IN WHICH GATES WALKS IN
“Mi
sto annoiando” proclamò
Castle seguendo Beckett fuori dall'ascensore ed estraendo dalla tasca
della giacca il suo Iphone “E mi annoierei persino giocando
ad
Angry Birds, avrò rifatto tutti i livelli
come minimo venti
volte”. “Il che la dice lunga su quanto poco
tu faccia mentre io passo ore a riempire scartoffie, Castle”
replicò Beckett alzando gli occhi al cielo.
Aprì la porta della break room e
andò a sedersi al tavolo, mentre lui preparava il
caffè. Kate aprì
il foglio che teneva tra le mani e si immerse nella lettura,
ignorando i discorsi di Castle sull'ultimo aggiornamento di Angry
Birds.
“.. Beckett, mi
stai ascoltando?”
Kate non rispose, e
Castle si accigliò.
“Che stai
leggendo?”
Lei alzò gli occhi
giusto in tempo per fulminarlo con lo sguardo.
“Sei un ficcanaso
Castle, non te l'hanno mai detto?”
Lui
ridacchiò. “In effetti mia madre lo considera uno
dei miei
piccoli
difetti”
“Piccoli?”
ripeté lei tornando a leggere “La cosa non mi
consola Richard,
significa che
dopo quattro anni
non sono ancora venuta a conoscenza dei tuoi lati peggiori..?”
Lui si
sistemò il colletto della giacca e sorrise. “Io
non ho lati
peggiori, Katherine. Comunque,
perché non vuoi dirmi cosa stai leggendo? E' per caso una
lettera di
qualche ammiratore segreto?”.
Lei
scoppiò in una risata fragorosa ed annuì,
lasciandolo per un attimo
interdetto. “Proprio così Castle. Sai.. anche io
ho degli
ammiratori. Che c'è? Sei sorpreso?” aggiunse,
vedendo la sua
espressione inebetita. Lui scosse la testa, e tornò a
fissare la
macchina del caffè, non risparmiando però qualche
occhiata furtiva
alla sua musa, che leggeva qualunque cosa fosse scritta su quel
foglio con profondo interesse, lasciandosi addirittura sfuggire
occasionali risatine e timidi sorrisi.
La
curiosità lo stava divorando; come poteva Kate, la sua
Kate, avere un
altro ammiratore
di cui lui non era a conoscenza? Era inaccettabile.
Impercettibilmente
si mosse dietro di lei, allungò un braccio e le
strappò il foglio
dalle mani, subito allontanandosi dal tavolo per cercare di leggere
qualcosa.
“Castle!
Ridammela immediatamente!”. Kate lo rincorse e
cominciò a
saltellare per raggiungere il braccio teso di Rick, che tentava in
ogni modo di nascondere la lettera. “Castle! Giuro che ti
sparo!”
“Nuh-uh. Troppo
tardi. Hai lasciato la pistola sulla scrivania” sorrise lui
beffardo. Con un braccio cercò di tenerla lontana, ben
consapevole
che probabilmente avrebbe potuto atterrarlo da un momento all'altro e
magari spezzargli una gamba, ma la sua curiosità andava ben
oltre
queste preoccupazioni.
“Vediamo un po',
che ci sarà scritto?” rise lui tenendo ferme le
braccia di Kate
che si muovevano a destra e a manca per recuperare la preziosa
lettera. “Kate, tesoro mio, il tuo sorriso-”
“CASTLE!”
“..mi rende sempre più felice, sei una
donna fant-”. Ma
non ebbe il tempo di concludere la frase; Beckett si avventò
su di
lui, allungando le braccia fino a circondargli il collo, spingendosi
sulle punte e premendo il corpo contro il suo nel tentativo di
raggiungere la mano di Castle; lui indietreggiò, ma
finì per
inciampare e cadere sul divano, trascinando Kate con sé.
E la porta si aprì.
“Si sta
divertendo Detective?”
Kate cercò di
districarsi immediatamente da quel groviglio di braccia e gambe,
sistemandosi la giacca e i capelli e facendo di tutto per nascondere
il rossore sul suo viso di fronte al Capitano Victoria Gates.
“No signore”
rispose lei scuotendo la testa e fissando le punte delle scarpe,
imbarazzata come non mai “Castle mi stava mostrando
una..” “..
nuova tecnica di lotta” concluse lui annuendo e nascondendo
la
lettera dietro la schiena.
