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Autore: phoenix_esmeralda    11/03/2012    1 recensioni
Questa fanfiction si colloca alla fine del manga di City Hunter, qualche tempo dopo la conclusione della storia che noi tutti conosciamo. Per questo presuppongo che il rapporto tra Ryo e Kaori sia già in qualche modo evoluto, come si può vedere dal finale di City Hunter.
Questa fic quindi non tenta di “risolvere” la situazione tra i 2 sweeper, poiché si suppone che sia già risolta! ^^ Essa invece, è più un approfondimento del personaggio di Ryo e dei suoi sentimenti concernenti il proprio passato e i propri affetti...che come avrete modo di vedere, si faranno risentire!
Critiche e commenti sono più che graditi, non risparmiatevi!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Miki, Nuovo personaggio, Ryo Saeba/Hunter, Umibozu/Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ancora nausea e quella sensazione di avere la testa leggera… vuota. Kaori aprì la bocca per risucchiare aria e avvertì un sapore amaro sulla lingua e sul palato. Quel gusto asprigno le riportò alla mente il gas soporifero.
Aprì gli occhi e sollevò la testa. Vedeva il mondo attraverso un velo appannato, la stanza era grande, chiara, il soffitto a volte era sostenuto da grosse colonne di marmo.
"Ryo!"

'Dove sono?'
Sbatté le palpebre per dissipare la nebbia che le velava lo sguardo. Si sentiva stanca, sfinita.

Con enorme fatica raddrizzò la schiena. I suoi polsi erano stretti dalle manette che le legavano le braccia indietro, attorno a una delle colonne.
Non molto distante vide una piscina, splendide gradinate di marmo, tappeti lussuosi.
Alla sua destra, lontano di qualche metro, c’era Umibozu, anche lui ammanettato a una colonna. Osservandolo, comprese che si stava riprendendo a sua volta dal gas.
Legato a una colonna di fronte a lei invece, vide Ryo. Era a una decina di metri,  faticava a tenersi ritto. Lo sguardo sembrava perso nel vuoto, assente. Doveva ancora riaversi?
Aprì la bocca per chiamarlo, ma la gola era secca e non emise alcun suono. La testa le girava vorticosamente.
Poi il rumore di una porta che si apriva. Kaori vide Seiya apparire nel suo campo visivo.
'Devo tornare in me!'

- Molto bene! – lo sentì commentare – Vi hanno disposti esattamente come avevo ordinato!
Si avvicinò a Ryo che parve non vederlo. Seiya lo fissò disgustato, scuotendo la testa.
- Dovresti vergognarti, Ryo! – esclamò con disprezzo – Un tempo ti saresti ripreso molto più velocemente! Non sarebbero bastati un po’ di freddo e di fame a renderti così vulnerabile!
Ryo non cambiò espressione, sembrava totalmente confuso.
Kaori si allarmò. Che gli prendeva? Lei stessa stava cominciando a recuperare le forze… perché Ryo non reagiva?
- Adesso ti libererò una mano – proseguì Seiya, chinandosi verso di lui – Ne avrai bisogno per uccidere la tua compagna.
Inserì la chiave nella serratura delle manette e la fece scattare. Intendeva lasciar libero un braccio, e ammanettare l’altro alla colonna tramite un gancio.
Ma nel momento stesso in cui Ryo si ritrovò ad avere le braccia libere, si chinò sulle gambe gettandosi a terra e rotolando su se stesso. Si alzò in piedi e vedendo Seiya venire verso di lui, si preparò a colpirlo.
- Il tuo amico e la tua donna sono imbottiti di esplosivo Ryo, posso farli saltare in aria in qualsiasi momento.
Quelle parole lo pietrificarono.
Seiya si fece avanti, lo afferrò per la maglia e lo sbatté contro alla colonna.
- Ti consiglio di non muovere un muscolo – gli sibilò – O gli altri due ne pagheranno le conseguenze!
Aprì le manette e gli incatenò alla colonna il polso sinistro.
- Come vedi Ryo, avevo preso le mie precauzioni. – si tirò indietro e lo fissò a occhi stretti - Sei stato veloce e mi hai colto di sorpresa. La fame non ti ha indebolito così tanto come pensavo!
- Credevi di trovarti di fronte a un pivello? – lo riprese lui, sarcasticamente.
Seiya gettò un’occhiata rapida a Kaori.
- Vivi con una donna – disse – La proteggi come se per te non contasse nient’altro. Ti sei rammollito, vero? Hai dimenticato cosa sono il dolore e la violenza!
Ryo non rispose, ricambiando lo sguardo  in silenzio.
Improvvisamente Seiya ebbe uno scatto e si gettò su di lui. Gli afferrò il polso libero e lo inchiodò alla colonna con la mano destra. Con la sinistra estrasse un coltello dal giubbotto.
- Vedremo subito se sei lo stesso di una volta! – esclamò, avvicinando la lama alla coscia destra. Affondò il coltello nella gamba lentamente, millimetro dopo millimetro.
Kaori osservò la scena con orrore crescente.
- Ryo!! – urlò, ritrovando finalmente la voce.
Si voltò verso Umibozu per trovare sostegno, ma lui assisteva alla scena con apparente imperturbabilità.
Ryo strinse gli occhi, ma non cambiò espressione. Non si mosse, lasciando che Seiya penetrasse il coltello nella coscia.
- Cosa stai cercando di dimostrare? – sibilò. Strinse il pugno sinistro e con uno scatto improvviso si liberò della stretta di Seiya.
- Con questo vorresti provare se sono ancora quello di una volta? – si strappò il coltello dalla gamba e un fiotto di sangue gli inzuppò i jeans – Vorresti mettere a confronto questa ridicola ferita, con quelle che ci procuravamo in guerra?
Il fratello lo fissò in silenzio, lo sguardo scuro.
- Vedo che non hai dimenticato. – disse.
- No – Ryo ricambiò lo sguardo – Non ho dimenticato.
Seiya si chinò a terra per raccogliere il coltello e in quel momento Kaori colse la  sua espressione. Di lato, lo vide fissare Ryo, ed ebbe un tuffo al cuore.
Quello sguardo…

