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Autore: supersara    08/03/2012    5 recensioni
"Era con lui da due giorni e in quell'arco di tempo non aveva proferito una sola parola.
L'aveva fatta ripulire e vestire, si era assicurato che mangiasse regolarmente e che fosse sempre al sicuro, ma era ovvio che non poteva tenerla con se: sarebbe stata d'impiccio ed anche per lei non sarebbe stato l'ideale vivere come aveva scelto di fare lui." One-Shot ambientata subito dopo il salvataggio di Rin da parte di Sesshomaru.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era con lui da due giorni e in quell'arco di tempo non aveva proferito una sola parola.

L'aveva fatta ripulire e vestire, si era assicurato che mangiasse regolarmente e che fosse sempre al sicuro, ma era ovvio che non poteva tenerla con se: sarebbe stata d'impiccio ed anche per lei non sarebbe stato l'ideale vivere come aveva scelto di fare lui. Aveva provato a lasciarla in un villaggio di esseri umani, ma non c'era stato verso, continuava a voler andare con lui.

È vero, era il suo salvatore, ma non per questo si sarebbe occupato di lei. L'aveva salvata perché lo aveva sentito come un dovere, era la prima volta che qualcuno di prodigava così per lui senza un motivo, ed anche se era solo una bambina guidata dall'ingenuità, sentiva che le era grato.

La osservava mentre dormiva tranquilla avvolta in una coperta, era davvero molto piccola, troppo fragile per tenerla con se. Lui aveva uno scopo, una vita pericolosa, per questo doveva trovare una soluzione.

Si levò dal suo giaciglio improvvisato, decise che la cosa migliore era lasciarla in qualche villaggio mentre era ancora sopita. La prese in braccio con una delicatezza che non era degna di lui, tanto che la piccola non se né accorse neanche. A quel punto si avviò verso il villaggio più vicino.

Con passi leggeri e sicuri entrò nel palazzo del signore di quel luogo. Era notte fonda e nessuno si accorse della sua presenza, questo lo fece sorridere e riflettere sulla debolezza degli esseri umani. Guardò la bambina che dormiva con la testa poggiata sul suo petto, avrebbero potuto proteggerla in quel luogo? Forse non era da lui preoccuparsene, ma in qualche modo la sorte di quella piccola umana gli stava a cuore. La poggiò a terra stando sempre attento a non svegliarla. Poi le mise accanto una grossa borsa che aveva preso tempo prima a dei banditi che avevano pensato di attaccarlo. Era piena di denaro, e Sesshomaru sapeva quanto la natura degli esseri umani fosse infima, probabilmente in quel modo si sarebbero presi cura di lei.

A quel punto il demone la guardò per un'ultima volta e silenziosamente come aveva fatto prima se né andò.

Uscito dal villaggio entrò nel bosco a passi lenti. Sistemata la faccenda poteva concentrarsi sul suo nuovo scopo, che non era più Tessaiga, ma trovare un'arma in grado di contrastarla.

Pochi minuti dopo il vento si alzò e al fino naso del demone giunse un odore familiare. Era quella bambina. Sentiva che si stava avvicinando, probabilmente di corsa. Sesshomaru si fermò e guardò verso la direzione dalla quale proveniva l'odore.

“È tenace” si disse.

Decise di non farsi vedere, probabilmente se non lo avesse trovato allora sarebbe tornata indietro. Quindi si addentrò sempre di più nella boscaglia pronto ad osservare i movimenti della piccola umana da dietro un albero.

Arrivata sul posto la bambina si arrestò, il suo volto era sfigurato dalla preoccupazione e dallo spavento ed il suo respiro era affannato.

Il demone non aveva mai visto un'espressione del genere, si sentì invadere da una grande sensazione di tenerezza che lo fece sorridere di sorpresa, si stupiva di se stesso.

La piccola avvicinò i pugni agli occhi e cominciò a piangere.

Per Sesshomaru c'era poco da fare, era giusto così, la lasciava perché gli premeva la sua vita, sarebbe stata al sicuro fra i suoi simili.

Rassegnata la piccola si gettò a terra fra i singhiozzi.

Il demone decise di aspettare finché non si fosse rialzata per tornare indietro.

Ad un tratto si sentì un rumore provenire dalla parte di bosco alle spalle della bambina che sobbalzò impaurita. Sesshomaru riconobbe l'odore di un Oni e si preparò all'attacco.

Infatti dalla foresta uscì proprio un grosso Oni pronto a scaraventarsi sulla piccola che gridò terrorizzata.

In un attimo l'intervento di Sesshomaru causò la morte del nemico ridotto in pezzi.

La ragazzina continuava a guardare spaventata i pezzi del demone che voleva attaccarla, poi lo stesso sguardo di terrore si posò su Sesshomaru. Il demone sorrise e disse: -Questo sono io-

Il volto della bambina si rilassò leggermente.

Il suo interlocutore le diede le spalle e fece per andarsene dicendo: -Non puoi stare con me-

La piccola si alzò da terra e lo seguì.

Lui si fermò di nuovo. Fece un sospiro. Poi continuò a camminare senza impedirle di seguirlo.

-Rin- fece lei.

Lui si sorprese senza darlo troppo a vedere, non l'aveva mai sentita parlare, credeva che non fosse in grado di farlo.

La piccola vedendo che il demone non reagiva fece un altro sforzo e disse: -Mi chiamo Rin!-

Lui sorrise senza fermarsi o voltarsi a guardarla, disse semplicemente: -Mi chiamo Sesshomaru-

 

 

FINE  

  
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