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Autore: Edelvais    11/03/2012    9 recensioni
Bene, era nella sezione E, Geoff c’era, Bridgette c’era… le sue labbra si incresparono in una smorfia quando lesse il nome del criminale nemico di Geoff. Avrebbe pagato per non avere quel teppista in classe.
“Come hanno potuto metterlo insieme a te dopo quello che ti ha fatto!”
Esclamò la mora guardando Geoff, che sorrise imbarazzato.
“Smorfiosa ficcanaso, fatti gli affari tuoi, credi che le abbia solo prese!?”
Riconobbe quella voce sgraziata e inorridì, pensando al fatto di dover avere in classe per i rimanenti due anni di liceo quel delinquente di Duncan Evans.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Cap. 21 Caspita, che serata!








 

I giorni passarono veloci e giunse finalmente sabato. Geoff era a casa di Gwen per gli ultimi preparativi.
- Geoff, hai avvertito Bridgette vero? - Gli chiese Gwen mentre stava apparecchiando il tavolo del salotto con dolciumi vari.
- Certo! Le ho detto di venire qui per vederci un film tutti e tre! - Affermò il ragazzo.
- Ottimo! Ma quante persone hai invitato? -
- Ehm… sono riuscito a contenermi questa volta! Solo… quaranta persone… - Rispose con aria distratta.
- Geoff? -
- Si? -
- Quante persone? - Chiese lei cercando di contenere l'irritazione crescente.
- Quaranta! Sono poche, non trovi anche tu? -
Gwen si batté una mano sulla fronte. Ma che razza di cervello aveva quel ragazzo?
Non ribatté poiché sarebbe stato inutile, ormai il danno era fatto.
Gwen non era abituata ad avere un branco di bufali scatenati in casa.
Non appena ebbero terminarono di abbellire la casa in preparazione della festa, cominciarono ad arrivare i primi invitati.
E tra questi anche Trent e Courtney.
Per loro fortuna fu Geoff ad accoglierli in casa, mentre Gwen fulminava entrambi con lo sguardo dall'altro capo del salotto.
"Trent è un cretino, ma cosa cazzo gli passa per la testa di portare a casa MIA quella smorfiosa!?" Pensò la gotica stringendo un bicchiere di plastica in mano fino a romperlo.
Quando furono arrivati tutti gli invitati, Gwen avvertì l'amico dell'imminente arrivo della festeggiata.
- Geoff sono le nove, a momenti dovrebbe arrivare Bridgette! -
Il ragazzo annuì e, una volta salito su di una sedia richiamò l'attenzione di tutti i presenti.
- Ragazzi, tra poco dovrebbe arrivare Bridgette, quindi preparatevi e spegnete le luci! -
I presenti obbedirono.
Gwen però era piuttosto pensierosa, ancora Duncan non era arrivato e le aveva promesso che sarebbe venuto alla festa. Cavolo, non gli aveva dato un bacio sulla guancia per nulla!
Ma in quei cinque minuti restanti all'arrivo dell'amica, il punk non si fece vivo.
Le riflessioni della gotica furono però interrotte dall'arrivo della surfista che, non appena aprì la porta, si ritrovò nel più completo buio e silenzio e dieci secondi dopo le luci si accesero e fu accolta da un caloroso: - SORPRESA! - da parte degli invitati.
La biondina pareva alquanto spaesata.
- Ragazzi ma… oggi non è il mio compleanno! -
Geoff rise andandole incontro e prendendola fra le braccia.
- No piccola, questa è una festa tutta in tuo onore. Non potevamo mica lasciarti partire senza salutarti! -
Anche Gwen l'abbracciò, cercando di non pensare a tutto quel tempo che il destino le aveva prefissato di trascorrere senza di lei. Mondo crudele!
- Grazie ragazzi, non so come ringraziarvi! - Disse Bridgette con il suo solito sorriso raggiante.
La festa cominciò in quell'istante e tutti i presenti sembravano spassarsela.
Gwen si sedette sulle scale. Attorno a lei vi erano, oltre ai ragazzi che si scatenavano con la musica, numerose coppiette che si sbaciucchiavano senza troppe cerimonie.
"Mi danno il voltastomaco tutte quelle smancerie." Pensò esibendo una smorfia più marcata della precedente. Forse, era solamente gelosia, ma non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura
