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Autore: Meramadia94    11/03/2012    6 recensioni
L'ultima cosa che John Watson si sarebbe aspettato da lui...
Spoiler seconda stagione
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, sono impazzita in questo periodo.

 

''Aspetta ti do una mano...''- disse Sarah aggiustando a John la cravatta a righe nere e blu, con un sorriso. I capelli erano pettinati a crocchia, leggermente truccata, vestita con un elegantissimo abito da cerimonia fucsia con delle scarpe a tacco alto e borsetta intonata-:'' Ecco fatto, ora si che sei perfetto.''

John la ringraziò con un sorriso e poi le chiese-:''Ti spiace... ti spiace lasciarmi qualche secondo di privacy? Sono i miei ultimi istanti da uomo libero... e vorrei approfittarne.''

Sarah sorrise speranzosa-:''Qualche ripensamento?''

John scosse il capo-:''No. E' la persona giusta, me lo sento...''- poi si dimenticò che c'era qualcuno con lui e iniziò a pensare ad alta voce-:'' so che non potrei vivere se non fosse al mio fianco... è il sole che mi riscalda, l'aria che respiro... la persona che ha rischiato moltissimo per me.''

Sarah lo lasciò solo con il cuore gonfio di dolore nonostante si sforzasse di essere felice per l'amico, consapevole di essere stata miseramente sconfitta.

''Spero che sarete molto felici insieme.''- borbottò abbastanza forte in modo che John la sentisse. Infatti l'interessato rispose-:''Lo saremo.''

Una volta che fu rimasto solo prese un bel respiro.

''Coraggio John... non avere paura, è da quando vi siete incontrati che aspetti questo momento.''- sospirò tra se e se. In quel momento sul suo cellulare arrivò un messaggio, doveva ricordarsi di spegnerlo, non avrebbe mica fatto una bella figura se avesse iniziato a suonare ''Supermassive Black Hole'' in chiesa, magari mentre stava per pronunciare il fatidico '' Si''.

Tuttavia fu preso dall'irresistibile curiosità di sapere chi era e lesse:

Anche ai soldati e agli eroi capita di avere un po' di tremarella prematrimoniale.

Ci vediamo in chiesa. SH

John sorrise e ripensò agli avvenimenti che due settimane prima lo avevano portato sull'orlo di quel precipizio che era il matrimonio, come lo aveva definito Anderson.

Flash- back

''Sei ancora arrabbiato con me, vero?''- chiese Sherlock seduto sulla sua poltrona preferita, mentre osservava John leggere un libro.

''Cosa te lo fa pensare?''- chiese John senza degnarlo di uno sguardo.

''Oh andiamo John, basta guardare la mimica facciale... sopracciglia abbassate e ravvicinate, occhi fiss, bocca squadrata... sei arrabbiato..''- fu la risposta.

John si alzò lanciando via il libro-:''No, sono inviperito!!! Vorrei passarti nello schiacciapatate in questo momento!!!''- urlò-:'' come hai potuto?''

Sherlock sospirò, possibile che non riuscisse a capire una cosa così semplice? Perfino un primate appena nato ci sarebbe riuscito-:'' Te l'ho gia spiegato, eravate in pericolo, eri in pericolo. E poi se il mio archivio mentale non m'inganna mi sono scusato.''

''BASTA!!! LA VERITA' E' CHE SEI SOLO UN EGOISTA!!!''- John piangeva ed era davanti a Sherlock-:'' Sherlock, io non sono una bambola con la quale giochi un po', poi ti stanchi e la butti in un angolo senza guardarla per anni e poi te la riprendi come se nulla fosse successo!!! Le persone non sono giocattoli, hanno una dignità, dei sentimenti... e vanno rispettati!!! Dvvero credi che dicendo '' mi dispiace'' tu possa cancellare tutto il dolore che hai causato a chi ti voleva bene, togliere il veleno delle ferite che tu stesso hai inferto?''

John respirava affonnosamente, ma si sentiva incredibilmente leggero e in pace, perchè era riuscito a buttare fuori tutta la rabbia che aveva accumulato in un anno e una settimana.

Sette giorni erano passati dal ritorno di Sherlock, infatti.

''John...''- sospirò Sherlock giungendo le mani-:'' puoi odiarmi se vuoi... ma sappi che sarei pronto a rifare tutto quello che fatto fino all'infinito, se mi si garantisse la tua incolumità. Ma ora sono qui e ti assicuro...''

John gli posò due dita su quelle labbra perfette-:''Non assicurarmi nulla. Solo giurami... che mai, mai mi terrai ancora nascosto qualcosa... specialmente che ci riguarda.''- lo implorò.

Sherlock sorrise consapevole di come sarebbe finita quella conversazione-:'' Parola di scout.''

Poche parole, ma bastarono: John gli affondò le mani nei riccioli d'ebano e gli coprì completamente la bocca con le sue labbra, e appoggiando le sue ginocchia sulle gambe dell'amico senza smettere di baciarlo. Sherlock non oppose la minima resistenza e gli cinse la vita con le sue braccia. Tra una pausa e l'altra per riprendere fiato John confessò-:''Gesù, quanto ho aspettato questo momento.''

''Ma dove sei stato tutto il resto della mia vita?''- scherzò Sherlock. Una volta che John si decise a lasciarlo respirare disse-:''Beh, io vado a fare la spesa.''

