Dong. Dong. Dong.
Le persone nella sala ebbero un sussulto. Era il 25 febbraio. Di nuovo. Francis, che indossava un completo nero che ne risaltava il fisico asciutto, cominciò a singhiozzare piano, conscio di non dover far troppo rumore. Antonio, seduto di fianco a lui, gli strinse la mano con forza, tentando inutilmente di consolarlo. Ma è impossibile rincuorare qualcuno se anche tu sei disperato. Sì, perché quello era l’umore della nera compagnia che ascoltava da quella stanza il suono lugubre di una vecchia pendola malridotta.
Tutti avevano portato qualcosa per tentare di arredare quel rudere che una volta era una stanza. L’aveva costruita lui, doveva essere la sua nuova e awesome camera, ma poi era stato portato via e di quella camera erano rimasti solo i muri, che ora era in rovina, come vecchi alberi che si stagliavano macabri verso il cielo. Allora il giorno prima tutti erano tornati alle macerie con qualcosa che lo ricordasse. Francia con un vecchio divano, tutto rattoppato ma ancora stabile, che aveva accompagnato quei tre amici nelle loro celebri sbronze, Spagna con un tappeto bianco e nero pieno di pulci che avevano visto in un mercatino fuori Madrid e che lui aveva scelto perché gli ricordava la sua bandiera. Il solito egocentrico. Germania aveva portato un quadro del vecchio Fritz, per due motivi principali. Il primo è che doveva esserci per forza anche lui per salutarlo, e il secondo è che rappresentava l’unica marachella mai fatta da Ludwig: il quadro recava un bellissimo paio di baffi neri creati per lui da un piccolo Germania indispettito per il fatto che suo fratello non tornava dal fronte. Nord Italia gli aveva portato un piatto di pasta fumante, in memoria del suo commento quando lo aveva assaggiato “è il più buon piatto di pasta che io abbia mai mangiato! E anche l’unico…” e via con la sua solita risata stonata. Ungheria aveva portato una sua bandiera che aveva messo appesa ad una parete distrutta per metà, per esaltare il suo ego. Infine Austria, per fargli dispetto, gli aveva portato la vecchia pendola ancora funzionante che lui aveva sempre odiato. Era nuovamente il 25 febbraio e loro erano lì a brindare con calici di cristallo e un vino rosso come il suo sangue. Come i suoi occhi. Come il suo mondo. E brindando esclamarono in coro, chi con la voce rotta dal pianto, chi con la tristezza nel cuore


“Arrivederci, Gilbert!”

25 Febbraio 1947, la legge n.46 cancella la Prussia dalle carte politiche europee