D'un tratto, quando tutte le sue speranze di vedere Duncan varcare la soglia della casa erano andate a farsi benedire, qualcuno suonò al campanello.
Svelta, Gwen andò ad aprire.
Rimase però delusa, quando si presentò il fattorino che portava in braccio tanti cartoni contenenti pizze appena sfornate da nascondere il viso del povero ragazzo.
- Salve, avete ordinato delle pizze? -
"Già,chi è quell'idiota che ha ordinato le pizze!?" Pensò Gwen irritata più che mai.
Subito, "l'idiota" di turno, ovviamente Owen, si fece spazio e raggiunse il fattorino pagandolo. Povera illusa, pensava davvero che fosse Duncan?
Gwen sbuffò. Ancora quel criminale non era arrivato e la giovane aveva perso la pazienza. "Me l'aveva promesso!" Rimuginò tra sé e sé uscendo di casa sbattendo la porta e sedendosi su una panchina del giardino.
Arrabbiata e frustrata, si mise la testa fra le mani e lacrime amare cominciarono a scendere disubbidienti lungo le sue gote arrossate. Non era suo solito piangere per un ragazzo e per giunta per una cosa all'apparenza così banale, ma non si aspettava un comportamento del genere dal punk, credeva di stargli a cuore almeno un po' invece si sbagliava. Inoltre, come se non bastasse, il giorno dopo la sua migliore amica sarebbe partita e lei sarebbe sicuramente rimasta sola. Una stupida darkettona asociale.
Lasciò che le lacrime unite al mascara le rigassero il volto, in fondo le sarebbe servito sfogarsi un po', di certo lì dov'era non l'avrebbe notata nessuno.
Evidentemente però, si sbagliava.
- Perché stai piangendo, streghetta? -
Quella voce. Quella orribile, sgraziata, irritante, seducente, meravigliosa, irresistibile voce.
Stava sognando oppure aveva sentito bene?
- D-Duncan…? - Chiese Gwen titubante.
Era indecisa se prenderlo a pugni per averla fatta aspettare tanto oppure saltargli al collo in un impeto di gioia.
- Certo, chi vuoi che sia! - Scherzò sedendosi accanto a lei.
Gwen non alzò lo sguardo, non voleva rischiare di rimanere per l'ennesima volta ipnotizzata dalle iridi chiare del ragazzo.
Ma quest'ultimo, rovinandole i piani, prese delicatamente il mento della giovane fra il pollice e l'indice, costringendola a scontrarsi con il suo sguardo.
Rimasero a fissarsi negli occhi per un tempo indeterminato, entrambi potevano specchiarsi nelle iridi dell'altro. Poi, Duncan asciugò con il pollice le lacrime che ancora segnavano il pallido viso di Gwen.
- Scommetto che stavi piangendo per me. - Le sussurrò all'orecchio.
- N-no. - Rispose, ostinata fino al midollo.
Duncan sorrise.
- Sai piccola, non sei per niente brava a mentire. -
Le circondò la vita con un braccio, mentre con l'altra mano le accarezzava i capelli.
- Non avevo alcuna intenzione di farti piangere, anzi, detesto quando ti vedo in questo stato, soprattutto se colpa mia. Ma mio padre non voleva farmi uscire e quindi mi sono dovuto arrangiare calandomi giù dalla finestra di camera mia. -
Continuò sempre con quel dolce sorriso dipinto sulle labbra.
- Grazie. - Mormorò Gwen sorridendo a sua volta.
- Come potevo lasciarti da sola in balia di gente come quell'idiota di Trent o di quell'oca di Courtney? - Replicò stringendola di più a sé.
La distanza tra i due volti si era minimizzata a tal punto che le punte dei loro nasi si sfioravano. Nessuno dei due seppe resistere a quell'attrazione che li legava e si avvicinarono sempre di più, colmando quel vuoto che si era creato fra di loro.
Gwen chiuse gli occhi e appoggiò le labbra su quelle del ragazzo, ma questa volta, non vi era di mezzo nessuna scommessa, debito o quant'altro. Solo amore. Puro e semplice amore.
Lui ricambiò senza esitazioni e quello che era nato come un bacio casto e puro, mutò in uno scambio passionale di affetto guidato dal cuore.
La mano di lui accarezzava lievemente la guancia di Gwen e l'altro braccio le cingeva dolcemente la vita, mentre lei stringeva la maglia di Duncan, come per paura di perderlo.
Restarono uniti per un tempo indeterminato e si separarono loro malgrado l'uno dall'altra a causa dei polmoni che reclamavano ossigeno.
