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Autore: Ativana    09/03/2012    0 recensioni
Fuga Dai Pochi Segni D'Ispirazione (Primo Episodio)
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL CAPOVOLGIMENTO A BASE DI UOVA Mancava ancora qualche anno alla partenza del razzo, e cosi', spintonato dall'inquietudine esteriore, me ne andai di gran carriera per le stradine laterali di Terni 12. Il mio nome...?..........................................Lord Blumm! Giravo all'impazzata giu' per le larghe scale, nei viucoli... ad una svolta a gomito mi sentii improvvisamente il labbro bruciare; un ragazzetto mi centro' in pieno a mano chiusa. Rallentai, ed era in quel momento che la mia mente ricordo' i tratti incerti e abbozzati della figura di Tegola, per ricordarmi che non vorrei sembrare un domani senz'altro. Scacciai via quei pensieri usando una pietra dura lavorata a rilievo, mentre cercavo di tenere la mente sgombra e di lasciarvi penetrare soltanto una sorta di fanghiglia perversa. Tegola era in cucina davanti ai fornelli. Mi voltava la schiena come se nulla fosse. “Lord Blumm?”, disse senza nemmeno voltarsi. Lo fissai a lungo............................................................ Tegola aveva una di quelle faccie da schiaffi, per cui sapeva perche' lo osservavo in silenzio, che venne interrotto da lui affermando “Avete architettato magnificamente tutto”. La mia sicurezza mi aveva confuso un pochino....poi Tegola mi attacco' sempre dandomi la schiena; cioe', il viso rivolto alla minestra che bolliva; la sua voce non era alterata. Presi cinque o sei tavoli, pieni di gente che fumava, e glieli scaraventai addosso. Tegola, con la mossa del piu' esperto cameriere, sfrecciava reggendo sul braccio teso un vassoio con una montagna di piatti nei quali riconobbi cotolette con patate in insalata e , aprendo brutalmente la strada fra la gente e i frammenti di tavoli, usci' dalla sala con acrobazie olimpioniche (si fanno per sport, ma anche per la gioia). Avevo una voglia terribile di acchiapparlo ed avvicinarmi il piu' possibile alla causa del nostro scontro...mi sporsi dal parapetto a guardarlo saltare via, come se quella vista potesse darmi sollievo e tranquillita', come se laggiu', sul fondo, dove si trovano i pochi segni d'ispirazione, potessimo ritrovarci insieme, seppur con tanti equivoci, senza invecchiare, per sempre! La parte dell'orecchio a forma di chiocciola ascoltava un rumore che proveniva da vicino...a questo punto non c'era davvero nient'altro da fare ma seguire il suono che si ripeteva. Sentivo dei passi dietro di me...fosse Tegola che tornava a regolare i conti? Fini' a trovarmi in uno spiazzo con al centro il monumento a Sinna-Maudne.......................................................................... Rimasi li' a lungo...lungo assai. Si avvicino' qualcuno e mi prese la mano mettendosela in mezzo alle chiappe. “AHO'!” strillai con voce acuta, quasi estranea. Era l'Informatore. Un tizio molto povero e leale; aveva una groppa riccamente infiocchettata di borchie azzurre, rosa, verdi e viola. “Eccoti qua', Lord Blumm”. Fece l'Informatore arrossendo. Ritirai la mano dalle sue chiappotte, sentendo il bollore su di essa. Poi presi il microfono attaccato a un registratore appeso sulla mia spalla coperta da una giacca inglese di pelle, e con le cuffie sulle orecchie cominciai... “Idoneo alle scopo...Si o No?!!”. L'Informatore mi mando' al diavolo, e mi disse di non preoccuparmi troppo; aggiunse anche che non voleva piu' restare a Terni 12, per via dei continui inganni. All'improvviso mi senti' stanco e mi venne voglia di usare con confidenza il vater; ma dove lo trovo in quel posto e a quell'ora!..... Scorgo un cespuglio di rose, e accanto, un musicante girovago litigava con la mamma. Alla fine riusci' a vincermi e la feci proprio davanti a loro. Per fortuna la fitta fumata che ne scaturi' era di tipo lacrimogeno, che rese stordita la curiosa coppia litigiosa. L'informatore nel frattempo stava registrandomi con l'uso del compact-disc che era inserito nel copricapo, e sentendo un dispiacere pieno di invidia, cominciai a camminare verso di lui... gli presi il braccio e eseguii' una mossa di judo, stendendolo sul marciapiede! Il compact-disc rallento' di velocita', e l'Informatore, con voce robotica e affannosa, disse -”La vita si era preso gioco di me ponendomi di fronte il mio insuccesso, esistenziale proprio nelle sembianze dell'amante dell'uomo che il giorno prima avevo illusoriamente sconfitto in una grottesca battaglia sessuale”. A quelle parole pensai...Mio figlio! La persona a me piu' vicina a me. Gli sto davanti senza sapere se sia lui o no. Che cosa so, allora, se non so neanche questo? Che certezze