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Autore: Elettra28    06/03/2012    10 recensioni
“l’orgoglio Santana…. L’orgoglio è una brutta cosa, distrugge tutto quello che di buono c’è in una persona”
“lo sò benissimo, perché in fondo siamo uguali” rispose subito, facendola sorridere
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“non ce la posso fare!” Santana corrucciava la fronte nella sua tipica espressione di preoccupazione
“si che ce la puoi fare San” Brittany le diede una carezza, soffermandosi sulla sua guancia e tracciando dei piccoli cerchi delicati col pollice
“è passato troppo tempo Britt, che cosa le potrò mai dire?” aveva gli occhi umidi e Brittany intuì che era nel panico più totale
“lascia parlare il tuo cuore, vedrai che, una volta entrata li, troverai le parole amore” si sporse per darle un lieve bacio e dedicarle un sorriso.
La mora sentì un improvviso sollievo dopo quelle parole e dopo aver sentito il calore delle labbra di Brittany sulle sue, sapeva sempre come farla stare bene.
Fece un rumoroso sospiro che riecheggiò nel corridoio di quel luogo silenzioso e deserto

“và bene…. Vado!” disse convinta
“bene! E noi ti aspettiamo qui, non è vero tesoro?” si girò verso la bambina che teneva in braccio e si succhiava il pollice, quasi addormentata
Santana la prese dalle braccia di Brittany, per tenerla stretta alle sue e dire
“è così tesoro? Mi aspetterai qui con mamma Britt?” le chiese a due millimetri dal suo naso, quasi sfiorandolo, facendola sorridere
La bambina annuì mentre ancora succhiava il suo piccolo ditino.
“allora mamma farà prestissimo…. Ok?” le diede un bacio e la riconsegnò a Brittany

Incrociando lo sguardo della compagna, Brittany risentì l’ansia che la dilaniava, si sporse per darle un bacio e dire
“ce la puoi fare San”
La mora annuì e, dando un altro piccolo bacio sulla fronte alla loro bambina, si allontanò.

Mentre percorreva lentamente il corridoio sentì in lontananza:
“Ciao mamy? Ti aspettiamo qui, coraggio!”
decise di voltarsi e non si pentì di averlo fatto, quando vide Brittany che sorrideva e teneva la mano della loro figlia per salutarla. Quella visione la tranquillizzò e le diede una gioia profonda, che le fece realizzare che aveva tutto quello che poteva desiderare in quel momento e, in qualsiasi modo fosse andata, niente poteva scalfire quella felicità, che lei e Brittany si erano conquistate. Sorrise agli amori della sua vita e si voltò di nuovo, avanzando con passo più spedito e sicuro questa volta.


Fece un lungo sospiro e bussò alla porta di quella stanza di ospedale, l'accolse il volto della madre che ebbe il potere di tranquillizzarla

Miss Lopez le sorrise e l’abbracciò immediatamente, evidentemente commossa.
“grazie….” Le disse poi, staccandosi e dandole una carezza “è sveglia e vigile per ora, vi lascio sole” disse, stampandole un bacio sulla fronte
Santana fece uno scatto in avanti e ricercò la stretta della madre, che ricambiò e sussurrò
“andrà tutto bene tesoro, è arrivato il momento, non puoi più aspettare”  e si allontanò da lei, chiudendo la porta.


Si ritrovò tremante ad osservare la stanza, c’era una luce molto lieve ed un letto con vari macchinari che producevano l’unico rumore che si sentiva li dentro. Le veniva da piangere, ma resistette fino ad arrivare al bordo del letto: alla vista della donna distesa, quasi esanime, non riuscì più a trattenere le lacrime e, con quei singhiozzi, attirò l’attenzione della donna che si girò verso di lei.

“Abuelita” pronunciò lievemente trà le lacrime

“Santana” la voce della nonna, che lei ricordava essere così chiara e fiera, si era tramutata in un soffio lievissimo, che si sentiva appena.

Era molto diversa dalla nonna che lei ricordava, in fondo erano passati dieci anni dall’ultima volta che l’aveva vista. Dieci anni, da quella tragica volta, in cui quella signora davanti a lei, ora così esile e malata, le aveva spezzato il cuore.

“Avvicinati” sussurrò appena
Santana si avvicinò lentamente e le sorrise, cercando di asciugarsi le lacrime che non volevano smettere di scorrere trà le sue guancie
“non pensavo saresti venuta” le disse, prendendole la mano, stringendola con le poche forze che le rimanevano.
Non avrebbe mai pensato che la sua nonna, che aveva sempre visto così forte ed agile, si fosse potuta trasformare in quella donna minuta e debole, se ne accorse stringendo la sua mano, non era più quella stretta sicura che da piccola la teneva per accompagnarla a scuola o al parco.

