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Autore: floflo    08/03/2012    13 recensioni
Due donne eccezionali e un ritratto.
E' un crossover di un argomento che avevo già accennato in una delle mie precedenti fic.
Una storia scritta d'impeto e dedicata a tutte le donne.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Sorpresa
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il feuilleton del feuilleton'
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Un piccolo esperimento, forse non riuscito come avrei voluto, scritto più o meno di getto (e non è da me!)
Non mi aspetto che vi piaccia, e nemmeno che lo intendiate alla mia maniera, ma secondo la fantasia dell’autrice sarebbe stato molto interessante se le cose fossero andate proprio in questo modo.

Il ritratto




Notte di tempesta, Oscar zuppa d’acqua dalla testa ai piedi cammina lungo il corridoio, è furiosa.

Lo sapeva che doveva tenere d’occhio Andrè, suo padre sarebbe andato da lui di certo e, non appena ha scorto la sua carrozza di ritorno da Versailles, ha seguito i suoi movimenti di nascosto: come previsto lui si è precipitato nella stanza del suo amico, incurante dell’ora tarda ed inconsueta …, perchè Andrè è soltanto un servo cui si chiede solo obbedienza cieca e nulla è concesso.

Poco prima che suo padre, il generale Jarjayes, tornasse, Oscar ha avuto una breve e animata discussione proprio con il suo fido amico e compagno, lui è sempre pronto a capire, a scusare, a stare dalla sua parte …, ma che ne sa, in questo caso, di come si sente lei davanti a quella decisione?

Non ha bisogno di qualcuno che le dia ragione, Oscar vuole trovare la ragione.

- Non ho nessuna intenzione di proteggere una donna!- ha risposto con fermezza a suo padre soltanto pochi giorni prima, quando lui aveva già preso la decisione di farla diventare comandante delle guardie assegnate alla protezione della principessa Maria Antonietta.
Una donna, giacché le donne hanno bisogno di protezione.
Ma Oscar non è forse essa stessa una donna?

Naturalmente lui è andato su tutte le furie.
Come aveva osato quella figlia ribelle?
L’aveva percossa, l’aveva minacciata, l’avrebbe obbligata se non avesse capitolato alla fine al suo volere, con le buone o con le cattive!

Andrè lo si poteva annoverare ancora tra le buone...

È indignata e rabbiosa ora, ha assistito aggrappata al cornicione della finestra della stanza di Andrè  incurante della pioggia scrosciante, a quella scena - per certi versi penosa - di suo padre che supplica il suo servo di convincerla, di cedere, di accettare la proposta che le è stata fatta dal sovrano in persona e che suo padre ha caldeggiato ampiamente.

***



Oscar cammina lungo quel corridoio interminabile che conduce dall’ala del palazzo adibito alla servitù alle stanze padronali, le gocce di pioggia di cui sono impregnati i suoi capelli scivolano sulla fronte, sulle sue ciglia, sul collo, lasciando poi minuscole tracce bagnate sulle mattonelle di ceramica del pavimento, come fosse uno spirito che si aggira inquieto nel palazzo paterno.

La fiammella traballante di qualche candela ancora accesa sui bracci dei candelabri appesi al muro, rischiara l’oscurità della notte, ma è la luce sinistra e fredda delle saette ad illuminare come fosse improvvisamente fatto giorno per pochi istanti.

Mano a mano che Oscar procede lungo quel budello e si avvicina alle stanze padronali, le pareti vanno arricchendosi di suppellettili, tappeti, acqueforti, dipinti, come in una galleria.

Ogni oggetto porta l’impronta di un’epoca, Oscar non si è mai curata di tutto quel “ciarpame”, quei ritratti stagnanti di antenati dai visi incipriati con polvere di riso, le parrucche alte sul capo, i vestiti gonfi e sostenuti, le gorgiere, le mani intente a sgranare rosari o maneggiare sciabole.

Le gambe la conducono verso la sua stanza, ma illuminata da un fulmine, la cornice cesellata di uno di quei ritratti emette uno strano sfarfallio di luce dorata, rischiarando per un attimo l’immagine al suo interno.

Oscar la vede appena con la coda dell’occhio, chi è?

“Renèe d’Herblay de la Fère de Bragelonne” cita l’incisione sotto il ritratto.

Aggrotta le sopraciglia mentre si sofferma ad osservare: che ci fa quel ritratto fra i suoi antenati?

Chi è questa donna vissuta apparentemente più di cent'anni prima?

Quale curioso ventaglio di parentele la lega alla sua famiglia e quindi a lei?

Chiusa dentro quella cornice, quasi a grandezza naturale, un ritratto di una donna quasi idealizzata, mezza donna e mezza dea, che se ne sta lì, avvolta nelle pieghe di un vestito regale di broccato dai fini disegni di colore tenue, grossi brillanti alle orecchie e altri più piccoli sparsi sull’acconciatura costruita con i lunghi capelli biondi raccolti a boccoli dietro le spalle, un grosso solitario all’anulare e nessun altro gioiello.

Ha grandi occhi cerulei e risoluti, assomigliano a quelli di Oscar, ma ella notandolo ne è quasi infastidita:  la sua posa artefatta e impettita in quel ritratto le procura un inspiegabile imbarazzo.

Appuntato sul corpetto di velluto scuro spicca un grande ricamo d’argento: la caratteristica Croce di Malta di cui solo i nobili di sangue purissimo, con quattro quarti di nobiltà possono portare.

Anche Oscar ne possiede una.

Lo sguardo scivola al quadro immediatamente successivo:

"Beatrix Aimèe de la Fère de Jarjayes"

Ecco come quel ritratto è finito tra le cose della sua famiglia, è una lontana parente, la madre di qualcuno dei suoi antenati.

