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Autore: Aniel_    05/03/2012    7 recensioni
Sequel di "Babysitter per ventiquattro ore". Bobby è costretto a prendersi cura di Cas, Dean e Sam versione bimbi a causa dell'ennesimo effetto collaterale delle armi di Balthazar. Per fortuna il vecchio cacciatore potrà trovare manforte in Jody Mills e Ellen Harvelle, pronte ad aiutarlo con quelle piccole pesti.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Fandom: Supernatural.
Pairing: nessuno.
Rating: verde.
Charapter: 2/3.
Genere: Introspettivo, Fluff, comico.
Warning: baby!Cas, baby!Dean, baby!Sam, dad!Bobby
Summary: in una dimensione in cui Balthazar si diverte a giocare con le armi del Paradiso...danni collaterali li chiama lui. Fatto sta che Bobby è alle prese con dei minuscoli Dean, Sam e Cas. Un salto nel passato per lui, quando ancora doveva prendersi cura di quei piccoli mocciosetti. Menomale che c'è Ellen, Dio la benedica!
Note: dato che ho ricevuto un discreto successo con quest'idea, ho deciso di scrivere il sequel di Babysitter per ventiquattro ore. Vi invito a leggerlo prima di iniziare questa lettura, poiché vi sono diversi riferimenti nonché l'imput dell'intera vicenda!
DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono. Non ci guadagno nulla!


2. Giocattoli e parchi: la fine della mia virile esistenza.



Cibare quella piccole creature era stato peggio che combattere Lucifer in persona: lungo, difficile e deludente. Sam aveva buttato giù appena due bocconi di quella pappetta orribile, Cas si era persino rifiutato di assaggiarla: in compenso, però, le pappette alla frutta sembrarono non dispiacergli affatto.
Dean, beh...Dean si era comportato come al solito, ovvero si era reso la pattumiera della situazione, ingurgitando tutto quello che gli altri avevano lasciato.
Bobby era abbastanza certo che se Dean non fosse cresciuto da cacciatore probabilmente sarebbe stato grasso.
Una volta terminato quel pranzo sofferente, in cui Bobby era riuscito a malapena a mangiare una mela, si chiese se i piccoli non avessero voglia di dormire. In genere dopo i pasti Bobby avvertiva una gran sonnolenza, e sarebbe stato lo stesso per loro, o almeno se lo augurava.
Stronzate!
Castiel era rimasto imbambolato di fronte alla tv contemplando la pubblicità di una pista telecomandata con macchinine rosse e blu: le macchinine giravano sulla pista così come la sua testa che ne seguiva il movimento. Poi, improvvisamente, si immobilizzò osservando il nulla per poi afferrare con forza le ginocchia del vecchio cacciatore.

- Che c'è Cas?- gli chiese, incuriosito da quell'espressione assorta.
- Inine- rispose l'angelo portandosi il pollice in bocca.
- Non si succhiano i pollici!- lo rimproverò Bobby allontanando la manina dalla bocca di Cas.
- Bobby inine!- ripeté con più forza.
- Inine? Che significa?-
- Inine.- ripeté un'ultima volta indicando lo schermo della televisione.
- Macchinine?- tentò il cacciatore, cercando di capire se avesse capito bene.

L'angelo annuì e Bobby si preoccupò: se Cas avesse ricominciato a piangere probabilmente il cacciatore avrebbe afferrato la pallottola nel primo cassetto dello studio e se la sarebbe sparata dritta dritta nel cervello, senza esitazioni. Non aveva mai conosciuto un bambino tanto lamentoso e piagnucolone quanto lui. Eppure era una angelo del Signore, un fottuto soldato e probabilmente dava sfogo a tutti i pianti che non aveva potuto versare durante i millenni passati a combattere.
Era comunque abbastanza prevedibile immaginare una simile eventualità: i marmocchi hanno bisogno di giocare, ma la casa di Bobby non era quella che esattamente si poteva definire un parco giochi. Gli unici giocattoli che possedeva erano quelli che lui stesso definiva tali, ovvero la sua pistola e il suo fucile preferiti e certamente non poteva farli giocare con quelli (anche se, quando Dean rovesciò una serie di libri piuttosto antichi riuscendo persino a strapparne alcuni, Bobby valutò l'eventualità di giocare davvero con le sue armi preferite; magari al tiro al bersaglio e il bersaglio sarebbe stato Dean), ritenne di dover cercare un diversivo.
Bobby, prendili con le buone...
Il cacciatore prese Castiel e lo poggiò sulle sue ginocchia, assumendo un'espressione sicura e dolce al tempo stesso.

