Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Iwantasmile    10/03/2012    3 recensioni
Mi amavi, ti amavo, mi ami e ti amo ancora adesso.
Avevo due felpe ma accanto a luii bruciavo.
Mi spogliò.
Mi vergognavo a farmi vedere, insomma era l'unico uomo che amavo e l'unico a cui mi mostravo; mi disse: non vergognarti sono solo io.
Eravamo nudi l'uno davanti all'altro.
Era la prima volta per me, e fu davvero bella perchè lo feci con la persona che amavo veramente.
E con un filo di voce mi disse: sei bellissima
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6
Durante il tragitto verso casa nessuno dei due apre bocca..A quanto pare la magia del bel fratellino simpatico era finita lì, quando il fabbro aveva spezzato la catena.  Ora sarebbe ritornato tutto come prima. Arriviamo a casa, quella casa che senza le parole mie e di Jusitn sembra essere acnora più enorme.
Mi squilla il cellulare. Vedo Justin voltarsi verso di me e avvicinarsi allo schermo per vedere chi fosse.
Io mi allontano da lui per andare in terrazza. Era mio padre. Era solo mio padre. Perché a Justin importava chi fosse? Probabilmente pensava fossero appunto, Pattie e mio padre.
“Pronto Papà?”
“Erin amore, come stai?” la voce dall’altro capo del telefono mi  diffuse subito un’estrema tranquillità.
“Sto bene, tu invece come stai?”
“Oh io sto benissimo, ho chiamato principalmente per sentire la tua voce, e poi per dirti che purtroppo non potremmo sentirci molto spesso perché le chiamate internazionali costano molto, e pensa un po’? Qua non ricaricano la Vodafone.”
“Papà va bene non preoccuparti, non ci fa niente, fra poco ci vedremo..”
“Erin.. Io e Pattie  domani partiremo, ma non verremo a casa, prolunghiamo la vacanza, facciamo un giro di molte località andiamo anche dai nonni. Gli presenterò Pattie e lei mi presenterài suoi genitori.”
Non poteva essere vero.Avrei voluto dirgli quanto ero contraria a questo loro viaggio fin dall’inizio. Non si lasciano i figli a casa. Avrei voluto raccontargli tutto quello che era successo. Ma invece dissi soltanto:
“Ok va bene, scusa ma devo andare papà salutami i nonni e Pattie. Un bacio.”
Riattaccai senza aspettare una risposta. Ora dovevo dirlo a Justin, per cui salgo su in camera sua e busso leggermente con le nocche delle mani.
Lui mi apre la porta della tua stanza in pigiama.
“Justin ha chiamato mio padre e ha detto che prolungheranno il viaggio e che non potranno chiamarci spesso”.. il suo sguardo puntava nel vuoto.
“Ok va bene. Senti ti va di andare al cinema sta sera?”
“Ehi ti ho appena detto che dovremmo stare insieme a tempo indeterminato e tu mi proponi di andare al cinema al posto di lamentarti?” Avevo inclinato un sopracciglio. Com’è mio solito fare quando sono sorpresa.
“Inutile perdere tempo a lamentarmi. Se mi lamento non risolvo i problemi no? Allora che ne dici ti va?”
“Che film c’è?” dico rassegnata all’idea.
“Cappuccetto rosso sangue.” Dice leccandosi le labbra. Stranamente al passaggio della lingua sulle sue labbra rabbrividisco.
“Se è un film horror ti ammazzo. A dopo.” Mi giro e sto per andarmene quado lo sento dire a voce alta dalla sua stanza:
“Quindi ho un appuntamento con la mia sorellastra.?”
“Viviamo nella stessa casa per cui non è un appuntamento.” Dico sorridendo prima di chiudere la porta della mia stanza.
Lui voleva un appuntamento con me? Sarebbe stata un’opportunitàper conoscerci meglio. Solo questo?  Interrogai me stessa centinaia di volte. Solo questo? Solo questo? Solo questo?