“ed invece sono qui” le rispose.
Non sapeva davvero cosa dire, non riusciva a trovare le parole, aveva un sacco di emozioni che la invadevano ed un sacco di domande che le avrebbe voluto fare, ma non riusciva a formula niente di sensato in quel momento.
“devo essere davvero grave allora se sei qui” girò il viso e guardò il soffitto sconfitta

Santana si inginocchiò e le vennero in mente le parole di Brittany: “lascia parlare il tuo cuore, vedrai che una volta entrata li, troverai le parole”

“mi mancavi troppo nonna, non ce la facevo più e non è passato giorno in cui ho sperato che mi arrivasse una tua chiamata, per invitarmi a pranzo e chiedermi cosa volevo mi cucinassi, come succedeva tutti sabati, fino a dieci anni fa” disse con gli occhi umidi, osservando quelle rughe che erano aumentate nel tempo.

La donna girò il volto dall’altra parte e Santana vide che iniziò a piangere

“l’orgoglio Santana…. L’orgoglio è una brutta cosa, distrugge tutto quello che di buono c’è in una persona”
“lo sò benissimo, perché in fondo siamo uguali” rispose subito, facendola sorridere
“ho passato tutti questi anni a pensare che tu non mi amassi, perché mi avevi ferita, come se la tua rivelazione fosse stata una punizione personale, senza pensare minimamente alla tua felicità, senza chiedermi se tu eri felice….” Chiuse gli occhi e strinse ancora di più la mano della nipote “ARGH!” urlò poi contorcendosi
“nonna che succede?” la mora si allarmò e si sporse di più verso di lei
La donna fece cenno con la mano di aspettare. Santana aspettò per qualche secondo che riprendesse a respirare normalmente, per poi pronunciare
“và meglio? Vuoi che chiami la mamma o un’infermiera?” chiese preoccupata
“no… no… stai qui con me, tanto non c’è niente che possano fare di più di questi intrugli che già mi passano trà le vene” disse, guardando le flebo attaccate al suo braccio
Santana sorrise lievemente e le riprese la mano, accarezzandole la fronte. La donna la guardò con gli occhi umidi e disse
“potrai mai perdonarmi Santana? Potrai perdonare la mia stupidità ed il mio orgoglio?”
La mora annuì, ormai con le lacrime che riprendevano a scorrere abbondantemente.

Posò il viso delicatamente sul petto della sua nonna e rimase così in silenzio per svariati minuti.

“puoi rimanere con me questa notte? Così mandiamo a casa a riposare un po’ tua mamma, che ultimamente non dorme tanto”  chiese poi
“certo! se tu lo vuoi io rimango” rispose
La donna annuì sorridendo e riprendendo la mano della nipote

“vado ad avvisare Brittany che rimango, faccio subito” disse poi
La donna spalancò gli occhi, sentendo il nome di Brittany e Santana ebbe un sussulto di paura
“lei è qui?” chiese poi subito
“s…si, mi stà aspettando con la nostra bambina” disse timorosa
“ohhhhh” la donna le sorrise e Santana si rilassò, vedendo quel sorriso “avete una bambina?”
“si… ha 2 anni” rispose orgogliosa
La donna pianse ancora di più al pensiero di tutto quello che si era persa in quegli anni

“nonna…” Santana deglutì e poi continuò “ti piacerebbe conoscerle?” chiese
“si… lo vorrei tanto”

Si alzò da quella posizione e sentì il suo cuore battere così forte, che pensò le stesse per uscire fuori dal petto, fece un enorme sorriso e disse con entusiasmo
“vado a prenderle subito allora”

Le diede un bacio in fronte, si fermò ad osservarla ancora per qualche secondo e poi si fiondò fuori dalla stanza

Decise di camminare piano, si prese tutto il tempo per respirare e cercare di calmarsi, aveva vissuto troppe emozioni nel giro di mezz’ora e rischiava di stare male seriamente, se continuava così.

Arrivata a metà corridoio, il suo cuore riprese a battere velocemente appena vide, davanti a lei, sua figlia che giocava per terra con suo padre il quale si divertiva più di lei e la madre che abbracciava Brittany confortandola. Sorrise e si mise a correre verso di loro.

“come è andata?” chiese la mamma preoccupata, lasciando la stretta di Brittany ed avvicinandosi a lei.
“vuole conoscervi” si rivolse direttamente alla sua ragazza, che le sorrise subito commossa
La bionda l’abbracciò sospirando e dicendole
“te l’avevo detto San!”

Santana si girò a cercare la madre che, commossa, era trà le braccia del padre, si precipitò subito per unirsi al loro abbraccio, mentre Brittany prendeva in braccio la piccola, preparandosi all’incontro

“Andiamo!” disse fiera, prendendo la figlia in braccio e stringendo la mano della sua compagna

Entrarono nella stanza e strinse ancora di più la mano di Brittany, quando si accorse che questa tremava dall’emozione.

