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Autore: Giacomo21    10/03/2012    1 recensioni
Un armadio viene riposto in una scuola media e li inizia a vivere in compagnia di molti altri personaggi simpatici. Li imparerà a vedere il mondo con occhi nuovi.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cari lettori, probabilmente avrete letto molte storie, la mia è diversa, semplice come un armadio; un armadio di legno. Mi ricordo la prima volta che aprì gli occhi come se fosse ieri. Avevo viaggiato su un camion che a mio avviso aveva percorso molti chilometri. Il viaggio era durato molto tempo e ne avevo approfittato per riposarmi e per liberare la mente dai pensieri ansiosi che l’affollavano: < Dove andrò? > < Sarà un posto bello? > < Mi tratteranno bene? > Quando mi svegliai mi ritrovai su un carrellino spinto da due uomini con dei caschetti gialli. In breve arrivammo in una stanza senza una parete e il soffitto. I due uomini mi sistemarono in un angolo e li restai per diversi mesi. Durante questo periodo mi resi conto di dov’ero: mi trovavo in un cantiere pieno di polvere dove la gente lavorava senza sosta. Furono tempi tristi per me, ero tutto sporco e nessuno mi degnava di uno sguardo. L’unica cosa bella di quei momenti era un bambino, avrà avuto sui sette anni, regolarmente veniva al lavoro con il padre e si recava sempre da me. Adorava nascondersi dietro le mie ante. Poi un giorno il bambino smise di venire e la mia vita diventò di nuovo triste. In breve venne costruito il tetto e vennero installate delle finestre dove mancava una parete. Mi sistemarono meglio e poi sparirono tutti con le impalcature e gli attrezzi da cantiere. Per qualche settimana restai da solo finché non arrivarono dei signori in giacca e cravatta dall’aria molto importante. Entrarono nella mia stanza e dopo aver dato un’occhiata in giro e poi uscirono chiudendo la porta. Successivamente arrivarono altri signori che portarono nella stanza altri oggetti: c’era una lavagna che continuava a ripetere di essere nata in America e di essere molto pregiata poi due cartine marito e moglie che si rivelarono molto socievoli. Iniziai a sorridere di nuovo, finalmente mi sentivo parte di una famiglia. Poco dopo arrivarono anche dei banchi e delle sedie, tutti fratelli gemelli, che non smettevano più di schiamazzare. < Io sono nuovo! >, < Lasciatemi in pace>, < Cosa stai facendo? > Per fortuna erano accompagnati dalla loro mamma-cattedra e dal loro padre–poltrona. Passarono così molte giornate finché un giorno sentimmo lo squillo di una campanella; tutti i banchi iniziarono a fremere e a commentare: < Finalmente è ora! >, < Arrivano! >. < Chi arriva? >, < Cos’ è tutto questo fermento? > mi chiedevo. Ma alla mia domanda arrivò subito una risposta. Un’ondata di ragazzi entrò correndo nell’aula,avevano con loro delle cartelline di legno contenenti tutto l’occorrente per apprendere una cosa nuova. E fu così che iniziai a servire per lo scopo per il quale ero stato commissionato: un armadio per i libri. Il mio compito era semplice; consisteva nel custodire tutti i libri dei ragazzi e poi ridarglieli il giorno dopo. Era un compito semplice ma molto importante per me. E così passarono gli anni e anche i ragazzi passavano io imparavo ogni giorno di più. Finchè un giorno non arrivò un ragazzo nuovo per gli altri, ma a me ricordava qualcuno… capì tutto durante l’intervallo quando il ragazzo mi si avvicino e mi disse: < Sono tornato >, era lui! Il figlio del muratore che mi teneva compagnia durante quelle lunghe giornate passate a guardare gli operai all’ lavoro. Il resto del tempo passò velocemente e quel ragazzo crebbe e si dimenticò di me. Ma questo non mi dispiacque dato che avevo trovato molti altri amici. Sono sempre stato qui, sempre con la lavagna vanitosa, con le cartine innamorate e i banchi chiacchieroni. Sono sempre qui, io un armadio, un armadio di legno.
  
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