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Autore: Maricuz_M    11/03/2012    16 recensioni
Ilaria, una semplice ragazza di diciassette anni che, come la maggior parte dei suoi coetanei, usa spesso i social network. Facebook per gli amici, Twitter per sfogarsi.
Negli ultimi giorni estivi “fa conoscenza” con Anonymous. Entrambi sono all’oscuro dell’identità dell’altro.
Il nuovo anno scolastico non si apre nel migliore dei modi per Ilaria, costretta ad avere a che fare con Gabriele, trasferitosi da poco nella sua stessa città.
*Dal capitolo 2:
Per un secondo, incrociando quello sguardo color ghiaccio e quel volto di rara bellezza, mi dimenticai dell’istinto omicida dentro di me.
Non poteva essere vero. Era troppo bello per essere vero. Non poteva esistere un essere mortale così divino. Chi era la madre? Chi il padre? Dovevo assolutamente stringere loro la mano, avevano fatto un lavoro eccellente.
Si schiarì la voce “Posso passare o vuoi contemplarmi per altri dieci minuti?”
Mi pentii di aver sfornato così tanti complimenti tutti in una volta.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 31


Ciao a tutti, sono Ilaria Archi e ho diciassette anni, il 13 Marzo diciotto. Sono figlia unica, ho due migliori amiche e anche un amico gay. Ah, che stupida: sono fottutamente felice.
No, non erano queste le parole che pensavo mentre stavo realizzando il mio più grande desiderio degli ultimi mesi, ma non appena concludemmo quel bacio per mancanza di ossigeno, per poi guardarci negli occhi come non avevamo mai fatto, vedevo una enorme scritta luminosa nella mia testa che lampeggiava. Era una parola, una semplice parola di otto lettere che per me, in quel momento e tanti altri, significava tutto, quando per tutti gli altri poteva non significare niente. “Gabriele”, scritto del colore dei suoi occhi con uno sfondo nero dietro. C’era solo lui e lo vedevo benissimo, davanti a me che mi sorrideva felice e in un certo senso imbarazzato.
Sbattei un po’ di volte le palpebre, ma era ancora lì. Non ero certa fosse realtà, ma chiedergli di darmi un pizzicotto mi avrebbe reso una ragazzina ridicola con una cotta ustionante, persona che ero ma che cercavo di nascondere almeno ai suoi occhi.
Aggrottò un po’ la fronte, incerto “Ehm.. Non.. Non credo di averti mangiato la lingua. Non credo neanche di averla sfiorata veramente..” balbettò. Spalancai gli occhi e aprii la bocca per parlare ma.. Che cazzo dovevo dirgli?! Ero nel panico più assoluto. Lui era ancora più bello di come era qualche minuto prima, aveva un’espressione un sacco più dolce e tenera che mi faceva sciogliere e, come se non bastasse, avevo ancora le sue parole in mente. Fu il momento più imbarazzante e stupido della mia vita.
Valutai velocemente le potenziali risposte: dire che poteva benissimo sfiorarmi la lingua e, perché no, mangiarmela, era fuori discussione. Senza contare il fatto che non avrei mai avuto il coraggio di pronunciare quella offerta. Dire che la lingua ce l’avevo era ridicolo ed ovvio, così esclusi anche quella possibilità. Ammettere che non sapevo cosa dire sarebbe stato triste, tanto triste.
Mi limitai a sorridere come una cretina, al pensiero delle sue labbra sulle mie. Ero appena stata baciata da Gabriele Bonetti, cazzo. Una miniatura di me stessa ballava intorno alla scritta gigante e si arrampicava sulla “G”, presa da un attacco di pazzia.
Lo vidi rilassarsi e mi accarezzò una guancia, mentre mi guardava come se..
“Cavolo, quanto ci avete messo pure voi.” Se ne uscì tranquillamente Andrea, interrompendo la mia riflessione sullo sguardo del castano. Arrossimmo entrambi e lui si voltò verso gli altri, come me. Ci stavano guardando tutti. Nessuno escluso: Dafne e Andrea ancora abbracciati, Davide e Selene per mano –la mora doveva raccontarmi quello che mi ero persa-, Gianmarco ghignava verso di noi mentre era comodamente accomodato sul divano accanto a Francesco, e seduti su delle sedie c’erano Alessandro e Viola che sorridevano tranquilli. Imbarazzo totale.
Dulcis in fundo, ero ancora appiccicata a colui con cui mi ero baciata. Ero appena stata baciata da Gabriele Bonetti, cazzo. Non riuscivo a togliermi quella affermazione dalla capoccia e questo portava a due cose: l’aumento del rossore sulle mie guance e della mia felicità. Erano direttamente proporzionali, praticamente.
“Senti..” Gabriele vacillò, non sapendo che dire “Non rompere, ok?”
Chi aveva fatto rimanere Bonetti senza parole?! Chi?! Come aveva fatto?! Ero scioccata. Risero tutti, mentre io distolsi lo guardo fissando il colletto della camicia del castano. Vedendolo messo leggermente male, spostai un braccio da dietro il suo collo e lo presi tra le dita per sistemarlo. Rialzai lo sguardo e vidi due occhioni color ghiaccio fissarmi. Tante grazie, Gabriele. Arrossii ancora di più.
“Visto che hai già iniziato coi regali, vado a prendere il mio.” Gianmarco si alzò dal divano e si diresse verso l’ingresso, dove erano i pacchetti e le buste.
“Uh, Gi-emme, questa era bella!” se ne uscì Davide. E lo vidi, il signorino, mentre accarezzava la mano di Selene con non-chalance.
“Non credo sia stato solo Gabriele a ricevere un regalo.” Frecciatina.
Davide smise di ridere, spalancò leggermente quegli occhi multicolore e mostrò una piacevole sorpresa. Annuì sconfitto “Touché.”
“Ok, eccomi.” Gianmarco rientrò nella sala con le mani completamente occupate “Bone, caga un attimo noi comuni mortali poi torni a baciarti con la morosa, ok?”
Il ragazzo,  non sapendo cosa controbattere, mi lasciò andare con un sorrisino malinconico di scuse. Ed io respirai. Ero appena stata baciata da Gabriele Bonetti, cazzo.
“Ma di solito non si mangia la torta o.. Ma chi se ne frega. Il compleanno è il mio e decido io.” Si buttò sul divano, con i pochi pacchetti tra i piedi e ne prese uno: una scatola. Si guardò intorno chiedendo chi glielo avesse fatto.
“Io, Dafne, Selene e Alessandro.” Rispose Andrea, sorridendo. Gabriele gongolò e cominciò a scartarlo. Gli brillavano gli occhi, sembrava un bambino. Sorrisi intenerita mentre mi sedevo su un bracciolo del divano e sbirciavo.
“Un mp3.. Grazie!” disse veramente contento guardando i quattro. Riabbassò lo sguardo parlottando da solo “Non ce la facevo più senza di te.. Quanto mi sei mancato?”
“C’è anche il biglietto, nella busta.” Lo informò il ragazzo della bionda soddisfatto per aver fatto il regalo giusto.
Gabriele sistemò nella busta l’oggetto e tirò fuori un foglio ripiegato. Mentre lo apriva chiese “Ma posso leggerlo ad alta voce?”
“Hai niente da nascondere?”
“Non più.” Rispose subito, lanciandomi un’occhiata. E mi ritornò in mente che.. Ero appena stata baciata da Gabriele Bonetti, cazzo. Ricoveratemi.
“Allora si, puoi.”
Il festeggiato si schiarì la voce poi cominciò a leggere.
 

