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Autore: mael_    06/03/2012    1 recensioni
« Noah, non ce la faccio... posso dormire qui? Io... sono stanca, ho sonno... » Riuscì a farfugliare, la ragazza cercando di alzarsi dal divano. « N-Non darò fastidio, domattina me ne andrò presto, io... lo prometto. » Non si reggeva in piedi, il moicano lo capì non appena barcollò e poi si tenne distrattamente al bracciolo della poltrona, nonostante indossasse ai piedi delle semplici ballerine, bianche a pois nere, perfettamente intonate col vestitino che le calzava a pennello, dandole un'aria studiosa, curiosa e sempliciotta, dopotutto era la sua personalità.
shot che spero piaccia, puckleberry! **
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry | Coppie: Puck/Rachel
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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asahds
« Mi sono innamorata di te, Noah. »


    « Noah, non ce la faccio... posso dormire qui? Io... sono stanca, ho sonno... » Riuscì a farfugliare, la ragazza cercando di alzarsi dal divano. « N-Non darò fastidio, domattina me ne andrò presto, io... lo prometto. » Non si reggeva in piedi, il moicano lo capì non appena barcollò e poi si tenne distrattamente al bracciolo della poltrona, nonostante indossasse ai piedi delle semplici ballerine, bianche a pois nere, perfettamente intonate col vestitino che le calzava a pennello, dandole un'aria studiosa, curiosa e sempliciotta, dopotutto era la sua personalità. Poi, quella sera, non erano serviti affatto vestiti troppo sifiziosi o scollati, strano da credere ma quel dì, a casa di Noah Puckerman, non si era tenuta una festa bensì un gruppo di studio intenti in quest'ultimo; alcuni ragazzi del Glee Club l'avevano organizzato per aiutarsi e per aiutare quelli meno pratici, come appunto il proprietario della casa, e migliorare alcune decadenze, per esempio Finn e lo spagnolo o Quinn e le scienze. Avevano studiato, giocato alla playstation, ballato, cantato e fatto tornei di briscola allo stesso tempo, si erano divertiti molto.
    La cosa si era prolungata fino a l'una del mattino, era sabato e non c'erano preoccupazioni sullo svegliarsi presto, infatti alcuni rimasero dopo l'una, come Kurt, Finn, Mercedes, Tina, Mike, Rachel, Sam e Artie. Giusto per giocare un altro po' a carte, o alla wii oppure fare un'altra gara a chi mangiasse più patatine al formaggio. Per Noah non c'erano problemi, conoscendo i suoi amici non s'aspettava che gli sporcassero tutto il salone, briciole, pezzetti di fogli, appunti dappertutto. Aveva avuto perfino il coraggio di chiedere aiuto nel pulire, e l'aveva ottenuto da tutti -anche da Artie-, se solo Rachel non si fosse messa in mezzo e avesse detto che, dato che Puck l'avrebbe accompagnata poi a casa, sarebbe rimasta lei a sistemare -i suoi papà non erano in casa e poteva fare anche le sette del mattino-.
    Erano dunque le tre del mattino quando Rachel e Puck erano intenti in chiacchiere con in mano scope, palette ed enormi sacchi per la pulizia. Artie, Finn e Kurt erano andati via insieme, avrebbero dato un passaggio al primo, mentre Sam scortava le donzelle, Mercedes e Tina, con ovviamente Mike. Ed erano invece le quattro e mezza circa, quando Rachel, barcollando e tenendo a stento gli occhi aperti, fece quell'ambigua richiesta al ragazzo. Ambigua perché lui non se l'aspettava dalla begnamina della castità, Rachel Berry. Alzò di fatti un sopracciglio e si avvicinò a lei, per paura che cadesse. « Sei sicura, Berry? » Chiese alzandole il mento e incontrando i suoi occhi, in quel momento immaginò di tutto su quella notte, strizzò le palpebre e scacciò via ogni pensiero, lasciandole il mento a scostando lo sguardo. La moretta lo guardò e sorrise divertita, poi annuì e si avvicinò a lui, abbracciandolo nel più dolce dei modi. Non lo fece perché voleva, bensì perché credeva fermamente che la libreria non l'avrebbe retta per più di tanto, così aveva ottenuto sostegno dal ragazzo, che la strinse poggiando il mento fra i capelli, odorandone la dolce fragranza e trovando in essa un pezzetto di paradiso, chiuse gli occhi beato. « Posso? » Chiese lei con voce assonnata e leggermente roca. « Certo, cucciola. » Gli venne spontaneo chiamarla in quel modo, sperava non la infastidisse tanto da indurla a staccarsi, ma non successe, per questo tirò un leggero spospiro di sollievo.
    Fece per dirle "dai, andiamo", ma si bloccò prima di pronunciare la prima lettera, si chinò leggermente tanto da vedere gli occhi di Rachel chiusi, non era sicuro, forse si era addormentata, provò a chiamarla, una, due volte, probabilmente era in una dormiveglia profonda, perché riusciva ancora a reggersi sulle gambe. Si guardò intorno, chiedendosi cosa fare, prese poi la decisione di prenderla a mo' di principessa svenuta e cominciò a salire le scale verso la sua stanza, non voleva che dormisse scomoda sul divano, o altro, c'avrebbe dormito lui tranquillamente. Cercò di non far rumore, dopotutto c'era la sorellina -che stranamente si era addormentata alle nove come se sotto non ci fosse nessuno-, mentre la madre aveva il turno di notte a lavoro.
    Con il piede aprì la porta della sua stanza, entrò e si avvicino al suo letto, l'adagiò su di esso, le tolse le scarpe, il cerchietto e la cintura. « Mmmh, non hai qualcos'altro...? Con questo vestito sto scomoda. » Farfugliò lei, non aprendo gli occhi e rimanendo accoccolata sul piumone del moicano. « Certo... Eri-eri sveglia? » Le domandò alzandosi e andando a frugare nel suo armadio, qualcosa da poter darle. Era rimasto sorpreso, l'aveva chiamata non pensava fosse sveglia, forse l'aveva svegliata lui. Si girò verso di lei non appena emise un gemito, vedendola annuire alla sua domanda. «  Grazie d'avermi portata su. » Disse dunque, sorridendo leggermente. Non pensava che un ragazzo del genere potesse interessarsi a prendersi cura di lei, come fosse un padre, o... un fidanzato. Era stato piacevole, soprattutto quando l'aveva liberata delle cose che potevano essere scomode durante la notte. « Prego, » Fece raccattando una maglietta a maniche lunghe abbastanza pulita. « ehm, spero vada bene, ecco. » Si avvicinò a lei e le si sedette accanto, la fece sedere sul letto e le slacciò la zip del vestitino, le accarezzò la dolce pelle scoprendo solo in quel momento quanto fosse morbida e liscia. Le tolse dunque il vestito ammirando quanto in intimo fosse sexy e dolce allo stesso tempo, le indossò la sua maglietta e la coricò poi sotto il piumone caldo.
    Rimase un po' lì, giusto qualche minuto, poi uscì dalla stanza, scese le scale e andò in cucina, a bere un po' d'acqua. Non c'era nulla da fare, in mente teneva la vista di una Rachel indifesa, assonnata, spoglia... Sospirò riponendo la bottiglia al suo posto, cercò di pensare agli schemi di rugby ma niente, in quel momento, poteva scacciare la sua immagine. Vedeva solo lei in quel momento, vedeva il momento in cui l'aveva accarezzata, il loro abbraccio, le sue parole, la sua voce... Si prese una coperta e andò verso il divano, la sua intenzione era quella di dormire, così non avrebbe pensato più a lei, ma nel momento in cui si diceva "Noah Puckermen, non pensarci", lasciò cadere la coperta a terra, indietreggiò con un pensiero fisso, entrò nella sua camera dopo aver salito le scale e si sedette accanto a lei, la osservò per un buon quarto d'ora, accarezzandole i capelli, morbidi. La osservò aprire, chiudere la bocca, cambiare espressione, spostarsi di un poco, e lo fece così, per passare il tempo. Poi decise di coricarsi accanto a lei, abbracciandola stretta a lui.
    Si addormentarono stretti, perché mentre lui l'accarezzava lei era sveglia, aspettava solo che lui ritornasse su, come se lo sentisse, le sue carazze l'avevano beata, avrebbe voluto alzarsi e baciarlo, non aveva forze, però, e non sapeva come sarebbe stata la sua reazione, ma ci sarebbe stato sicuramente, dato che avrebbe voluto baciarle la pelle, il collo, baciarle poi le labbra e osservare, esplorare il suo corpo come solo lui sapesse fare, ma non poteva, aveva paura delle sue reazioni eccetera, d'altronde come lei.

