Sanctus si ergeva, solenne come il dio che era appena divenuto grazie al suo smisurato potere e alla sua smisurata superbia, sulla testa del Salvatore: teneva le mani alzate come in preghiera, mentre in realtà era solo un disperato tentativo di abbracciare il mondo in una morsa gelida. Lo voleva per sé, lo bramava addirittura.
Ma essere un dio, comportava responsabilità così difficili!
Sospirò, esausto.
Se solo avesse potuto prendersi anche lui un eventuale settimo giorno di riposo! Dopotutto, lui aveva edificato il suo impero in meno di due giorni. Si meritava finalmente una pausa.
Guardò i suoi Angeli, gli araldi del suo bianco splendore, sterminare e cacciare dalla città le ombre nere che l'avevano avvolta. Mephisto, Faust, Chimere: nessun affanno avrebbe più tormentato Fortuna, ora che lui era divenuto il suo Patrono, il nuovo Sparda.
Ma essere un dio, comportava responsabilità così difficili!
C'erano certi soggetti che desideravano solo vederlo spodestato dal suo trono! Non avevano alcun rispetto per chi cerca solo di proteggere le sue genti. Probabilmente volevano solo causare altro caos, altra sofferenza: sennò, perchè lottare? Oramai tutto stava per andare nel verso giusto.
Ora che lui era diventato un dio.
Ma essere un dio, comportava responsabilità così difficili!
Sua Santità sospirò, mentre il Salvatore si ergeva sulla città di Fortuna come suo protettore.
Chissà, se qualcuno lo avrebbe mai capito fino in fondo.