Tanti auguri per un buon diciottesimo compleanno!
P. S. by Andre: lo so quello a cui stai pensando. Sì, Bonetti, ti ascolto quando mi parli e l’ho fatto anche quando ti incazzavi con me perché il tuo mp3 non funzionava più. Visto che non ti sopportavo più ho proposto di regalartene uno et voilà. Il tuo nuovo mp3.
Adesso però devi fare una cortesia a tutta la popolazione mondiale..
Dì a Ilaria che le-

 
“No, aspettate, detto così è imbarazzante.” Si bloccò alzando gli occhi verso Andrea che se la rideva insieme ai suoi complici. Io, intanto, me ne stavo zitta nel mio angolino, seppur curiosa in una maniera spropositata. Dì a Ilaria che le cosa?
“Ora lo leggi, invece.”
“Posso cambiare la parola?”
“No. Leggi. Non la vedi che sta morendo dalla voglia di sapere?” gli fece notare Toletti riferendosi, ovviamente, a me.
“Se non vuole..” mormorai io, vedendolo in difficoltà e dicendo il contrario di ciò che volevo.
“Se non voglio..” mormorò lui.
“Se non vuoi.. Non me ne può importare di meno. Leggi.” Replicò perentorio il ragazzo con gli occhi nocciola.
Gabriele sospirò e riprese la lettura, a testa bassa e toccandosi i capelli.
 