“Nonna, questa è Brittany la mia compagna e lei è Susan nostra figlia”
La donna fece un grande sorriso, vedendo quanto era splendida Brittany che le sorrideva e quanto, quella bambina, fosse davvero deliziosa.
“tesoro saluta la nonna” Santana si rivolse a sua figlia che, in quel momento, aveva nascosto il viso trà la clavicola della sua mamma, perché spaventata da tutti quei fili e macchinari attorno alla signora davanti a lei

“è un piacere conoscere una delle persone più importanti della vita di Santana” disse Brittany, avvicinandosi a lei e stringendole la mano

La bimba, come vide che l’altra sua mamma si era avvicinata così tanto a quella signora, si tranquillizzò e si sporse, come a voler indicare di avvicinarsi a Brittany, per toccare anche lei la mano della donna

“eccooooo….. lei è la tua Abuelita sai tesoro?” disse Santana, felice che la figlia si fosse rasserenata
“è bellissima, ti somiglia tanto Brittany, ha il tuo stesso sorriso” disse, osservando la bimba trà le gambe della bionda
“ed anche il suo stesso carattere per fortuna”  assentì Santana, facendo sorridere le altre due

Rimasero ancora per un po’ a chiacchierare, fino a che, la nonna di Santana, era troppo stanca per poter anche soltanto tenere gli occhi aperti.

La mora salutò la sua famiglia e passò la notte li con la sua nonna, si ritrovò a stare ore ed ore ad osservarla dormire o ad accarezzarla, oppure a raccontarle gli ultimi anni della sua vita, nelle poche ore di lucidità.
Fù così per alcune settimane, si era presa delle ferie dal lavoro, per poter stare il più possibile con lei come a voler recuperare il tempo perduto e Brittany l’aspettava a casa la sera, insieme alla piccola Susan, oppure la mattina, quando faceva il turno di notte, dando il cambio a sua mamma.

Fino a che, una mattina, Brittany non ricevette una telefonata.
 
 
Entrò di corsa in quell’andito che ormai conosceva bene e si bloccò, nel momento in cui, sorpassando il corridoio alla sua destra, tornò indietro, notando che Santana era seduta per terra.

Si avvicinò a lei lentamente, le fece una tenerezza incredibile, lasciò la borsa di lato e si mise a sedere affianco a lei. Brittany non disse una parola, sapeva che la sua ragazza avrebbe parlato quando se la sarebbe sentita. Le prese la mano, sentendo la stretta dell’altra, ed aspettò.

Dopo svariati minuti, Santana poggiò la testa sulla spalla della bionda affianco a lei e si sfogò in un pianto liberatorio. Brittany le lasciò la mano e si girò appena, per poterla stringere e carezzare il capo.

Lasciò che si calmasse e poi pronunciò
“è andata via in pace, perché vi siete ritrovate” le sussurrò
“si, ma abbiamo aspettato troppo, per il nostro stupido orgoglio” singhiozzò sulla sua spalla
“non è mai troppo tardi per queste cose” le rispose l’altra

Santana rimase ancora per un po’ stretta alla sua Brittany, lasciandosi avvolgere dal calore del suo corpo, poi si girò di nuovo ad osservare la parete davanti a lei, di quel corridoio di ospedale silenzioso

Prese la mano di Brittany ed aprì l’altra sua mano mostrandola alla sua ragazza
La bionda notò che vi era un anello nel suo palmo
“mi ha dato questo, poco prima di morire, è l’anello con il quale mio nonno l’ha sposata” disse, in un sorriso misto a pianto. Brittany sgranò gli occhi ed anch’essa, con un velo di emozione, pronunciò
“è bellissimo San”
La mora annuì osservandolo, poi la guardò negli occhi e disse
“mi ha fatto promettere di sposarti e di farlo con questo anello” lo prese trà le sue dita, per mostrarglielo meglio
Brittany non riuscì più a trattenere le lacrime e l’abbracciò, per poi staccarsi e baciarla con tutta la passione che sentiva in quel momento.

Rimasero a guardarsi negli occhi, con le loro fronti ancora incollate, quando Brittany improvvisamente esclamò
“dovremo farlo accorciare sai amore? Perché credo che mi stia un po’ largo”
Santana, per la prima volta in quel momento, rise di gusto e dopo averle dato un altro lieve bacio disse
“ti amo Brittany, sei la scelta più giusta che abbia mai fatto nella mia vita, e quest’ultima cosa è un ulteriore conferma”
La bionda annuì, felice per quella frase e rispose
“lo sò… e ti amo anch’io Santana” per poi continuare “sai cosa facciamo ora?”
La mora la guardò con curiosità
“andiamo a prendere nostra figlia da Quinn, torniamo a casa e ci mettiamo tutte e tre sul lettone a farci le coccole per tutta la mattina, prima di affrontare lo stress dei parenti” esclamò

Santana sorrise ed abbracciò la sua unica linfa vitale, sospirando e pensando che, la nonna, da quel momento in poi, sarebbe vissuta dentro di lei ed, attraverso quell’anello, avrebbe protetto il loro amore.

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Piccola Shot che mi è venuta così dal niente. Ho provato ad immaginare il momento dell'incontro di Santana con la nonna e di quanto a volte basta fare un passo in più e lasciare da parte l'orgoglio ammettendo di aver sbagliato ed evitare di perdersi alcune cose belle della vita dell'altra persona che amiamo.
Spero vi piaccia.

E.
  
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