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Autore: LoryFoxie    06/03/2012    0 recensioni
Qui c'e' di nuovo la mia piggì mezza-sirena. Questa volta dopo lo svolgimento di una missione, dove ha dovuto uccidere un demone che precedentemente si era impossessato del corpo di una bambina. Questo e' quello che accade dopo.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Crystal, la sirenetta soldato.'
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Come era potuto succedere? Cos'aveva fatto di male quella piccola bambina per meritarsi un destino del genere? Prima aveva dovuto subire la perdita della madre, poi lei stessa era morta della stessa malattia, ma, come non bastasse, era stata riportata in vita grazie ad un orribile demone evocato dal padre; demone che ogni notte la possedeva, e che l'aveva condotta all'Istituto, che ora vedevo davanti a me, per rubare dei libri sulla possessione demoniaca. Decisamente un orribile destino, e noi non eravamo riusciti a salvarla.
Per cercare di stare meglio, continuavo a ripetermi che era troppo tardi per farlo, che anche volendo era condannata, che non era colpa nostra ma del padre. Però nulla riuscii a sollevarmi minimamente il morale, ed il rimorso che continuavo a provare. Se ci fosse stato un modo per salvarla e noi non l'avevamo capito?
Se io, essendo stata la prima a colpirlo, avessi scatenato una serie di eventi che potevano benissimo essere evitati? Se gli avessimo dato i libri cosa sarebbe accaduto? Probabilmente Amanda sarebbe ancora viva. Probabilmente, di giorno sarebbe la stessa bambina di sempre, avrebbe ritrovato suo padre, condotto una vita quasi normale, magari il demone l'avrebbe protetta, visto che ci andava di mezzo lui stesso.
Il tempo di tutti quei pensieri, e non mi ero accorta della piccola bara bianca che era appena uscita dal portone principale dell'Istituto per le Piccole Menti Talentuose.
Vidi i Wauer, Jor, Mikaelus,.. tutti vestiti di nero, tutti riuniti per un ultimo saluto ad Amanda. Sentii nuovamente un groppo in gola mentre mi si avvicinavano per raggiungere i cancelli e superarli, diretti alla piccola cappella di Gavonia. Li seguii, silenziosa, mescolandomi in mezzo al flusso nero di persone che si muoveva lentamente. Ero una macchia troppo colorata fra quegli abiti spenti, ma non avevo con me altro che la divisa, purtroppo. Fortunatamente però, nessuno sembrò farvi caso, e raggiungemmo il luogo in poco tempo. La messa fu molto sobria, e sencondo me anche troppo: non si meritava nulla di più, quel piccolo angelo? Non c'era davvero nessuno che potesse regalarle almeno un addio migliore? Del resto fu comunque pesante, per me, dover rimanere ferma lì ad osservare ed ascoltare. Ogni parola del sacerdote mi sembrava una pugnalata allo stomaco, indifferentemente che io credessi nel loro Dio o meno. Ciò che era avvenuto era stato qualcosa che non mi sarei mai e poi mai perdonata, anche se fossi stata costretta a uccidere di nuovo in futuro, magari per salvarmi. Mi trovavo dietro Jor e Mikael in quel momento, e fu quando sentii i singhiozzi del primo che non riuscii più a trattenere le lacrime a mia volta; così lasciai che esse prendessero a colare silenziosamente lungo le mie guance, senza emettere il più piccolo suono. Il resto della cerimonia proseguii più o meno nello stesso modo, i bambini davanti a me, io dietro a piangere e ricevere un pugno dopo l'altro allo stomaco, e qualcuno che parlava di cose senza senso, spettegolando su quello che era accaduto. La maggior parte degli abitanti di Ganovia che erano lì, non erano proprio intenzionati a rimanersene buoni: mi voltai verso la folla, fra la quale vidi anche il paggio (il ragazzo gentile che ci aveva dato un po' di indicazioni), ed oltre a lui potevo benissimo vedere le bocche dei presenti muoversi in sussurri agitati. Tutti temevano che, se la bambina fosse veramente stata posseduta come loro sospettavano, i loro figli sarebbero stati in pericolo.
Qualcuno propose addirittura, a voce un po' più alta, di bruciare il cadavere. Ed io ero già pronta ad intervenire, qualora avessero davvero provato a riesumare la tomba appena sepolta. Fortunatamente, non fu così, perchè Caspar prese parola, e, con un sospiro, si rivolse a tutti i presenti.
« Ciò che e' avvenuto, e' stato un brutto incidente. Amanda era pero' una bambina timida, buona, e che non ha nessuna colpa di ciò che le e' accaduto. » cominciò, con tono serio e lento, che io capii essere un modo per cercare di attirare l'attenzione di tutti su di sé, mentre li scrutava attentamente, per poi incrociare i miei occhi e rivolgermi un breve cenno con il capo, mentre io mi affrettavo ad asciugarmi le lacrime con il dorso della mano destra.
« Vi prego di non mettere in dubbio il suo buon cuore, soprattutto adesso che non e' più con noi. » continuò, tornando a vagare con lo sguardo in giro, fissandolo su ognuno dei presenti come a voler imprimere a fuoco quello che diceva.