Dì a Ilaria che le sbavi dietro dall’alba dei tempi o falle almeno capire che è così!
Tanto lo so che prima o poi cederai, quindi.. Auguri eh!

 
“..Grazie.” sibilò mentre ripiegava il foglio e lo ributtava dove era il regalo. Io, intanto, guardavo Dafne e Selene ad occhi spalancati. Loro sapevano..? No, quello era niente. Gabriele mi sbavava dietro dall’alba dei tempi e io lo sapevo solo adesso?
“Prego, amico mio.” Rise Andrea, portando un braccio intorno alle spalle di Dafne.
Accavallai le gambe e guardai l’espressione del castano che in silenzio prendeva l’altro regalo.
“Quello è nostro.” Annunciò Gianmarco indicando Francesco, Viola e Davide “Non c’è nessun biglietto, tranquillo.” Aggiunse sfottendolo.
“Tanto più sputtanato di così.” Sorrise ironicamente e aprì la busta. Tirò fuori un paio di jeans chiari e una maglietta bianca. La spiegò e la scritta “I’m sexy and I know it” lo fece scoppiare a ridere. Io intanto annuivo.
“Cristo, mai un regalo fu più azzeccato!”
“Ti riferisci all’aggettivo o alla tua modestia rappresentata nel tuo saperlo?” chiese Andrea.
“Entrambe le cose.” Disse lui, mentre si alzava in piedi per vedere le misure “Guarda qua.. Perfetti..” commentò guardandosi “Grazie davvero!” e regalò –nonostante il festeggiato fosse lui- un sorriso a tutti.
A quel punto tutti si voltarono verso di me. Mancava solo il mio. Alzai le spalle “Io ho già dato.”
“Ma se ieri mi hai detto che-”
“Selene, sta scherzando.” La interruppe in tempo Dafne, rimproverandola con lo sguardo.
“E dove l’hai?” chiese Gianmarco.
“Glielo do dopo. Preferisco.” Non potevo dire parole più sbagliate. I loro sguardi si fecero maliziosi, tranne –stranamente- quello di Gabriele.
“Certo.. Glielo dai dopo il tuo regalo.. Ilaria, se vuoi di là c’è una camera!” se ne uscì Davide, facendo ridere tutti. Scossi il capo.
“Sei veramente un cretino.”
 
