Famiglie, viaggi e racconti.
I.
Rose Tyler prese in braccio il neonato, cullandolo. “Shh”, gli sussurrò,
“Dormi. Non vorrai far blaterare mia madre tutta la notte, vero? Shh. Davvero,
non fare arrabbiare mamma, nessuno ha il permesso di farla arrabbiare, neppure
tu. E ti avverto, piccolo, se piangi un altro po’ papà tenterà di calmarti con
una di quelle sue cianfrusaglie e io non credo proprio che ti farà bene. Ehi, guarda
che se non riesco a zittirti chiamo Mickey! Te lo ricordi Mickey, sì? L’hai
visto ieri, e hai fatto un sorrisone. Lui ti piacerà, quando crescerai
abbastanza da capire cosa ti piace e cosa no. Però, sai cosa? Il Dottore
sarebbe riuscito a farti ridere più di tutti, lui… “
Sospirò.
“Shh, dormi, piccolo. Dormi.”
II.
Rose Tyler si avvicinò al lettino, inginocchiandosi, un gran sorriso sul volto.
"Allora", chiese, con aria di complicità, al bambino di quattro anni
accovacciato sotto le coperte, "Pronto per le storie della
buonanotte?"
Suo fratello, spalancando i grandi occhioni scuri, annuì freneticamente.
"Va bene..." commentò la ragazza. "Ma prima dimmi, cosa ti ho
insegnato la notte scorsa?"
"Che non devo avere paura del Lupo Cattivo e nemmeno dei Cybermen e dei
Dalek!"
Rose rise, scompigliandogli i capelli.
"Bravissimo.”
“Tu non hai paura dei Dalek, vero?”
“Certo che no! Io li sconfiggo, i
Dalek.”
“E di che cosa hai paura, tu?”
“Della quotidianità”, sussurrò Rose. “Mi terrorizza.”
Il bambino resto per qualche secondo in silenzio. “Cosa vuol dire
quotidianità?”
Rose sorrise. “Nulla di importante. Le vuoi sentire queste storie o no?”
“SI’!” esclamò suo fratello, entusiasta.
“Allora… Oggi potrei parlarti di quella volta che... mh... oh, ce l'ho: di
quando io e il Dottore siamo finiti alla corte del Gran Khan, a est, più a est
di quanto tu possa immaginare! Lui ci ha affidato un'importantissima missione
diplomatica, che è andata storta perchè abbiamo incontrato i Tartari nelle
steppe dell'Asia e il Dottore si è finto un mercante, ma loro non ci hanno
creduto ed a un certo punto volevano ucciderci, ma abbiamo rubato loro un
cavallo e abbiamo attraversato le lande infinite e..."
Il bambino le afferrò una mano e gliela strinse forte. "E vi hanno
presi?"
"No! Nessuno prendeva mai la Tempesta Incombente. Nessuno. Siamo arrivati fino alla TARDIS con un Tartaro che ancora
ci inseguiva e non mollava e a quel punto abbiamo spalancato la porta della
TARDIS ancora a cavallo, mentre il Dottore gli urlava che era stata
un'esperienza fantastica, assolutamente fantastica."
Il bambino scoppiò a ridere e Rose lo seguì immediatamente. Poi, lui le sorrise
e le chiese timidamente, come ogni sera, "Me ne racconti un'altra?"
Rose gli scompigliò i capelli, annuendo. "E va bene. Vediamo... ti ho mai
raccontato di New New York?"
Il bambino annuì, entusiasta. "Sì, quella dei gatti infermieri! Quella
dell'aliena che--"
Rose lo interruppe, scoppiando a ridere. "Cassandra, la cara vecchia
Cassandra, ma certo che te ne ho parlato. Ok. Allora... Quando abbiamo
viaggiato su una balena spaziale? Quando il Dottore ha portato la torcia
olimpica?"
"Anche queste le so già!" si lamentò suo fratello. "Raccontami
di una volta in cui hai salvato tu la Terra!"
Rose rimase in silenzio per qualche secondo, meditando. "Ok. Dunque, c'è
stata quella volta in cui siamo finiti nel bel mezzo di due battaglie diverse:
lui catapultato nel bel mezzo della Rivoluzione Francese - lui! Il Dottore! Con
delle armi! Lì, nel mezzo dello scontro, a tentare di non ferire nessuno, ma te
lo immagini? Ma certo che no, tu non l'hai mai conosciuto - be', e io, dicevo,
presa come ostaggio dai... Sycorax, sì, in lotta contro i... oh, accidenti...
quelli che vivono a Raxacoricofallapatorius, non gli Slitheen, gli altri,
quelli arancioni e gommosi con quattro teste! Be', il Dottore finì in prigione
e per un pelo non venne decapitato, ma io riuscii a far negoziare gli alieni,
salvando l'intero pianeta. Anche se non so neppure io come. Non è stata la mia
mossa più brillante, però ci fu quella volta in cui distrussi l'Imperatore e
Dio dei Dalek con un gesto! Dovevi vederci, il Dottore era... Lui... Mi
guardava come se non mi avesse mai visto prima. Come se credesse davvero,
totalmente, che fossi stata... fantastica. E lo credeva."
"E poi cos'è successo?", le chiese il fratellino, con lo sguardo
colmo di curiosità.
