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Autore: Emrys_____    06/03/2012    6 recensioni
[...] si sentì esposto, vulnerabile.
Quasi che il buio avesse cessato di mangiarsi l’emozione che gli stava deformando la calma. Come se volesse mostrarlo, mentre ingoiava l’orgoglio e conservava la beffa, dandogli ragione.
Ammettendo che era stato uno sbaglio.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Toh, chi non muore si rivede. Ormai da un mese non scrivevo qui su EFP e la prima cosa che avrei dovuto fare era aggiornare la mia long.
Il fatto è che sono stata veramente tanto impegnata con lo studio e sapete come sono, se devo farli rozzi i capitoli e magari pieni di orrori grammaticali e vaneggiamenti sconnessi causati da stress universitario, non pubblico proprio.
Quindi prima di rimettermi al lavoro e riprendere in mano il capitolo 40 posto una shot, che trae spunto dall’episodio 4x05, (ATTENZIONE SPOILER) quando Artù, Merlino e i cavalieri si accampano per la guerra che il giorno dopo Camelot dovrà combattere contro la regina Annis.
L’ho scritta ieri per perdere un pochino di tempo, e spero vi faccia passare cinque minuti di piacevole lettura... ora vi chiederete:  “Si ma se avevi tempo da perdere perché cacchio non hai continuato la long, cretina?”
Potrebbe essere un’attenuante dire che il pc era occupato in quel momento di furore creativo? Y_Y
 
 
Inclement darkness
 
Avvicinò le punte della dita alle fiamme, fino a quando il calore non sciolse un poco il gelo che le stava divorando. Il vocio dei cavalieri musicava l’aria accodandosi allo scoppiettio del fuoco.
Le luci erano poche.
C’erano solo le lingue rossastre in cui i suoi compagni d’avventura gettavano foglie e rami spezzati e il baluginio di qualche candela, che dava corpo alle ombre di una figura appena nascosta dietro la tenda, il cui sguardo gli bruciava sulla pelle ormai da ore, anche quando lui non c’era, con un’insistenza che non conosceva stanchezza.
O pietà.
Sir Leon e Percival furono i primi ad alzare gli occhi.
Dopo di lui.
 
Artù sembrò esitare per un attimo.
Un respiro silenzioso che si spezzava sulle labbra e forse, un sorriso vago, mentre si voltava per tornarsene in mezzo alle ombre di solitudine da cui era emerso.
Quasi non si accorse che il mormorio dei commenti si era spento, mentre col dorso della mano scostava la stoffa, trovandolo di spalle, i palmi delle mani in mezzo ad armi, punte di frecce e stracci infangati: al prossimo vespro la terra che li sporcava sarebbe stata rossa.
-Artù…-
La voce gli uscì spezzata.
Quasi corrosa dalla paura.
Di quello che avrebbe potuto dirgli.
O negargli…
 
Si sentiva solo il rumore dei suoi passi.
Quando le punte delle dita lasciarono la tenda, lame di luce ondeggiarono un momento a terra, per poi essere risucchiate fuori quando il buio li avvolse.
Tese una mano ma in quell’istante, complice l’oscurità che diveniva inclemente, il suo profilo lo paralizzò: un’occhiata nascosta, labbra serrate in quel modo che irrigidiva tutta la mascella e creava un incavo nelle guance.
-Io…-
-Non solleviamo la questione per favore. Non c’è nulla da dire-
Sentì le labbra stringersi come se volessero schiacciarsi a vicenda.
Abbassò lo sguardo.
-Non ero venuto per quello-
Bugiardo… non ci aveva dormito neanche.
Gli sembrò di sentire il rumore di un sorriso, ma quando alzò gli occhi, il buio gli restituì ancora la visione scura di due spalle possenti.
-Sei meno svenevole di quanto pensassi-
Sbagliato.
Perché si era lasciato sfuggire uno sguardo tremante, colmo di spavento e incredulità; ma poi le aveva cercate ancora le sue labbra, in quell’angolo di ombre in cui si erano incontrati, durante una notte insonne e senza stelle da contare.
-Devo prenderlo come un complimento?-
-Ignoralo e basta: la questione non esiste-
Merlino ingoiò inutilmente, intrappolato da una tensione arida che gli scorticava la gola.
-Sì...-
Avvertì il proprio viso annuire, e si sentì esposto, vulnerabile.
Quasi che il buio avesse  cessato di mangiarsi l’emozione che gli stava deformando la calma. Come  se volesse mostrarlo, mentre ingoiava l’orgoglio e conservava la beffa, dandogli ragione. 
Ammettendo che era stato uno sbaglio.
-Avete ragione -
Distolse lo sguardo.
-Non esiste-
Non era lui a vomitare quelle parole, con uno sbuffo scettico che poteva anche celare disprezzo, o rabbia.
Non era lui che aveva cercato di allontanarsi e che si era fermato, quando la pressione potente di una mano lo aveva costretto a tornare indietro.
Non era a lui che il buio aveva mostrato uno sguardo ferito, lucido di lacrime nascoste e non era lui che adesso si aggrappava a quel corpo e a quello sguardo, impigliandovi le dita.
Toccandolo ovunque e creando intrecci tremanti fra i capelli di grano.
Non era lui che lo trascinava in un angolo spegnendogli a forza di morsi proteste bugiarde sulle labbra.
 
Eppure era lui, quello che implorava le stelle affinché mai cessassero di impreziosire il cielo.
 
 
FINE
 
Grazie per essere arrivati fin qui.
Ne approfitto per una piccola comunicazione di servizio di natura seria, questa volta.
Proprio oggi mi è arrivato un mp da una lettrice (un bacio serelily <3) che mi chiedeva quando avrei pubblicato il capitolo 40 della long, “La magia che non si vede”. Come ho detto sopra, ultimamente sono stata davvero presa con la sessione straordinaria degli esami ma non ho MAI smesso di scrivere nonostante dovessi studiare (non prendete esempio da questa studentessa negligente XD).
Non so dirvi di preciso quando lo pubblicherò perché è abbozzato ma prima che inizi il nuovo semestre  -ovvero intorno al 12 Marzo - lo farò sicuramente.
Nel frattempo vi ringrazio per l’affetto e la pazienza che avete dimostrato nel seguirmi sino al trentanovesimo capitolo, per tutti i messaggi in cui mi avete chiesto di aggiornare e per le critiche che mi avete fatto. Davvero, grazie.
 
 
 
   
 
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