Entrambi si guardarono con sguardo complice.
Questo contatto provocò in Gwen una gran confusione e, molto probabilmente, anche il punk stava lottando con numerosi dubbi che gli opprimevano la mente.
- Credo sia meglio che tu vada dentro casa, ti staranno aspettando. - Esordì Duncan sorridendo e spezzando il silenzio assordante che incombeva nel giardino.
Gwen si alzò in piedi e lo stesso fece il punk.
- No, non credo che mi stia cercando qualcuno e poi non ho certo voglia di vedere Courtney! Altrimenti la mia furia omicida potrebbe concretizzarsi sul serio questa volta…-
Ribatté lei, convinta.
Duncan rise.
- Hai ragione, forse è meglio che restiamo qui a goderci il panorama. -
Panorama? A cosa stava alludendo?
- Quale panorama?- Gwen era più che perplessa: in piena città non c'era molto da contemplare!
In tutta risposta, Duncan la prese per mano, guidandola verso il retro della casa.
- Stenditi qui. - Ordinò.
La gotica arrossì di colpo. Cosa aveva intenzione di fare?
- Ma dai, non dirmi che credi davvero che possa violentarti? - Chiese sarcastico- Cosa aspetti? -
Gwen gli fece la linguaccia, facendo però come le era stato chiesto. Si distese sull'erba umida portando le braccia dietro la nuca. Un attimo dopo la raggiunse il ragazzo che le indicò la volta celeste, dominata dalle caligini e costellata da mille puntini luminosi.
Caspita, era stata una sciocca a dubitare di lui! Era davvero un ragazzo imprevedibile, se credevi di conoscerlo in tutto e per tutto, ecco che affiorava alla luce una sua nuova caratteristica. Inoltre, il suo lato tenero nascosto, tradiva il suo aspetto da criminale.
Perché si, delle volte sapeva essere davvero dolce, proprio come in quel momento.
Era uno spettacolo meraviglioso, il cielo non era mai stato più limpido e sereno come quella notte. L'unica cosa che ostacolava la contemplazione era il vento pungente che le sferzava il viso. Aveva terribilmente freddo. Soprattutto a causa dell'erba umida che le aveva infradiciato la maglietta. Dannazione, non poteva prendersi un giubbotto prima di uscire!?
Duncan però sembrò notare i tremolii della ragazza.
- Hai freddo? - Domandò cingendole le spalle e costringendola ad appoggiare il capo sul suo petto, coprendola con la sua giacca di pelle.
- Perché stai facendo tutto questo? - Gli chiese con immensa spontaneità.
Insomma, si erano appena baciati per la terza volta! Occorreva mettere le cose in chiaro.
- Perché mi piaci -, disse - sei una tipa strana, combattiva e tenace, mi piaci. Ma non credere di averla vinta tu! - Le fece l'occhiolino.
Nel sentir pronunciare quelle parole, Gwen si dovette dare un pizzicotto sul braccio per accertarsi che non fosse un sogno. Non riusciva a credere a quello che aveva appena udito!
Duncan interruppe il filo dei pensieri della gotica guardando l'orologio.
- Accidenti, mi dispiace Gwen, devo tornare a casa, spero che mio padre non abbia scoperto la mia fuga! - Disse alzandosi da terra seguito da Gwen.
- D'accordo e… grazie della serata… - Replicò lei tentennando.
Duncan le si avvicinò sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
- Non c'è di che, Gwendolyne. - Le sussurrò all'orecchio poco prima di andarsene, lasciandola sola con mille pensieri che le frullavano in testa.
Caspita, che serata!







Angolino autrice.

Salve ^^
Spero di aver aggiornato abbastanza in fretta, e anche che questo capitolo vi sia piaciuto :)
Allora, Duncan è moolto dolce. Forse anche troppo, accidenti!
Il fatto è che mi allettava l'idea di descrivere e far affiorare il suo lato da tenerone, spero quindi di non aver esagerato <.<
Quando si decideranno questi due testoni a dichiararsi? Duncan ha già fatto un passettino avanti, ma Gwen come farà la sua parte? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!
(Okay, dopo questo insulso commentino alla Chris McLean mi eclisso xD)

Grazie a tutti voi ^^
Un bacione,


Vostra Ed.






 

   
 
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