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Autore: Final27    06/03/2012    1 recensioni
La data di scadenza arriva per tutti, prima o poi.
John Earnest lo sapeva, quella sera:
Un esattore non ha bisogno di bussare alla tua porta, se è già dentro di te.
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Kukukuku...ben svegliato, pigrone mio. Su, alzati e cerca di recuperare quel poco di cervello che ti è rimasto, ché il buon giorno si vede dal mattino!
 
Infastidito da queste parole, John aprì gli occhi.
Il sonno gli stava ancora intorpidendo i sensi, ma riusciva a notare, da quel poco che vedeva, che era ancora sdraiato nel letto di camera sua e che il sole non era sorto.
Sbadigliando, si alzò a mezzo busto e si stiracchiò per un poco. Riusciva a intravedere, in mezzo all'oscurità che lo avvolgeva, il prezioso armadio di mogano ed ebano a tre ante che campeggiava nella stanza.
 
Bene...alzati, ragazzo mio. Credo tu abbia dormito abbastanza...o no? No, non hai dormito abbastanza: tre ore di sonno son un po' poche per chi deve svegliarsi alle sette e andare a lavorare all'anagrafe, no - la voce rimbombò ancora nella mente.
 
Chiedendosi se fosse un effetto del mal di testa tanto forte da fargli pulsare le tempie, John si girò e raggiunse il comodino alla destra del letto a tastoni.
Cercò la sua sveglia, controllandone sommariamente la superficie con la dita; stranamente, non la trovò.
"Che...che è successo?" – domandò, sussurrando tra sé e sé.
 
Sapessi, ragazzo mio! Direi che ti stanno succedendo tante cose, che comunque sono tutte ricollegabili ad una sola, molto, MOLTO importante. Quella di cui stai prendendo coscienza, è che senti una voce strana in quel tuo cranio bacato.
 
"Chi... chi ha parlato?!? CHI HA PARLATO?!?" - gridò John.
Di scatto portò il busto in avanti e diede rapide occhiate alla stanza, senza notare nulla. Ancora più stranito, gettò via le coperte e si alzò.
Lentamente si avvicinò alla porta di ingresso, a destra del letto, e ne batté più volte i pugni contro lo stipite.
"Chi ha parlato?!?" - iniziò a strepitare - "Il deficiente che perde tempo a disturbare gli altri nel cuore della notte sappia che il suo scherzo è totalmente di pessimo gusto!"
 
Certo, lo sarebbe...se fosse uno scherzo. Ma, per tua sfortuna, non lo è affatto…
 
Sentendo ancora quella voce misteriosa, John afferrò il pomello della maniglia e lo ruotò convulsamente per aprire la porta; per quanto si sforzasse, questa si ostinava a rimanere chiusa.
 
Tipico: cerchi di scappare...tutti quanti cercano sempre di scappare. Lo fanno talmente tanto spesso che sta diventando noioso e irritante! Non ho tanto tempo: mi devo presentare a un sacco di altri pazienti. In questo periodo poi, sono oberato di impegni...
 
John iniziò a tremare con ancora più vigore e si fiondò verso l'unica fonte della fioca luce che illuminava la stanza: la finestra.
Tentò di aprirla, ma, come con la porta, ogni suo sforzo fu inutile.
Ancora, notò un altro particolare inusuale: per quanto la porta riflettesse la luce proveniente dall'esterno, non riusciva a notare niente oltre al vetro, che sembrava essere diventato perfettamente translucido.
"Cosa...cosa?!”- si meravigliò ancora di più.
Così, si allontanò dalla porta, ansante e scosso da tremiti.
 
Eheheheh...bravo. Sei sempre stata una persona quasi intelligente! Ora, spero che ti degnerai di ascoltarmi…
 
John provò a recuperare tutta la concentrazione di cui era capace per non impazzire del tutto; chiuse gli occhi e si decise a parlare con quel misterioso e invisibile interlocutore:
"D'accordo. Chiunque cazzo tu sia…perché sei venuto a tormentarmi?! C-cosa vuoi da me?!"
 
Eheheheh...ora incomincia la parte divertente, John. Diciamo che sono un tuo conoscente di lunga, anzi lunghissima data. Praticamente ti conosco da quando sei nato…
 
"Lunghissima data? M-ma...da quanto tempo mi stai spiando?! Che cosa hai visto?! Non avrai...?!"
 
John Ernest, John Ernest…se ti stai chiedendo se sono al corrente del fatto che ti sei infiltrato in quella comunità di tossicodipendenti a Roma per smerciargli delle coca, allora hai visto giusto. Oppure, se ti riferisci a quando...
 
"Basta, BASTA!!" - John tentò di interrompere quella voce così invadente, tenebrosa...e veritiera - "D'accordo...! Sto diventando pazzo...sto diventando pazzo...! Oppure...oppure è tutto un sogno..."
Si stropicciò con ambo le mani i corti capelli appiccicati dal sudore, per poi avvicinarsi di nuovo al suo ampio letto:
"E' solo un sogno...solo un sogno...solo un sogno...! Ora mi stendo di nuovo sotto le coperte e tutto questo sparirà al mattino...sì! Non c'è nessuna voce nella mia testa..."
Pregustando il momento in cui quell’incubo sarebbe finito, tentò di abbandonarsi sul soffice materasso, ma non vi riuscì: una forza misteriosa, invisibile, gli impedì di muovere sia le gambe e il busto.
 