- Ehm...Cas...qui non ci sono macchinine, e tu lo sai! Anche se sei un marmocchio, tu mi conosci. Ora guardami negli occhi e promettimi che ti comporterai bene.- gli disse mentre il bambino annuiva, convinto, e per un attimo Bobby valutò l'idea che l'angelo potesse realmente capirlo.
- E le inine?- chiese in extremis il piccolo Cas mentre il labbruccio cominciava a tremare, presagio che l'Apocalisse di Sioux Falls poteva colpire la sua casa da un momento all'altro.

Il cacciatore rabbrividì e indietreggiò con la schiena, come a volersi proteggere dall'espressione dell'angelo e dai suoi occhi blu che iniziavano dilatarsi, pronti a liberare lacrime che non avrebbe più fermato.
E invece non accadde.
Il viso dell'angelo si rilassò in un sorriso sereno mentre salutava con la manina la persona alle spalle di Bobby e scendeva dalle sue ginocchia per correrle incontro.

- Se non mi facessi pena probabilmente riderei!- commentò Ellen, afferrando Castiel e tirandolo su per un abbraccio.
- Come sei entrata?- chiese il cacciatore, sospettoso.
- La porta era aperta.- rispose distrattamente la donna, poggiando diverse buste sul pavimento.
- Che hai lì? Il frigo è talmente pieno che credo che da un momento all'altro possa partorirne un altro!- ironizzò Bobby.
- No, niente del genere. Ho portato qualcosa che ti salverà il culo- commentò Ellen mentre svuotava le borse. <(br>
Santissima donna! si ritrovò a pensare mentre distribuiva giocattoli, alcuni molto vecchi e altri invece nuovi di zecca, ai bambini che si erano lasciati andare ad un urlo di soddisfazione. I tre infatti corsero ad abbracciarla e a saltellare, felici come non mai.

- Come hai fatto a sapere che volevano giocare?- le chiese Bobby.
- Sono bambini e io sono una mamma. E poi dovevo venire qui...temevo di trovare qualcuno morto, magari i bambini!-
- Non lo farei mai! Anche se devo ammettere che per un momento stavo quasi per fare il botto...-
- E' normale Bobby- spiegò la donna -soffri di depressione post partum senza parto! Sei la mamma più strana del secolo!-

Bobby la lasciò infierire, grato di avere almeno un po' di tempo per rilassarsi. Si ritrovò finalmente comodo sul divano a guardare i tre bambini giocare allegramente e, stranamente, mentre Cas e Sam erano intenti a ruotare la testa seguendo le macchinine della pista, Dean stava spazzolando un cagnolino di peluche.
Dean che, solitamente, diceva che da bambino amava giocare con le macchine e con i robot, adesso si ritrovava a spupazzarsi un cagnolino bianco di peluche.
Ognuno ha le sue piccole vendette...
Bobby si allontanò da loro in punta di piedi cercando di non distrarli e afferrò la macchina fotografica digitale che Sam gli aveva regalato qualche mese prima. L'aveva sempre trovata estremamente inutile considerando che non aveva nulla da fotografare, ma in quell'occasione gli parve opportuno tirarla fuori dalla confezione. Si avvicinò di soppiatto al bambino, con lo sguardo vago che non parve insospettirlo affatto, e nell'esatto momento in cui Dean si avvicinò il peluche al viso in un abbraccio del tutto privo di virilità, Bobby uscì la macchina fotografica e immortalò il momento sotto lo sguardo attonito del piccolo.
Queste si che sono soddisfazioni.

- Appena torni normale ti ricatterò tante di quelle volte che non potrai neanche immaginare!- gli disse, sorridendo.
- Gnogni peeeeeee- rispose il bambino, porgendogli il peluche.
- E' il suo nome?- gli chiese nel tentativo di trattenere le risate.
- Ti... gnogni peeeeeee-. ripeté Dean, prendendo tra le mani una zampa dell'animale di peluche e dirigendosi verso gli altri due bambini.

Dean crollò in mezzo a Cas e Sam, lasciandosi coccolare da entrambi mentre Cas si aggrappava al suo braccio e gli faceva vedere la pista.
Bobby dovette ammettere tra sé che fossero adorabili ma fu attento a non dirlo ad alta voce.