Dopo essermi fatta una doccia rilassante, e aver indossato un top rosso abinato ad un paio di Jeans e a delle Air- Force rosse scendo sotto e trovo Justin, sdraiato sul tavolo con in mano le chiavi della sua auto.
Si volta verso di me e ci guardiamo fissi negli occhi per una manciata di secondi. Una manciata di secondi necessari a provocarmi un subuglio nello stomaco. “Erin che sta succedendo?” chiesi a me stessa. Non feci caso a quella sensazione e mi diressi verso di lui.
“Andiamo?” disse indicando le chiavi della sua auto.
Sorrido e usciamo insieme dalla porta d’ingresso.
Arriviamo in auto, lui si allaccia la cintura e sta per accendere l’auto quando si volta verso di me e si avvicina pericolosamente al mio viso. Le mani iniziano a sudarmi, il suo petto è attraversato dalla cintura, e la punta del  mio naso sta per sfiorarsi con la sua, dopodichè distoglie lo sguardo dai miei occhi afferra la mia cintura e me la allaccia. Ma certo voleva solo allacciarmi la cintura. Eppure nonostante non lo sopporti le mie mani erano completamente umide. Segno di nervosismo.


Il cinema era dall’altra parte della città, il film iniziava tra cinque minuti e la lancetta dell’auto toccava gli 8’ km/h.
“Jusitn di questo passo non arriveremo in tempo nemmeno per i titoli di coda.”
“Non fare la sarcastica. Voglio vedere te a giudare con una passeggera così pretendente.”
“Ehi, io potrei insegnarti a guidare signorino SOTTUTTOIO.”
“Vorrei proprio vedere.”
“Già, prenderesti una bella lezione.”
Eravamo davanti allo svincolo che divideva la strada dal cinema dalla strada del porto. Lo vedo svoltare verso il porto.
“Dove vai il cinema è di là?” dissi voltami verso lo svincolo ormai sorpassato.
“Non ti va di darmi qualche lezione di guida?” disse sorridendo mentre guidava, senza nemmeno voltarsi verso di me.
“ Justin, sono qasi le 7 di sera.”
“E quindi?”
Mi rassegnai, anche se quest’idea mi piaceva parecchio.

Arriviamo al porto scendiamo entrambi ognuno dal rispettivo sportello, ed una volta risalita mi ritrovo al posto giuda. Justin mi passa le chiavi, e metto la macchina in moto.
Con mio padre ho fatto pratica moltissime volte anche se ancora per la patente mi ci vuole un’anno.
Parto e faccio il giro del porto completo, cambiando e scalanto correttamente le marce.
“Non credevo te la cavassi.” Disse tornando al posto giuda.
“Te l’avevo detto che ero brava.” Dissi sorridendo.
“Ormai  il cinema è andato. Ti va di stare qua?”
“Fa freddissimo, se restiamo in auto ok.”
“Va bene. Io non ho voglia di tornare a casa.”
Era il mio fratellastro. Ero la sua sorellastra. Non sarebbe successo niente di male.
Abbassiamo entrambi i sedili per stare più comodi.  Gli ultimi giorni caldi di quest’autunno si stavano sbriciolando  davanti ai nostri occhi.
Sentìì la mano di Jusitn posarsi sulla mia. Mi voltai e ritrovai il suo viso già girato verso di me.

Volevo respingere la sua mano, ma istintivamente gliela strinsi.

Restammo la, in quel modo una buona mezz’ora. Mano nella mano. Senza dire una parola. Il nostro silenzio ci faceva intendere ogni cosa. Ad un tratto Justin si alzo si sporse verso di me e mi stampò un lieve morbido bacio sulle labbra. Non era stato proprio un bacio. Le sue labbra hanno leggermente sfiorato le mie lasciandosi dietro una scia di desiderio.


Ragazzeeee rieccomii :DD Ho pubblicato il capitolo solo oggi perché sono stata molto impegnata a studiareee. Come al solito aspetto i vostri suggerimenti e i vostri pareri. Un bacio
-Erika.
  
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