No, John, non ci siamo proprio...proprio adesso che stavamo incominciando a comprenderci! Ma, d'altronde, era prevedibile: troppi pazienti mostrano di ricadere nella puerile illusione di credere che tutto questo sia un incubo, una fantasia partorita nel sonno. Per questo, a volte, mi costringete a intervenire in modo più diretto e a riportarvi alla realtà…
 
"ALLA REALTA?!?" - la paura dell'uomo si tramutò per poco in rabbia - "Certo, certo...perché è davvero probabile e realistico che uno si svegli nel cuore della notte e venga tenuto in ostaggio da uno psicopatico invisibile!"
 
Sei ancora bloccato alla ‘Fase Pre-Accettazione’, eh? Ci stai mettendo più tempo del previsto...cosa devo dimostrarti per fare entrare in quella tua testa marcia che questo non è un sogno?! Per caso dovrei darti fuoco sul posto?!
 
"No...NO!!" - per la prospettiva John ebbe un singulto di terrore - "D'accordo...ti credo: questo non è un sogno! Sei contento, ora?!"
 
Mi chiedi se sono contento? Non mentirmi più di quanto tu abbia mentito al mondo! A te non importa affatto che io sia contento, o felice, o triste…a te dei sentimenti degli altri non te ne frega niente da tanto, troppo tempo…!
 
"Q-questo non è vero!"
 
Non è vero? NON E' VERO?!? Ascolta: in genere sono una persona piuttosto paziente, sebbene voi facciate di tutto per farmi incazzare. Non mi arrabbio facilmente, ma quando trovo chi si ostina a negare la realtà e a mentire a se stesso, divento semplicemente furioso!
 
"F-furioso? Ma...io...chi diavolo sei?! Sei forse una sottospecie di coscienza?!"
 
Una ‘sottospecie’...credo che come definizione non sia affatto male. In un certo senso, hai ragione: risiedo a volte nella tua mente e conosco ogni cosa che fai o pensi. Nulla della tua vita mi è mai sfuggito o rimasto celato, nemmeno i dettagli così insignificanti che tu stesso ignori.
 
"E...cosa sei venuto a fare da me? Perché ti sei fatto vivo proprio adesso?!"
 
No...qui ti sbagli! Mi sono manifestato più volte a te, invece. Hai presente la prima volta che hai spacciato a quel ragazzo delle anfetamine per un anno intero? Sai come è: quando devi rifare la maturità per tre volte, la situazione diventa un po' deprimente...
 
John boccheggiò, ancora più impietrito dalla conoscenza di quell'essere così enigmatico e inquietante, che stava disseppellendo tutti gli scheletri dalle tombe della sua memoria. Odiava questa situazione; odiava che qualcuno -umano o no- fosse a conoscenza di segreti così intimi.
Ma, per quanto si sentisse bruciare dalla collera, il terrore era troppo paralizzante da permettergli di replicare.
 
Già...deprimente. Specialmente quando hai dei genitori ubriachi e praticamente ‘fatti’ quanto te. Ricordo che per le prime dosi si sentiva come un dio...fino agli esami di maturità. Ammetto di essere sorpreso da quel tipo, che ce l'aveva fatta a studiare anche con tutte le crisi di vomito e con l'ipertensione a portarlo la dipendenza. Direi che forse sarebbe riuscito a superare gli esami anche senza il tuo aiuto, tu che dici?
 
"Basta...basta...!"
 
Ma invece ha continuato a prendere sostanze su sostanze, a farsi sempre di più…finché…BAM! Proprio il giorno dell'interrogazione orale, il nostro ‘piccolo dio’ è stato scagliato dalla vette dell'Olimpo al gelido Acheronte da un dose tripla. E dire che stava già con un piede e mezzo nella fossa e nessuno se ne era mai accorto. Nessuno tranne te, vero? Tu che sei stato tanto gentile ad aiutarlo ad inventare scuse con gli insegnanti di sostegno!
 
"Ti scongiuro, smettila!"
 
Smetterla? E perché dovrei farlo? Sto solamente ancora dimostrando quanto tu sia stato fedele al tuo principio ‘tutto per il cliente’, no? Con questo lavoro hai sempre dimostrato un'abnegazione eccezionale, al contrario di quello di impiegato alle poste. Hai creato proprio un bel commercio, ragazzo mio! Dovrei essere fiero di te…se non ti trovassi così rivoltante, John!
 
"A-ascolta,  ascolta: senti, c'è anche un dibattito in corso sulle lib-...!"
 
Liberalizzazioni delle droghe leggere’...questa tiritera l'ho già sentita. Tralasciando che ti sei occupato di roba come oppio e ecstasy per un bel po' d'anni (e non la definirei leggera)...proprio tu vorresti ergerti a paladino della categoria? Ma se ti soprannominano, nei circoli che ben frequenti, Il Re Squalo! E non farmi iniziare con la fine che hai fatto fare quella banda di ragazzi di Imperia che ha osato operare nel tuo terreno...
 
"Erano... aff... aff..."
 
Affari? AFFARI?!? - l'inquietante voce delle testa di John si colorò sempre più di furore, tanto che il misterioso interlocutore pareva urlare - AFFARI!! Sì, signore... Ora finalmente stai incominciando a scoprire bene le carte e smetterla con quell’ipocrita mascherata di innocentino incastrato. Affari...sono forse l'unica che hai davvero amato in tutta la tua vita! Molto più della tua integrità morale, di tutte le ragazze con cui sei uscito e della tua famiglia. Specialmente della tua famiglia...
 
All'udire quella parola, un brivido percorse la schiena dell'uomo:
"La mia...famiglia? C-cosa c'entra la mia famiglia con tutto questo? COSA C'ENTRA?!?"
 