- Ehi Bobby, vieni a darmi un mano!- ordinò con il solito tono autoritario Ellen, affacciandosi dalla cucina.
- Si donna, dammi solo un secondo- le rispose sorridente mentre chiudeva la macchina fotografica a chiave nel primo cassetto dello studio.

Bobby si incamminò verso la cucina e vide Ellen che, con un'espressione radiosa in viso e un sorriso che avrebbe fatto invidia anche alla donna più bella del mondo, tirava fuori da un borsone dei vestiti talmente piccoli che il cacciatore si chiese se non avesse sbagliato qualcosa.
Poi si ricordò che i mignon erano ancora nell'altra stanza urlando "inine" e "Gnoni peeeee".

- Perché hai portato i vestiti?- chiese il cacciatore e la donna lo guardò come se fosse ovvio.
- Non vorrai che si prendano un accidenti, vero? Perché è ok prendersi cura di bambini sani, ma se si ammalassero penso che sarebbe la fine e tu valuteresti seriamente l'idea del suicidio!- spiegò lei, prendendo tra le mani un cappottino nero.

Il cacciatore ancora non capiva: come potevano ammalarsi in casa? Si, magari la casa di Bobby non era esattamente delle migliori, così piena di spifferi e porte e finestre aperte, ma da lì ad ammalarsi era proprio un'esagerazione bella e buona!
Quando però i marmocchi irruppero nella cucina con alcuni giochi tra le braccia e i visini allegri e soddisfatti, Bobby capì.

- Stiamo uscendo?- chiese, spaventato.
- Certo! Non vorrai che restino qui tutto il giorno no? E poi la verità è che si tratta di un trucco...-
- Uno dei tuoi trucchi da mamma?-
- Si- rispose Ellen, aiutando Sam ad infilarsi il cappottino, - li portiamo al parco così potranno giocare e divertirsi e abbastanza sicuramente crolleranno come sacchi di patate al ritorno.-
- Vuoi sfiancarli per avere un po' di pace? E' quasi immorale...-
- Non è immorale. E' solo furbo!- disse infine, ammiccando.

Quando furono sul punto di uscire accadde qualcosa che infastidì parecchio Bobby: Cas e Dean si spintonavano a vicenda, ognuno per prevalere sull'altro e avere il posto d'onore tra le braccia di Ellen.
Quei due idioti traditori stavano litigando per Ellen.
E io chi sono? Lo scemo del villaggio?
Una manina gentile lo strattonò per la camicia che indossava e il cacciatore fu lieto (se non addirittura commosso) che Sam desiderava essere portato da lui.
Ecco, Sam! Quando torni normale gliela facciamo pagare insieme a quegli ingrati pensò afferrando il bambino tra le braccia.
- Va bene, va bene bambini, calma! Vi prendo tutti e due, non litigate!- disse loro Ellen, tirandoli su entrambi.-
- Nooooooooooo Gnogni peeeeeeeee.- iniziò ad urlare Dean, indicando il peluche ai piedi di Bobby.
- Bobby prendi Gnogni peeeee!- disse la donna mentre si dirigeva verso la porta.

Bobby prese il peluche e lo porse a Sam mentre cercava le chiavi della macchina, ma la vocina di Sam lo distrasse.

- Cannolino, no gnogni peeee- disse, osservando il peluche.
- Lo so che è un cagnolino, ma tuo fratello è stupido che ci vuoi fare- gli rispose, strappandogli così una risata.

Quando arrivarono al parco, il vecchio cacciatore si chiese se fosse normale che ci fossero più bambini che adulti: era spaventoso! Marmocchi di tutte le età e dimensioni pullulavano in quel parco giochi neanche troppo grande e Bobby si sentì quasi mancare l'aria solo al pensiero di doversi ficcare in mezzo a tutta quella confusione.
Datemi un po' di demoni da far fuori piuttosto!
Un frullio indistinto di ali costrinsero il cacciatore a voltarsi, ritrovando il proprio sguardo agganciato a quello verde e burlone dell'ultima persona che al momento aveva voglia di vedere.

- Ho una giornata libera, posso fare il babysitter anche io?- chiese il nuovo arrivato ammiccando ad Ellen.
- E quello chi è?- chiese la donna inarcando un sopracciglio.
- Gabriel.- rispose il cacciatore, sia per presentarlo che a mo' di saluto. - Che vuoi?-
- Perché sei sempre così burbero?- domandò l'Arcangelo con fare innocente che proprio non gli si addiceva affatto.
- E' un effetto collaterale della barba e del cappellino!- rispose ironico Bobby, tenendo ben stretta la mano di Sam.

