai qua fuori?» mi chiede fredda. Il suo tono con me è sempre così da quella sera.
«Mi serviva una boccata d’aria … E te?» le chiedo di rimando.
«Anche a me.» risponde abbassando lo sguardo.
«Sei bellissima stasera, te l’ho detto?» le accarezzo un braccio e lei alza lo sguardo.
«Cosa vuoi Nathan?» sta trattenendo le lacrime, ne sono sicuro.
«Stana, io non ce la faccio più ad avere questo rapporto con te! Se proprio non vuoi avere più niente a che fare con me come amante almeno torniamo amici, ti prego … Non ce la faccio a non parlarti, a non poterti abbracciare, a non uscire con te … Da quando abbiamo litigato è morta una parte di me, non riesco ad essere felice senza te vicino!»
«Hai perso la tua occasione Nate!» mi porge la giacca e rientra dentro senza guardarmi in faccia.
Io rimango fuori per altri cinque minuti, tempo di fumarmi una sigaretta. E’ diventato un vizio ormai, quando sono stressato o agitato per qualsiasi cosa mi accendo una sigaretta e mi rilasso.
Quando rientro si sono aperte le danze. Stana è seduta su un divanetto e guarda le coppie che ballano con sguardo sognante. Ad un certo punto un uomo le si avvicina, le porge la mano e vedo lei annuire con un sorriso.
Iniziano a ballare, ho un’idea.
Faccio il giro della pista e mi avvicino alla coppia da dietro in modo che lei non possa vedermi. Con la mano e un finto, anzi non proprio finto, sguardo pieno di rabbia faccio capire all’uomo che è il momento di farsi da parte. Quello lascia Stana da sola lì in mezzo alla pista inventandosi una scusa banale, lei si gira verso di me e non ha nemmeno il tempo di guardarmi che io l’afferro e inizio a ballare con lei tenendola stretta.
«Adesso rallentiamo gente!» annuncia il deejay che ha seguito con gli occhi i miei movimenti e ha capito che è il momento di far partire la canzone che gli ho dato.
«Nathan, che vuoi fare?» mi chiede Stana con lo sguardo arrabbiato mentre continuiamo a ballare lentamente.
«Ballare, non vedi?» le sorrido ed incateno i miei occhi ai suoi. Stavolta non abbassa lo sguardo. «Per favore Stana, dammi solo il tempo di parlare. Poi puoi scegliere di lasciarmi a ballare da solo e tornare da quel nano laggiù oppure di rimanere qui insieme a me.».
«Penso di aver già deciso,» risponde guardando l’uomo con cui ballava prima, «ma una piccola chance te la do solo perché poi non ci vedremo per tre mesi!»
Rincateno il mio sguardo al suo e la musica parte.

Come up to meet you, tell you I’m sorry, you don’t know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you, Tell you I set you apart.”

«Stana, io ti volevo dire che con te mi sento un uomo completo, quando ci sei tu riesco a sorridere anche quando va tutto storto. Sei la donna migliore che abbia mai incontrato ed è inutile continuare a negare quello che provo per te.»

“Nobody said it was easy, It's such a shame for us to part.
Nobody said it was easy, No-one ever said it would be this hard, Oh take me back to the start.”

«Io vivo di emozioni che nemmeno sai di darmi … Volevo dirti che ti amo, che sono innamorato di te dal primo giorno che ti ho vista, dal primo provino per la parte di Beckett! Volevo dirti anche che sono un cretino, quella sera non me ne dovevo andare via con Elisabeth e lasciarti lì cosi, ma avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno! Non è successo niente con lei quella sera, non è successo niente nemmeno con Kristin nel camerino! Quando ho riaccompagnato Elis all'hotel sono venuto davanti a casa tua, e tu eri lì, abbracciata a quell'uomo.. Non ci ho visto più dalla rabbia e sono andato via! Non ti ho detto prima cosa provo per te solo perchè volevo esserne sicuro e non prenderti in giro.. ma così ho peggiorato la situazione, scusami ...»

And tell me you love me, come back and haunt me, Oh and I rush to the start.
Running in circles, chasing tails, And coming back as we are.”

«Quindi ora se vuoi tornare dal nano vai, ma almeno sai quello che provo! »
«Nathan, quell'uomo era Mark Polish ... La ragazza l'aveva appena lasciato e lui era venuto a piangere sulla mia spalla, voleva solo essere confortato da un'amica! Non ti ho nemmeno visto quella sera, se no ti avrei spiegato ... E poi io pensavo che fossi con quella, che non ero importante per te!»
Le scappò una lacrima e io gliela asciugai con il pollice. Poi continuò:
«Ho due cose da dirti Nate, primo: guarda caso questa è la mia canzone preferita e parte proprio mentre balliamo noi due? Interessante ... Secondo: anch'io ti amo!»
Si avvicina, mi allaccia le mani dietro al collo e mi bacia.
Mi riprendo dallo shock ed emozionato come non mai ricambio il bacio con passione.


Angolo di Fede:
Penultimo capitolo con un po’ di ritardo gente!
Avete visto? Si è risolto tutto, ma non è ancora finita..
Al prossimo capitolo fantastico mondo di EFP! :D

Dedico questo capitolo al mio vero Richard, sperando che un giorno riuscirò ad abbattere questo muro che mi circonda e non mi permette di arrivare da te.
   
 
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