Era passata una buona mezz’ora. Eravamo tornati a dividerci un po’ per le varie chiacchiere ed io avevo cercato in tutti i modi di evitare Gabriele. Perché lo stessi facendo? Semplice: avremmo dovuto parlare e in mezzo agli altri non era possibile, quindi avrebbe creato solo imbarazzo e balbettamenti inutili, soprattutto miei. E poi, detta chiaramente, era successo tutto troppo velocemente. L’atmosfera creata durante il bacio era stata rovinata, se così posso dire, dalla presenza degli altri, e subito dopo c’erano stati gli scartamenti. Avevamo bisogno di calma e di realizzare ciò che era successo, prima di dire qualcosa di decente. O almeno io.
Nel frattempo avevo preso da parte Selene e mi ero fatta raccontare quello che era successo mentre.. Mentre baciavo Gabriele, cavolo. In poche parole: appena era iniziata la canzone si era avvicinata dicendogli “Ho sbagliato”, ricevendo come risposta un “Sbagliato cosa?” e dando la spiegazione con “Ho sbagliato a dirti di no”. Dopo un momento di pausa l’aveva presa per mano e portata in mezzo alla stanza per ballare, sussurrandole che non gli importava quanto avesse dovuto aspettare per sentire un “sì”, perché la felicità che provava ripagava tutto.
Adesso stavano insieme, ed io consideravo le parole di Davide come la perfezione più assoluta, considerando il soggetto. Sì insomma, lui era quello delle uscite improbabili durante le lezioni, con le battute a sfondo sessuale e le prese in giro –quelle sane e divertenti- sempre pronte, non era certo conosciuto come il ragazzo romantico.
Per questo era la perfezione più assoluta. Sapeva essere anche serio, e questa sua elasticità la consideravo come un pregio.
In quel momento ero in bagno a tentare di respirare regolarmente e metabolizzando almeno una parte di quella festa ancora in corso. Mi guardavo allo specchio, appoggiata al lavandino, e mi chiedevo come potesse sbavarmi dietro Gabriele. Che io sbavassi dietro a lui non era un segreto ma se i ruoli erano invertiti iniziavo ad avere i miei dubbi. Se avessi reso partecipi del mio questionario interiore tutti i miei amici mi avrebbero mandata candidamente in culo, ma che ci potevo fare io se avevo ben poca autostima?
Poi dopo la mazzata data da Lorenzo e Cloe..
Mi tirai su sospirando e mi sistemai, per poi aprire la porta e ritrovarmi davanti un Gabriele con la mano chiusa a pugno e a mezz’aria. Lasciò andare il braccio sul fianco e socchiuse la bocca per dire qualcosa. Io intanto stavo arrossendo come un’allocca. Emotività traditrice.
“Ehm.. Scusa, pensavo stessi male.” Spiegò.
“Sto bene, tranquillo.” Cercai di sorridere, ma probabilmente uscì fuori una delle peggiori smorfie della storia umana.
“Sicura? Non parlo solo di malessere fisico..” ritentò guardandomi preoccupato. Oh, ero sicurissima. Ero felice, davvero, solo ancora troppo scossa per dimostrarlo. Annuii energicamente ed uscii dal bagno, essendo ancora sulla soglia.
“Ok, ti credo..” mormorò abbassando per un momento lo sguardo, poi tornò a puntarmi con i suoi fari ghiacciati “Senti.. Penso che dovrem-”
“Parleremo quando saranno andati tutti via.” Lo interruppi.
Annuì anche lui, poi parve incerto “Quindi.. Tutto bene.” E quella era la richiesta per una conferma. Lo vedevo dal suo sguardo cosa stesse chiedendo in realtà. “Quindi.. Non ti penti di avermi permesso di baciarti.”
“A meraviglia.”
“Bene.”
“Bene!”
“Ok.. Allora.. E’ giunto il momento della torta.”
“E’ giunto il momento della torta.” Ripetei. Feci qualche passo nel corridoio fin quando non mi sentii afferrare un braccio. Gabriele mi voltò di scatto e mi spinse contro il muro, ma facendo in modo che non mi facessi male, e successe. Di nuovo. Le sue labbra sulle mie e le sue mani che mi tenevano il viso. Stavolta però fu diverso. Sentivo che aveva bisogno di quel bacio. Sentivo l’irruenza, il desiderio, la passione. Senza quasi rendermene conto sentivo pure la sua lingua a contatto con la mia. Il cuore mi batteva quasi più forte della volta precedente e le gambe non avevano assolutamente voglia di reggersi da sole. Mi aggrappai alla sua camicia come se fosse il mio unico appiglio –e forse lo era davvero- e ricambiai con una foga che non credevo di poter avere nelle condizioni in cui ero. Completamente instabile, fisicamente e mentalmente.
Quando si separò col respiro affannato posò la fronte sulla mia e ghignò leggermente “Un solo bacio mi renderebbe solo più insoddisfatto. Pardon.” Mormorò, citando all’inizio le sue stesse parole.
Sorrisi “Puoi andare tranquillo.”
No. Quello dovevo solo pensarlo, diamine! Avevo i neurotrasmettitori ubriachi al cento per cento. Rassicurante. Divenni ancora più rossa di quello che ero.
Rise, in un modo che non mi ispirava una enorme quantità di pensieri casti, e si allontanò facendo un passo indietro e guardandomi felice e leggero. Sì, sembrava proprio essersi alleggerito di un peso enorme.
“Allora andrò tranquillo.” Replicò, poi alzò un braccio e indicò la cucina “La torta.”
“Certo, la torta.”
 