Che c'entra...?! Ma possibile che voi non la smettiate mai con questa faccia di bronzo nemmeno quando vi è stato confermato più volte il mio potere? Mi fate innervosire ancora di più quanto vi comportate così: sono stufo di dovermi costantemente ripetere anche quando mi sono espresso con chiarezza! Ho menzionato la tua famiglia? Certamente, perché è stata la tua famiglia quella che è stata colpita più di tutti dalla tua condotta di vita scellerata! Tuo padre, ad esempio, che si è spezzato la schiena per mandare te e tuo fratello in una buona scuola e che tu, buon figliuolo feroce, hai caldamente ringraziato derubandolo di tutto e lasciando a morire di stenti in mezzo ad una strada! O tua madre, che piangeva ogni notte in silenzio, quando uscivi con i tuoi cosiddetti ‘amici’ a dare e ricevere tanto divertimento...e che è morta proprio per colpa delle stesse sostanze che smerciavate per dimenticare il tuo vecchio! E poi...
 
"No…NO...NOOO!!! Non osare dirlo!" - la rabbia in John era tale che aveva tirato via le coperte con un solo gesto e le stava agitando a mezz'aria, sperando, con ciò, di poter allontanare quell'accusatore così implacabile.
 
Lo strano essere, tuttavia, non si fermò affatto:
E poi tuo fratello, Edward! Sotto molti aspetti il tuo opposto: coraggioso, idealista, incorruttibile, onesto fino alla quasi totale purezza e sopratutto...ingenuo. Ingenuo, ingenuo, ingenuo! Tanto ingenuo da credere che tu potessi aiutarlo! Sono certo che ti ricorderai quando hai simulato il tuo ravvedimento davanti al tribunale e che ti hanno reclutato come pentito. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo riguardante il tuo pentimento e che, calmate le acque, saresti tornato quel vampiro di prima! Nessuno, tranne tuo fratello...e per questo ha perso...la VITA!!!
 
L'urlo di rabbia che John udì fu talmente forte da farlo sobbalzare e mollare le coperte, fino a farlo cadere per terra:
Supino sul pavimento, l'uomo avvertì una fitta cervicale lancinante, che provò a calmare stringendo con forza i palmi delle mani contro le orecchie. Mentre il dolore si faceva sentire meno, la voce misteriosa continuava il suo racconto:
La soffiata che avevi dato su quel gigantesco carico consegnato a Stromboli, quel venerdì, era vera in tutto e per tutto...se non che, nella strada, c'erano dei sicari pronti apposta per lui. Il tuo fratellino aveva già ficcato il naso in faccende molto scottanti, di cui i tuoi peccatucci erano solo una minima parte. Non mi stupisco affatto che ci sia stata tanta gente a volergli procurare un posto al letto in mezzo ai pesci...
 
"Smettila!"
 
Ma non finì in mezzo ai pesci, quel tuo caro fratello: dopo che essere stato ridotto ad un colabrodo con una sventagliata di mitra lo gettarono direttamente nella spazzatura. Lo ritrovarono due giorni dopo, ricordi? Certo, non puoi dimenticare tutta la sceneggiata che hai fatto: tra le più melense, farisaiche messinscene della tua vita! E dire che è un vero record, considerato che menti da quasi trent'anni!
John non era mai stato così tremante in vita sua, nemmeno quando affrontava i signori del crimine più sanguinari: quell'essere infernale gli si era infilato nella mente e aveva fatto riaffiorare con lucida puntualità tutti i lati più oscuri, meschini e abbietti della sua esistenza e della sua persona. Nascondersi da questo inquisitore sembrava sempre di più un miraggio; eppure non poteva finire così: John doveva fuggire da questo incubo allucinato, ritornare nel mondo dei vivi e della luce. Doveva tentare ogni mezzo possibile per scappare via.
"D'accordo...d'accordo...d'accordo.” - John ripeté varie volte più per evitare di perdere del tutto la lucidità che per assicurarsi che l'interlocutore lo capisse - "Ho capito il messaggio; cosa vuoi da me? Vuoi per caso che scoppi in lacrime di fronte a questa sfilza di prove schiaccianti dal rimorso, che mi penta sinceramente e che giuri il solenne proposito di cambiare vita?!"
 
No, no, no... Non voglio da te il pentimento o la contrizione, anche perché so che tu non arriveresti mai a comprendere il male che hai inflitto a persone che per te non sono state altro che utili strumenti o balocchi da trastullo; ma, anche se avessi davvero l'anima predisposta ad un sincero cambiamento, sarebbe inutile. Del tutto inutile. Hai già avuto tante occasioni per tornare indietro, più di quante tu possa immaginare. Per voi umani esiste sempre, o quasi, una strada per riscoprire almeno un po' di luce. E' vero: tali sentieri sono coperti di sterpi, difficili al passo e faticosi a percorrersi fino a risultare insopportabili, a volte; tuttavia esistono e sono sempre aperte a chi le sa davvero cercare.
 
"E allora? Perché non posso più tornare indietro?!" - l'uomo quasi non riusciva ad emettere fiato.
 
Perché, per arrivare a queste strade, bisogna passare per una via; una via molto particolare, immensa! Una via che ci è sempre rimasta aperta, tale che per voi uomini, in genere così egocentrici, risulta impensabile la chiusura della vostra; una via che hai percorso fin dalla nascita...e che hai smesso di percorrere poco tempo fa.
 
John rise e pianse allo stesso tempo: aveva finalmente compreso ogni cosa.
 
Bene, ragazzo! Finalmente posso smetterla con questa metafora ‘sui generis’ e dirti chiaramente che hai tirato le cuoia proprio alcuni minuti fa. Diciamo che è stato un infarto nel cuore della notte: sei finito. Dead. Tot...esprimilo nella lingua che più ti aggrada, ma il succo non cambia. Al capolinea di questo treno non si può tornare indietro; devi prendere un'altra fermata...ed io sono il conducente.
 