L'Arcangelo parve ignorarlo e lo superò dirigendosi verso la donna che teneva per mano sia Dean che Castiel. Gabriel si inginocchiò appena e afferrò Cas tra le braccia, il quale non fece storie: probabilmente riusciva ad avvertire comunque che si trattasse di un fratello.

- Ehi bro, sei adorabile. Ti porterei in giro a rimorchiare!- ridacchiò osservando gli occhioni azzurri del bambino.
- Non ho ancora ben capito chi sei...- riprese Ellen, infastidita.
- Mi chiamo Gabriel, sono un Arcangelo e questo fagottino dallo sguardo allampanato è mio fratello- rispose secco, prima di rivolgersi nuovamente al piccolo, - ora noi ce ne andiamo, Cas, ok?-
- Non esiste nel modo più assoluto. Castiel resta con noi...- obiettò autoritaria la donna, sfoderando il ringhio da mamma.
- Credi di potermi impedire di portarlo via da qui?-
- Se sua santità l'Arcangelo non vuole essere preso a calci in culo consiglierei di ridarmi il bambino, grazie.- rispose Ellen con un'espressione talmente infuocata che, se Gabriel non fosse stato un Arcangelo, probabilmente sarebbe morto incenerito.

Castiel si sporse verso Ellen, cercando di farsi prendere nuovamente in braccio e la donna non se lo fece ripetere due volte: prese il bambino e lo allontanò dalla presa salda del fratello. Gabriel arricciò le labbra, visibilmente infastidito, ma non aggiunse altro; si voltò nuovamente verso Bobby, ignorando la presenza di tutti gli altri.

- Balthazar dice che l'incantesimo durerà ancora un po' e che probabilmente domani sera torneranno normali. Ma credo che tu sappia che non sono al sicuro, specialmente Castiel. Raphael vuole fargli il culo a strisce e io non posso semplicemente fermare mio fratello considerando che sono un disertore quasi quanto Cas- gli disse, lo sguardo per una volta serio.
- Credi che sia un idiota? Ho abbastanza armi angeliche e olio sacro in macchina da poter far fuori un'intera legione di angeli, non preoccuparti!- lo schernì Bobby.
- Posso almeno restare qui? Per sicurezza!-
- Perché ti importa tanto? Insomma credevo che lo odiassi, che li odiassi.-
- Sto solo ricambiando il favore, ok?- concluse l'angelo, portando Sam verso le altalene.

Non era molto chiaro il perché Gabriel si interessasse tanto alla protezione dei ragazzi e di Castiel, ma Bobby ritenne che doveva avere a che fare con il fatto di aver risvegliato quella coscienza millenaria che l'Arcangelo aveva seppellito sotto chili di caramelle e innumerevoli incontri occasionali.
Gabriel era tornato in sé, ma questo lo rendeva ancora un disertore agli occhi del cielo e tra disertori ci si aiuta, o almeno era quello che pensava il cacciatore. Lo vide comunque fare il perfetto babysitter, aiutando persino Dean quando Gnogni peeeee aveva perso un occhio dopo l'impatto con un auto in corsa (Bobby ringraziò il cielo che si trattasse di Gnogni peeeee e non di Dean) e riparandolo completamente.
Quando finalmente decisero di tornare a casa, i tre bambini di erano accoccolati in macchina ed erano crollati in un sonno profondo.
Sono davvero meravigliosi...quando dormono.
Gabriel disse a Bobby che lo avrebbe raggiunto direttamente a casa perché, testualmente, avevano delle cose di cui parlare e se un Arcangelo pronuncia certe parole con quel tono sicuramente non si presagiva nulla di buono.




Spazio dell'autrice : bentornati in quest'avventura del nostro caro Bobby! State facendo un'ola per il povero Gnogni peeeee, l'animaletto di Dean? Lui lo ama davvero...anche da adulto lo nasconde sotto il cuscino ^^ Fatemi sapere cosa ne pensate e grazie a tutti coloro che hanno recensito e letto la storia! Thanks sweethearts ! Baci, E.
P.S. per chi volesse questo è il mio account Twitter, dove in genere informo delle nuove idee e degli aggiornamenti delle storie! :)
   
 
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