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Autore: FannyHarris    05/03/2012    2 recensioni
Questo è il momento in cui Tapion dona la sua spada a Chibi Trunks. Avviso sin da ora che il momento è sicuramente diverso da quello visto nel film che sinceramente parlando non ricordo bene visto che l'ultima volta che l'ho visto sono stati anni fa. C'è una piccola riflessione finale di Vegeta :)
Ditemi che ne pensate perché sono curiosa di saperlo :)
baci, Fanny
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tapion, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Una dolce melodia.

"For too long, you've fed on the misery of others. You stole from me everything precious and dear. But no more. It ends now."

Una dolce melodia riecheggiava nell’aria, acquietando uomini e animali. Il vermiglio tramonto rendeva il panorama incantevole e speciale. Eppure quello era il pianeta che per secoli l’aveva ospitato e che l’indomani si sarebbe lasciato alle spalle, pronto a partire per dare una via di salvezza al suo amato pianeta. Il sole, che nella giornata era stato d’oro e aveva illuminato tutto, ora era color cremisi e pareva che avrebbe inghiottito tutto ciò che gli si fosse parato di fronte … Lui compreso.

Il temibile Hirudegan era stato sconfitto, finalmente un carico che per millenni aveva gravato sulle sue spalle era scomparso definitivamente, anche se nel suo animo si sentisse debole, visto che non era riuscito a liberarsi del mostro, che gli aveva portato via tutto, con le sue sole forze.

“Te ne vai, di già?” Una voce squillante interruppe l’armoniosa melodia e la pace che si era stabilita. Un bambino stava in piedi su di una roccia con il sole morente dietro di sé, con aria triste e distante.

“Sì. Il mio posto non è qui.” Proferì con voce risoluta, dando le spalle al piccolo Trunks.  Tapion era il protettore del suo pianeta, e visto che in una linea temporale aveva fallito, voleva rimediare alla sua grave mancanza nei confronti dei suoi cari. L’indomani sarebbe partito per adempiere appieno al suo dovere.

Trunks sbuffò. “Io non ti capisco! Questo è il presente, non puoi pretendere di sistemare tutto tornando indietro. Dovevi salvare tuoi quando ne avevi l’occasione!” Sbottò con gli occhi arrossiti, e si mise a braccia conserte, in attesa della risposta. 

“Questi non sono problemi tuoi. Perché sei qui?” Tapion pareva non avesse la minima intenzione di guardare Trunks negli occhi. Quest’ultimo iniziò a sentire le lacrime premere per venir fuori, ma con sforzo le ricacciò dentro.

“Perché sei il mio eroe.” Disse in un sussurro. Era un bambino, e non poté trattenersi oltre; una piccola lacrima solcò il paffuto viso del piccolo.

“Forse un giorno capirai. Conoscerai la solitudine e la malinconia, e ti ricorderai di me. Imparerai a combattere non solo per sentirti il più forte, ma per gli altri. Forse un giorno il destino di questo pianeta graverà sulle tue spalle, non sarai più un bambino … sarai maturo e forte da capire tutto.” Si voltò e per la prima volta sorrise al suo piccolo seguace.

Trunks lo osservava con aria interrogativa, nonostante nel profondo del suo animo capiva bene le parole dell’eroe del pianeta Conuts. Gli occhi color blu, come i flutti del mare, si spostarono sulle mani di Tapion, le quali, dopo alcune mosse, recarono un particolare oggetto.

“Questa è per te. Sei un guerriero forte e coraggioso. Un giorno tu sarai un eroe …” Disse con voce seria e rigida, chinandosi su di Trunks, che lo guardava  meravigliato. Il ragazzino dai capelli lilla indietreggiò, indeciso. “Ma è la tua spada! Cosa vuoi fare?” Urlò, indicando l’oggetto, protetto nella sua fodera, con gli occhi spalancati.

“Adesso è tua.”

Le mani di Trunks si mossero da sole e presero fra le mani quel dono per lui così speciale. Il giovane, infatti, sin dalla prima volta che aveva conosciuto Tapion, avvolto nel mistero e nella solitudine, aveva provato come un innato affetto. Gli portava da mangiare e nonostante i suoi rifiuti e la sua iniziale avversione non si era arreso.

Tapion era il suo eroe, come un modello da seguire.

Gli occhi azzurri si riflessero sulla parte luccicante della lama. “Grazie.” Sussurrò, felice come non mai. 

 

Intanto, in lontananza, Vegeta aveva osservato la scena e si era chiuso in sé a riflettere. Si ricordò di Mirai Trunks, cresciuto così diversamente da Chibi Trunks. Il primo aveva vissuto nella solitudine e nel terrore, senza un padre e senza nessun amico, eccezion fatta per Gohan, anch’egli morto molto presto, e assumendosi le colpe di tale devastazione. Sulle sue spalle gravava il peso del pianeta e lui era l’eroe debole che, nonostante il suo impegno, non riusciva a riportare la pace.

Tapion gli ricordava molto la controparte di suo figlio, del futuro alternativo.  Entrambi, animati da un forte senso di giustizia, avevano deciso di intraprendere un viaggio nel passato, pur di compiere il loro dovere. La fresca brezza del tramonto aveva portato le parole dell’alieno sino alle sue orecchie … Si sentiva fiero di suo figlio. “Sei il figlio del principe dei sayan, non dimenticarlo mai.” Bisbigliò con gli occhi neri inchiodati al sole, color rosso fuoco.

La dolce melodia della speciale ocarina riprese ad allietare la natura e accompagnò il sole per tutto il suo tragitto …

 

   
 
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