"E- e il Giudizio? Il Giudizio che dovrebbe aspettare tutte le anime? E' in corso?!"
 
No-no-no-no: sei già stato giudicato, vecchio amico! Il posto che occuperai per tutta l'Eternità ti è già stato assegnato; e fidati se ti dico che quest'atmosfera per te così opprimente e disperata sarà nulla a quella che ti aspetterà tra poco...sempre che oltre l'Universo si possa parlare di prima o dopo...
 
"Prima o dopo? Che cosa vuoi dire ancora...non capisco...non capisco davvero, è tutto così confuso!"
 
Ancora?!? Ma no... sei davvero duro di comprendonio! Ti ho già detto che il verdetto è già stato pronunciato, dal Capo. Non tentare di gridare al sopruso o all'ingiustizia o ad un qualche cavillo: come ti ho già detto, sappiamo tutto di te. Tutto. Abbiamo già considerato tutte le tue colpe, i tuoi sentimenti ed ogni emozione o pensiero o situazione correlata con le tue azioni. Abbiamo scrutato nei lati bui della tua anima più in profondità di quanto tu potresti mai sognare, anche se, caro John, in fondo non ci hai mai provato veramente…
John tanto confuso quanto frustrato, John iniziò a mugolare:
"Ancora misteri! Ma cosa diavolo intendi dire?! Non capisco... non capisco niente!"
 
Eheheheheh...non ci arrivi proprio, nonostante tutto il nostro bel discorsetto? Non mai hai voluto guardare dentro te stesso: porti un dubbio, seppur minimo; non hai avuto una punta di rimorso per tutte le persone che fatto uccidere o mandato in rovina, né per quel ragazzo, né per i tuoi genitori, né per tuo fratello; nemmeno per un istante ti è balenato in quella testa marcia di rinunciare ad un briciolo del tuo potere e del tuo successo. Ti credevi onnipotente, un ‘Dio della Droga’, invincibile e inafferrabile; ma le nostre mani arrivano dappertutto...e non importa quanto tempo aspetti: per noi eoni non sono nulla... nulla!
 
"Aspetta…aspetta...dammi dell'altro tempo: solo un giorno, un'ora per rimediare al male che ho fatto! Solo un minuto e butto giù l'intero baraccone, ti supplico!"
 
Il tempo non esiste più per te, John, te l'ho ripetuto fino a nausearmi: il fatto che in questa zona spirituale tu abbia ancora la cognizione del prima o dopo è un semplice frutto di un mio desiderio...
 
"Ma perché? Perché? Perché?!?"
 
Perché... non saprei nemmeno io dirlo. E’ strano: vi ho osservato da secoli e secoli, umani, e devo ammettere che, nonostante tutto, mi affascinate: vi trovo generosi, pieni di genio e inventiva, capaci di grandezze da mozzare il fiato...ma anche meschini, squallidi e tanto trionfi nella concezione, inculcata dal quel pallone gonfiato che chiamate ‘Io’, di essere immortali. E' banale ripetere la verità di morire, così ovvia e costantemente sotto i vostri occhi; eppure vi scordate sempre che nulla che avete o costruite è eterno in terra. Tra pochi anni presto il tuo corpo sarà corroso dai vermi...e il tuo impero criminale seguirà il tuo stesso destino: polvere alla polvere e cenere alla cenere!
 
"Destino? A-affascinare?! Arghhh...CODARDOOOO!!!!"
All'improvviso, tutta la rabbia del defunto, assieme a terrore e confusione repressa, esplose prorompendo in questo grido.
Inferocito e madido di sudore, strinse i pugni e si portò in una posizione pronta per la lotta:
"Codardo...fatti vedere! Giudichi, giudichi, giudichi tutto e tutti, ma non hai nemmeno le palle per mostrarti a me! Se vuoi la mia anima, portami via con la forza!"
 
Bene, bene, bene...almeno ti è rimasta qualche scintilla di audacia! Non sia mai detto che rifiuti una richiesta formulata in modo tanto fiero, spavaldo e carico di collera! E sia: mi mostrerò a te. Mira dove la finestra riflette la luce...
 
Seguendo il consiglio di quella voce così macabra, John spostò lo sguardo verso il muro antistante alla finestra, il punto illuminato meglio dalla luce innaturale
D'un tratto, la flebile ombra ai piedi si allungò espandendosi, fino a raggiungere la parete.
 
Più l'ombra si alzava sullo stucco pallido e più il coraggio del suo possessore svaniva, tramutandosi in panico incontrollato: l'ombra che osservava giganteggiare assumeva sempre di più una fisionomia a lui sin troppo nota: la sua.
Si stupì di quanto ne replicava i connotati: il fisico non troppo alto e piuttosto magro, ben rifinito dal pigiama aderente; i capelli cortissimi, a spazzola, le spalle lievemente incurvate...
Si sistingueva da lui unicamente dal fatto che aveva sempre il colore e la consistenza dell'ombra che era.
E gli occhi, gli occhi...quegli occhi ridussero John Earnest -un uomo che aveva trattato con criminali efferati e di fama sinistra e persino ottenuto vantaggi mantenendo sempre un inamovibile sangue freddo- ad una larva!
Cosa poteva terrorizzarlo se non quelle due fessure di luce, che assieme alla bocca allungata oltre le sue capacità umane, formavano un ghigno degno di un pagliaccio demoniaco?
Forse, il fatto che l'ombra incominciò a parlare, della stessa voce che aveva udito in testa pochi giorni prima?
 

Lo so che stai tremando come una foglia...ma accetta comunque un mio consiglio: serba un caro ricordo di quest'immagine e di questa luce. Per te... saranno le ultime. In assoluto…


Queste furono le ultime parole che John udì.
Un secondo dopo, tutto di venne Buio…per l’Eternità…

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Kukukuku...ben svegliato, pigrone mio. Su, alzati e cerca di recuperare quel poco di cervello che ti è rimasto, ché il buon giorno si vede dal mattino!
 
