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Autore: Seiya112    10/03/2012    2 recensioni
Il campionato nazionale in cui lo Shohoku è stato sconfitto dall'Aiwa è ormai passato. I ragazzi hanno proseguito con i loro studi. Ora Miyagi frequenta la 3a, ed è ancora compagno di classe di Ayako; il rosso, Haruko, Rukawa, e l'armata Sakuragi sono in 2a, mentre tutti gli studenti anziani si sono diplomati con buoni voti. O meglio, tutti tranne Mitsui che è rimasto bocciato. Un nuovo studente arriva allo Shohoku, giusto in tempo per creare nuovo scompiglio in istituto già pieno di teppisti e teste calde...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yohei Mito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti. Questa storia era stata creata una decina di anni fa. Purtroppo il sito che la ospitava non esiste più, e per problemi con il computer (leggisi doppio crash del sistema e della memoria esterna) ho perso i capitoli finali, e non ricordo neppure pienamente come proseguisse. Ho quindi deciso di riprenderla in mano, e correggere quelli che erano stati i miei errori ai tempi nello scrivere la prima fan fiction. O almeno spero di riuscirci e che vi possa piacere.


Prefazione:

Il campionato nazionale in cui lo Shohoku è stato sconfitto dall'Aiwa è ormai passato. I ragazzi hanno proseguito con i loro studi. Ora Miyagi frequenta la 3a, ed è ancora compagno di classe di Ayako; il rosso, Haruko, Rukawa, e l'armata Sakuragi sono in 2a, mentre tutti gli studenti anziani si sono diplomati con buoni voti. O meglio, tutti tranne Mitsui che è rimasto bocciato.

(Certo che non capisci proprio niente... NdSary; Capirai tutto tu! NdMitchi; Sempre più di te knock!!!!!!!!!!!!! Ops, forse l'ho colpito un po' troppo forte. Mitchi, sei ancora vivo? Mi servi per la storia!!!!!!!!!!!!! NdSary; Grazie per l'interesse -__-' NdMitchi). Scusate, dov'ero rimasta? Ah, si. Cercate di essere comprensivi. Aspetto commenti, anche negativi. Mi aiuteranno a migliorare.

I personaggi appartengono a Takehiko Inoue, e io non ricavo nulla dal loro utilizzo.


Capitolo I
Uno strano incontro

Era una mattinata di aprile, la mattina di inizio anno scolastico. Le strade del quartiere residenziale erano completamente deserte, fatto salvo per i garzoni che depositavano il giornale nelle cassette delle lettere o li infilavano nei fori rotondi praticati nei muri di cinta delle ville monofamiliari di stampo occidentale. Dalla villetta bianco d'angolo, un edificio semplice che si affacciava su un piccolo giardino verde ben tenuto, allo scoccare delle 7:15 precise, uscì un ragazzo con un una divisa scolastica blu, la giacca completamente allacciata sebbene cominciasse a fare caldo e un berretto calcato sugli occhi, in apparenza rosso, ma troppo malconcio per essere sicuri che quello fosse il suo colore originale.

Chiuso il cancello dietro di sé si avviò pattinando con calma per le strade. Si diresse quindi verso la scuola che avrebbe frequentato per l'anno. Da una settimana viveva in Giappone. Era sempre stato il suo sogno poterci andare ad abitare anche solo se per poco e per questo aveva deciso di trascorrere un anno di studi all'estero. Sicuramente un'esperienza che avrebbe portato cambiamenti e che avrebbe tenuto nel cuore per tutta la vita, ma che sarebbe trascorso lontano dalla sua terra e dalla sua famiglia. Indubbiamente sapeva che sarebbe stata questa la prova più dura, non potere vedere per così tanto tempo le persone cui voleva bene, ma ne sarebbe valsa la pena poiché al ritorno in Italia avrebbe avuto un bagaglio di ricordi, e il diploma di scuola superiore acquisito all'estero. Nonostante ciò aveva ferma intenzione di terminare gli studi italiani una volta a casa. La fine dell'anno scolastico giapponese era previsto per marzo, e al ritorno in Italia avrebbe studiato duramente. Sperava di potersi rimettere alla pari con le lezioni dando un esame a Pasqua, come già aveva concordato con i professori, e poi sostenere l'esame di maturità con i vecchi compagni.

Immerso nei suoi pensieri non si accorse di aver accelerato l'andatura, e di aver percorso il chilometro che separava la casa in cui era ospite e la scuola. Nel momento in cui riconobbe l'edificio scolastico, parzialmente nascosto dietro un muretto basso di mattoni rossi. il cuore cominciò a battere a mille. La scelta del liceo non era stata casuale, quanto dovuta al desiderio di incontrare nuovamente alcuni vecchi amici.