Eppure quel quadro tra gli altri, stona, ha qualcosa di diverso... Non si spiega Oscar perché continuino a riservare tanti onori a questa misteriosa Renèe...

Una leggenda strana aleggia da generazioni su questa donna, il cui ritratto è sempre stato esibito quasi fosse un fregio, insieme alle carte ingiallite e i cimeli che sanno di rancido custoditi come reliquie.

Uno scandalo ormai svaporato, accennato nei discorsi sottovoce, ma di cui evidentemente andare fieri.

Una donna moschettiere.

Oscar osserva le spalle scoperte di Renèe, le braccia fasciate dalle maniche trasparenti del vestito dalle tonalità lievi dell’azzurro.

Una donna che si è finta uomo e ha maneggiato con sapienza una spada, ha imbracciato senza esitazione un moschetto, ma si è anche chinata a portare consolazione, ha amato, ha cullato bambini tra quelle braccia.

Dicono che nascondesse uno spadino tra le pieghe dei vestiti: una donna da onorare, ma di cui avere all'occorrenza anche paura.

Una donna cui è concesso cavalcare in arcione, senza timore di essere disonorata, proprio come a lei.

Un amore sfortunato ha fatto nascere questa donna moschettiere. Oscar posa lo sguardo su un altro quadro a fianco quello di Renèe.

"François de Jarjayes"

Presumibilmente alto, longilineo, portamento regale e fiero, lunghi capelli color miele, un'ombra di disperazione in fondo agli occhi chiari: era lui il promesso sposo di Renèe.

Il loro era un amore nato come i fiori nei campi in primavera, nessuna imposizione, caso rarissimo per l’epoca, spontaneo, puro, due giovani di belle speranze con un avvenire ricco di premesse davanti.

Poi qualcosa è andato storto, non si sa bene come, Renèe è fuggita, e François non l’ha rincorsa, o forse, chissà, non è riuscito a raggiungerla…

"Laurent François de Jarjayes"

Un altro matrimonio, questa volta coronato dal successo, il figlio e la figlia dei due promessi: come se questa donna dalla vita straordinaria dovesse per forza entrare a fare parte della sua famiglia, un destino scritto il suo, cui è impossibile sottrarsi.

Immagina suo padre, il generale Jarjayes, gongolare davanti quel quadro, la sua è una discendenza di condottieri, e Renèe ne è parte di diritto, una donna oltretutto ...

Proprio suo padre, che ora si aspetta da lei quello che ogni brava figlia farebbe: obbedire.

Strano il destino di Oscar invece …, è nata femmina e quindi destinata all’obbedienza, eppure suo padre l’ha allevata come un maschio destinato a combattere sempre e comunque.

La vita di una donna è segnata dalla capitolazione fatale, che si tratti del volere paterno o del volere di un altro uomo, suo marito, questo Oscar lo sa bene, lo ha visto fare decine di volte.

È per questo che ora è tanto arrabbiata con suo padre? Perché non vuole arrendersi, vuole mantenere la libertà ed l’indipendenza con cui è stata cresciuta?

Eppure negli occhi azzurri della donna che ora è di fronte a lei in quel quadro non vi è traccia di sottomissione, ella sembra essere riuscita a sottrarsi alla capitolazione, all’obbedienza.

Oscar scruta di nuovo il volto di Renèe, chissà perché il pittore ha raffigurato le labbra rosate leggermente increspate, richiamando l’idea di un sorriso sornione trattenuto a stento, di chi irride alla propria compostezza e severità contingente e, in realtà, vorrebbe essere altrove.

Gli occhi chiari di Renèe ora le sembrano attraversati da una folata di insofferenza.

Le sue mani appoggiate compostamente sopra l’abito, nonostante l’ostentazione delle buone maniere, non riescono a nascondere una certa impazienza, quella di chi è avvezzo ai privilegi, ma non gli dà nessun peso.

Oscar ha l’impressione che quelle mani siano sempre state indaffarate, e ora stiano cercando lo spadino tra le gonne, o le redini di un bianco destriero mentre sta per lanciarsi al galoppo.

Renèe, così computa e così irriverente allo stesso tempo.

Una rappresentazione della rappresentazione, come i trompe-l’oeil dipinti alle pareti dei saloni a Versailles, ecco cosa le suggerisce ora quel ritratto.

Una maliziosa eleganza, un allusivo sorridere, una metamorfosi inquietante.

Una rappresentazione che contiene al suo interno delle verità, che la verità conclamata non dice, non svela.

Sgomenta, Oscar tenta di fuggire la vista del quadro, ma lo sguardo appuntito di Renèe pare trafiggerle la schiena, come cercasse trattenerla.

La figlia del generale non riesce ad ignorare quella muta richiesta, gli occhi di Renèe ora sembrano schernirla e rivolgerle una domanda inquietante:

- Che ne sai tu della vita, dell’amore?-


***



La luce del giorno prende ad entrare dalle finestre sempre più prepotente, allagando le pareti dei primi raggi di sole, come un’acqua di cui avevano sete, e mostrando la realtà così com’è.

A ben osservare di nuovo il ritratto di Renèe, Oscar ha l’impressione che questa donna si sia costruita intorno una specie di corazza, ma che la sua vera natura alla fine abbia preso comunque il sopravvento, impossibile da celare.

E ora quegli stessi occhi che prima sembravano inarrivabili esprimano una indulgente e profonda sapienza, quella di chi ha molto vissuto e molto amato, mentre sembrano proprio sussurrale dal passato:

- Vivi Oscar, vivi come il tuo cuore ti suggerisce.-



 

 

   
 
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