Dio solo sa quanto ci eravamo divertiti quella sera. Avevamo cantato a squarciagola, mangiato come mucche in maternità, ballato in tutti i modi possibili e assistito ad una sottospecie di test da parte di Alessandro per valutare l’affidabilità del nostro caro Davide. Pochi sanno dare un perché, ma era passato, data l’occhiata soddisfatta del bel moro dagli occhi neri. Tra parentesi, proprio lui aveva flirtato buona parte della serata con la sorella di Gianmarco, Viola, che stava giusto andando via in quel momento insieme al fratello e il caro Francesco. Erano gli ultimi rimasti e sapevo cosa mi aspettava da lì a poco.
Infatti, non appena il festeggiato chiuse la porta quando ormai erano le due di notte, cadde un silenzio quasi irreale. Si voltò con calma, mentre ero impalata in mezzo all’ingresso giusto ad un metro da lui. Io sapevo a cosa era dovuta quella situazione, il fatto era che nessuno dei due sapeva da dove iniziare.
“Ok, ehm..” si passò una mano fra i capelli “Intanto sediamoci sul divano.” E fin qui..
Sempre cercando di prendere tempo per riflettere ci accomodammo nella sala. Guardai il tavolo, ormai quasi del tutto spoglio del cibo che lo ricopriva precedentemente, e sorrisi al pensiero della festa. L’avrei ricordata per molto, molto tempo.
“Ti piace che io sia diretto?” mi chiese all’improvviso, facendomi sussultare e voltare verso di lui.
Annuii dubbiosa. A me piaci tu, puoi pure essere un antipaticissimo uomo delle caverne “Ehm, sì.”
“Ok, allora siccome prima non te l’ho detto molto chiaramente, anche se dubito che tu non l’abbia capito: mi piaci, Ilaria.” Parlò nervosamente, velocemente, e gesticolando. Nonostante questo, mi guardò sempre negli occhi.
E io mi estraniai dal mondo perché, sì, forse l’avevo capito, ma non mi ero ancora detta “Ehi, Ila! Piaci a Gabriele Bonetti!”. In realtà ero rimasta al “Sono appena stata baciata da Gabriele Bonetti, cazzo”. Mi vedevo vagare come un fantasma e osservare la scena in terza persona. Un figo che parlava e una stupida con la bocca semi-aperta. Divertente!
“..con me?” Forse non stavo seguendo il discorso. Aggrottò la fronte “Mi stai ascoltando?”
“Ti piace che io sia diretta?”
“Sì, molto.”
“Ok, allora no, non ti stavo ascoltando. Ero rimasta al mi piaci, Ilaria. Scusa, ripeti.” Era stato sincero, lo sarei stata anche io: questa era la mia decisione.
Sorrise divertito, si guardò le mani che stringevano le ginocchia poi tornò a considerare me “Sebbene consideri squallido il modo in cui si chiede una cosa del genere, quando io sono dell’idea che quando si vuole fare qualcosa si fa senza varie etichette eccetera..” e qui trovai la risposta alle domande sorte ad ogni sua parola e ad ogni suo gesto “Vuoi metterti con me?” boom.
Mi guardò per qualche secondo, poi scosse il capo con una smorfia adorabile sul viso “Dio, fa tanto ragazzino delle medie. Ci manca solo la risposta multipla “si”, “no”, “non lo so” e sono pronto per l’esame di terza.” Si sistemò meglio sul divano e tornò a fissarmi serio come faceva pochi secondi prima “Ok, allora.. Tu mi hai già dato il permesso di baciarti quanto voglio stasera. Io pensavo.. Cioè, sono convinto che vista in questo modo tu potresti fraintendere, quindi chiariamo: mi piaci. Mi piaci davvero, non fisicamente. Voglio dire, anche, ma mi piaci tu, come Ilaria, come persona. E credo di piacerti, da come hai reagito ai primi due baci. Ora, sto vaneggiando un po’, il fatto è che non so come essere diretto in questi casi senza ricorrere alla frase squallida di prima e-” e venne bloccato dalla mia risata “Cosa?”
“No, è che..” presi aria “Fai tutto da solo. E poi vederti andare nel pallone è lo spettacolo più bello che potessi vedere.”
Mi guardò inizialmente perplesso, poi vidi i suoi occhi cambiare e spuntargli un sorrisino divertito sulle labbra “Dai, hai capito quello che ti sto chiedendo.”
“No, non ho capito.” Sì, avevo capito e dentro di me aveva ripreso a lampeggiare la scritta “Gabriele”.
“Sei una stronza, veramente. Di quelle che soffocheresti baciandole, però.”
“Gabri.” Lo richiamai, racimolando tutto il mio autocontrollo.
“Ti ascolto.”
“Permettimi di baciarti. Dimmi che posso farlo e lo farò fin quando potrò.” Era la serata delle citazioni, quella, e mi adeguai parlando con il coraggio che avevo accumulato nei discorsi senza senso del mio compagno di banco causati da me. Eccola, la mia dichiarazione.
Sorrise dolcemente “Non devi neanche chiedermelo, tigre.”
Ci baciammo, tanto e a lungo, fino a quando io non ebbi il lampo di genio e mi staccai, seppur faticando, alzandomi subito dopo “Il regalo!”
“Ah, ce l’hai davvero?” chiese stupito lui. Scossi il capo “Ovvio che ce l’ho.” Senza neanche aspettare una sua replica, corsi nella stanza in cui mi ero cambiata, dove c’era il mio zaino obeso. Tirai fuori il raccoglitore impacchettato da me medesima e tornai indietro, sempre alla velocità della luce. Glielo porsi mentre tornavo a sedermi vicina a lui e lo guardavo ansiosa di sapere se fosse di suo gradimento o meno. Mi guardò sospirando e scuotendo la testa “Non dovevi. Insomma, mi hai pure aiutato a sistemare tutto..”
“Non rompere e apri.” Dissi, aggrottando la fronte e facendo una smorfia. Continuò a fissarmi per qualche secondo, poi puntò gli occhi sul regalo che aveva fra le mani e cominciò a scartarlo. Trovandosi tra le mani il famoso raccoglitore, sorrise immaginando già cosa ci fosse dentro.
“Addirittura..” sussurrò, aprendolo.
La prima pagina sfoggiava una delle tante foto fatte quel pomeriggio di fine Dicembre in cui ci incontrammo al parco quando c’era anche mia cugina Luisa. Entrambi con una smorfia al posto di un’espressione normale, guance e nasi rossi per il freddo e occhi luminosi e divertiti indirizzati verso l’obbiettivo della macchina fotografica. Inutile dire che l’adoravo. Alzai lo sguardo per vedere la sua reazione, ma il sorriso che scorsi sul suo volto non mi fece pensare più a niente. Sai di essere così tanto stupendo, Gabriele? Lo sfogliò fino alla fine, studiando le immagini immortalate in tutte le occasioni in cui avevamo fatto delle foto, tra cui la festa di Capodanno. Non erano molte, forse una decina, e c’erano molte altre pagine da riempire. Nelle ultime due c’era quella che avevano scattato i nostri amici proprio la mattina del primo Gennaio, quando dormivamo abbracciati. A destra un breve messaggio.
 