Avanzò rasente il muro, quindi fece una curva stretta con i pattini in linea, imboccando il viale che conduceva all'edificio scolastico principale. Nel proseguire colse con la coda dell'occhio un frammento di una scena, che certo non si aspettava e lo fece rallentare. Sotto un grosso olmo, a dieci metri circa dalla posizione in cui si trovava, tre ragazzi con indosso la sua stessa divisa accerchiavano una ragazza che doveva avere all'incirca la medesima età.
Era una ragazza carina, con i capelli a caschetto castani e indossava una divisa azzurro tenue, con un fiocco rosso a chiudere la giacca blu acceso. Mentre osservava la scena la vide arretrare di un passo verso la pianta, e stringere con la mano libera dalla borsa scolastica l'orlo della gonna. Teneva il volto basso, cercando di non guardare nessuno di loro, e per un attimo incrociò il suo sguardo. Si riscosse quando notò che lo sguardo veniva ricambiato.

Il nuovo studente scosse la testa lentamente. Non era la prima volta che aveva a che fare con gente prepotente, ma non trovava più tanto divertente picchiare degli stupidi esaltati. Certo non poteva lasciarli fare, qualunque cosa avessero in mente. Come si faceva a sopportare chi se la prendeva con i più deboli? Tanto più con una ragazza che sembrava del tutto indifesa.

"Ehi voi! Si dico a voi quattro! Lasciate stare quella ragazzina oppure dovrete vedervela con me!"

Un po' melodrammatico, lo so, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente. I ragazzi si girarono verso la voce che aveva parlato. Uno dei tre, distinguibile dagli altri facilmente grazie ai lunghi capelli legati a coda, presumibilmente la testa del gruppo, atteggiò il volto ad un ghigno e latrò:

"Tu che vuoi? Vatti a fare un giro se non vuoi prenderle. Smamma!" detto questo si rivoltò afferrando un braccio alla ragazza e dandole una spinta abbastanza forte da farla rovinare a terra contro l'albero. Qualcosa nella sua testa scattò. Si rimbocco la manica sinistra della giacca, e appoggiò la cartella a terra.

"Io vi avevo avvisato..."

Con un movimento rapido fu loro addosso, assestando una ginocchiata nello stomaco al più vicino. Vide arrivare un calcio al retro del ginocchio, che parò con l'esterno del polso destro. Poi assestò un pugno nello stomaco ad un membro del gruppo non meglio identificato. Al terzo fece semplicemente uno sgambetto. Come aveva immaginato, erano degli incapaci senza un minimo di forza, o che perlomeno non si aspettavano qualcuno che reagisse a quell'ora del mattino. Erano bastati un paio di calci per mandarli al tappeto, dopo di che se la diedero a gambe levate.

La ragazza era ancora a terra e fissava il suo salvatore con gli occhi sgranati. Non era riuscita a capire cosa fosse successo attorno a sé.

"E' tutto a posto?" chiese lui in un giapponese incerto, porgendole la mano. La aiutò ad alzarsi.

"S-si, g-grazie." Balbettò leggermente. Ora che lo guardava bene, la superava di appena qualche centimetro di altezza. Che fosse un kohai? Non lo aveva mai visto prima, o almeno così sembrava, visto che il berretto compriva il volto dal naso in su, tenendo completamente coperti gli occhi e la fronte. Ciò che notò maggiormente fu la mano che continuava a stringere con la sua, piccola, forse persino più della sua, che già veniva presa in giro dalle compagne fin dalle medie per avere le mani come quelle di una bambina. E morbida.

"Bene, la prossima volta cerca di stare più attenta. Si può sapere cosa volevano quelli da te?"

"Niente" Esitò. "Cercavano un mio amico... Quando ho detto loro che non sapevo dove fosse non mi hanno creduto e non mi lasciavano andare in classe"

"Frequenti il liceo? Non andrai mica allo Shohoku?" Ovvio, trovandosi lì. Strano però, l'aveva scambiata per una ragazza delle medie. Doveva ancora perfezionarsi nell'attribuire l'età ad una orientale.

"Si. Anche tu?" Non colse lo stupore con cui le erano state rivolte le domande.

"Mi iscrivo stamattina, sono in terza. In effetti devo andare in presidenza e non so bene come arrivarci."

"Io frequento la seconda. Oh, che sbadata, non mi sono ancora presentata. Io sono Haruko Akagi. Tu come ti chiami? Non sei giapponese, vero? Però lo parli bene"

"Grazie del complimento. Infatti vengo dall'Italia. Mi chiamo....."