Cosa significava? Gli occhi di Seiya per un istante erano sembrati colmi di tristezza, di rammarico, di tormento.
Che cosa vede in Ryo in questo momento?
Poi Seiya si tirò indietro, allontanandosi da lui.
- Bene Ryo! – disse, riprendendo l’atteggiamento ironico di poco prima – Ti avevo promesso qualcosa di interessante se non sbaglio!
Andò ad affiancarsi a Kaori, appoggiandole una mano sulla spalla con fare carezzevole.
- Come ti ho già accennato, ho inserito delle microbombe nelle manette che legano i tuoi amici. Tra cinque minuti esatti premerò il pulsante di questo telecomando ed entrambi salteranno in aria.
Kaori vide Seiya estrarre un oggetto di metallo dalla tasca. Cercò di urtarlo per gettarlo a terra, ma lui sollevò il braccio.
- Calma, ragazza! Potresti causare un danno ancora maggiore in questo modo. Che succederebbe se cadendo a terra, il telecomando innescasse le bombe?
- Kaori, non ti muovere! – le intimò Ryo, cupo – Va bene Seiya, dove sta l’alternativa?
Lui sorrise e dal retro della colonna fece scorrere un carrello su cui si trovava la pistola di Ryo.
- Uccidi la tua donna – gli disse sorridendo – E il tuo amico avrà salva la vita.
Kaori spalancò gli occhi.
“Sono certo che mio fratello userà Falco. Troverà il modo di ricattarmi, senza lasciarmi scampo!”
- No! – urlò – Non puoi fare questo!
Ryo!
Seiya girò intorno alla colonna soddisfatto.
- Hai tre possibilità – disse, senza lasciare Ryo con lo sguardo – Puoi uccidere la tua donna e salvare il tuo amico. Puoi tentennare fino allo scadere dei cinque minuti, e allora io premerò il telecomando e ucciderò entrambi. Oppure… - Seiya si fermò, accentuando il sorriso sarcastico – Oppure puoi sparare a me. Hai già ucciso Kaibara, per te non dovrebbe essere un problema. Ma mi trovo a dieci metri di distanza, e sai che sono veloce. Se riesci a uccidermi puoi salvare sia la tua donna che il tuo amico… Ma se sbagli, se non muoio sul momento, se mi ferisci soltanto… allora premerò quel pulsante! – diede una spinta al carrello che percorse rumorosamente quei pochi metri andando a sbattere contro le gambe di Ryo.
- Nella pistola c’è un solo colpo, Ryo! E i tuoi cinque minuti partono adesso!
Seiya indicò l’orologio e fece scattare il cronometro.
Ryo fissò la pistola senza toccarla.
Non ha scelta! – pensò Kaori angosciata – Ryo non può far altro che uccidermi!
Chiuse gli occhi, impedendosi di piangere.
“Vivendo con te i miei incubi erano spariti.”
Cosa voleva fare Seiya? Riattizzare il dolore di Ryo? Farlo sprofondare nuovamente nei suoi incubi?
Guardò Ryo e vide che ancora non si era mosso. La pistola giaceva immobile sul carrello.
- È già trascorso un minuto, Ryo – lo avvertì blandamente Seiya.
- Ryo! – urlò Kaori allarmata – Cosa stai facendo? Sparami! Devi salvare almeno Falco!
- Tsk! – Umibozu la fissò infuriato – Pensa agli affari tuoi, Kaori!
- Agli affari miei! – urlò furibonda – È a Miki che penso! Le abbiamo assicurato che ti avremmo riportato a casa sano e salvo! Ryo, non te lo ricordi?
Lui non rispose. Le rivolse uno sguardo pensieroso.
Fidati di me.
Cerca di essere forte e fidati di me.
Ma Ryo sapeva che sarebbero finiti in una situazione del genere? Che cosa poteva fare per salvarla?
- Ti restano tre minuti, Ryo – disse Seiya beffardamente– Pensavo ti saresti deciso velocemente a far fuori la tua compagna. Con Kaibara non hai avuto problemi, perché adesso esiti? O forse non t’importa nulla del tuo amico?
