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«Conquistare la fiducia altrui, signore? Nulla di più facile, sono stata addestrata a farlo», obiettò freddamente Sarah, sfogliando una cartella.

L'uomo lasciò scivolare lo sguardo sulla figura dell'agente, dopodiché tornò a rovistare tra le sue scartoffie. Poi, esalando un gran sospiro, disse: 

«Non creda che sia così facile, agente Walker. Un giorno potrebbe persino fallire, non le basteranno più spacchi, scollature e rossetti. 

Parliamo di un lavoro serio, è pronta a svolgerlo?».

Sarah annuì, il suo lavoro era la sola cosa nel quale riusciva bene e non avrebbe mai immaginato di poter dirottare la sua vita in maniera diversa.

Agosto, 2000.

Sarah lasciò scivolare il rossetto sulle labbra, era quasi pronta per entrare in azione; quella sera avrebbe dovuto conquistare la fiducia di un imprenditore

locale, tanto galante quanto manipolatore. La CIA ne aveva ordinato la cattura e al suo fianco lavorava, ovviamente, l'immancabile Bryce Larkin.

Quest'ultimo spuntò improvvisamente alle sue spalle, Sarah fu quasi sul punto di piantargli un coltello dritto al torace – detestava essere sorpresa, Bryce lo sapeva.

«Riflessi sempre pronti, agente Walker», esordì lui, esalando un sospiro di sollievo.

Sarah sorrise, di tutta risposta, poi adocchiò il collier di diamanti che Bryce teneva tra le mani.

«Per me?», indicò l'oggetto in questione con l'indice, un pizzico di stupore nel tono di voce.

«Sempre se lo accetta, signora Anderson».

Sarah si voltò dall'altra parte, lasciando che le fosse legato il collier attorno al collo: Bryce la osservò per un sol momento, prima di avventarsi letteralmente contro le sue labbra.

Agosto, 2012

«Sarah, dovremmo liberarci di queste armi», sbuffò Chuck, rovistando nell'armadio.

Quel giorno Chuck tentava di fare spazio nell'armadio, ben presto ne sarebbe servito molto di più. Chuck lanciò uno sguardo al ventre di sua moglie, 

appena rigonfio, dopodiché aprì uno scatolone e trovò un altro paio di armi.

«Attenzione, quello non è un phon è... un oggetto letale, Chuck», intervenne Sarah, strappandoglielo letteralmente dalle mani.

«Oh, fantastico. E questo? Questo scommetto che non è un normale rossetto, è...».

«No, Chuck. È un normalissimo rossetto, anni fa era utile quando ero in missione», replicò Sarah, ricordando per un sol momento il suo passato.

«Con me non l'hai mai usato», Chuck assunse uno strano cipiglio, indefinibile a parole.

«Non ce n'è stato bisogno», dibatté Sarah, rigirandosi il rossetto tra le dita.

«Oh, quindi ero una preda facile. Il genere di storia da raccontare ai nostri figli prima di andare a dormire, eh?».

Chuck rifletté per un sol istante, mettendo due dita sul mento; dopodiché, dopo un'attenta considerazione, tornò a rovistare tra le varie cianfrusaglie. Sarah scosse

il capo, avvicinandosi a suo marito e cingendogli la vita con le braccia; poi, poggiò il capo sulla sua schiena e lasciò che le parole scivolassero dalle sue labbra:

«No, il loro papà non ha avuto bisogno di essere conquistato... così come la loro mamma».

Sarah sorrise di pura tenerezza, Chuck abbassò le spalle e, si disse, tutte le armi, le scartoffie e le cianfrusaglie potevano aspettare.

Fan fiction classificatasi prima al "Chuck's contest", i risultati sono qui.

Non so quanto senso abbia ma pare che sia stata apprezzata: ho dovuto unire degli elementi riferiti ad un pacchetto, temevo di fare qualche no sense

stratosferica e mi auguro che non sia andata a finire così. XD

Tanto per la cronaca, gli elementi sono: flash fic, rossetto, Agosto 2000 e genere introspettivo. 

E, niente, ho cercato di non inserire spoiler per poter rendere la fan fiction leggibile a tutti. Tuttavia, la mia mente si fa mille pare mentali

e ovviamente non potevo immaginare l'allegra famigliola (?) Bartowski. u_u

A presto (?). 

Kì.