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Autore: Alyce_Maya    06/03/2012    5 recensioni
< Vegeta... >, chiamò Bulma rompendo il silenzio che si era andato a creare nella stanza.
< Mh? >.
La donna si voltò nella direzione del compagno, intento a guardare in maniera truce il vuoto.
< Tu me la farai mai la Fatidica Domanda? >, chiese avvicinandosi un po'.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA FATIDICA DOMANDA

 

< Vegeta... >, chiamò Bulma rompendo il silenzio che si era andato a creare nella stanza.
< Mh? >.
La donna si voltò nella direzione del compagno, intento a guardare in maniera truce il vuoto.
< Tu me la farai mai la Fatidica Domanda? >, chiese avvicinandosi un po'.
Vegeta si voltò nella sua direzione arcuando un sopracciglio come solo lui sapeva fare: sembrava esprimere tutta una serie di parole,
per lo più dispregiative, con quell'unico gesto. Era una specie di abilità innata.
E Bulma adorava quella sua qualità.
< Che domanda? >. L'uomo si alzò per andare a pescare qualcosa di fresco dal frigorifero.
< Massì, La domanda! >, insistette lei.
< Intendi dire se sei blu naturale oppure tinta? >, un ghigno beffardo spuntò sul suo volto facendo arrossire leggermente la ragazza.
< No, non quella! E comunque sono blu naturale >, affermò sicura si sé, sistemandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio sinistro.
< E da chi avresti preso? >, domandò lui scettico.
< Da mia madre >.
< Ma lei è bionda >, le fece notare.
< Infatti: è lei quella tinta, non io >. Così dicendo fece scoppiare a ridere Vegeta.
Cosa che fu molto vicina ad un miracolo: capitava di rado, se non praticamente mai, che lui si lasciasse andare a scoppi di genuina
ilarità. Per quanto riguardava il fare risatine malvagie o di scherno, era un maestro, un vero Principe, ma le sue risate autentiche lo facevano assomigliare ad un Re, agli occhi di Bulma.
< Comunque, la Fatidica Domanda che dovresti farmi è una proposta di matrimonio >, gli chiarì.
Vegeta per poco non soffocò.
< Mi stai prendendo in giro, donna? >.
Questa volta fu il suo turno di arcuare un sopracciglio: donna?
< Perchè mai dovrei chiederti di sposarmi? >, domandò poi.
< Mh, vediamo... Forse perchè sono incinta >. Lo disse con più nonchalance possibile, sistemandosi più comodamente sulla sedia.
< E di chi saresti incinta? >. Vegeta era una maschera di scetticismo.
< Di te, mi pare ovvio >.
Si guardarono per un po' sfidandosi con lo sguardo.
Nessuno dei due sembrava intenzionato a cedere; eppure lei aspettava una risposta e lui, con molta probabilità, una buona occasione
- magari una vicina distruzione del mondo - per svignarsela.
< Se non la fai tu La domada, la faccio io: vuoi sposarmi? >, disse d'un fiato Bulma colorando di un leggero rosso le sue guance.
< Non è così che funziona: siamo noi uomini, noi Saiyan, a decidere queste cose. Non voi donne. Quando lo vorrò, te lo chiederò >, e così dicendo si alzò, ponendo fine alla conversazione.
Lei rimase imbronciata ancora per un po' a fissare il punto in cui Vegeta era scomparso, poi, con una scrollata di spalle, si alzò e
andò in giardino a godersi la fine della giornata.

 

Qualche giorno dopo...

 

< Bulma, muoviti! Siamo in ritardo >, urlò Vegeta piombandole difronte.
< E per cosa? >, chiese lei confusa guardandolo come se fosse pazzo: che avesse preso un colpo in testa?
< Siamo in ritardo per il nostro matrimonio, ecco per cosa! Muoviti se non vuoi far nascere il bambino prima di arrivare in chiesa! >.


 

   
 
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