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Autore: mizuki95    10/03/2012    5 recensioni
Piccola one-shot su Hiro-san e le sue riflessioni, sia buone che pessimiste, sulla sua vita di coppia con Nowaki.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hiroki Kamijō, Nowaki Kusama
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era da un pò che meditavo di scrivere qualcosa su loro due, e dopo aver scartato un migliaio di idee...eccoci qua! All'inizio doveva essere una song-fic con la canzone "Con la musica alla radio" di Laura Pausini, ma poi ci ho ripensato. Purtroppo Hiro-san è fortemente OOC, scusate! Mi raccomando di farmi sapere cosa ne pensate!
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Una sola parola per descrivere ciò che stava provando: noia. Sì, si stava decisamente annoiando. Era solo in casa perché Nowaki stava lavorando all’Ospedale.

Davanti a sé aveva più di una quarantina di tesine e argomentazioni da portare il giorno dopo a lezione, e doveva controllarle una per una, decidere le più valide, le più urgenti, le più in riga con il programma, differenziarle e poi rileggerle per la spiegazione. Chi aveva mai detto che il lavoro di un professore Universitario era solo quello di fare un interrogatorio degno di quello dei detectives allo studente di turno?

Sospirando si alzò per andare in cucina a farsi una bella tazza di caffè per svegliarsi. Ma nel breve tragitto trovò un maglione del coinquilino, lanciata come se nulla fosse in un angolo della stanza. Arrossì visibilmente quando ricordò il perché si trovasse lì, e dopo averla recuperata la spedì dritta nella lavatrice.

Una volta, poi, giunto in cucina, mentre si preparava la calda bevanda, si diede mentalmente dell’idiota per il suo imbarazzo: ormai erano dieci anni che stava con il moro, come poteva arrossire in quel modo? Ma poi, con la tazza fumeggiante tra le mani e davanti l’allegro passatempo che lo avrebbe tenuto occupato pomeriggio, notte e forse anche la mattinata del giorno dopo, il suo pensiero tornò sull’amato.

Erano passati dieci lunghi anni da quando aveva conosciuto Nowaki, e a ripensarci con il senno di poi questo incontro aveva cambiato radicalmente la sua vita. Grazie a quell’incontro, ora conviveva con qualcuno.

Grazie a quell’incontro, ora era amato da qualcuno che lo ricambiava.

Grazie a quell’incontro, il suo cuore infranto dall’amore non corrisposto per Akihiko era stato curato dal migliore dei medici e dalla migliore delle medicine.

Grazie a quell’incontro, il suo carattere si era un po’ addolcito (ma non con gli studenti), aveva conosciuto il piacere di unirsi a qualcuno, di essere “venerato” e di emozioni mai provate prima.

Ma sarebbe durata per molto?

Improvvisamente questo pensiero gli attraversò la mente, rimuovendo la calda atmosfera che circondava i pensieri precedenti e gettandolo in un baratro di confusione e paura. Cosa gli diceva che l’odioso senpai di Nowaki un giorno non riuscisse a portarglielo via? E nel caso in cui Akihiko si fosse innamorato di qualcuno che non fosse Takahiro, e glielo presentasse? E se a causa di tutto questo, il suo lavoro peggiorasse?

Si sedette quasi barcollando sul divano, con la testa in una mano e lo sguardo che roteava per tutta la stanza. Non era mai stato paranoico o fortemente pessimista, ma quelle eventualità non lo facevano stare affatto tranquillo. Fu osservando il cuscino all’estremità del divano, però, che tornò a pensare lucidamente.

Quel cuscino era lo stesso che una volta tirò addosso a Nowaki, per quell’assurda storia del suo vero nome. E osservando il pavimento, ricordò che fu lo scomodo letto su cui si unì al compagno per riappacificarsi. Se osservava bene la stanza, poteva ricordare che ogni parte di essa, che ogni mobile di essa era stata testimone di qualcosa che li riguardava.

E non solo quella stanza, no. Tutto il resto dell’appartamento era testimone dei loro litigi, delle loro dispute, delle loro riappacificazioni, dei brevi ma intensi momenti di dolcezza che avevano condiviso.

Anche se il loro avvenire come coppia era incerto e sconosciuto, ciò non toglieva quello che erano: una coppia. Questi tipi di problemi li avrebbero dovuto affrontare insieme. Era inutile che se li sobbarcasse tutti lui, solo perché era il più vecchio dei due.

Ciò che era veramente importante era che per l’avvenire sarebbero dovuti essere così uniti per poter affrontare ogni ostacolo gli si fosse apparso davanti.

In quel momento si chiuse la porta dell’uscio, e sentì la voce di Nowaki dire «Sono a casa, Hiro-san!»

«Sei a casa» pensò Hiro-san «Bentornato nella nostra casa».
 
THE END
  
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