« Chi di voi ha mai perso un figlio? Chi di voi sa cosa si prova? Per me e' stata una grave perdita, e sono sicuro che anche voi non vorreste che il vostro bambino venisse bruciato per qualcosa di assurdo e senza prove. »
Voltai a mia volta lo sguardo per guardarli: era ovvio che non tutti fossero convinti, anche perchè non avevano ricevuto spiegazioni riguardo al misterioso incidente; ma nessuno disse altro dopo quel breve discorso, e la cerimonia si concluse senza altre interruzioni. Quando tutti iniziarono ad andarsene, Jor e Mikaelus sembrarono accorgersi della mia presenza, e si voltarono lentamente verso di me. Fu Jor, il piccolo nanetto, a parlare per primo, mentre Mikaelus si limitò a guardarmi.
« Perchè piangi, signora? » mi chiese, con una voce così dolce che a stento riuscii a trattenere nuovamente le lacrime. « Mi sono fatta male.. » risposi quindi, non sapendo cos'altro dire, inginocchiandomi davanti a lui, per essere più o meno alla stessa altezza dei suoi occhi.
« Ma dove? Non c'e' sangue. Anche Amanda non era coperta di sangue, l'abbiamo vista che dormiva dentro lo scrigno, pero' ci hanno detto che era ferita. » rispose prontamente, quasi a chiedermi anche il motivo per cui la sua piccola amica stava dormendo in quello 'scrigno'.
« Per Amanda e' diverso.. lei.. sta dormendo, non e' ferita. » come altro potevo rispondergli? « Io invece mi sono fatta un po' male, qui » continuai, indicandomi il cuore, « ma passerà presto. » conclusi, sorridendogli. Lui mi annuii, e sorrise anche. « Quando Amanda si sveglia, devo dirle una cosa importante.. » dovetti guardarlo un po', per fargli capire che poteva andare avanti, prima che riprendesse a parlare « ..se io sono un prode guerriero, secondo me lei può fare la principessa, e così posso salvarla dal drago! » e concluse l'ennesima pugnalata al mio cuore con una breve risata, prima di correre via, intenzionato, probabilmente, ad andare ad allenarsi come al solito. Cercai di respirare a fondo per riuscire a trattenere le lacrime, ma alla fine una comunque sfuggì al mio controllo; fu Mikaelus, con mia sorpresa, ad asciugarmela, guardandomi poi dritta negli occhi. Lui sapeva praticamente tutto, no? Era lì quando avevamo trovato i libri nella cassapanca di Amanda, e forse da tempo sospettava qualcosa; chissà, magari una notte l'aveva anche vista mentre si trasformava, ma non ebbi il coraggio di chiederglielo.
« Non piangere Crystal, non e' colpa tua. » mi disse, dolcemente, cercando poi qualcosa nelle tasche e tirandone fuori la piccola ninfea cristallizzata che gli avevo regalato, indicandomela. « Vieni. » aggiunse, prendendomi per mano.
Lasciai che mi conducesse proprio accanto alla tomba di Amanda, e lo osservai in silenzio mentre appoggiava il fiore sulla lastra di marmo bianca, accarezzandolo un ultima volta con le piccole dita.
« Secondo me adesso e' felice. » disse, annuendo, voltandosi verso di me per guardarmi di nuovo. Poi, come ricordandosi qualcosa di importante, fece una faccia un po' scocciata, e sbuffò.
« Mi hanno messo in punizione, sarà meglio che vada anche io. » il tono che usò era quasi da duro, adulto, ma i suoi occhi sembravano volermi sorridere, come augurandosi che ci saremmo rivisti di nuovo, così mi chinai verso di lui e l'abbracciai; con mia sorpresa non si dimenò, anzi, ricambiò l'abbraccio, e quando mi staccai da lui mi sorrise. « Non e' davvero colpa tua. Sono sicuro che avete fatto quello che potevate, anche se non so cos'è successo. Ora ti saluto, spero che tornerai a trovarmi! » disse, prima di allontanarsi, facendomi un saluto con la mano.
Rimasi da sola davanti alla tomba di Amanda, e nella cappella regnava il silenzio assoluto, salvo qualche mormorio di preghiera lontano alle mie spalle. La guardai a lungo, senza sapere davvero cosa pensare. Nonostante le parole di Mik, ero sicura che mi sarebbe servito un po' di tempo, prima di riuscire a mettere da parte l'accaduto. Intanto, pero', dovevo riuscire ad andare avanti, e soprattutto era ora di tornare in Accademia. Mi alzai, quindi, ed uscii dalla struttura, senza voltarmi a guardare né la tomba, né la ninfea. Per quanto doloroso, avevo imparato qualcosa di importante: cercare di riportare in vita i morti era qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto provare a fare, e quindi ero felice di non aver mai messo in pratica le decine di incantesimi che mi erano passati sotto mano quando ero solo una ragazzina, e la perdita di mio padre era ancora dolorosissima e recente. Cos'avrei fatto, se fosse tornato sotto forma di mostro? Mi sarei lasciata uccidere o mi sarei difesa? Fortunatamente, lui non aveva dovuto subire il brutto destino della piccola, e tanto mi bastava, per ora.
   
 
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