ho a questo mondo se neanche questa per me e' una certezza? Mi congedai dall'Informatore sferrandogli un calcio su di una importantissima arteria del corpo umano. Di qui la mia paura..............scorsi in lontananza Tegola; sedeva su di un mucchio di neve. Ai suoi lati due ragazzi. Ero confuso. Teneva la schiena leggermante curva. Sedeva tranquillo, come senza interesse. E' veramente lui? Mi feci largo nel nulla e mi avvicinai. Non posso non riconoscerlo. Ho impresso nella memoria il suo portamento, ogni suo gesto! Adesso gli ero vicinissimo. I due ragazzi si guardarono a vicenda con profondita' inedita. Uno dei due fece uno starnuto, e dal naso gli colo' un fiotto di catarro che gli copri' la bocca. “Chi siete!”domandai con uno sghignazzo. “Cristiano e Luccio” risposero con scoppi di tuoni e fulmini nel sottofondo. Cercai di raddrizzare Tegola per vederlo meglio, ma il movimento svelo' solo che Tegola era morto... cadde a testa in giu' sull'asfalto bagnato. Non avevo affatto pensato di incappare in una scena simile, e naturalmente per me, era assai spiacevole essere li' con Cristiano e Luccio. Ma non c'era nulla da fare; un taglio da coltello spuntato era stato eseguito su Tegola, come da carne di maiale, corrispondente alla schiena e al lombo. Questi due sbandati non saprei proprio come descriverli... Cristiano aveva un manto corto di pelliccia bionda, dello stesso biondo di un tempo. Si teneva sempre storto, con la nuca rigidamente spinta indietro e la testa, un po' inclinata in avanti; era sempre gioviale e soddisfatto, invulnerabile, fornito della grazia degli angeli, come la ragazza la cui bellezza risveglia in me il ricordo della penosa imperfezione del corpo di Tegola...ormai deceduto. L'immaturita' e ingenuita' eccessiva erano particolari di Luccio. Nobilis Homo che era, pur essendo considerato il vecchietto di Terni 12, ogni volta che spara...fa correre qualcuno. Il fazzoletto rosso che indossava al collo, (per non avere la possibilita' di parlare), in compenso lo rendeva una mosca assai fastidiosa. Luccio creava sempre intorno a se' un'atmosfera di ballata popolare...si nonnino, qualche secolo fa' era meglio! Mi venne di raccontare un accaduto, e Cristiano e Luccio si sessero a gambe incrociate davanti a me, ascoltando: Molti anni fa', quando suonavo ancora il clarinetto, mi ero scervellato per trovare un vivace ballo americano del '900. Pensavo al mio strumento come un accessorio dell'abbigliamento maschile; ogni fin del mattino la giornata era bella, il cielo azzurro, le lodi espresse dal portiere di casa, i gustosi molluschi marini detti anche cozze che divoravo sull'autobus, il lamento del micio nel primo pomeriggio mentre riposavo, l'arabo in tuta che comprende solo a segni, le scene caotiche nelle quali in modo attento ed esatto sono scritte a scopo di intimidazione... In meno di un quarto d'ora terminai la mia storia (cantata sarebbe durata la meta'); Cristiano e Luccio, indivisibili, mi fecero il saluto del gladiatore, e, annaspando, si dileguarono nella notte. Che deformazione, pensai vedendoli allontanarsi lentamente, (in realta' finii' col dire una cosa diversa). Passai il resto della notte a vagabondare e a colazione cominciai a sbadigliare. Poi comincio' ad arrivare gente, e all'improvviso tra tutte quelle creature comparve Tigno, il responsabile dei limiti di Terni 12. Tigno era una coda di ghiro! Spiego...Il gergo della malavita di Terni 12 era il suo. Da due anni ormai sono in guerra con lui. Era vestito di nero, aveva la faccia delle grandi occasioni, e, accanto, una bottiglia di liquore dagl'effetti prodigiosi. Tigno si schiari' la gola e attacco' a parlare. Disse che ero un buono a nulla... un incapace...ma che mi ringraziava per il mio titolo di baronetto. Io sbuffai, colpendolo sul volto con qualche schizzo di sputo. Tigno ignoro' il mio comportamento come ex ragazzo di bottega. Mi fisso' a lungo con quel suo occhio penetrante. Quando me ne resi conto, che mi stava fissando, gli chiesi se era soddisfatto del contenitore impermeabile che le avevo regalato come proposta di matrimonio. Tigno entro' con cautela in quella conversazione, (evidentemente mi rispettava ancora). Era sviluppato come quelli che fanno ginnastica, ma una prominenza ossea all'altezza della spalla destra lo rendeva poco simpatico. La prima volta che me ne resi conto, ne fui quasi disperato; ed ora davanti a lui per l'ennesima volta mi stavo sentendo come un naufrago e, all'improvviso, desiderai ardentemente di insultarlo. Tigno intanto continuava il suo discorso con movimenti constanti delle mascelle, come se nella bocca avesse masse d'acqua che si infrangevano tra di loro.
  
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