Infastidito da queste parole, John aprì gli occhi.
Il sonno gli stava ancora intorpidendo i sensi, ma riusciva a notare, da quel poco che vedeva, che era ancora sdraiato nel letto di camera sua e che il sole non era sorto. Sbadigliando, si alzò a mezzo busto e si stiracchiò per un poco. Riusciva a intravedere, in mezzo all'oscurità che lo avvolgeva, il prezioso armadio di mogano ed ebano a tre ante che campeggiava nella stanza.
 
Bene...alzati, ragazzo mio. Credo tu abbia dormito abbastanza...o no? No, non hai dormito abbastanza: tre ore di sonno son un po' poche per chi deve svegliarsi alle sette e andare a lavorare all'anagrafe, no - la voce rimbombò ancora nella mente.
 
Chiedendosi se fosse un effetto del mal di testa tanto forte da fargli pulsare le tempie, John si girò e raggiunse il comodino alla destra del letto a tastoni. Cercò la sua sveglia, controllandone sommariamente la superficie con la dita; stranamente, non la trovò.
"Che...che è successo?" – domandò, sussurrando tra sé e sé.
 
Sapessi, ragazzo mio! Direi che ti stanno succedendo tante cose, che comunque sono tutte ricollegabili ad una sola, molto, MOLTO importante. Quella di cui stai prendendo coscienza, è che senti una voce strana in quel tuo cranio bacato.
 
"Chi... chi ha parlato?!? CHI HA PARLATO?!?" - gridò John.
Di scatto portò il busto in avanti e diede rapide occhiate alla stanza, senza notare nulla. Ancora più stranito, gettò via le coperte e si alzò. Lentamente si avvicinò alla porta di ingresso, a destra del letto, e ne batté più volte i pugni contro lo stipite.
"Chi ha parlato?!?" - iniziò a strepitare - "Il deficiente che perde tempo a disturbare gli altri nel cuore della notte sappia che il suo scherzo è totalmente di pessimo gusto!"
 
Certo, lo sarebbe...se fosse uno scherzo. Ma, per tua sfortuna, non lo è affatto…
 
Sentendo ancora quella voce misteriosa, John afferrò il pomello della maniglia e lo ruotò convulsamente per aprire la porta; per quanto si sforzasse, questa si ostinava a rimanere chiusa.
 
Tipico: cerchi di scappare...tutti quanti cercano sempre di scappare. Lo fanno talmente tanto spesso che sta diventando noioso e irritante! Non ho tanto tempo: mi devo presentare a un sacco di altri pazienti. In questo periodo, poi, sono oberato di impegni...
 
John iniziò a tremare con ancora più vigore e si fiondò verso l'unica fonte della fioca luce che illuminava la stanza: la finestra. Tentò di aprirla, ma, come con la porta, ogni suo sforzo fu inutile.
Ancora, notò un altro particolare inusuale: per quanto la porta riflettesse la luce proveniente dall'esterno, non riusciva a notare niente oltre al vetro, che sembrava essere diventato perfettamente translucido.
"Cosa...cosa?!”- si meravigliò ancora di più.
Così, si allontanò dalla porta, ansante e scosso da tremiti.
 
Eheheheh...bravo. Sei sempre stata una persona quasi intelligente! Ora, spero che ti degnerai di ascoltarmi…
 
John provò a recuperare tutta la concentrazione di cui era capace per non impazzire del tutto; chiuse gli occhi e si decise a parlare con quel misterioso e invisibile interlocutore:
"D'accordo. Chiunque cazzo tu sia…perché sei venuto a tormentarmi?! C-cosa vuoi da me?!"
 
Eheheheh...ora incomincia la parte divertente, John. Diciamo che sono un tuo conoscente di lunga, anzi lunghissima data. Praticamente ti conosco da quando sei nato…
 
"Lunghissima data? M-ma...da quanto tempo mi stai spiando?! Che cosa hai visto?! Non avrai...?!"
 
John Ernest, John Ernest…se ti stai chiedendo se sono al corrente del fatto che ti sei infiltrato in quella comunità di tossicodipendenti a Roma per smerciargli delle coca, allora hai visto giusto. Oppure, se ti riferisci a quando...
 
"Basta, BASTA!!" - John tentò di interrompere quella voce così invadente, tenebrosa...e veritiera - "D'accordo...! Sto diventando pazzo...sto diventando pazzo...! Oppure...oppure è tutto un sogno..."
Si stropicciò con ambo le mani i corti capelli appiccicati dal sudore, per poi avvicinarsi di nuovo al suo ampio letto.
"E' solo un sogno...solo un sogno...solo un sogno...!" Ripetè in modo meccanico. "Ora mi stendo di nuovo sotto le coperte e tutto questo sparirà al mattino...sì! Non c'è nessuna voce nella mia testa..."
Pregustando il momento in cui quell’incubo sarebbe finito, tentò di abbandonarsi sul soffice materasso, ma non vi riuscì: una forza misteriosa, invisibile, gli impedì di muovere sia le gambe e il busto.
 
No, John, non ci siamo proprio...proprio adesso che stavamo incominciando a comprenderci! Ma, d'altronde, era prevedibile: troppi pazienti mostrano di ricadere nella puerile illusione di credere che tutto questo sia un incubo, una fantasia partorita nel sonno. Per questo, a volte, mi costringete a intervenire in modo più diretto e a riportarvi alla realtà…
 
"ALLA REALTA?!?" - la paura dell'uomo si tramutò per poco in rabbia - "Certo, certo...perché è davvero probabile e realistico che uno si svegli nel cuore della notte e venga tenuto in ostaggio da uno psicopatico invisibile!"
 
