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Autore: Ciulla    05/03/2012    5 recensioni
ATTENZIONE ATTENZIONE!
Questa fanfiction che andrete a leggere è una Mycrello. O se preferite, una Ombroft. E' da tempo che l'idea - ahimè alquanto insana - mi frullava in testa...
Comprare lo zucchero filato al fratello a volte può rivelarsi una bruttissima idea...
Genere: Demenziale, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mycroft Holmes , Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Mamma, mamma! Comprami lo zucchero filato!”
“No Sherlock, non se ne parla! Con i soldi che ho speso per tutto quello che mi hai fatto acquistare potremmo comprarci una nuova casa!”
Sherlock le fa una linguaccia. “No mammina. Questa è un’esagerazione, vile come una bugia perché s’allontana in egual modo dalla verità. Però io voglio lo zucchero filato!”
“Ti ho già detto di no, Sherlock!”
Un sorrisetto diabolico si dipinge sul volto del piccolo bimbo, subito sostituito da una palesemente falsa smorfia di dolore e disappunto.
Sherlock, bambino di soli cinque anni ma più furbo di qualunque adulto, si finge offeso, allontanandosi dalla mamma e andando a stringere la mano al fratellone.
Sa che Mycroft non resisterà ai suoi occhi da cerbiatto, e infatti il dodicenne, dopo una strenua resistenza durata intorno ai sette secondi, si dirige sconfitto verso la bancarella dei dolci, comprando con i soldi della propria paghetta lo zucchero filato per Sherlock e un enorme pacco di caramelle per sé.
“Mycroft ti voglio bene!” Strilla il bambino facendosi sciogliere in bocca pezzi di quella dolce e soffice nuvola rosa. “Però”, aggiunge subito, “Non avresti dovuto comprare le caramelle. Sei già sovrappeso!”
Il fratello gonfia leggermente le guance già piene nel tentativo di reprimere il sorriso che sempre gli causa l’insolenza del piccolo. “Bel modo per ringraziare, Sherlock!”
Non è veramente offeso, ma anche se lo fosse basterebbe l’innocente risata cristallina del fratello a sciogliere tutto il risentimento. Mycroft non può resistere alla dolcezza di Sherlock. E così i due fratelli si ritrovano soddisfatti a dirigersi verso casa, mano nella mano, con le bocche zuccherose e le pance piene.
Sono le dieci di sera, ed è la fine della loro mensile visita al luna park. Pochi negozi sono ancora aperti. I due fratelli, preceduti a poca distanza dalla madre, sfilano davanti alla selva di vetrine spente o illuminate, guardandole per abitudine ma senza prestarvi effettiva attenzione.
Improvvisamente, però, Mycroft si blocca, folgorato, fermando di conseguenza anche Sherlock, appeso alla sua mano come un koala si afferra a un albero. Sherlock, stanco e irritato, comincia a chiedere con la sua acuta vocina di essere portato a casa senza alcuna sosta, ma viene crudelmente ignorato.
“Mamma!” Chiama Mycroft scansando infatti le suppliche del bambino.
La madre si volta, guardando il figlio con aria interrogativa e un po’ seccata. “Cosa c’è, tesoro?”
Il ragazzo controlla frettolosamente il suo leggero portafoglio, poi chiese: “Mi daresti un anticipo sulla prossima paghetta? Non ho abbastanza soldi.”
“Ma figliolo, cosa vuoi comprare in quel negozio?”
Mycroft indica un oggetto, fissandolo con occhi estasiati e luccicanti.
La madre lo guarda sconvolta. “Non dire idiozie! Ne abbiamo a bizzeffe a casa!”
“Ma lui è speciale!” Prova a ribattere Mycroft, ma la madre lo afferra con una mano, l’altra già stretta attorno al polso di Sherlock. E per la prima volta Mycroft non si preoccupa del fatto che la vigorosa presa possa causare dolore al fratellino: i suoi occhi sono tutti per lui.
Se esiste un simile oggetto, capace di evocare tante emozioni nel suo anonimato, perché dovrebbe preoccuparsi del fratello? Oltretutto, se quella peste non avesse voluto lo zucchero filato, lui avrebbe avuto abbastanza soldi per comprarsi quell’utile e affascinante utensile da sé.
Una lacrima riga la guancia del giovane, che prima di farsi trascinare via dalla madre lancia un’ultima occhiata malinconica all’oggetto dei suoi sogni.
Di una cosa è certo.
Un giorno quell’ombrello sarà suo.
   
 
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