Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: ThisIsIslem    10/03/2012    2 recensioni
"Don't be scared, girl I'm here
If you didn't know..this is love."
Mi sedetti. Guardavo attentamente il video e pensavo.. senza accorgermene una lacrima mi rigò il viso.. quella canzone mi faceva sempre questo effetto. Mi accorsi della presenza di un ragazzo dietro gli scaffali.. Continuava a fissarmi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una borsa, una bottiglietta d'acqua, una mappa della città e infine.. una carta di credito. 
"È un grande, grande, mondo
Ed è facile perdersi."
Già, sono una ragazza minuscola in confronto al mondo che c'è la fuori. Sono una ragazza che ha molti sogni, alcuni irrealizzabili. Sono una ragazza che ama un ragazzo. Un ragazzo che non sa della mia esistenza. Un ragazzo canadese. Un ragazzo che canta. E che con un semplice sorriso riesce a far piangere milioni e milioni di ragazze. Si, il suo nome è Justin Bieber.
Il mio nome è islem, sono italiana ed avevo vissuto in Italia ma da pochi giorni mi ero dovuta trasferire con mia madre in america per colpa del divorzio dei miei genitori. Mia madre era molto indaffarata, ma era sempre colpa del suo capo, o almeno così mi diceva. Non passava molto tempo con me quindi voleva che io facessi amicizie ma rimanevo sempre chiusa in camera, attaccata al computer. Per quei pochi minuti che passava con me continuava a ripetere 'Vedrai, saremo felici qui' però io non riuscivo a sopportare il cambiamento. Già.. mi mancava la mia migliore amica, lei era ancora in Italia.. con tutti gli altri. Ma mia madre non si dava per vinta così facilmente.. 'Se mi prometti che proverai a fare amicizie ti porterò a New york, e ti darò la mia carta di credito'. Ecco cosa mi diceva. Non ce la facevo più di sentirla parlare, allora accettai. Ed eccomi qui, pronta per un giro per le strade di New york.
Avevo già tutto programmato. Avrei comprato un po' di magliette, un paio di jeans e delle supra. Speravo che nella carta di credito ci fossero abbastanza soldi per comprare tutto e per pagarmi il pranzo. 
Il viaggio in macchina fu abbastanza silenzioso, lei mi disse solo che avrebbe dormito in un albergo e che saremo tornate a casa il giorno dopo. Dopo essermi segnata l'indirizzo dell'hotel su un foglio iniziai il mio giro per i negozi. Non sono una ragazza che ama fare compere, però amo ascoltare musica mentre cammino per strada, purtoppo non potevo andare con calma, la gente si accalcava sulle strade correndo per non fare tardi a lavoro. Decisi di entrare in un negozio qualunque, l'importante era togliermi da quella mandria di bufali. Aprii la porta e mi ritrovai in un negozio di scarpe. C'erano molte scarpe ma non facevano per me. Avevo intenzione di trovare delle supra viola per poi andarmene subito via. La mia attenzione fu catturata dal televisore sulla cassa, uno di quelli che trasmette solo video musicali, avete presente? Il ritmo mi sembrava famigliare..
"Don't be scared, girl I'm here
 If you didn't know..this is love."
Mi sedetti. Guardavo attentamente il video e pensavo.. senza accorgermene una lacrima mi rigò il viso.. quella canzone mi faceva sempre questo effetto. Mi accorsi della presenza di un ragazzo dietro gli scaffali.. Continuava a fissarmi. Era abbastanza alto, incappucciato. Continuai a fissarlo e lui continuava a fissare me, Finchè il commesso non mi chiamò. 
- Posso esserle d'aiuto? -
Mi rigirai per vedere se il ragazzo di prima mi stesse ancora fissando, ma non c'era più nessuno.
- Ehm.. si, stavo cercando un paio di supra, qui si vendono? -
- Si, venga con me, le faccio vedere i diversi modelli-
* * *
Era mezzogiorno meno un quarto, avevo due sacchetti: uno contenente le supra e l'altro il paio di jeans e due magliette. Non riuscii a fare di meglio, però i risultati si incominciarono a vedere: mi brontolava la pancia e avevo le gambe a pezzi. Decisi di entrare in un locale self-service, non c'era quasi nessuno. La gente se ne andava subito via, gente che era scesa dall'ufficio per qualche minuto per la pausa pranzo. C'era una donna che stava lavando il pavimento e qualche persona qua e la. Era molto strano, il locale sembrava in orario di chiusura, anche se era proprio l'ora di pranzo. Prima posai le borse vicino ad un tavolino poi presi un vassoio e iniziai a scegliere cosa prendere: un piatto di pasta, del pane, un pezzo di torta e una bottiglietta d'acqua. Era un locale dove si poteva guardare fuori, uno di quelli con le pareti di vetri, ma non servivano a molto visto che là fuori c'erano solo persone di fretta e un cielo quasi sempre grigio per il troppo inquinamento. Stavo pagando, subito dopo avrei mangiato. Lì sembrava tutto squisito ma negli ultimi tempi avevo sempre meno fame. Mentre mi incamminavo vero il tavolino con il vassoio pieno notai lo stesso ragazzo del negozio di scarpe.. si era proprio lui, sempre incappucciato, era abbassato sul suo piatto, sembrava nascondersi da tutto e da tutti. Continuavo a fissarlo, non capivo nemmeno il perchè, era uno sconosciuto per me. Lui alzò lo sguardo, mi guardò, era come se volesse urlarmi qualcosa. 
  
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