Lo sguardo del
Capitano Gates si assottigliò. “In tal caso non
avrete problemi a mostrare ai vostri colleghi questa nuova tecnica
più tardi, giusto
Beckett?”
Kate boccheggiò.
L'avrebbe ucciso.
L'avrebbe decisamente ucciso.
Castle sembrò
leggerle nel pensiero perché deglutì, spostando
lo sguardo da lei a
Gates.
“Detective?”
“Si signore”
borbottò lei lanciando al suo partner uno sguardo di fuoco
“Ne
saremmo onorati”.
In che situazione
si era andata a cacciare per colpa di quel razza di ficcanaso che si
ritrovava tra i piedi..!? Già si immaginava i commenti di
Ryan ed
Esposito e le risate dei colleghi.. che imbarazzo..
Non appena la porta
si chiuse Castle si alzò dal divano, indietreggiando
lentamente.
“Prima che tu
dica 'Castle, ora ti spezzo il collo', ho un ultimo
desiderio
da esprimere..” cominciò lui alzando una mano in
segno di resa e
appoggiando la lettera sul tavolo. Kate avanzò minacciosa,
con le
mani sui fianchi e il volto di una dolce tonalità di rosso
acceso.
“.. ricorda ad
Esposito che può prendersi l'ultima edizione di Halo,
la
tengo nel secondo cassetto del comodino” continuò
Rick facendo un
altro passo indietro “E, cosa più importante, devo
lasciare un
biglietto e assicurarmi che qualcuno tenga d'occhio mia madre quando
non ci sarò più. Sai, tende a diventare un po' brilla
quando
la lascio fare..”
Si rese conto che
non poteva più indietreggiare. Era completamente a ridosso
del
tavolo e Kate era ferma a pochi centimetri da lui.
“Richard-Alexander-Rodgers”
scandì lei puntandogli un dito contro il petto e afferrando
la
lettera da dietro di lui “Sappi che oltre a spezzarti il
collo, ti
toccherà riempire scartoffie almeno per i prossimi dieci
anni”.
“Heyyy non è
colpa mia se tu-” si bloccò di colpo, e la
guardò con un
sopracciglio alzato. “Aspetta, hai detto.. per i prossimi dieci
anni? Mmm Detective.. deduco che non vuoi sbarazzarti di me
troppo in fretta allora..!”
“CASTLE!”
“Okay, come non
detto..”
“Sei un
grandissimo idiota” lo zittì
lei sottolineando l'ultima
parola; ma i suoi tratti si erano addolciti, il rossore sulle sue
guance attenuato e l'espressione meno minacciosa. Gli
sventolò la
lettera davanti al naso, e le sue labbra si aprirono in un timido
sorriso. “Il mio ammiratore segreto è mio
padre, Castle”.
Lui scoppiò a
ridere. “Tuo padre!?”. Spostò gli occhi
sulla lettera e notò la
firma in fondo alla pagina. “E' incredibile! Per un attimo ho
davvero pensato che tu stessi uscendo con qualcun altro..”
“Altro?
Che intendi?”
Castle tossicchiò.
Non era esattamente ciò che aveva intenzione di dire, ma il
suo
cervello semplicemente non voleva saperne di connettersi quando
intorno a lui c'era lei.
“Io? Niente! Non
intendevo un bel niente!” rispose lui afferrando le tazze del
caffè
e dirigendosi verso la porta “Mi dispiace di averti cacciato
in
questa situazione Kate, è colpa mia se saremo costretti a
fare
questa.. come possiamo chiamarla? Dimostrazione?
Sono stato
davvero infantile, e ti chiedo scusa”.
Kate corrugò la
fronte, e afferrò la tazza che lui le stava porgendo.
“Castle, apprezzo
i tuoi sforzi, ma ti aspettano le scartoffie. Sbrigati” rise
lei
precedendolo fuori dalla stanza e dandogli una pacca sulla spalla
alla vista della sua espressione delusa “E
comunque..” aggiunse,
aspettando che si avvicinasse a lei, prima di rivolgergli un grande
sorriso “Non vorrei nessun altro
ammiratore”.
E mentre la
guardava camminare verso la scrivania, Rick pensò che
avrebbe potuto
sopportare settimane, mesi, anni
di scartoffie,
se ciò significava restare al suo fianco.