Sei ancora alla ‘Fase dell'Accettazione’, eh? Ci stai mettendo più tempo del previsto...cosa devo dimostrarti per fare entrare in quella tua testa marcia che questo non è un sogno?! Per caso dovrei darti fuoco sul posto?!
 
"No...NO!!" - per la prospettiva John ebbe un singulto di terrore - "D'accordo...ti credo: questo non è un sogno! Sei contento, ora?!"
 
Mi chiedi se sono contento? Non mentirmi più di quanto tu abbia mentito al mondo! A te non importa affatto che io sia contento, o felice, o triste…a te dei sentimenti degli altri non te ne frega niente da tanto, troppo tempo!
 
"Q-questo non è vero!"
 
Non è vero? NON E' VERO?!? Ascolta: in genere sono una persona piuttosto paziente, sebbene voi facciate di tutto per farmi incazzare. Non mi arrabbio facilmente, ma quando trovo chi si ostina a negare la realtà e a mentire a se stesso, divento semplicemente furioso!
 
"F-furioso? Ma...io...chi diavolo sei?! Sei forse una sottospecie di coscienza?!"
 
Una ‘sottospecie’...credo che come definizione non sia affatto male. In un certo senso, hai ragione: risiedo a volte nella tua mente e conosco ogni cosa che fai o pensi. Nulla della tua vita mi è mai sfuggito o rimasto celato, nemmeno i dettagli così insignificanti che tu stesso ignori.
 
"E...cosa sei venuto a fare da me? Perché ti sei fatto vivo proprio adesso?!"
 
No...qui ti sbagli. Mi sono manifestato più volte a te, invece. Hai presente la prima volta che hai spacciato a quel ragazzo delle anfetamine per un anno intero? Sai come è: quando devi rifare la maturità per tre volte, la situazione diventa un po' deprimente...
 
John boccheggiò, ancora più impietrito dalla conoscenza di quell'essere così enigmatico e inquietante, che stava disseppellendo tutti gli scheletri dalle tombe della sua memoria. Odiava questa situazione; odiava che qualcuno -umano o no- fosse a conoscenza di segreti così intimi.
Ma, per quanto si sentisse bruciare dalla collera, il terrore era troppo paralizzante da permettergli di replicare.
 
Già...deprimente. Specialmente quando hai dei genitori ubriachi e praticamente ‘fatti’ quanto te. Ricordo che per le prime dosi si sentiva come un dio...fino agli esami di maturità. Ammetto di essere sorpreso da quel tipo, che ce l'aveva fatta a studiare anche con tutte le crisi di vomito e con l'ipertensione a portarlo la dipendenza. Direi che forse sarebbe riuscito a superare gli esami anche senza il tuo aiuto, cosa ne dici?
 
"Basta...basta...!"
 
Ma invece ha continuato a prendere sostanze su sostanze, a farsi sempre di più…finché…BAM! Proprio il giorno dell'interrogazione orale, il nostro ‘piccolo dio’ è stato scagliato dalla vette dell'Olimpo al gelido Acheronte da un dose tripla. E dire che stava già con un piede e mezzo nella fossa e nessuno se ne era mai accorto. Nessuno tranne te, vero? Tu che sei stato tanto gentile ad aiutarlo ad inventare scuse con gli insegnanti di sostegno!
 
"Ti scongiuro, smettila!"
 
Smetterla? E perché dovrei farlo? Sto solamente ancora dimostrando quanto tu sia stato fedele al tuo principio ‘tutto per il cliente’, no? Con questo lavoro hai sempre dimostrato un'abnegazione eccezionale, al contrario di quello di impiegato alle poste. Hai creato proprio un bel commercio, ragazzo mio! Dovrei essere fiero di te…se non ti trovassi così rivoltante, John!
 
"A-ascolta,  ascolta: senti, c'è anche un dibattito in corso sulle lib-...!"
 
Liberalizzazioni delle droghe leggere’...questa tiritera l'ho già sentita. Tralasciando che ti sei occupato di roba come oppio e ecstasy per un bel po' d'anni (e non la definirei leggera)...proprio tu vorresti ergerti a paladino della categoria? Ma se ti soprannominano, nei circoli che ben frequenti, Il 
Re Squalo! E non farmi iniziare con la fine che hai fatto fare quella banda di ragazzi di Imperia che ha osato operare nel tuo terreno...

 
"Erano... aff... aff..."
 
Affari? AFFARI?!? - l'inquietante voce delle testa di John si colorò sempre più di furore, tanto che il misterioso interlocutore pareva urlare - AFFARI!! Sì, signore... Ora finalmente stai incominciando a scoprire bene le carte e smetterla con quell’ipocrita mascherata di innocentino incastrato. Affari...sono forse l'unica che hai davvero amato in tutta la tua vita! Molto più della tua integrità morale, di tutte le ragazze con cui sei uscito e della tua famiglia. Specialmente della tua famiglia...
 
All'udire quella parola, un brivido percorse la schiena dell'uomo:
"La mia...famiglia? C-cosa c'entra la mia famiglia con tutto questo? COSA C'ENTRA?!?"
 