"Poi il Dottore si è rigenerato e abbiamo viaggiato ancora e ancora e
ancora. Ricordo abbastanza luoghi e tempi e alieni da poterti raccontare storie
per sempre. Ricordo il soffio dei venti boreali e il ringhio dei mostri e il
silenzio delle foreste e la mano del Dottore stretta nella mia e il suo sorriso
quando mi abbracciava. Mi ricordo di quella volta che abbiamo assistito a un
esperimento di Einstein, che in realtà è stato fatto dal Dottore e copiato da
Einstein, o di quando siamo finiti nel bel mezzo di un’orazione di un grande
politico romano vissuto così tanto tempo fa che non riusciresti neanche a
immaginarlo. E gli alieni. Ci sono migliaia, migliaia di alieni là fuori, alieni
verdi, rossi, gialli, blu, tirannici, schiavi, fatti di plastica, di metallo o
di gelatina!"
Rose si sporse per dare un bacio sulla guancia al fratellino. "Ora dormi,
dai. Buonanotte."
"Aspetta! Un'ultima storia, per favore, per favore!" la pregò lui,
guardandola negli occhi.
Rose sospirò. "Ok. Cosa vuoi sapere?"
"Siete mai stati tra i dinosauri?"
"Oh, sì! E dovevi vederli!"
"Wow! E l'Alleanza Ribelle di Star Wars esiste sul serio?"
"Avevi detto una storia e basta!"
"Ti prego!"
"Ok, esiste. E la principessa Leia ed io siamo grandissime amiche, lei è
grandiosa!"
"Rose, mi prometti una cosa?"
"Cosa?"
"Mi prometti che mi farai incontrare il Dottore?"
Rose, per un istante, smise di sorridere. "No, tesoro, mi dispiace.
Buonanotte."
Rimboccò le coperte al bambino e, dopo un ultimo saluto, uscì dalla stanza.
Chiuse la porta alle sue spalle e solo allora lasciò scorrere, in silenzio, le
lacrime.
III.
Il viaggio verso la Bad Wolf Bay era stato ricco di curve, ricordi e risate.
“Mi state dicendo che avete tutti
incontrato i Dalek?” aveva esclamato suo fratello, ormai quindicenne.
“E chi se li scorda! E’ stato il giorno che quel cafone mi ha spacciata per tua
sorella e mi ha detto esplicitamente che dimostravo cinquantadue anni!”
“Jackie fa finta di prendersela, ma in realtà fu il giorno migliore della sua
vita. Pensa che quando ha incontrato papà la prima cosa che gli ha chiesto è
quanto fosse diventato ricco.”
Avevano viaggiato per miglia e miglia ed ora erano lì, in Norvegia, su quella
spiaggia, dopo tutto quel tempo. Rose si chinò a raccogliere la sabbia e se la
fece passare tra le dita. Quindici anni, e chissà, per lui poteva esser passato un giorno. O un’intera esistenza. Chissà
quante volte si era rigenerato, ormai.
Suo fratello le si avvicinò e si sedettero insieme, guardando il mare. “Dove
siamo?”
“Siamo nel posto in cui ho visto il Dottore per l’ultima volta. Bruciò un sole
solo per dirmi addio.”
Lui le strinse la mano e rimasero per
ore ad ascoltare il rumore del vento tra le onde.
Erano passati così tanti anni che ormai nei ricordi di Rose qualche viaggio
cominciava a sfumare, a svanire. E nonostante non avesse mai creduto di poter vivere
davvero una vita statica, giorno per giorno, alla fine se l’era cavata; in
fondo c’era sempre qualche questione aliena da risolvere, al Torchwood e, per
essere quotidianità, non era poi così male. Tuttavia, qualche volta, le
sembrava ancora di sentire il suono della TARDIS coperto dal rumore di un treno
o dagli schiamazzi dei bambini in una piazza; quel giorno, la udì infiltrarsi
tra lo sciabordio del mare e le grida dei gabbiani, e credettero entrambi di
scorgerla – forse.
Note dell’autrice:
Oh. *respiro profondo* Wow. Sono nel fandom. Wow. Brilliant. Ok, bene, eccomi. Ho concluso da pochi giorni la seconda
stagione di Doctor Who ed eccomi qui: l’impatto emozionale di ‘Doomsday’ e del conseguente rewatch
nostalgico di puntate random della s1 e della s2 mi ha praticamente costretta
a scrivere qualcosa. Per essere il primo ingresso nel fandom, devo dire che mi
piace, ne sono soddisfatta. E’ partito tutto con quest’idea di Rose che
racconta le sue avventure al fratellino in arrivo (non è così awww il fatto che all’inizio della s1
lei abbia solo Jackie e alla fine della s2 si ritrovi con una bellissima
famiglia?) e da lì si è un po’ scritta da sola. L’ho segnata sotto what if
perché so che nella quarta stagione Rose incontra nuovamente il Dottore – ma non
sono a conoscenza dei dettagli, quindi vi prego di non spoilerarmi nulla
-, e questo non è compreso nella mia shot.
Non so che altro dire, se non che amo Rose, amo il Dottore – sia Nine che Ten,
e vi prego, vi prego, diffondete amore
per Nine, non può davvero essere così ignorato, non può! – e scriverei
su di loro per ore e ore senza stancarmi.
E magari lo farò, chissà. Be’. Alla prossima! Allons-y!
…Oh, già. Oggi è il compleanno di John Barrowman, aka Captain Jack Harkness –
un augurio da parte mia e dei whovians di EFP!