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Autore: Unknown Amos    05/03/2012    1 recensioni
Non mi resta che il nulla immutabile.
La gente continuerà a sbattermi in faccia la sua felicità mascherandola per simpatiche nevrosi.
La mia sigaretta continuerà a bruciare ricordandomi il tuo profumo.
[...]Sto respirando nella speranza che un giorno tutto questo cambi, che l'odore delle Camel non mi faccia più pensare a te, che la pioggia torni ad essere soltanto acqua inquinata, che i Rolling Stones non siano suonati con un Ukulele verde, che Roma ridiventi solo amara.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza fiorire, queste rose sono già morte.




Non mi resta che il nulla immutabile.

La gente continuerà a sbattermi in faccia la sua felicità mascherandola per simpatiche nevrosi.

La mia sigaretta continuerà a bruciare ricordandomi il tuo profumo.

Il buio e il freddo saranno indelebilmente impressi nelle mie memorie di te.

Ora tu parti.

Te ne vai a New York, per sette giorni o per sette anni m'è davvero indifferente a questo punto; perfino l'America ti sarà più vicina di quanto non lo sia io.

È devastante, lo so, scrivere per qualcuno che a malapena sa come ti chiami.

Ma sono fatta così, masochista fino al midollo.

Questo non ha senso, la mia vita,al contrario, sì.

Sto respirando nella speranza che un giorno tutto questo cambi, che l'odore delle Camel non mi faccia più pensare a te, che la pioggia torni ad essere soltanto acqua inquinata, che i Rolling Stones non siano suonati con un Ukulele verde,che Roma ridiventi solo amara.

Sì, e domani riderai con chiunque che non sia io.

E i flebili bei ricordi rotolano giù più veloci delle lacrime, ma sinceramente questi mi sono alquanto inutili.

Non ci faccio nulla con i tuoi sorrisi appesi alla pensilina di un bus,

non ci faccio nulla con i tuoi occhi azzurri.

Saresti stupito di conoscere il potere che hai su di me, però forse lo sai già e te ne freghi  ugualmente.

Ma non saprai mai che ho ancora la consistenza della lana del tuo blazer fra le dita, non ascolterai mai le mie note, non vedrai mai i miei colori.

Crudele quanto queste tue mancanze feriscano solo me.

Io che conosco fibra per fibra la maglia del tuo cappotto, io che sono costretta ad ascoltarmi suonare tutto il giorno, io che spendo minuti a bere cappuccini nel solito locale rosso.

Non voglio finire per perdermi nuovamente in labirinti che consideravo passati, ed è per questo motivo che per la prima volta un “Noi” non è mai esistito nemmeno nella mia testa, è per ciò che ho incatenato la fantasia, prostrandola sotto una debole e deleteria incertezza.

Sapevo che mi sarei ritrovata a scrivere di te, della tua chitarra e del tuo fumo, con le lenti appannate di tristezza e con una Camel ancora fumante che carbonizza il mio requiem nell'ultimo mucchietto di cenere.

Dio, se mi ascolti, sai cosa fare.

________________________________________________________________________

N.D.A.
Periodo osceno. Che passerà è fuor di dubbio, ma è anche vero che il nazismo è dovuto durare venti anni prima di finire.
Spero stiate bene.


 

   
 
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