Che c'entra...?! Ma possibile che voi non la smettiate mai con questa faccia di bronzo nemmeno quando vi è stato confermato più volte il mio potere? Mi fate innervosire ancora di più quanto vi comportate così: sono stufo di dovermi costantemente ripetere anche quando mi sono espresso con chiarezza! Ho menzionato la tua famiglia? Certamente, perché è stata la tua famiglia quella che è stata colpita più di tutti dalla tua condotta di vita scellerata! Tuo padre, ad esempio, che si è spezzato la schiena per mandare te e tuo fratello in una buona scuola e che tu, buon figliuolo feroce, hai caldamente ringraziato derubandolo di tutto e lasciando a morire di stenti in mezzo ad una strada! O tua madre, che piangeva ogni notte in silenzio, quando uscivi con i tuoi cosiddetti ‘amici’ a dare e ricevere tanto divertimento...e che è morta proprio per colpa delle stesse sostanze che smerciavate per dimenticare il tuo vecchio! Una traversata dall' Irlanda all'Italia... che è costata a tutti loro la felicità e la vita.
 
"No…NO...NOOO!!! Non osare dirlo!" 
La rabbia in John era tale che aveva tirato via le coperte con un solo gesto e le stava agitando a mezz'aria, sperando, con ciò, di poter allontanare quell'accusatore così implacabile.

 
Lo strano essere, tuttavia, non si fermò affatto:
E poi tuo fratello, Edward! Sotto molti aspetti il tuo opposto: coraggioso, idealista, incorruttibile, onesto fino alla quasi totale purezza e sopratutto...ingenuo. Ingenuo, ingenuo, ingenuo! Tanto ingenuo da credere che tu potessi aiutarlo! Sono certo che ti ricorderai quando hai simulato il tuo ravvedimento davanti al tribunale e che ti hanno reclutato come pentito. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo riguardante il tuo pentimento e che, calmate le acque, saresti tornato quel vampiro di prima! Nessuno, tranne tuo fratello...e per questo ha perso...la VITA!!!
 
L'urlo di rabbia che John udì fu talmente forte da farlo sobbalzare e mollare le coperte, fino a farlo cadere per terra:
Supino sul pavimento, l'uomo avvertì una fitta cervicale lancinante, che provò a calmare stringendo con forza i palmi delle mani contro le orecchie. Mentre il dolore si faceva sentire meno, la voce misteriosa continuava il suo racconto:
La soffiata che avevi dato su quel gigantesco carico consegnato a Stromboli, quel venerdì, era vera in tutto e per tutto...se non che, nella strada, c'erano dei sicari pronti apposta per lui. Il tuo fratellino aveva già ficcato il naso in faccende molto scottanti, di cui i tuoi peccatucci erano solo una minima parte. Non mi stupisco affatto che ci sia stata tanta gente a volergli procurare un posto al letto in mezzo ai pesci...
 
"Smettila!"
 
Ma non finì in mezzo ai pesci, quel tuo caro fratello: dopo che essere stato ridotto ad un colabrodo con una sventagliata di mitra lo gettarono direttamente nella spazzatura. Lo ritrovarono due giorni dopo, ricordi? Certo, non puoi dimenticare tutta la sceneggiata che hai fatto: tra le più melense, farisaiche messinscene della tua vita! E dire che è un vero record, considerato che menti da quasi trent'anni!

 
John non era mai stato così tremante in vita sua, nemmeno quando affrontava i signori del crimine più sanguinari: quell'essere infernale gli si era infilato nella mente e aveva fatto riaffiorare con lucida puntualità tutti i lati più oscuri, meschini e abbietti della sua esistenza e della sua persona. Nascondersi da questo inquisitore sembrava sempre di più un miraggio; eppure non poteva finire così: John doveva fuggire da questo incubo allucinato, ritornare nel mondo dei vivi e della luce. Doveva tentare ogni mezzo possibile per scappare via.
"D'accordo...d'accordo...d'accordo.” - John ripeté varie volte più per evitare di perdere del tutto la lucidità che per assicurarsi che l'interlocutore lo capisse - "Ho capito il messaggio; cosa vuoi da me? Vuoi per caso che scoppi in lacrime di fronte a questa sfilza di prove schiaccianti dal rimorso, che mi penta sinceramente e che giuri il solenne proposito di cambiare vita?!"
 
No, no, no... Non voglio da te il pentimento o la contrizione, anche perché so che tu non arriveresti mai a comprendere il male che hai inflitto a persone che per te non sono state altro che utili strumenti o balocchi da trastullo; ma, anche se avessi davvero l'anima predisposta ad un sincero cambiamento, sarebbe inutile. Del tutto inutile. Hai già avuto tante occasioni per tornare indietro, più di quante tu possa immaginare. Per voi umani esiste sempre, o quasi, una strada per riscoprire almeno un po' di luce. E' vero: tali sentieri sono coperti di sterpi, difficili al passo e faticosi a percorrersi fino a risultare insopportabili, a volte; tuttavia esistono e sono sempre aperti a chi li sa davvero cercare.
 
"E allora? Perché non posso più tornare indietro?!" L'uomo quasi non riusciva ad emettere fiato.
 
Perché, per arrivare a queste strade, bisogna passare per una via; una via molto particolare, immensa! Una via che ci è sempre rimasta aperta, tale che per voi uomini, in genere così egocentrici, risulta impensabile la chiusura della vostra; una via che hai percorso fin dalla nascita...e che hai smesso di percorrere poco tempo fa.
 
John rise e pianse allo stesso tempo: aveva finalmente compreso ogni cosa.
 
Bene, ragazzo! Finalmente posso smetterla con questa metafora ‘sui generis’ e dirti chiaramente che hai tirato le cuoia proprio alcuni minuti fa. Diciamo che è stato un infarto nel cuore della notte: sei finito. Dead. Tot...esprimilo nella lingua che più ti aggrada, ma il succo non cambia. Al capolinea di questo treno non si può tornare indietro; devi prendere un'altra fermata...ed io sono il conducente.
 
"E- e il Giudizio? Il Giudizio che dovrebbe aspettare tutte le anime? E' in corso?!"
 