Sherlock si alzò e gli serrò un polso con ambedue le mani-:''John... è da quando sono tornato che volevo chiederti una cosa... ed è una settimana che non me ne hai mai dato l'occasione...''- Sherlock iniziò a frugare nellle tasche della sua giacca-:'' oddio, è così che si fa, vero?''

Quelle parole svegliarono brutti ricordi in John. Sherlock gli mise in mano un fazzoletto, John lo agitò e ne uscì un cerchietto dorato e argentato. John era senza fiato.

''Vuoi sposarmi?''

Dopo aver boccheggiato per dieci secondi come un pesce rosso, John riuscì a dire con un sorriso che non voleva saperne di andarsene-:''Giusto il tempo per le pubblicazioni e per trovare un paio di testimoni...''

Sherlock gli ricinse la vita e guardandolo negli occhi gli disse-:''Non un secondo di più.'' E ricominciò a baciarlo. Inutile dire che la spesa andò a farsi friggere, ma obiettivamente, chi aveva bisogno di mangiare?

Fine flash- back

''Gli anelli?''- domandò Sherlock al suo testimone.

Greg lanciò un sorriso a metà tra il divertito e l'esasperato e rispose-:''Tranquillo, li ho ancora in tasca a meno che non li abbia persi dall'ultima volta che me l'hai chiesto due minuti fa.''

In quel momento nella stanza arrivò Mycroft, che si era offerto di accompagnare il fratello e il suo testimone in chiesa con la macchina. Inizialmente il novello sposo si era lamentato ma poi per non contrariare John.

''Noi siamo pronti,''- annunciò Mr Governo Britannico-:'' lo sposo invece?''

Greg soffocò una risatina prima di dire con una punta di sarcasmo nella voce-:''Oh, tranquillissimo, lo conosci no?''

Poi toccò a Sherlock ridere-:''Ma si può sapere che aspettate voi due a sposarvi? Tanto ormai è risaputo, la moglie di Lestrade si è rifatta una vita con un insegnante di ginnastica...''

I due arrossirono furiosamente. Sherlock ebbe un'improvvisa illuminazione-:'' Ah, forse state aspettando la mia approvazione...''

''Sai, Sherlock... dubito profondamente che ti starebbe bene un occhio nero il giorno del tuo matrimonio...''- ringhiò Greg, imitato da Mycroft.

''Comunque l'avete... ora possiamo andare? Non farò bella figura ad arrivare dopo John.''- disse correndo giu per le scale.

 

La cerimonia si sarebbe allestita nella chiesa, anche se inizialmente Sherlock avrebbe preferito l'obitorio del Barth, luogo del loro primo incontro, ma questa era stata l'unica richiesta di John e quindi come rifiutare?

Le panche erano addobbate con nastri blu e bianchi e pochi fiori, non c'era molta gente: Molly, Lestrade ( testimone di Sherlock e responsabile degli anelli), Mrs Hudson, Mycroft ( testimone di John) , Angelo e Sarah.

Sherlock aspettava John all'altare e non poteva fare a meno di pensare che ci aveva ripensato all'ultimo e di girarsi verso le porte della chiesa.

Timore infondato: infatti John arrivò e Sherlock non poteva fare a meno di smettere di guardarlo. John gli accarezzò una guancia come a dire-:'' Non è un sogno''

Sherlock gli offrì la mano e insieme s'inginocchiarono mentre il parroco iniziò la funzione.

''Sherlock Holmes, vuoi prendere il qui presente John Hamish Watson come tuo legittimo sposo?''

Perchè gli inetti che sanno domandare cose di cui sanno gia la risposta toccano sempre a me? Nonostante cio si trattenne e sorridendo si voltò verso John dicendo chiaramente-:''Lo voglio''

Poi si rivolse a John-:'' John Hamish Watson, vuoi tu prendere il qui presente Sherlock Holmes come tuo legittimo sposo?''

John fece la medesima cosa-:''Lo voglio.''

Si sorrisero.

Lestrade portò un cuscinetto con sopra le fedi, mentre la signora Hudson si asciugava gli occhi commossa.

''Che il Signore benedica questi anelli che ora vi scambierete, segno del vostro grande amore e della promessa nella quale oggi vi impegnate di fronte a nostro Signore Gesù Cristo.''

Sherlock porse a John la mano sinistra e lasciò che quest'ultimo gli cingesse l'anulare con il cerchietto in oro senza smettere di guardarlo negli occhi. John lasciò che Sherlock facesse la medesima cosa con la sua mano. Ad entrambi tremavano le mani, come se avessero paur di star sognando e che tra poco sarebbe suonata la sveglia.

''Sherlock Holmes... John Hamish Watson... vi dichiaro marito e marito.''

Si levò un coro di applausi.

 

Quella stessa sera, dopo aver accettato un rinfresco alla stazione di polizia da parte di Lestrade e John ebbe ascoltato le condoglianze di Anderson e Donovan tornarono a Baker Street, ma la massa di John non permise a Sherlock di portarlo in braccio in camera da letto come da tradizione.

Entrambi si lasciarono cadere sul letto ridendo, uno di fianco all'altro. John slacciò la cravatta di Sherlock e la lasciò cadere sul materasso.

Quest'ultimo rise-:''Ci avevo messo un ora a fare il nodo a questa specie di trappola per damerini agghindati.''

''Ed è solo l'inzio...''- fece John iniziando a baciarlo e a slacciargli i vestiti.

 
  
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