Ancora auguri all’unico ragazzo che mi abbia mai spalmato il gelato su una maglietta bianca senza chiedermi scusa.
Mi sembrava giusto ricordarti i momenti in cui non litighiamo come regalo di compleanno, e spero (non me lo rinfacciare) di aggiungere altre foto, un giorno, in questo raccoglitore.
Mi impegnerò. Questo messaggio sancisce la nostra collaborazione in questa missione.
Ti voglio bene, Gabri
 
La tua tigre

 
Continuando ad illuminarmi con il suo meraviglio sorriso, si girò verso di me “Non so che dire.” Rise, un po’ imbarazzato.
“Ti piace?” domandai speranzosa.
“Tantissimo. E’ bellissimo, davvero. Grazie.” Sorrisi trionfante. L’avevo quasi fatto rimanere senza parole, e quella era la mia più grande soddisfazione. Cominciai a non capirci più niente quando si avvicinò per sfiorarmi dolcemente le labbra con le sue, causandomi un infarto improvviso. Ringraziami sempre così, ti prego.
 


E anche il compleanno di quel figo del Bonetti si è concluso.
Non so. Cioè, boh. Spero davvero che vi sia piaciuto. Non è stato facile scrivere il capitolo senza essere banali o scontati. Vorrei avervi sorpreso, divertito, commosso.. Cioè, ditemi un po’ voi cosa ne pensate! D:
Nel prossimo (e penultimo, cazzo) aggiornamento vedrete l’inizio della “vita” di coppia dei due giovincelli. Preparati, mi raccomando! ;)
 
Un grazie speciale a chi ha recensito, che nell’ultimo capitolo siamo arrivati a 30. Cioè, pazzi. ._. E io pure che ho risposto a tutti. <3 ahahah
Un ringraziamento ovviamente anche a chi legge, segue, ricorda o preferisce. :)
Grazie ad ognuno di voi. :’)
 
Non so che dire.
AH. Ho pubblicato il prologo di una mia nuova storia. Fantasy. Mai fatto qualcosa di fantasy neanche per sbaglio. Comunque, nel caso possa interessare, ve l’ho detto. Siete liberi di leggerla come di non farlo. Se lo fate, mi fa comunque piacere (Capitan Ovvio, salve.)
 
Ci leggiamo GIVIDI’, bestiole adorate.
Un abbraccio very very stritola-costole.
 
Maricuz
   
 
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