No-no-no-no: sei già stato giudicato, vecchio amico! Il posto che occuperai per tutta l'Eternità ti è già stato assegnato; e fidati se ti dico che quest'atmosfera per te così opprimente e disperata sarà nulla a quella che ti aspetterà tra poco... sempre che oltre l'Universo si possa parlare di prima o dopo...
 
"Prima o dopo? Che cosa vuoi dire ancora...non capisco...non capisco davvero, è tutto così confuso!"
 
Ancora?!? Ma no... sei davvero duro di comprendonio! Ti ho già detto che il verdetto è già stato pronunciato, dal Capo. Non tentare di gridare al sopruso o all'ingiustizia o ad un qualche cavillo: come ti ho già detto, sappiamo tutto di te. Tutto. Abbiamo già considerato tutte le tue colpe, i tuoi sentimenti ed ogni emozione o pensiero o situazione correlata con le tue azioni. Abbiamo scrutato nei lati bui della tua anima più in profondità di quanto tu potresti mai sognare, anche se, caro John, in fondo non ci hai mai provato veramente…

 
John tanto confuso quanto frustrato, John iniziò a mugolare:
"Ancora misteri! Ma cosa diavolo intendi dire?! Non capisco... non capisco niente!"
 
Eheheheheh...non ci arrivi proprio, nonostante tutto il nostro bel discorsetto? Non mai hai voluto guardare dentro te stesso: porti un dubbio, seppur minimo; non hai avuto una punta di rimorso per tutte le persone che fatto uccidere o mandato in rovina, né per quel ragazzo, né per i tuoi genitori, né per tuo fratello; nemmeno per un istante ti è balenato in quella testa marcia di rinunciare ad un briciolo del tuo potere e del tuo successo. Ti credevi onnipotente, un ‘Dio della Droga’, invincibile e inafferrabile; ma le nostre mani arrivano dappertutto...e non importa quanto tempo aspetti: per noi eoni non sono nulla... nulla!
 
"Aspetta…aspetta...dammi dell'altro tempo: solo un giorno, un'ora per rimediare al male che ho fatto! Solo un minuto e butto giù l'intero baraccone, ti supplico!"
 
Il tempo non esiste più per te, John, te l'ho ripetuto fino a nausearmi: il fatto che in questa zona spirituale tu abbia ancora la cognizione del prima o dopo è un semplice frutto di un mio desiderio...
 
"Ma perché? Perché? Perché?!?"
 
Perché... non saprei nemmeno io dirlo. E’ strano: vi ho osservato da secoli e secoli, umani, e devo ammettere che, nonostante tutto, mi affascinate: vi trovo generosi, pieni di genio e inventiva, capaci di grandezze da mozzare il fiato...ma anche meschini, squallidi e tanto trionfi nella concezione, inculcata dal quel pallone gonfiato che chiamate ‘Io’, di essere immortali. E' banale ripetere la verità di morire, così ovvia e costantemente sotto i vostri occhi; eppure vi scordate sempre che nulla che avete o costruite è eterno in terra. Tra pochi anni presto il tuo corpo sarà corroso dai vermi...e il tuo impero criminale seguirà il tuo stesso destino: polvere alla polvere e cenere alla cenere!
 
"Destino? A-affascinare?! Arghhh...CODARDOOOO!!!!"
All'improvviso, tutta la rabbia del defunto, assieme a terrore e confusione repressa, esplose prorompendo in questo grido.
Inferocito e madido di sudore, strinse i pugni e si portò in una posizione pronta per la lotta:
"Codardo...fatti vedere! Giudichi, giudichi, giudichi tutto e tutti, ma non hai nemmeno le palle per mostrarti a me! Se vuoi la mia anima, portami via con la forza!"
 
Bene, bene, bene...almeno ti è rimasta qualche scintilla di audacia! Non sia mai detto che rifiuti una richiesta formulata in modo tanto fiero, spavaldo e carico di collera! E sia: mi mostrerò a te. Mira dove la finestra riflette la luce...
 
Seguendo il consiglio di quella voce così macabra, John spostò lo sguardo verso il muro antistante alla finestra, il punto illuminato meglio dalla luce innaturale. 
D'un tratto, la flebile ombra ai piedi si allungò espandendosi, fino a raggiungere la parete. Più l'ombra si alzava sullo stucco pallido e più il coraggio del suo possessore svaniva, tramutandosi in panico incontrollato: l'ombra che osservava giganteggiare assumeva sempre di più una fisionomia a lui sin troppo nota: la sua.

Si stupì di quanto ne replicava i connotati: il fisico non troppo alto e piuttosto magro, ben rifinito dal pigiama aderente; i capelli cortissimi, a spazzola, le spalle lievemente incurvate...
Si distingueva da lui unicamente dal fatto che aveva sempre il colore e la consistenza dell'ombra che era.
E gli occhi, gli occhi...quegli occhi ridussero John Earnest -un uomo che aveva trattato con criminali efferati e di fama sinistra e persino ottenuto vantaggi mantenendo sempre un inamovibile sangue freddo- ad una larva!
Cosa poteva terrorizzarlo se non quelle due fessure di luce, che assieme alla bocca allungata oltre le sue capacità umane, formavano un ghigno degno di un pagliaccio demoniaco?
Forse, il fatto che l'ombra incominciò a parlare, della stessa voce che aveva udito in testa pochi giorni prima?
 
 

Lo so che stai tremando come una foglia...ma accetta comunque un mio consiglio: serba un caro ricordo di quest'immagine e di questa luce. Per te... saranno le ultime. Per l'eternità.

 
Queste furono le ultime parole che John udì.
Un istante dopo, per lui vi fu solo Buio.

 

   
 
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