- Non ho bisogno di essere salvato da quel bamboccio! – sbraitò Umibozu.
- Smettila di dire sciocchezze Falco! – urlò Kaori agitata – Avanti Ryo, sparami!
- Sì – ingiunse Seiya – Sparale e uccidila! Perché se restasse in vita, dovrei darle io il colpo di grazia!
Ryo guardò Kaori e vide che faticava a trattenere le lacrime. Non piangeva per la paura, lo sapeva. Piangeva per lui, per l’azione a cui Seiya cercava di costringerlo. E per il timore che lui non riuscisse a salvare Falco. Per la vita che Ryo avrebbe vissuto senza di lei.
Kaori…
Non l’avrebbe uccisa. Non sarebbe mai riuscito a premere il grilletto, neppure per salvare Falco.
Aveva ucciso decine di nemici in guerra, aveva ucciso delinquenti in America e in Giappone. Aveva ucciso Kenny, aveva ucciso Kaibara e aveva alzato la pistola per uccidere Mick. Aveva combattuto all’ultimo sangue con Umibozu. Ma non sarebbe riuscito a sparare a Kaori. Anche se lei lo stava implorando, anche se glielo chiedeva con le lacrime agli occhi.
Uccidere la sorella del suo migliore amico…
Makimura, Sayuri e Mick… tutti e tre, in momenti diversi, gliela avevano affidata.
Sparare a Kaori? Spararle per poi vivere senza di lei?
Guardò Seiya. Dargli quel dolore… era quello che lui voleva?
Lo fissò e capì.
No. Forse Seiya credevadi volere quello. Ma stava cercando di costringerlo a fare qualcos’altro.
Perché vuoi morire Seiya?
Se Ryo gli avesse sparato, comprese,  lui non si sarebbe mosso.
Lesse nei suoi occhi lo stesso tormento di Kaibara, la stessa mancanza di pace.
Perché venite tutti a cercare la morte da me?
Ma Seiya era più giovane di Kaibara, più avvezzo al dolore e più forte.
Poteva venirne fuori. Poteva uscirne, come aveva fatto lui stesso.
- Ryo – la voce del fratello lo scosse – Ti resta poco più di un minuto.
Lui fissò la pistola e lentamente la prese in mano.
Un solo colpo, senza sbagliare.
Alzò la python verso Kaori.
Lei chiuse gli occhi, respirando affannosamente.
- Ryo… fai quello che devi fare e non sentirti in colpa!
Lui sorrise.
- Non essere stupida Kaori. Non ho nessuna intenzione di ucciderti!
Lei spalancò gli occhi sorpresa.
Ryo spostò il braccio fino ad avere Seiya nel mirino.
Suo fratello gli rivolse un sorriso di scherno.
- Una scelta pericolosa! – commentò – Forse stai sottovalutando la mia abilità!
- Ryo, non farlo! – urlò Kaori – Sono certa che non vuoi uccidere tuo fratello! Hai già sofferto tanto per la morte di tuo padre!
Lui la ignorò e non abbassò l’arma.
- Forza, allora! – lo incoraggiò Seiya – Ti restano cinquanta secondi!
- Dimmi un po’ Seiya – fece Ryo, in tono colloquiale – Hai una donna?
- Come? – il fratello lo squadrò sorpreso.
- Se ora ti uccido, fra qualche tempo dovrò ammazzare anche la tua donna venuta a vendicarsi?
Seiya lo scrutò in silenzio senza capire.
- E poi magari dovrò anche affrontare il fratello della tua donna, venuto a vendicare lei? E poi, ancora qualcun altro?
Seiya si oscurò in viso.
- Che cosa stai dicendo, Ryo? Sei impazzito? Spara una buona volta, hai solo quindici secondi!
- No – rispose lui tranquillamente – Non ho nessuna intenzione di trascorrere il resto della mia vita a difendermi dai tuoi amici che cercano vendetta!
Abbassò l’arma e la rivolse contro il proprio petto.
- Preferisco chiuderla qui!
Sparò.
 
 
 
  
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