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Autore: AshenFlower    05/03/2012    1 recensioni
“Andrà tutto bene”, bisbigliò, stringendo la sua bambola al petto e mettendosi sotto le coperte, cercando di scaldarla. “Non sei rotta, non sei rotta”, continuò a sussurrarle, “Non sei rotta”.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Broken



La scosse debolmente, senza ottenere risposta.

La mosse ancora e ancora, imponendosi di essere delicata, perché non voleva farle male, ma come poteva restare tranquilla? Non si muoveva.

L'accarezzò con la punta delle dita, la pelle bianca e brillante e fredda. Provò a chiamarla, a sussurrare il suo nome, ma la voce si spense nel buio della sua stanza, senza ottenere risposta.

Allora si morse il labbro, asciugandosi una lacrima col dorso della mano, mentre con l'altra le carezzò i capelli. “Andrà tutto bene”, bisbigliò, stringendo la sua bambola al petto e mettendosi sotto le coperte, cercando di scaldarla. “Non sei rotta, non sei rotta”, continuò a sussurrarle,

Non sei rotta”. Ma rimaneva immobile. La strinse forte.

L'aveva fatta cadere tante volte, graffiata tante volte, sbattuta tante volte, ma era sempre stata perdonata. “Non preoccuparti”, la rassicurava, “tanto ero già rotta, rotta dentro”, diceva la sua bambola. Poi, quel pomeriggio, l'aveva spaventata.

Sento le crepe”, aveva pianto.

Si era staccata da lei, come se il freddo della sua pelle di plastica fosse d'un tratto insopportabile.

Non so curarti”, aveva sussurrato, abbassando lo sguardo.

Allora aveva chiuso gli occhi, e non si era più mossa.


Strinse più forte a sé quel corpo immobile senza più remore né paura, cercando di assorbire nel profondo quel gelo che l'aveva tanto scossa. “Avevi paura”, mormorò, mentre lacrime silenziose cadevano nel vuoto del buio, senza rumore, “avevi paura e ti ho abbandonata”.

Chiuse gli occhi e passò le dita sulla plastica, cercando di sentire le fenditure più profonde, il punto in cui tutto aveva incominciato a spaccarsi, ma non ve n'era traccia. Sentì la disperazione attanagliarle la gola e si portò una mano al petto, e neanche lì, sebbene il dolore, trovò le ferite.

Sorrise fra le lacrime. “Ho capito”, bisbigliò al silenzio, “adesso sono rotta anch'io”.

Parlami”,

implorò.

E la bambola rimase immobile, gli arti abbandonati fra le sue braccia, gli occhi fissi nel vuoto e un leggero sorriso stampato sul volto graffiato e logoro, da brava bambola rotta qual'era.


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Potreste essere la bambola, potreste essere la bambina, o entrambe. Vedetela come volete, leggeteci ciò che preferite, un tutto o un niente, come la storia stessa.
Come al solito, ogni critica-consiglio sono ben accetti. Grazie anche solo a chi leggerà.
Alla prossima!
___Kairi___
  
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