La conversazione fu interrotta da un ragazzo che correva all'impazzata verso di loro. Aveva i capelli rossi rasati e continuava ad urlare: "Harukinaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!" Dietro di lui venivano altri quattro ragazzi. Due erano alti quasi quanto come lui, l'uno biondo e l'altro moro. Erano seguiti da un ragazzo con gli occhiali decisamente obeso. L'ultimo si avvicinò con fare rilassato, tenendo le mani in tasca. Aveva la tipica pettinatura del teppista, con i capelli tirati indietro con il gel. Però non dava la stessa impressione dei teppisti di poco prima. Aveva un'aria che faceva presagire solo grandi risate e prese in giro.

"Haruko cara, cos'è successo?" La faccia da ebete che aveva assunto si smaterializzò immediatamente quando notò la mano che ancora stringeva quella della ragazza. "E questo chi è?"

"Aspetta Hanamichi..." Haruko pronunciò quelle due parole troppo tardi. Il rosso aveva già stretto la mano sul bavero della giacca e sollevato la persona che aveva di fronte. Facendo mollare la presa alla mano della sua adorata.

"Come ti sei permesso di toccare la mia Haruko? Io ti distruggo!"

Haruko si aggrappò al braccio di Hanamichi, mettendosi tra i due e guardando il ragazzo alto negli occhi, e la voce questa volta uscì più convincente dalla sua bocca. "Hanamichi calmati, mi ha salvato. Mi avevano aggredita e lui mi stava aiutando ad alzarmi!"

"Ah, se è così l'hai scampata!" Continuò con tono spavaldo. "Grazie per aver salvato la mia Harukina. Ma non azzardarti più a prenderle la mano, intesi?" Lo mise giù.

"Scuse accettate." Si risistemò la divisa. "Comunque prima di agire è meglio se ti informi sui fatti. Per di più potevi anche muoverti, come si fa a lasciare la propria ragazza in balia di tipacci e poi aggredire chi l'ha salvata!" Rispose adirato.

Hanamichi non prese bene la provocazione, e rosso in viso un po' per l'ira, un po' per l'imbarazzo di sentirsi preso in giro davanti ai suoi amici e ad Haruko, fece quello che usava fare per risolvere la situazione a suo favore. Gli tirò una testata. O almeno ci provò... schivandolo, e finendo a terra quando un colpo inferto con la mano di piatto lo colpì alla nuca scoperta.

"Tu...." Si rialzò immediatamente, fermato prontamente, e a stento, dai suoi amici.

"Fermo Hanamichi!"

"E' caduto come un sacco di patate!"

"Dovresti provarla come nuova tecnica in campo!"

Sakuragi si fermò. Non perchè avesse ascoltato le parole degli amici, ma per ciò che aveva di fronte. Nell'ultimo movimento il salvatore di Haruko aveva perso il berretto che teneva calcato in fronte, e da esso si erano liberati davanti ai presenti dei lunghi capelli rossi legati in una coda alta cavallo e due bellissimi occhi verdi. Okusu, Noma, Takamiya e Mito non poterono credere ai propri occhi. Ad atterrare il loro capo e a far scappare a gambe levate quattro dei più pericolosi teppisti della scuola era...era sta una ragazza?! La piccola Akagi si stupì un po' meno degli altri, in effetti si sentiva in qualche modo rincuorata. Finalmente cominciava a sviluppare un po' di intuito. Hanamichi invece si fece una risata, e subito cambiò atteggiamento, dandole una sonora pacca sulla spalla in segno di approvazione.

"Non male per una femmina!" Femmina che dal canto suo si rilassò a quel segno di cameratismo, rispondendo allo stesso modo.

"Non ti ho fatto male vero? Sembri robusto"

"Il genio del basket non può farsi male. Sono un duro io"

(Caliamo un velo pietoso, conosciamo tutti l'egocentrismo di Hanamichi -__-' NdSary; Non sono egocentrico, io sono il futuro capitano! NdHana; Si certo, come no! Quando la volpe frigida sarà morta! NdSary -_- Cosa? NdRukawa)

"Ehi non guardatemi con quelle facce, sembra abbiate visto un mostro!" Sotto sotto sorrise divertita.

Il primo a riprendersi dallo stupore fu il ragazzo con la pettinatura da teppista, decisamente il più carino della compagnia. Fece un passo avanti disse con un gran sorriso: "Siamo solo sorpresi perche sei una ragazza, tutto qua. Ti credavamo un maschio, vista la divisa."