    Il mattino dopo, la luce del sole, filtrò dalla finestra andando a baciare il viso di Rachel, svegliandola dolcemente, non appena aprì gli occhi, sbattendo elegantemente le palpebre ancora truccate, fece per portare la sua mano per coprirsi, scoprendo di tenerla stretta a quella di Puck, così usò l'altra, sorridendo per quel contatto, con il suo corpo. Ancora dormiva. Ripensò alla notte e a come aveva dormito tranquillamente, protetta davvero, fra le braccia del ragazzo, con il suo profumo.
    Si alzò e cercò il bagno sbadigliando, si sistemo i capelli in una cipolla e, presa da un momento di follia, si portò la maglietta di Puck al viso annusandone il profumo. Si chiedeva se fosse diventata pazza, quella notte probabilmente le aveva dato alla testa, oppure era accecata dall'immagine di lui che dormisse insieme a lei. In entrambi i casi non era più in sé.
    Tornò in camera e vederlo dormire, lì, tutto accoccolato, la fece pensare alle sue carezze, si sedette dunque accanto a lui e prese ad accarezzargli la cresta moicana, il volto, la guancia, il collo, fino a chinarsi e a baciargli l'angolo delle labbra, ottenendo il suo risveglio. « Buongiorno, Rachel. » Sorrise e le scostò una ciocca di capelli, rimasta fuori dalla cipolla. In quel preciso istante, la ragazza, lo guardò con tutta la dolcezza possibile e disse la prima cosa che le venne in mente, la quale scioccò completamente il ragazzo. Le uscì così tranquillamente che non poteva sembrare uno scherzo, anzi, era più che vero. « Mi sono innamorata di te, Noah. » Scoprirono entrambi, in quel momento che le loro labbra si incontravano, che quella notte era bastata a farli innamorare.


Autrice-
eccoci qua, questa è una shot derivata da una parola "carezza" e la fic all'inizio. L'ho ispirata ad una fic che ho scritto due giorni fa su Gossip Girl, non interessa a nessuno ma lo dico comunque. xD Beh, spero piaccia, se ho fatto errori perdonatemi! ç.ç
enjoy, with love
blackflower.


  
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