"Ah, giusto. Non avevo pensato alla divisa, per me è normale. Non mi piace vestirmi da femmina" disse la ragazza fingendo noncuranza, ma pensando tra sè che non avrebbe rinunciato ad un paio di pantaloni che le coprissero per bene le gambe per nulla al mondo. Il commento passo del tutto inosservato.

"Beh, io sono Yohei Mito e questi sono i miei amici Nozomi Takamiya, Yuji Okusu, Chuichiro Noma e Hanamichi Sakuragi. Siamo del secondo anno, classe 2A." Il ragazzo, Yohei, indicò in ordine il panzone, il ragazzo biondo e l'altro moro, oltre al già dichiarato rosso. Il primo sembrava la mente, l'ultimo l'elemento da tenere perennemente sotto controllo. Suo malgrado sorrise. Le erano in qualche modo istintivamente simpatici.

"Credo sia giunto il momento anche per me di presentarmi. Allora, dov'ero rimasta? Ah, si. Sono italiana, 17 anni, sono iscritta al terzo anno e mi chiamo Sara Cortesi, piacere."

(Ah, ah, non ve lo aspettavate vero questo colpo di scena! NdSary; guarda che era scontato -__-' NdMitchi; vuoi un'altro pugno? NdSary; No, no, dopo aver visto come sei violenta! ^^' NdMitchi; Meglio per te! NdSary)

"Piacere nostro!" risposero in coro.

"Hai detto terzo anno? Non sembravi..."

"...una sempai? Immagino me lo diranno in molti. Troppo bassa, vero?" sorrise. Mito ebbe la prontezza di togliere gli altri maschi dall'imbarazzo di una risposta.

"Ma no, assolutamente! E' che le occidentali sembrano sempre molto più giovani!"

"Si, giovani prugnette!"

"Zitta, scrofa!"

La ragazza temette di non aver capito il commento di quello che le era stato presentato come Nozomi Takamiya. O peggio ancora di averlo capito perfettamente. Al commento seguì uno scambio di insulti vari tra quattro dei ragazzi, mentre quello che le appariva sempre più come l'unico con un cervello, Mito, si teneva in disparte.

"Sei già passata in presidenza?"

"Volevo andarci ora."

"Vieni, ti accompagno"

E dicendo questo le fece strada, lasciando gli amici a continuare il loro tafferuglio. Non appena li videro allontanarsi tutti gli studenti che affollavano il cortile poterono sentire una serie di insulti rivolti al numero due della Sakuragi Gundan, che incurante proseguì la sua strada al fianco della nuova venuta. Seguito a ruota dagli altri. (Chi sarebbero gli altri! NdGli altri; Basta! NdTaka-Oku-Noma).

Fu assegnata alla sezione L e poi trascinata letteralmente sul palco della palestra di quello che scoprì essere il club di basket per la presentazione dei nuovi iscritti, dove il preside stava concludendo il suo discorso:

"Infine Cortesi-san proviene dall'Italia, ed ha deciso di trascorrere nel nostro Istituto un anno di studi. Spero che la tratterete come un'amica e la accoglierete tra di voi, facendola sentire come a casa." Un po' imbarazzata dagli sguardi che la fissavano, prese la parola.

"Spero di diventare amica di tutti e che riusciate ad accettarmi." per poi inchinarsi davanti la platea.

Ci fu l'applauso degli studenti, seguito dal comiato del preside con l'augurio di un buon anno scolastico. Sara fu presto circondata da studenti e studentesse dei tre anni, che la ricoprirono di domande di rito, senza lasciarle quasi il tempo di rispondere. Fortunatamente, vide avvicinarsi qualcuno che sperava l'avrebbe salvata da quell'orda. "Largo, largo, lasciatela passare! Cosa c'è, non avete altro da fare, branco di gatte morte!" urlò Hanamichi seguito dalla sempre presente armata.

Tutti fecero ala ai cinque, impauriti dalla voce del rosso. Si sapeva cosa succedeva a farli innervosire, soprattutto dopo la vicenda di Mistui in palestra, la stessa palestra da cui uscirono chiacchierando. Le lezioni stavano per cominciare. Haruko le presentò le sue amiche (Ve le ricordate vero? Matsui e Fuji. NdSary), che avrebbero frequentato con lei la 2F. Al secondo piano si salutarono, dopodiché si diressero tutti verso le rispettive classi, promettendosi di trovarsi per il pranzo in terrazza.

Speriamo di conoscere qualche compagno simpatico. In fondo dopo solo un'ora in questa scuola ho conosciuto quei cinque ragazzi e Haruko, pensò mentre proseguiva su dalle scale verso il terzo piano, dove sapeva trovarsi le classi terze.

   
 
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